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Gressoney, tradizione walser ai piedi del Monte Rosa

 Tradizione walser e impianti moderni. Qui si scia ai piedi del Monte Rosa, guardando all’orizzonte il Monte Bianco e il Cervino. E per il doposci il Gressoney Sport Haus, 5.000 mq coperti e riscaldati dove rilassarsi tra sauna, bagno turco, idromassaggio e cinema.  D’estate spazio ad escursioni e passeggiate a piedi, in moutain bike o a cavallo verso il vicino parco Gover che offre suggestivi scorci sul monte Rosa o escursioni più impegnative in quota. Gressoney infine è punto di partenza privilegiato per escursioni alpinistiche e traversate, ad iniziare dall’Alta Via 1 della Valle d’Aosta che collega Saint Jean a Courmayeur.

Gressoney Saint Jean gode di una delle posizioni più invidiabili della valle con una vista mozzafiato sul ghiacciaio del Lyskamm e sulle maestose pareti sud del massiccio del Rosa a sua volta riflesse nelle acque di smeraldo liquido del lago Gover, a pochi minuti dal centro.  L’elegante villaggio alpino, scrigno della cultura walser, fin da subito ha goduto della ribalta internazionale tanto che, nel 1894, la regina Margherita vi fece costruire un castello immerso nel bosco, il Castello Savoia, tutt’oggi visitabile che sembra uscire direttamente dal libro delle fate e incanta per i suoi interni e il giardino botanico particolarmente curato. Il villaggio si affaccia sul ghiacciaio del Lyskamm e sull’imponente massiccio del Monte Rosa a sua volta riflesso nelle acque di smeraldo liquido del Lago Gover, a pochi minuti dal centro. Gressoney Saint Jean è una località raccolta, intima, particolarmente adatta alle famiglie che possono godersi l’intera giornata sulla neve mantenendo la situazione “sotto controllo”. Qui si scia su sette piste (tre blu, tre rosse e una nera) per 13 km circa e non mancano le sfide anche per gli sciatori più esperti.  Qui infatti ci si può divertire sulla pista nera dedicata a Leonardo David, il campione azzurro proveniente da queste valli e scomparso nel 1985.  Il percorso si snoda sui pendii del Weissmatten ed è stato eletto più volte come miglior pista d’Italia. La pista Leonardo David Special, aperta anche in notturna, garantisce adrenalina ed emozioni grazie ai continui cambi di ritmo, alle forti pendenze e alle condizioni di innevamento sempre perfette. Gli sciatori più esperti l’hanno spesso definita una pista di altri temi perché richiede un certo grado di impegno e non offre semplici scorciatoie. L’ideale è provarla al mattino quando neve tiene e, soprattutto, le gambe reggono ancora.

A portata di navetta si possono poi raggiungere i collegamenti con il comprensorio MonteRosa Sky (a cui appartiene anche Gressoney Saint Jean) e i suoi 180 km di piste.  Iniziare da Gressoney – La Trinitè è il cuore del maxi comprensorio del Monterosa Ski e ai suoi 180 km di piste comprese in un solo ski pass grazie al suo collegamento con Champoluc, Alagna, il Gabiet e punta Jolanda. Dalla Valle di Gressoney, attraverso il Passo dei Salati, si raggiunge sci ai piedi la Valsesia, mentre dal Colle Bettaforca ci si collega con la Val d’Ayas.  Un’esperienza particolarmente adrenalinica è quella di salire a oltre 4.000 metri con l’elicottero e scendere fino a valle in fuori pista. Per helisky e freeride è bene rivolgersi alle guide alpine (tel. 0125.366280 – 349.4320563) .  Gressoney – La Trinitè  offre 34 km di piste, di cui la maggior parte intermedie, servite da 11 impianti e snowpark da brivido. Se si comprende la frazione Stafal, poco più in su a 1818 metri, i km di percorsi tracciati aumento sensibilmente, la località è peraltro il punto di congiunzione tra gli impianti di Champoluc e quelli di Gressoney.  In tutto la ski area offre: 6 piste blu, 15 rosse e tre nere. Particolarmente suggestivo e leggermente meno affollato rispetto ai percorsi più tradizionali è il versante di Punta Iolanda dove si può sciare immersi nei boschi.  Per gli amanti del fuoripista e dello sci-alpinismo, la porta di accesso al paradiso della “powder” è Stafal. Da qui infatti si possono essere raggiunti i percorsi più entusiasmanti di fuoripista e di sci-alpinismo che raggiungono il Monte Rosa, fino ai 4459 metri della Punta Gnifetti e alla capanna regina Margherita, il rifugio più alto d’Europa. Dai 3275 metri raggiunti con l’impianto Salati- Indren: qui le alternative per scendere in neve fresca sono molteplici. Da Punta Indren si può scendere verso Stafal o risalendo per quasi 300 metri anche verso Alagna per i freerider più esperti. Tra i “must” del fuori pista della località anche Canalino dell’Aquila, la Valle Perduta, la Piramide Vincent, la Punta Giordani, la Punta Vittoria e il canale della Malfatta.




Ostaggi, una commedia specchio della vita

Ostaggi, commedia  di Angelo Longoni con Michela Andreozzi, Jonis Bascir, Gabrile Pignotta e Silvana Bosidebutta il 23 febbraio al Teatro San Babila di Milano dove resterà in scena fino a domenica 25. Ostaggi è una commedia movimentata, con una costruzione drammaturgica caratterizzata da una comica adesione con la realtà sociale che caratterizza i tempi che viviamo. U

Un uomo, che ha appena rapinato un modesto istituto bancario, tiene in ostaggio, in una panetteria, quattro persone dopo essere riuscito a fuggire a un inseguimento della polizia. L’uomo inizia una tormentata trattativa con le forze dell’ordine, in un progressivo batti e ribatti di proposte e controproposte.

La situazione è resa difficoltosa e comicamente bizzarra dalla tipologia degli ostaggi che casualmente si trovavano nel negozio al momento dell’irruzione. Oltre al panettiere, proprietario del locale, sono presenti un’anziana pensionata dal precario stato di salute, una donna dai modi sbrigativi e anticonvenzionali che pratica il mestiere più antico del mondo e un extracomunitario. All’interno di questa piccola comunità iniziano a sorgere contrasti, ostilità e una divertente lotta per la sopravvivenza. Il punto è rimanere in vita evitando sia un’irruzione della polizia, che le ritorsioni del loro carceriere. La storia procede attraverso colpi di scena, capovolgimenti di fronte e sorprese sia sull’identità del rapinatore, che sulla vera indole degli ostaggi. Lentamente emerge anche una straordinaria e quasi commovente solidarietà che metterà sullo stesso piano tutti quanti, sequestratore e prigionieri.

Ostaggi è un testo teatrale che denuncia già nel titolo la propria appartenenza ad un genere diventato ormai un classico nella letteratura e nel cinema. Uomini assediati, che tengono imprigionati altri uomini e che trattano per la loro liberazione. Una formula in grado di dar vita ad una concentrazione di sentimenti estremi e a un’infinità di modalità interpretative, da quelle violente e drammatiche, dallo scavo psicologico, al paradosso comico. In Ostaggi  si racconta una storia cruda e divertente, una metafora delle disuguaglianze sociali, economiche e razziali, un apologo sulla profonda crisi che ormai stiamo vivendo da anni.

 

SAVE THE DATE

OSTAGGI 23-25 febbraio
TEATRO SAN BABILA

Corso Venezia, 2/A – 20121 Milano -Tel. 02 798010

 




Riccardo III, Shakespeare come un videogioco

Riccardo III di Corrado d’Elia è lo spettacolo da vedere di questa stagione teatrale milanese troppo spesso appiattata sulla facile condiscendenza verso il pubblico. È Shakespeare ovvio ma niente paura: lo spettacolo dura un’ora, si segue perfettamente pur senza avere alcuna conoscenza della Guerra delle due Rose che ha attraversato il Quattrocento inglese (e che, per l’appunto termina con la sanguinosa battaglia in cui Riccardo III, ultimo erede della casata di York, perde la vita sul campo di  Bosworth) e, grazie a una resa scenica e grafica (a firma di Chiara Salvucci) elegante, stilizzata e di sicuro impatto, è tutto fuorché scontato.
È un Riccardo III allestito come un vero e proprio video game con tanto di punteggio per ogni completamento dei diversi livelli che conducono al “game over” e musica celebrativa ad ogni passaggio di livello in livello. Un allestimento geniale considerando che proprio Riccardo III, così come dipinto da William Shakespeare, sembra il malvagio burattinaio che scala i vertici della corona inglese attraverso sottili giochi di astuzie, intrighi, lotte di potere e crudeli ricatti (è passato alla storia per aver imprigionato e, presumibilmente, ucciso i due principini nella Torre!), salvo poi essere sommerso dallo stesso clima d’odio da lui generato e, lasciato solo da tutti, morire sul campo di battaglia senza possibilità di vie di fughe (“Un cavallo! Il mio regno per un cavallo!”).
E, d’altro canto,  i confini storici non servono quando protagonista della scena è la brama di potere oltre ogni pudore che assimila il Riccardo III di Shakespeare ad ogni altro tiranno politico o di impresa gravato dalla stessa ansia di raggiungere i propri obbiettivi, abbattendo ad uno ad uno gli ostacoli in vista del “game over” e piegano alla propria volontà le “pedine” sul campo . La paura, l’odio, il sospetto e l’ambizione. L’allestimento mette a nudo i sentimenti primari al di fuori di qualsiasi contesto storico o geografico.
A condurre il gioco è quindi Riccardo III stesso, una mente diabolica che saltando di livello in livello dirige, complotta, seduce e uccide, in una progressione vertiginosa fino al “game over” finale, tra luci psichedeliche che sottolineano i disegni geometrici disegnati sul palco quasi tramutato in scacchiera e una musica incalzante che scandisce, inesorabile, i diversi momenti del dramma. È il Big Generator, la mente diabolica assetata di potere e di gloria, capace di desiderare tutto, il grande virus che conduce il gioco, manovrando il joystick di un videogame dove tutti alla fine, nemici e complici, risultano uguali pedine da abbattere o conquistare, a servizio della propria ambizione.
Per il pubblico si tratta di un’esperienza intesa, in cui cui sono i sentimenti e le contraddizioni del potere a occupare la scena più che i semplici personaggi del dramma Shakespeariano, una quadro indimenticabile sospeso tra incubo e realtà.

 

  SAVE THE DATE

Dal 20 febbraio al 4 marzo 2018
MTM Teatro Litta, corso Magenta 24, Milano
RICCARDO III
 
adattamento e regia di Corrado d’Elia
 con Andrea Bonati, Raffaella Boscolo, Marco Brambilla, Giovanni Carretti, Paolo Cosenza, Corrado d’Elia, Gianni Quillico, Chiara Salvucci, Antonio Valentino
ideazione scenica e grafica Chiara Salvucci
produzione Compagnia Corrado d’Elia

biglietti: 24 euro



Pamela Petrarolo da “Non è la Rai” a “Ballando con le Drag”

Gli Anni 90 sbancano in tv e a teatro. Dopo le ragazze di “Non è la Rai“, le Drag. Pamela Petrarolo, dopo aver ballato e cantato per tutte le edizioni di “Non è la Rai” approda sul palco del Teatro Nuovo di Milano con “Ballando con le Drag“, un progetto che nasce in Sardegna e a cui la stessa Pamela aveva fatto da madrina nel 2014. “In questo show mi ispiro a “Priscilla la regina del deserto” e sogno uno spettacolo ancora tutto da scrivere, una commedia brillante e musicale da portare in tutto il mondo dove poter ballare, recitare e cantare” confessa Pamela che poi cita come suoi riferimenti nel showbiz “Lorella Cuccarini, Heather Parisi e Raffaella Carrà, gli stessi miti di quando ero ragazzina, Ornella Vanoni e Milva per quanto riguarda invece la voce“.

Roberto Manca mi ha rivoluto nello show e ne sono felicissima: sono affascinata dal modo di fare spettacolo delle Drag Queen, dalla musica, dai costumi, dall’ironia e dalla grande capacità di stare in scena che accomuna le protagoniste di questo spettacolo davvero unico. È un’arte speciale che al pubblico regala molto più delle aspettative. Io mi inserirò nello show con uno sketch con una Barbara D’Urso un po’ diversa dal solito” ci racconta Pamela che poi aggiunge “Ballando con le Drag” è un show che rompe gli schemi abituali, lo standard su cui gli spettacoli dal vivo sono proposti sui palcoscenici italiani. Al teatro italiano d’altro canto manca, spesso, un po’ di effervescenza e di trasgressione“.

Per il futuro Pamela Petrarolo, che Gianni Boncompagni aveva soprannominato The Voice, ha l’uscita di un nuovo album di hit, il terzo, a metà aprile e un’agenda fitta di serate con alcune delle ragazze di “Non è la Rai” per celebrare i mai dimenticanti Anni 90.  “Non mi pesa il brand “Non è la Rai”: devo tutto allo show, il primo reality italiano e a Gianni Boncompagni che è stato il pigmalione mio e di molti altri artisti che calcano oggi i palcoscenici tv e cinematografici.  Mantengo vivi i rapporti con molte persone del cast e continuiamo a divertirci insieme“.

 

SAVE THE DATE

 Il 21 febbraio al Teatro Nuovo di Milano è in scena Ballando con le Drag: in un’ora e mezza di show, insieme a danzatori professionisti, si raccontano gli ultimi otto anni di avventure delle protagoniste, note Drag Queen tra cui Peperita e Shantey Miller. Nella tappa di Milano ci saranno anche Pamela Petrarolo, Vincenzo de Lucia, Elena Nieri, Giovanna D’Angi e Nadia Scherano. Un fantastico corpo di ballo capitanato dalla coreografa, danzatrice e performer Sabrina Orlando che, insieme a Davide Talarico, Danilo Musci e i Gd Group, accompagnerà le Drag Queen in questa fantastica avventura. Arrivano a Milano, sul palco del Teatro Nuovo, anche le sarde Gyna Canesten e Marta Sechi,  insieme a Darla Fracci e Claudio Smaldone, rispettivamente Drag Queen e danzatore, vere colonne portanti dell’evento. A condurre la serata  Roberto Manca, direttore artistico dell’Associazione Culturale MUSIC & MOVIE.




Cats in scena a Torino

Cats nel nuovo allestimento della compagnia Operà Populaire e sotto la direzione di Stefano Mapelli va in scena al Teatro Superga. La leggendaria opera rock di Andrew Llyod Webber è presenta nella sua versione italiana firmata da Michele Renzullo, Saverio Marconi, Franco Travaglio e accompagnata da un’orchestra. I gatti di Cats riportano sul palco, proprio nella giornata dedicata ai gatti, le leggende dell’ “Old Possum’s Book of Practical Cats” di T.S. Eliot, in  atmosfere e costumi steampunke. In scena trenta giovani performer, cantanti e ballerini e un’orchestra di ventuno musicisti.
Mapelli, dopo uno studio dell’opera, ha proposto alla “The Really Useful Group Ltd”, editore di Cats”, una diversa ambientazione, accolta  nel 2016 dalla casa di produzione di A.L.Webber. Questa nuova rilettura steampunk ambienta la celebrazione della notte dei Gatti Jellicle nell’età vittoriana di fine ‘800, sul tetto di una vecchia stazione ferroviaria abbandonata, rispetto alla versione classica in stile punk glamour ambientata in una discarica. Lo steampunk è un filone della narrativa fantastica-fantascientifica che descrive un mondo anacronistico, in cui la forza motrice del vapore (steam in inglese) aziona le macchine e le strumentazioni, permeando ogni aspetto della vita, l’estetica, le abitudini e i modi di fare. L’energia elettrica torna a essere, come nella fantascienza ottocentesca, un elemento narrativo capace di ogni progresso e meraviglia. I Cats  “Gatti” di Operà Populaire vestiranno questi panni, immersi nella magica atmosfera steampunk in una grande storia di emarginazione che si trasformerà in integrazione.
DOVE, COME E A QUANTO

CATS  16-18 febbraio Teatro Superga
Teatro Superga, Via Superga 44 – Nichelino (To)
Biglietti da 24,5 euro




B&B Day, una notte gratuita anche a casa di Montalbano

Il B&B day è una di quelle date da segnare in agenda da un anno con l’altro: si dorme due notti ma se ne paga soltanto in moltissime strutture italiane, compresa la casa del commissario Montalbano che in realtà è un bed and breakfast a Punta Secca, una piccola frazione marittima della città di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa (95 euro a notte la matrimoniale  vista mare),

Quest’anno il B&B day casca tra meno di un mese, il prossimo 10 marzo. In pratica se si prenota una camera il 10 marzo e almeno un’altra notte, la giornata del 10 marzo è gratuita. Meglio affrettarsi quindi per scoprire la struttura dei propri sogni e organizzarsi un week end di quasi primavera.

 

 




Uluru, Kata Tjuta, il bush e il Red Centre Australiano

Arrivare nel cuore dell’Australia, il leggendario Red Centre, non è né comodo né economico. Ma gli scenari che si aprono su Uluru (Ayer Rock) e Kata Tjuta (The Olgas), le imponenti rocce mistiche venerate dagli aborigeni, ripagano di tutto. Anche del “circo” in cui si è oramai trasformata la località (Yulara) dove la gestione di tutte le strutture alberghiere fa capo a una sola società così come la stragrande maggioranza delle escursioni che si possono fare nell’area e dove i pulmini passano ininterrottamente per tutta la giornata a raccogliere le migliaia di turisti che ogni giorno si riversano nella località per poi portarli alle varie destinazioni.

La strada per arrivare a Uluru è lunga, da qualsiasi parte dell’Australia ci si imbarchi verso il suo “centro rosso”, occorre calcolare almeno un paio di ore di volo, se poi si attraversa il deserto sulle quattro ruote è meglio prevedere un viaggio di qualche giorno. da Alice Springs, la città nel deserto, la distanza per il cuore rosso australiano è di 450 km, da Darwin, capitale del Northen territory, in cui ha se de la stessa Uluru, si arriva addirittura a 2mila km di distanza.  Ma per chi ha vissuto nel mito di due film iconici come “Picnic ad Hanging Rock” di Peter Weir (chiedendosi poi per anni il significato della fine) e “Priscilla la regina del deserto” di Stephan Elliot, un viaggio in Australia non poteva escludere  Uluru dovesi perdono le ragazze di Weir e riappaiono, in una sorta di giochi di specchi,  le tre drag queen di Sidney in trasferta nel bush, l’infuocato deserto australiano (in realtà le ragazze di Weir si perdono su un massiccio vulcanico dello stato del Victoria mentre la scena finale è girata a King’s Canyon, Watarrka National Park, a 310 km di macchina da Uluru, ma per i ragazzini italiani che tra gli ’80 e i ’90 guardavano estasiati queste prime immagini del continente … si tratta di distinzioni talmente sottili da non essere percepite).

Un viaggio quindi da intraprendere a tutti i tutti costi anche a costo di dividere un minuscolo sgabuzzino spacciato per camera  con tre cinesi ciarlieri (all’Outback Pioneer Lodge, struttura fatiscente ma che la sera offre musica dal vivo e una enorme griglia dove far cuocere le proprie bistecche in compagnia), di svegliarsi all’alba pur di vedere il sole sorgere su Uluru e Kata Tjuta, di pagare l’equivalente di due giornate lavorative pur di partecipare al rito super turistico, ma non per questo meno suggestivo, di “The Sound Of Silence” la cena sotto le stelle dell’emisfero Sud in mezzo al nulla e di non arrendersi neppure di fronte alla pioggia battente: dopotutto la pioggia nel deserto non capita tutti i giorni!  Che fortuna essere lì nel solo giorno all’anno in cui, in media, piove. Cambiano i colori e le pareti verticali del monolite diventano d’argento grazie a una miriade di cascate e ruscelli formate dalla pioggia. E dopo un giorno di pioggia il deserto si risveglia con nuove piante e fiori in un vortice di colori e profumi.

Emozionante, suggestivo, magico, maestoso. Gli aggettivi non bastano per descrivere questi scorci di deserto dove la roccia del monolite e le 36 cupole di Kata Tjuta prendono letteralmente vita. Da lontano appaiono già con tutta chiarezza i giochi di luce sulla superficie delle imponenti rocce che sembrano  letteralmente catapultate, per magia o per opera di extraterrestri, nell’enorme cuore rosso australiano.  Dall’ocra, all’oro, al bronzo, al rosso acceso fino addirittura al  viola e al nero, a secondo dell’ora e della stagione, i colori esplodono su queste superfici di soli 380 metri di altezza (sopra la superficie, sotto la profondità del monolite raggiunge i 7 km)  e 9 km di circonferenza grazie all’elevata percentuale di ferro contenuta nel massiccio. Ma, avvicinandosi, le stesse rocce si trasformano e mostrano lati nascosti, caverne, pozze d’acqua, sorgenti, colorazioni diverse nella roccia, pitture rupestri, canaloni, creste oltre a incredibili fenomeni erosivi che danno origine a disegni e sculture su quella superfici che, da lontano, appariva liscia e uniforme.

Dal 1987 Uluru è stata inserita dall’Unesco tra i siti Patrimonio dell’umanità e da ottobre 2019 non sarà ufficialmente più possibile scalarla in rispetto alle tradizioni aborigene (di fatto è già impossibile: o per il vento, o per la pioggia o per il sole, ogni giorno c’è un motivo diverso a sostegno del divieto).  Ma non serve scalare la montagna per respirare la magia del monolite caduto dal cielo e delle 36 cupole che si stagliano a breve distanza.

SUGGERIMENTI IN PILLOLE

Yulara è collegata perfettamente alle maggiori destinazioni australiane. Ma se si ha tempo e modo, attraversare il deserto in macchina ha un altro sapore e fascino

L’ingresso di tre giorni al parco costa 25 dollari australiani e, se non si hanno mezzi propri per muoversi in autonomia si può prendere parte a un tour organizzato o comprare una sorta di abbonamento autobus che consente di raggiungere Uluru e le Kata Tjuta a orari prestabiliti,  ma per il resto in assoluta libertà (Uluru Express due giorni costano 220 dollari australiani, tre 250). Da non perdersi il giro completo del monolite. Anche perdersi tra le 36 cupole di Kata Tjuta  nella Valle del Vento ha il suo fascino…meglio però se non piove. Entrambi i percorsi sono alla portata di tutti. Basta avere tempo

A Yulara tutto è carissimo … ma è il viaggio della vita. Basta non pensarci troppo

Se si può, ci sono diverse formule di campi tendati nell’outback che offrono una sistemazione decisamente più affascinanti rispetto a molte delle strutture di Yulara. Gli australiani hanno un’ottima organizzazione nei campeggi, nessun timore. Rispetto poi all’Outback Pioner Lodge che, per quanto riguarda le camere condivise  è un campeggio solo più costoso, quantomeno nei campi tendati si può sperimentare un’esperienza diversa, maggiormente a contatto con la natura (e non degli autobus che circolano ogni quarto d’ora) e affacciarsi su un palcoscenico stellato indimenticabile

Prenotare in anticipo il  Sound of Silence è consigliabile (costa 199 dollari australiani): la cena super turistica nel deserto con vista su Uluru e su Kata Tjuta, seguita da un osservatorio davvero speciale sui cieli dell’Emisfero Sud, è molto ricercata … e dormendo a Yulara, in genere,  una o due notti, perderla sarebbe un peccato. Non capita tutti i giorni di poter vedere le stelle così vicine e in un simile scenario.

 

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La Cavalleria Rusticana di Diamond Opera

Con Cavalleria Rusticana si apre la stagione lirica del Teatro San Babila di Milano. Cavalleria Rusticana è un’opera in un solo atto, capolavoro di Pietro Mascagni su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, a sua volta tratto dal racconto di Giovanni Verga. L’opera vinse il concorso indetto dalla casa musicale Sonzogno e andò in scena per la prima volta al Teatro Costanzi di Roma il 17 maggio 1890 e da allora  è una fra le opere più rappresentate al mondo. Sul palco, in una scenografia essenziale, si muovono i protagonisti della tragedia d’amore e gelosia: Santuzza folle d’amore per Turiddu a sua volta invaghito di Lola legata invece ad Alfio. Sullo sfondo Mamma Lucia oltre alla costante presenza del coro e del corpo di danza.

La stagione, è firmata dalla  “Diamond Opera Management”, agenzia teatrale di Boston specializzata nell’allestimento di spettacoli operistici negli Stati Uniti e in Europa. L’approdo nella patria del bel canto con quattro serate, è una vera e propria sfida, affidata tra l’altro alle doti vocali di un soprano italiano, Laura Ansaldi, una delle più interessanti e talentose voci dell’opera a livello internazionale. Una vocalità intensa ed estremamente versatile, un profilo artistico completo anche a livello attoriale, ed una eccellente presenza scenica. Accanto a Laura Ansaldi, che coprirà il ruolo di soprano protagonista in tutti gli spettacoli, si alterneranno interpreti come Valter Carignano e Giorgio Casciarri e direttori dì orchestra come Roberto Gianola e Paolo Marchese. La regia di Heiko Kobayashi Laval offre una prospettiva  moderna e innovativa agli spettacoli proposti.

Il ciclo di spettacoli vuole proporre una panoramica dell’evoluzione del melodramma italiano nel suo “secolo d’oro” attraverso scelte drammaturgiche ed espressive molto diverse: si inizia il 10 febbraio con la grande stagione del verismo e con “Cavalleria Rusticana” di Mascagni; si prosegue il 3 marzo con “Don Pasquale” di Donizetti che rappresenta la raggiunta maturità della scuola italiana e nel contempo offre un esempio di “opera buffa” a lieto fine; mentre a Giuseppe Verdi sarà dedicata, il prossimo 28 aprile una selezione delle sue arie più celebri con “Verdissimo” una selezione delle sue arie più celebri e il 19 maggio “Tosca” si passa al Puccini più lirico e drammatico.e

 

 




A Nizza per la battaglia dei fiori

Nizza si veste a festa per il suo 134° Carnevale dedicato al mondo dello spazio. Dal 17 febbraio al 3 marzo le sfilate dei carri, diurne e notturne, e la leggendaria battaglia dei fiori, sono un’occasione in più per scoprire la Costa Azzurra in un momento ideale grazie alla dolcezza del clima e alla luminosità del cielo che regalano magia agli scenari naturali e ai luoghi di cultura e artistici. Una pas

Sulla Piazza Massena (Place Masséna) di Nizza, i 17 carri allegorici, accompagnati da elementi di animazione, artisti di strada e gruppi musicali internazionali, propongono un vero e proprio viaggio iniziatico. Nella versione notturna (prevista di sabato e di martedì), l’illuminazione conferisce alla sfilata un che di magico e di fantasmagorico.  Da non perdere la battaglia dei fiori in cui sfilano 16 carri allestiti con splendide composizioni floreali che evidenziano il patrimonio floristico della regione(l’80% dei fiori utilizzati nella battaglia dei fiori è di origine locale). L’origine della battaglia dei fiori risale al 1876  quando l’evento ebbe luogo sulla leggendaria Promenade des Anglais grazie all’idea di Andriot Saëtone. All’inizio si trattava di un semplice omaggio floreale ai turisti che, già cento cinquant’anni fa, si riversavano  sulla Côte d’Azur per godere le clima mite e delle giornate di sole anche in inverno. Dal 2005 la battaglia dei fiori segue lo stesso tema delle sfilate dei carri allergici di Carnevale. Il 25 febbraio è poi in programma la parata nizzarda con il coinvolgimento della cittadinanza.

Tra gli appuntamenti da mettere in agenda quello del 2 marzo quando è previsto un pranzo di beneficenza gourmet  (Vira La Roda) per contribuire al sostengo dei giovani praticanti cuochi.

 

 

 




Il benessere sale in quota al Posta Zirm di Corvara

Dolomiti, sport all’aria aperta, relax e una completa remise en form, per chi vuole, senza rinunciare al gusto. L’Hotel Posta Zirm di Corvara (+39 0471 836 175) apre le porte a un paradiso del benessere anche vegano nel pieno rispetto delle tradizioni ladine. Qui l’ospitalità è di casa da quattro generazioni: l’Hotel Posta Zirm si tramanda di generazione in generazione dal 1908, quando Franz Kostner (sì…proprio quei Kostner …) aprì una locanda nella stazione di posta, per poi promuovere il turismo nell’Alta Badia con la costruzione del primo impianto di risalita fune del Paese, quello del Col Alt, ancora oggi a tre passi dall’hotel e punto di partenza (insieme al Boè a cinque minuti a piedi dalla hall dell’hotel) per i magnifici scorci e le adrenaliniche discese del SellaRonda. Innovazione e tradizione sono ancora oggi alla base della gestione dell’Hotel Posta Zirm, oggi in mano a Franz e Silvia Kostner.

Posta Zirm IngressoPosta Zirm nel turismo da oltre cent'anni

 

Un binomio che non rinuncia allo stile alpino, seppure alleggerito con ambienti luminosi ed eleganti e neppure alla sua storia centenaria con le foto in bella mostra nella hall che ripercorrono i Kostner avvicendatesi nella struttura, ma si apre anche alle novità soprattutto per quanto riguarda il benessere e, soprattutto, l’idea di un benessere a contatto con la natura.

Hotel Posta ZirmPosta Zirm Hotel_LobbyPosta Zirm Hotel_Library Franz Kostner

Il Posta Zirm Hotel  infatti è tra le poche strutture in Italia (e la sola in Val Badia) a offrire un menù a cinque portate che variano quotidianamente per due settimane. Gli altri clienti possono scegliere le portate preferite tra menù di cinque portate di specialità di tradizione ladina o internazionali. Prodotti a km zero, provenienti da un commercio sostenibile e metodi di cottura sani che esaltano i sapori senza eccedere in grassi e zuccheri sono i mantra della cucina. La struttura poi è la sola in Italia a proporre settimane e long week end basenfasten, metodo salutistico ideato da Sabine Wracker che porta in tavola solo alimenti basici. Il regime alimentare di Wracker, che si può seguire anche al Posta Zirm, si basa sul consumo di frutta e verdura senza rinunciare al gusto, aiuta a ripensare la dieta quotidiana oltre a migliorare le abitudini alimentari e, ovviamente, a perdere qualche kg in eccesso. Una vacanza, in un ambiente accogliente e rilassante, può essere il momento giusto per avviare un percorso di salute e benessere senza eccessivi sacrifici (anche perché la brigata del Posta Zirm è in grado di portare a tavola piatti che esaltano ogni sapore, anche i più semplici). Scelte coraggiose per un hotel famigliare che non ha comunque perso le sue radici pur rinnovandosi in nuovi percorsi all’insegna del benessere.

Posta Zirm Cucina VeganPosta Zirm Cucina TiramisùPosta Zirm Cucina Benvenuto

“Ho provato ogni singola ricetta prima di proporla in menù. Sono stata anche io a lungo vegana, sperimentando in prima persona le difficoltà di trovare proposte menù adeguate che abbinassero prodotti vegan alla tradizione e al gusto. Spesso la cucina vegana viene associata a un’idea di alimentazione noiosa e povera di sapori, qui facciamo scoprire  un mondo fatto di gusto e di  varietà di alimenti” racconta Silvia Kostner che si dice sicura che “quello vegan è uno stile di vita non una moda passeggera e per questo occorre una cura, raffinatezza e dedizione speciale anche nei confronti degli ospiti vegani”. Per dire ricette come quelle della zucca di farro verde con foglie di rucola croccante, i ravioli fatti in casa ripieni di costa bieta su ragù di zucchine all’olio d’oliva e formaggio vegano e gli hamburger di broccoli e patate alla griglia con asparagi thai all’olio di oliva e fette di pomodori al forno, sembrano tutt’altro che noiose … niente a che vedere con i tristi hamburger di tofu che spesso sono la sola alternativa proposta all’ospite vegano anche in strutture qualificate.

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All’etica vegana è ispirata anche la spa, fiore all’occhiello del Posta, 1000 metri quadrati di spazi morbidi, luci soffuse, saune, acqua e bagni di vapore,  improntati al Feng Shui e una piscina immensa dove distendersi quando il sole è calata e le piste chiudono, ammirando il tramonto sulle montagne. Gli ambienti della Wellness-Farm sono stati sviluppati partendo dai cinque elementi ciclici dell’energia (fuoco, acqua, legno, metallo e terra) per regalare all’ospite un momento di pace,  calore e soprattutto silenzio, il lusso più estremo, dove potersi coccolare al termine di una giornata sulle piste da sci o in montagna. L’idea alla base di questi spazi è quella che, ad ogni aspetto dell’energia corrispondano particolari cicli di trattamento,: il fuoco è abbinato al rilassamento, l’acqua al rafforzamento, il legno alla stimolazione, il metallo al riequilibrio, la terra, infine, al ciclo completo. La spa offre rituali Mei basati su aromaterapia, prodotti erboristici e movimenti studiati per alleviare lo stress e recuperare l’energia, oltre a trattamenti Metodo Lnd per debellare i dolori col movimento e senza fare ricorso ai farmaci. Da non perdere il Mei rituale “Albero della Vita”, un trattamento che elimina le tossine, regola le difese immunitarie e interviene nel metabolismo corporeo, stimolando il drenaggio dei liquidi per purificare il corpo e ritrovare l’energia attraverso il disegno sul corpo del proprio albero vitale che segue il flusso della linfa e dei meridiani energetici.

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Dal 18 marzo fino a fine stagione l’Hotel Posta Zirm di Corvara offre sette notti al prezzo di sei a chi sceglie Corvara per la settimana bianca che, grazie all’iniziativa Dolomiti Super Sun avrà poi anche sconti speciali per skipass, lezioni di sci e noleggio di attrezzature sportive. E per chi non ha a disposizione un’intera settimana di vacanza, il l’Hotel Posta Zirm propone il pacchetto Sci & Sole, valido dal 18 al 23 marzo, che prevede 4 giorni al prezzo di 3.

Hotel Posta Zirm la storia di famiglia

 

Hotel Posta Zirm Spa RelaxSe il Posta Zirm è nel cuore di Corvara, la stessa Corvara è poi al centro del Dolomiti Superski, un posto ideale dove trascorrere, potendo, sette giorni completamene staccati dal resto del mondo  Corvara è la porta di accesso privilegiata al comprensorio da 1200 km di piste che permettono di esplorare gli angoli più scenografici delle Dolomiti, lasciandosi scivolare su piste per ogni livello e godendo dei paesaggi mozzafiato.

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Se poi allo sport si preferisce la buona forchetta, l’Alta Badia è l’Eldorado dei “foodies” con tra ristoranti stellati e baite glamour all’insegna delle bollicine e del pesce fresco. Da non perdere la Roda dles Saus, una settimana all’insegna dei sapori ladini nei rifugi dello Skitour La Crusc a partire dall’11 marzo e, per tutti gli amanti dello sci, del vino e delle Dolomiti gli appuntamenti con i Sommelier in pista (22 febbraio, 1, 15 e 22 marzo a 28 euro): si scia sulle leggendarie piste dell’Alta Badia, accompagnati da un maestro e poi tappa in tre diverse ütie, baite, per scoprire i segreti dei vini più pregiati dell’Alto Adige.

Posta Zirm Col Alt

Posta Zirm Hotel Paesaggio dalla camera