1

Pavia 14 marzo (3,14) – Pi greco, un mondo che non finisce

Per la seconda volta la città di Pavia festeggia il Pi greco. A promuovere l’evento l’Università degli Studi di Pavia in collaborazione con ARMT Milano (un’associazione di matematici no profit), l’Istituto Volta di Pavia, con il contributo dell’Istituto Nazionale di Alta Matematica “Severi” di Roma. La manifestazione, nata da un progetto a cura di Valeria Ferrari e Dario Molinari, patrocinata dal Comune di Pavia, si avvale della collaborazione delle scuole del territorio, per incoraggiare lo studio della matematica in modo sinergico con altre discipline (umanistiche, artistiche, musicali,…).

Se nella scorsa edizione si è analizzato il Pi greco da un punto di vista geometrico, in omaggio alla figura del cerchio, l’edizione del 2018 lo analizzerà a partire dai suoi aspetti aritmetici e dalla sua natura di numero irrazionale trascendente, i cui decimali non finiscono mai. Da qui il titolo della manifestazione di quest’anno: “Pi greco un mondo che non finisce”

Le cifre di pi greco, infatti, hanno una progressione infinita: al momento ne sono state verificate 22.459.157.718.361, 9 trilioni (ossia 9mila miliardi) dopo la virgola in più rispetto al novembre 2016, quando un supercomputer con 24 dischi rigidi, ciascuno con 6 terabyte di memoria, ha completato l’arduo compito. Se dovessimo stampare questo numero occorrerebbe una biblioteca con diversi milioni di volumi, ciascuno con migliaia di pagine.

Molto fitto il programma degli appuntamenti. Si inizia la mattina, nell’Aula del ‘400 dell’Università degli Studi di Pavia, con una serie di conferenze curate dai dipartimenti di Matematica e di Fisica per spiegare l’importanza di questo inafferrabile numero, che da sempre affascina e risolve problemi, da quelli puramente geometrici ai test informatici. Nei suoi quasi 4000 anni di storia, scienziati illustri si sono occupati di determinarne il valore, di dargli un nome e infine di celebrarne la ricorrenza. Gli interventi di carattere divulgativo metteranno in luce la versatilità di questo numero nato nella geometria e ora elemento di base per misurare i fenomeni elettromagnetici e fondamentale in tutti gli ambiti scientifici. Sarà l’occasione poi per ricordare anche l’anniversario della nascita di Einstein.

L’istituto Volta, con il suo Liceo Artistico, svolgerà un ruolo importante proponendo due conferenze, in Santa Maria Gualtieri, dedicate al tema dell’infinito nella storia dell’arte antica e contemporanea. Negli spazi della chiesa verrà allestita anche una mostra intitolata “Infiniti”: il titolo vuole alludere al senso di ispirazione infinita dell’arte, poiché in fondo, sculture e quadri, come ha osservato Giorgio Agamben, non sono altro che frammenti provvisori di un processo immaginario infinito.

Il Liceo Artistico Volta, inoltre, parteciperà con “Pi come Poesia”; i ragazzi di alcune classi hanno studiato l’inseparabilità di matematica, filosofia e poesia sul tema dell’infinito, che da sempre provoca nell’uomo un’indomabile tensione tra affascinazione e horror vacui. I ragazzi hanno scelto, letto, riscritto e commentato testi che vanno da Epicuro a Giorgio Caproni, e che inanellano preziose scie da seguire per il nostro conforto. I testi e i pensieri che hanno generato prenderanno suono dalla bella voce dell’attore Mauro Ardemagni. Abbiamo voluto chiamare questa piccola maratona “Ai bordi dell’infinito”, chiedendo aiuto all’intramontabile lucidità di Fabrizio De André. Con la canzone Cantico dei drogatli, Noor El Hajjeh chiuderà il nostro contributo.

Anche la musica avrà il suo momento, con concerti e improvvisazioni sulla sequenza numerica di Pi greco, curati dal liceo musicale Cairoli.

Negli spazi aperti della piazza della Vittoria ci saranno laboratori di matematica e fisica promossi da studenti e docenti delle varie scuole pavesi, dalle primarie all’Università, che hanno aderito all’iniziativa.

A chiusura della giornata, due appuntamenti da non perdere in libreria: presso la libreria Delfino, alle 18,00, il fisico teorico Vincenzo Barone dialoga con Mauro Canfora sul suo ultimo saggio L’infinita curiosità. Breve viaggio nella fisica contemporanea; in parallelo presso la libreria Feltrinelli, il matematico Giovanni Filocamo presenta con Valeria Ferrari il suo libro La matematica è un’opera d’arte. Un tema ideale per sintetizzare lo spirito che anima e caratterizza il pi greco day.

 




Alti e bassi a Hollywood: Heather Locklear fuori su cauzione, Kimberly Brown torna a calcare le scene di Beautiful

Due attrici 56enni alle prese con i tormenti della fama

di Matteo Rolando – Dopo aver bevuto vino e superalcolici, ha strappato il naso a morsi al suo fidanzato, malmenato un poliziotto e cercato di prendere a calci i genitali di un altro, mentre veniva ammanettata. L’accusa? Violenza domestica. E’ successo pochi giorni fa a Thousand Oaks, in California. Lo riporta dettagliatamente il Daily Mail, spiegando la dinamica dei fatti: non ho dubitato a credere, conoscendo i suoi trascorsi, che la protagonista di questa vicenda fosse proprio lei, Heather Locklear, la biondissima Amanda di Melrose Place. La lite furibonda e la colluttazione tra l’attrice e il suo fidanzato, l’ex compagno di scuola Chris Heisser a cui si è legata di recente, è avvenuta davanti alla giovane e incredula figlia ventenne della Locklear, Ava, a cui non è rimasto che chiamare i soccorsi. Rilasciata dietro il pagamento di una cauzione da 20.000 dollari, la Locklear ha alle spalle un precedente arresto per guida in stato di ebbrezza nel 2008 e una lunga storia di dipendenza da alcol e presumibilmente sostanze stupefacenti, oltre a episodi depressivi. Nemmeno la trepidante attesa per l’evento che ogni anno tiene Hollywood con il fiato sospeso, la notte degli Oscar, ha potuto contenere o distogliere l’attenzione mediatica: sì cara Heather, questa volta hai proprio esagerato. Sono passati appena sei mesi da quando nel settembre scorso l’attrice si schiantò in un fosso con la sua Porsche 911 – peraltro lo stesso modello di auto che guidava la Amanda di Melrose Place da lei impersonata. Il lungo declino della Locklear, 56 anni tra ricoveri in rehab, bisticci, presunti tentativi di suicidio e incidenti in auto – distrusse anche una Bmw nuova fiammante nel 2010, non si sa come, abbattendo ben due cartelli stradali – iniziò nel 2007 con il divorzio da Richie Sambora, musicista e produttore statunitense. Negli anni seguenti al 2007 la sua carriera sembrò rallentare: da allora la si vede partecipare di tanto in tanto in serial televisivi americani o in film prodotti per la televisione. Il pubblico nostrano l’ha conosciuta come la “guest star” di Melrose Place, serial degli anni novanta, con cui toccò l’apice della sua popolarità grazie al ruolo da starlet. Il resto è cronaca: il primo arresto nel 2008 a Santa Barbara con l’accusa di guida in “stato alterato di coscienza” e tutti gli episodi a seguire.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Ma si sa, a Hollywood per un’attrice che scende in popolarità ce n’è un’altra che sale: è recentissimo il ritorno di Sheila Carter sulle scene della soap per eccellenza, Beautiful. Anche se personalmente non seguo la soap, la ricomparsa del personaggio non poteva certo passare inosservata: Sheila si era vista l’ultima volta nel 2003, ben 15 anni fa, impersonata da Kimberly Brown, anche lei 56 anni – proprio come la Locklear – che ha un curriculum di tutto rispetto (ha recitato in General Hospital, Santa Barbara e Febbre d’amore, oltre che appunto in Beautiful). Un inaspettato ritorno quello di Sheila, anche in una soap che mantiene il primato come una delle più longeve della storia. Il reintegro della Brown nel cast di Beautiful è davvero così casuale? Facendo una puntatina oltreoceano la si vide ricomparire sugli schermi come Sheila già da giugno dello scorso anno, a sei mesi circa dall’insediamento di Trump alla Casa Bianca. La Brown è una repubblicana di ferro e ha sostenuto il nuovo presidente nella corsa elettorale, candidandosi lei stessa nell’ottobre 2017 alle elezioni distrettuali della California per i repubblicani. Scopriamo così che, al contrario della Locklear, tormentata dalle sue dipendenze, la Brown è una donna con gli attributi: in rete spopola un video che la vede impegnata in un discorso per la difesa dei diritti della donne, quello appunto della convention dei repubblicani del 2017. In seguito, le è bastato incontrare a un party il produttore di Beautiful, Bradly Bell, per ritornare a recitare nella soap. Kimberly Brown aveva nottetempo promesso che non avrebbe mai più interpretato Sheila Carter per evitare che il pubblico la identificasse troppo con il suo personaggio e per votarsi al grande schermo, sognando il cinema dei grandi registi: Scorsese, Tarantino, i fratelli Coen. E invece eccola di nuovo sul piccolo schermo in uno dei ruoli che più le diede popolarità e fama: ha tirato i remi in barca?

Questo slideshow richiede JavaScript.

Se l’esempio di Maryl Streep dimostra che per un’attrice la carriera non è finita dopo i 50 anni – anzi la Streep ne compirà 70 il prossimo anno – le 56enni Kimberly Brown e Heather Locklear possono comunque vantare la fortuna di continuare a lavorare, pur se tra alti e bassi e non si può che invidiarle: hanno entrambe la licenza di morire e risorgere senza ritegno, di sprofondare nel baratro o nel dimenticatoio e poi risalire in un lampo, in barba a noi comuni mortali. Una lo può fare tranquillamente nella fiction di una soap che va in onda da oltre un quarto di secolo, l’altra non ha bisogno di andare in TV per ottenere l’attenzione dei media: in questo, sa il fatto suo.