1

Carmen ammalia Verona

Una Carmen ribelle, sensuale, passionale, egoista, dominatrice e determinata è quella che ha aperto la stagione del 96° Opera Festival all’Arena di Verona. La Carmen immaginata da Hugo de Ana prende vita in epoca franchista, a metà degli Anni ’30, oltre cinquant’anni la messa in scena della prima rappresentazione di una delle opere più amate a livello mondiale grazie a quell’afflato di libertà che contraddistingue la protagonista. Carmen infatti è una donna che si distingue tra le altre proprio per la risoluta ricerca della libertà, scelta che riafferma con orgoglio anche di fronte anche alla morte imminente. Una vittima di femminicidio, come è stato sottolineato nel corso della prima rappresentazione areniana di un mese fa con la deposizione al posto 32 della platea di 32 rose rosse a ricordo della vittima di femminicidio da inizio anno. Da allora, il numero è salito a 39. Il che evidenzia, purtroppo, l’attualità dell’opera di Georges Bizet su libretto di Prosper Mérimée: dalla prima rappresentazione della Carmen del 1875 sono passati oltre cent’anni ma poco è cambiato, rimangono purtroppo numerosi gli uomini come Don Jose che confondono l’ossessione malata per amore e non accettano il “no” come risposta.

 

La scelta di de Ana di ambientare l’opera durante la guerra civile spagnola che ha imperversato nella Penisola iberica negli Anni ’30, ben si adatta al personaggio di Bizet. In quegli anni infatti, partecipando alla lotta armata, le donne hanno avuto modo di iniziare l’emancipazione anche sul fronte politico. Un altro tassello che ben si adatta alla rivoluzionaria complessità di Carmen. L’allestimento è dinamico tra cavalli, auto, carri si muovono ballerini, sigaraie e soldati in un movimento talvolta caotico ma studiato sulle le macerie di una Spagna ferita dalla guerra civile. Uno scenario che sottolinea la brutalità della guerra, piuttosto che la Spagna da cartolina spesso convenzionalmente rappresentata in Carmen. Nel primo e nel terzo atto predominano i colori più cupi, il bianco e il nero, mente il secondo atto, quello ambientato alla locanda di Lillas Pastia è un tripudio di colori e in qualche modo ricorda e forse omaggia, nell’uso dei grandi cartelloni pubblicitari di corride e spettacoli di flamenco, la Carmen di Franco Zeffirelli che ha trionfato in Arena nel corso delle ultime stagioni. Peccato solo che la piaggia abbia interrotto il 4° e ultimo atto dell’opera che avrebbe portato in scena la rappresentazione della corrida con l’ideazione di un’arena in arena. Ma in Arena capita ed è anzi una fortuna che, in una giornata di tempeste e temporali su tutto il Veneto come quella di sabato 21 luglio, sia stato comunque possibile assistere ai primi tre atti. Interessante infine l’uso del video mapping sugli spalti dietro il palco, ovvero la proiezione di scritte che contestualizzano la storia rappresentata in un luogo e in momento storico preciso e, talvolta, producono le immagini della città andalusa. Un spunto ulteriore è stara poi l’idea di de Ana di prevedere un percorso circolare che inizia dalla fine (una conclusione immaginata), l’esecuzione di Don Jose in seguito all’uccisione di Carmen nella stessa arena che vede nel 4 atto il trionfo di Escamillo.

 

Sul palco ottima prova per Anna Goryachova, mezzosoprano dal timbro omogeneo che ha saputo sprigionar la sensualità di Carmen in una interpretazione fluida e disinvolta. Serena Gamberoni, soprano al suo debutto in questa stagione in arena, è stata un Micaela dalla vocalità fresca e sicura che ha incantato il pubblico nel terzo atto nella struggente Je dis que rien ne m’épouvante. Un plauso a Francesco Meli, Don Jose, compagno di palco e di vita di Serena Gamberoni che ha unito un’esecuzione impeccabile alla tragica espressività del protagonista.  Alexander Vinogradov è stato infine un convincente Escamillo dalla voce piena e potente. In scena anche Ruth Iniesta (Frasquita) e Arina Alexeeva (Mercédès) che insieme a Goryachova hanno dato vita all’incantevole terzetto Mêlons!, Coupons!, divertente prima e con un crescendo drammatico sul finale. Completano il cast Davide Fersini (Dancairo), Enrico Casari (Remendado), Gianluca Breda (Zuniga) e Gocha Abuladze ( Moralès). A dirigere l’orchestra Francesco Ivan Ciampa, mentre il maestro del coro è Vito Lombardi e il coordinatore del ballo è Gaetano Petrosino. Il Coro di Voci bianche ALiVe è infine diretto da Paolo Facincani.

Uno spettacolo da non perdere.

Questo slideshow richiede JavaScript.

©Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

Repliche:  3, 9, 12, 22, 25, 28 e 31 agosto  (h 20.45).

Biglietti a partire da 22 euro




Al Liberty di Verona tra arte e musica e torte

Verona non è certo la città più fresca dove trascorrere un week end estivo, ma se si resiste al caldo e alla moltitudine di turisti stranieri che ogn giorn invndono la città veneta,  l’esperienza è di quelle che rimangono impresse nella memoria.  La città racchiusa tra Adige e mura è un incanto tra percorsi canonici, dalla “Casa di Giulietta” all’Arena fino a Castel Vecchio, e nuove proposte culturali come quelle periodicamente allestite al museo della Gran Guardia e al Museo della Lirica di Verona (dove fino a settembre va in scena Toulouse Lautrec, La belle époque) e la sera la città esplode con spettacoli di musica, danza e teatro.

L’ideale è arrivare con calma di venerdì, così da prendere confidenza con la città, i suoi complicatissimi mezzi pubblici (la sera e nei week end cambia la numerazione degli autobus) e magari concedersi uno spritz a Piazza delle Erbe circondati da due millenni di storia cittadina, dalla Madonna Verona di età romana che sormonta la fontana, ai palazzi medioevali, fino alla rinascimentale Torre dei Lamberti e al barocco fiorito di Palazzo Maffei. Un giro per le vie del centro tra la sciccosissima via Mazzini, dove sono radunate tutte le griffe più note a livello internazionale, il Liston con i suoi ristoranti che si affacciano sull’Arena, Piazza dei Signori, Porta Borsari, Via Cappello con l’arcinoto balcone di Giulietta  e Corso Sant’Anastasia, tra storia, arte, poesia e locande, lascia senza fiato. Se poi ci si sposta verso l’Adige, le caratteristica via Sottoriva (letteralmente sotto la riva dell’Adige), oltre alla bellezza dei portici e alle costruzioni medioevali, offre  una  miriade di osterie per  proseguire il giro prosecco e spritz o piuttosto dedicarsi a qualcuna delle specialità località: risotto all’amarone, baccala e polenta, forse non molto estivi ma sicuramente gustosi, accompagnati da vini locali come  Bardolino, Valpolicella, Soave e Amarone. Per un’occasione particolare, magari romantica,  il  Confusion in Ponte Nuovo 9  può essere una valida alternativa: un ambiente eclettico e ricercato dove il minimalismo è bandito e la cucina è una fusione di sapori mediterranei e orientali, la cifra è adeguata al posto. Si respira invece l’aria del borgo verso San Zeno, raggiungibile costeggiando l’Adige da Castel Vecchio. Qui, dopo una visita doverosa e assolutamente imperdibile all’omonima chiesa, dove troneggia sull’altare la pala del Mantegna e dopo una pausa relax nel chiostro, abbondano locali e baretti ben frequentati con tavoli all’aperto, atmosfera vivace  e meno turisti che nel resto di Verona. L’ingresso a San Zeno costa 2,5 euro ben spesi, con un po’ di più, 6 euro ci si assicura l’ingresso a Sant’Anastasia, una pinacoteca dove si ammira perfino Pisanello e non solo, San Fermo con la sua volta a carena dove  sono dipinti schiere di santi  e il complesso formato da Duomo e Battistero con una fonte battesimale del XII (spesso purtroppo utilizzata come poggia bottiglie dai turisti stranieri). Particolarmente interessante la visita alla Tomba di Giulietta non tanto per il sepolcro in sé custodito e attribuito alla sfortunata amante, in quella che, secondo le ricostruzioni avrebbe potuto essere il Monastero di Fra’ Lorenzo, quanto per il museo degli affreschi conservati nel museo circostante: si tratta infatti dei dipinti che trionfavano sui palazzi nobiliari di Verona (abbattuti per ragioni diverse, spesso per proteggere la città dalle piene dell’Adige). Simili affreschi  danno l’idea della meraviglia che un viaggiatore dei secoli scorsi poteva provare entrando nella “città dipinta”. Qualche affresco si vede ancora oggi sui muri dei palazzi storici, soprattutto in Piazza delle Erbe, non sarà come un paio di secoli fa ma la sensazione di meraviglia che imprime Verona è comunque una costante,  anche per altri motivi.

Soprattutto se di sera ci si lascia trasportare dalla dolce vita, tra teatri, spettacoli in Arena e, volendo, il divertimento di una “Night is Magic” nella vicina Gardaland dove fino a venerdì 14 luglio, ogni sera, dalle 21.00 alle 23.00, piazza Valle dei Re, cuore del Parco, si trasforma in una gigantesca pista con uno spettacolare DJ set.

tn_0207_Rigoletto_FotoEnnevi_070_20170701

In città si può scegliere tra le 48 serate previste in Arena per la 95° edizione dell’Opera Festival (tra cui tre serate di Gala, compreso Roberto Bolle, e cinque titoli d’opera dove spicca la nuova edizione del Nabucco di Giuseppe Verdi che porterà l’opera in pieno Risorgimento italiano e la innovativa Aida de La Fura Dels Baus- prezzi a partire da 21 euro), concerti pop (renato Zero, Elisa, Fiorella Mannoia) e musical (La febbre del Sabato Sera) sempre in Arena, la stagione al Teatro Romano, la rassegna Teatro nei Cortili e una nuova versione itinerante di Romeo e Giulietta, sia in italiano che in inglese, a cura del Teatro Stabile del Veneto. Gli spettatori verranno accolti nel Piccolo Teatro di Giulietta con un aperitivo di benvenuto alle 20.30 e saranno poi accompagnati in un viaggio attraverso le piazze più belle della città e al Teatro Nuovo stesso.

Un indirizzo ideale per visitare la città è quello del B&B Liberty ( 333 158 4501) di Via Volturno 11, un’oasi di pace a pochi minuti dal centro (raggiungibile con l’autobus 41 o 10/15 euro di taxi dall’Arena). Dopo un’intera giornata passata immersi nella folla vociante (e spesso maleducata) dei turisti stranieri, il Liberty appare come un miraggio: a gentilezza e la calorosa accoglienza dei proprietari, il caffè sempre a disposizione degli ospiti e la doccia con cromoterapia preparano alla notte veronese nel migliore dei modi. Qui, in una villetta liberty di inizio ‘900 con giardino e piscina, ognuna delle camere preparate per gli ospiti ha una diversa personalità: l’oro delle camere in mansarda dedicate alle figlie dei proprietari e raggiungibili da una spettacolare scala di vetro,  il letto a baldacchino e il bonsai della “Romantica”, i mobili storici della “medioevale” e gli affreschi della “piccola” (che peraltro piccola non è). Ogni dettaglio è curato e  le creazioni artistiche del proprietario, Sergio, arricchiscono e personalizzano la struttura che così acquista una freschezza ancora maggiore. Davanti alle brioche alla nutella e alle torte preparate da Nicoletta per la colazione, gli ospiti della struttura  si trovano spesso a parlare della serata precedente in Arena o delle fiere che, periodicamente, trovano spazio nella vicina Fiera di Verona (a iniziare dal VinItaly per finire con il CosmoBike). Si fa amicizia e a volte di caffè in caffè non cis si accorge neppure del trascorrere del tempo. Per i più sportivi il Liberty mette a disposizione anche delle biciclette con cui  girare in città. Per tutti gli altri il consiglio è quello di lasciare la macchina parcheggiata in quest’area, dove il parcheggio è sicuro e gratuito, e muoversi con i mezzi (magari prendendo subito nota degli orari…Verona non è Londra!) … Spostare la macchina in centro costa caro e, alla, fine non è detto che si trovi posto nelle immediate vicinanza. Un’ospitalità a cinque stelle a prezzi accessibili.




Rigoletto, il castello di Mantova prende vita in Arena

Entrati in Arena a Verona per la messa in scena del Rigoletto, il primo colpo d’occhio è la fedele riproduzione del Castello di Mantova che prende vita sulle gradinate dell’Anfiteatro preceduto da grandi pannelli in cui sono riproposti gli affreschi della “Camera degli Sposi”.  Ed è subito magia, un incanto che riporta ad altri luoghi ed altre epoche. L’allestimento è certo ultratradizionale forse un po’ antiquato volendo, ma per una volta, è bello non doversi soffermare sui significati reconditi di scelte artistiche peculiari e lasciarsi trasportare dalla musica di Giuseppe Verdi, dalla tragica storia del Rigoletto, il buffone di corte “esternamente difforme e ridicolo-  nelle parole di Verdi -, e internamente appassionato e pieno d’amore”,  e dall’immenso spettacolo realizzato per il Festival per questa nuova stagione, considerata quella della rinascita dopo le difficoltà finanziarie che, lo scorso anno, avevano fatto temere il peggio.tn_0207_Rigoletto_FotoEnnevi_032_20170701

credito: ©Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona
credito: ©Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

credito: ©Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona
credito: ©Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

La regia è di Ivo Guerra, le scene di Raffaele Del Savio ed i costumi di Carla Galleri. Sul podio Julian Kovatchev. In scena il baritono mongolo Amartuvshin Enkhbat (1 – 6 luglio), già vincitore di numerosi concorsi internazionali e, con il Rigoletto, al suo debutto in Arena, che si alterna nel ruolo con  Carlos Álvarez (14 e 19 luglio) e Leo Nucci (27 luglio), Rigoletto per eccellenza tanto che, solo a Verona è stato buffone alla Corte del Duca di Mantova per 45 volte. Il ruolo Duca di Mantova è di Gianluca Terranova (1 e  27 luglio), Francesco Demuro (6 luglio) e Arturo Chacón-Cruz (14 e 19 luglio), mentre Gilda è interpretata da Elena Mosuc (1 luglio), Jessica Pratt (6/7), Ekaterina Siurina (14 e 19 luglio),  e Jessica Nuccio (27 luglio).

tn_0207_Rigoletto_FotoEnnevi_138_20170701tn_0207_Rigoletto_FotoEnnevi_154_20170701

 

La lettura del regista Ivo Guerra  è fedele al libretto e prende ispirazione dalla prima rappresentazione areniana di Rigoletto del 1928, come omaggio ai grandiosi allestimenti dei primi festival lirici. L’allestimento de Il Rigoletto di Guerra è andato in scena per la prima volta nel 2003, per essere e poi ripreso nel 2004, nel 2008 e nel 2013. Raffaele Del Savio riproduce sulle gradinate areniane l’aspetto rinascimentale della città di Mantova, incorniciando i ricercati costumi cinquecenteschi ricreati da Carla Galleri. Da 1928 in poi in Arena sono stati comunque ben 10 gli allestimenti del Rigoletto, per un totale di rappresentazioni che, già ora, sfiora le 100 rappresentazioni. Si tratta, in effetti, della settima opera più rappresenta nell’anfiteatro  romano e sempre con un enorme successo di pubblico: sabato 1 luglio sulle gradinate non c’era un posto libero e c’èe da scommettere che il sold out sarà bissato nelle prossime repliche. D’altro canto lo stesso Verdi parlava del Rigoletto come della sua “opera migliore”. Il titolo, insieme a Il Trovatore e a la Traviata, appartiene alla triologia popolare dell’autore di Busseto ed è assolutamente godibile per un pubblico non solo di melomani. Al di là delle voci, e in particolare di quelle di Enkhbat  e Terranova, il Rigoletto entrata  un’opera nella memoria collettiva di ogni italiano che ne conosce ogni dettaglio della storia , di nascosto, ne canticchia e arie più note da “Bella figlia dell’Amore” a “Vendetta tremenda vendetta”.   Senza poi considerare che lo spettacolo in Arena è travolgente tra l’allestimento grandioso della Mantova Rinascimentale, i costumi da Oscar e l’uso massiccio e coreografico di comparse, coro e balletto.

tn_0207_Rigoletto_FotoEnnevi_141_20170701tn_0207_Rigoletto_FotoEnnevi_117_20170701

credito: ©Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona
credito: ©Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

Purtroppo ci sono solo altre quattro opportunità per assistere, in Arena, al Rigoletto che è proposto per la 95° edizione dell’Opera Festival, il 6, 14, 19 e 27 luglio alle 21.00. I biglietti per le gradinate partono da 22 euro. Insomma è un’occasione da non perdere:

 

 

 

tn_0207_Rigoletto_FotoEnnevi_070_20170701tn_0207_Rigoletto_FotoEnnevi_050_20170701tn_0207_Rigoletto_FotoEnnevi_154_20170701




Arena di Verona: una settimana da non perdere

Ancora pochi giorni per potersi godere la magia dell’Arena di Verona: musica senza tempo su un palcoscenico dove la storia diventa leggenda.  Quest’anno L’Opera Festival, il 94°, si conclude il 28 agosto dopo una stagione di successi. Ma l’ultima settimana, questa, è un susseguirsi di fuochi di artificio: sul palcoscenico dell’Arena infatti si alterneranno le maggiori produzioni di questa stagione, Carmen, Aida, Il Trovatore e Turandot, dando a tutti, turisti, melomani o semplicemente appassionati la possibilità di prendere posto sulle gradinate e godersi lo spettacolo.

Difficile trovarsi a dover scegliere un solo spettacolo con una simile scelta. Potendo, ci si dovrebbe fermare a Verona l’intera settimana per poter andare ogni sera in Arena a vedere un’opera diversa. Se poi la scelta dovesse necessariamente restringersi, sarebbe comunque consigliabile concedersi almeno una due giorni. E, a questo punto, perché non celebrare il 94° Festival  con le due opere che hanno dato l’inizio a questa stagione, Carmen e Aida che, non a caso, sono riproposte a chiusura del Festival in Arena, il 27 e il 28 agosto. Si tratta delle due opere, almeno finora, più rappresentate in Arena nei primi 102 anni di storia (e 94 stagioni liriche): conosciute e amate dal vasto pubblico (non occorre essere esperti per conoscere e apprezzare libretti e musica) e particolarmente adatte grazie a imponenti scenografie e al vasto utilizzo di scene corali ad essere rappresentate sul palco dell’Arena.

In particolare carme beneficia del monumentale allestimento realizzato da Franco Zeffirelli per l’opera di Bizet che si sposa alla perfezione con i grandi spazi dell’Arena di Verona. Costumi  sontuosi, cambi di scena sorprendenti e un’ambientazione così ricca di dettagli che ricrea in maniera esemplare i vari ambienti nei quali si svolge l’opera (la piazza di Siviglia, la taverna di Lillas Pastia, l’accampamento dei contrabbandieri, la Plaza de Toros nel giorno della corrida), fanno rivivere in Arena la stessa Siviglia ottocentesca. Indimenticabile poi anche la coreografia flamenca di El Camborio ripresa da Lucia Real. Se poi tutto questo non bastasse, è la stessa storia vissuta da Carmen, così moderna, ad esercitare una forte attrazione nei confronti dello spettatore. Carmen infatti rappresenta la donna libera che rifugge ogni legame tradizionale per vivere appieno un’esistenza emancipata ricca di passioni. Carmen è fiera, indipendente, seduttrice, sprezzante delle convenzioni e dei sentimenti; sa di essere l’oggetto del desiderio degli uomini e ne manovra i sentimenti a suo piacimento. In un paese intriso di moralità cattolica (ben rappresentato dalla devota Micaela, tra i protagonisti della vicenda) Carmen è laica e ribelle e non teme di andare incontro alla morte con la convinzione che anche se si concede a chi dice di amare, realmente non sarà mai di nessuno.

Quanto a Aida il capolavoro verdiano è presentato nell’allestimento di Gianfranco de Bosio ideato nel 1982 – e replicato per 18 stagioni – che rievoca l’edizione storica del 1913 di Ettore Fagiuoli. Le coreografie portano la firma di Susanna Egri. Aida costituisce il titolo areniano per eccellenza; dal 1913 è stata proposta in 59 diverse edizioni per un totale di 650 recite. L’opera verdiana è n vero e proprio colossal: un successo senza tempo che, grazie all’alchimia tra la musica di Giuseppe Verdi, il libretto di Antonio Ghislanzoni e il grande palcoscenico all’aperto più grande al mondo, crea da oltre cento anni una magia senza tempo ricca di esoticità. Proprio ad Aida infatti è legata in maniera indissolubile la nascita del Festival Lirico che ha trasformato l’Arena di Verona nel teatro all’aperto più noto al mondo.

 




La grande opera è di scena all’Arena di Verona

Dal 24 giugno al 28 agosto 2016 riparte la grande lirica all’Arena di Verona. L’appuntamento estivo, tra i più attesi e amati dal pubblico e dai melomani, anche quest’anno punta su grandi titoli. Cinque, infatti, sono le opere in cartellone per il 94° Opera Festival, cinque titoli che commuovono, struggono e fanno sognare gli spettatori ogni volta che vanno in scena.

Si comincia il 24 giugno con un grande classico dell’Arena: Carmen di Georges Bizet, proposta nell’allestimento cinematografico di Franco Zeffirelli. Seguirà, poi, Aida di Giuseppe Verdi, altro titolo areniano per eccellenza, presentato nell’allestimento di Gianfranco de Bosio che rievoca l’edizione storica del 1913 di Ettore Fagiuoli. Il 2 luglio debutta La Traviata mentre il 23 luglio torna in scena Turandot di Giacomo Puccini nello spettacolare allestimento di Franco Zeffirelli. Chiude la stagione Il Trovatore di Verdi, nel monumentale allestmento firmato da Zeffirelli.

Il 18 luglio si conferma l’appuntamento con l’attesissimo evento Roberto Bolle and Friends dedicato alla danza. Lo spettacolo riaccende i riflettori del balletto in Arena in una magica serata in cui l’Étoile regalerà al pubblico grandi emozioni affiancato da partner d’eccezione provenienti dalle più grandi scuole internazionali.

FullSizeRender

Biglietteria – Via Dietro Anfiteatro 6/B, 37121 Verona
tel. (+39) 045 59.65.17 – fax (+39) 045 801.3287 – e-mail biglietteria@arenadiverona.it
Call center (+39) 045 800.51.51 – www.arena.it – Punti di prevendita Geticket
Da smartphone e tablet con l’App dell’Arena di Verona per Android e Apple iOS