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Milano, sono la nuova moda i motorini a noleggio per girare la città

Uno dei fondatori di MiMoto spiega come funzionano le nuove motociclette elettriche, lanciate nello scorso ottobre

di Matteo Rolando – A inizio autunno di quest’anno furono le 4.000 nuove biciclette rosse Mobike e quelle gialle Ofo a farsi notare per le strade di Milano:un successo la nuova forma di bike sharing, grazie alla sua caratteristica principale, descritta con il termine inglese free-floating, ovvero la libertà di lasciare la bicicletta dove si vuole senza l’obbligo di ancorarla ad una rastrelliera come avveniva, ad esempio, per il noleggio Bikemi di Atm. Ma Milano viaggia sempre avanti:così da un mese a questa parte è partito anche il moto sharing, un servizio con caratteristiche analoghe per il noleggio di scooter elettrici che include casco, batteria carica e assicurazione. A poco meno di due mesi dal suo lancio, con l’arrivo di 100 motorini in città, <lo scooter sharing si pone a metà strada tra il car sharing e il bike sharing, coniugando i vantaggi di entrambe le soluzioni di mobilità>. Lo rivela uno dei fondatori, Vittorio Muratore, intervistato in esclusiva per Cosmopeople.

Come nasce MiMoto Sharing?

Il progetto è nato dall’idea di un team composto da me e i miei due soci e compagni d’avventura Alessandro Vincenti e Gianluca Iorio, anche noi studenti fuori sede a durante l’università. Analizzando quali sono state le nostre esigenze di mobilità e vivendo la trasformazione di Milano da questo punti di vista, abbiamo voluto creare qualcosa per la città che ci ha ospitato che potesse essere al tempo stesso utile e innovativo e a misura di cliente, quindi pensato sui bisogni condivisi dalla maggior parte degli studenti, ma allo stesso tempo dedicato a tutti, residenti, pendolari e turisti.Il nostro obiettivo è stato fin dall’inizio fare un uso avanguardistico della tecnologia, integrandola con il rispetto dell’ambiente, per rendere la città più vivibile, sostenibile e car free.

Quali sono le differenze e quali le analogie con gli attuali servizi di bike sharing “free floating” operativi in città?

Due sono le caratteristiche principali di MiMoto che lo differenziano dagli altri sevizi di sharing: è il primo servizio di scooter elettrico, a impatto zero e free floating, ossia non ha vincoli di stazioni di ricarica, quindi è più semplice da parcheggiare rispetto ad altri veicoli elettrici, purché venga rilasciato negli appositi parcheggi per i veicoli a due ruote.Inoltre, rispetto ai servizi di bike sharing – ovviamente a impatto zero – e alle auto elettriche, MiMoto ha un grande vantaggio: accorciare i tempi di percorrenza e permettere di muoversi nel traffico in maniera più agevole e veloce rispetto agli altri veicoli.

MiMoto ha iniziato a operare a Milano circa un mese fa e quindi è ancora in fase di “rodaggio”: quanti utenti si sono registrati e quanti utilizzano abitualmente uno dei 100 ciclomotori disponibili?

Abbiamo lanciato il servizio in data 14 ottobre ed è ancora prematuro congelare qualsiasi tipo di considerazione su numeri e andamento. Detto questo, possiamo felicemente affermare che il primo mese di vita di MiMoto è andato oltre le nostre aspettative, sia in termini di utilizzo, sia in termini di percezione. Anche l’andamento delle registrazioni è positivo considerando il fatto che gli scooter per strada sono essi stessi un media di comunicazione molto efficace. I primi numeri, quindi, ci confermano l’esistenza di un bisogno e presenza di domanda da soddisfare e ci danno convinzione ed entusiasmo per affrontare il futuro.

Milano è la prima città italiana al mondo a offrire uno scooter sharing ecosostenibile e completamente Made In Italy: quali altre città europee possono essere prese a riferimento per la presenza di offerte analoghe di “scooter sharing”? In quali il servizio ha avuto maggior successo?

Ci sono Motit a barcellona, Emmy sharing in 6 città tedesche, Coup a Berlino e Parigi e City scoot sempre a Parigi, e Scooltra a Roma, Madrid, Barcellona e Lisbona, Zig Zag a Roma.I casi di maggior successo sono certamente Emmy e Ecooltra per numero veicoli e numero di città in cui il servizio è attivo.

Un profiling dell’utente tipo di MiMoto?

L’utente tipo di MiMoto, anche se è prematuro definirne un profilo definitivo, è certamente giovane, sportivo e “EcoFriendly” ovvero attento ai suoi bisogni, senza trascurare l’ecosostenibilità. MiMoto, a differenza di quanto si possa magari immaginare, ha un grande impatto sul pubblico femminile grazie alla scelta di un mezzo facile da guidare, leggero, e cosa che non guasta mai di design e anche i costi, questo ovviamente non vale solo per le donne, sono contenuti.

Quali sono gli obiettivi di MiMoto in termini di utenza e di espansione, pensandoli a un anno da oggi?

Solo a Milano ogni giorno arrivano più di mezzo milione di pendolari, quindi sicuramente il nostro obiettivo è aumentare la flotta, riuscire a coprire un’area operativa più ampia, raggiungendo una flotta composta da circa 500 mezzi già nei primi 12 mesi di vita. Ma Milano è solo un punto di partenza perché per il futuro abbiamo grandi progetti e vogliamo replicare il modello di Milano anche in altri principali capoluoghi italiani, ma stiamo valutando l’apertura del servizio all’estero fin dal primo anno di vita di MiMoto.

Per noleggiare gli scooter bisogna essere maggiorenni e possedere la patente B o in alternativa il patentino per i ciclomotori. Il costo per l’attivazione del servizio è di 9,90 euro e comprende 60 minuti di utilizzo: il modo per noleggiare è uguale al bike-sharing. È sufficiente scaricare un App sul telefonino e creare un’utenza, che individua e segnala la posizione dei motorini sulla mappa dando la possibilità di prenotare quello più vicino.Il noleggio costa 23 centesimi al minuto, mentre per un’ora di noleggio è prevista la tariffa forfettaria di 6,90 euro.Chi volesse tenere il mezzo per l’intera giornata pagherebbe invece 29,90 euro.Si può decidere anche di mettere in sosta lo scooter,ad esempio per andare a fare una commissione, per 9 centesimi al minuto.Gli scooter MiMoto sono operativi nella zona del centro di Milano con limite della circonvallazione.




Pamela Lacerenza, la diva di Spamalot

È il musical del momento, sta letteralmente sbancando il botteghino, un successo inaspettato, forse proprio per la comicità surreale e demenziale tanto lontana dalla nostra tradizione teatrale. Stiamo parlando di Spamalot, il musical ispirato al film Monty Python e il Sacro Graal, ora in scena al Teatro Nuovo di Milano, con la regia di Claudio Insegno, traduzione e adattamento del testo di Rocco Tanica. In scena, oltre a Elio nel ruolo di Re Artù, un gruppo tutto al maschile di grandi talenti, molto affiatato, e un’unica protagonista femminile, la Dama del Lago.

Cosmopeople ha incontrato la bravissima Pamela Lacerenza, la Dama del Lago.

Conoscevi i Monty Python e, nel caso, cosa apprezzavi maggiormente dei loro sketch?

Purtroppo devo ammettere che non conoscevo i Monty Python ed oggi mi chiedo come abbia fatto a vivere senza aver visto mai un loro sketch! Esilaranti, geniali! Per fortuna ho avuto l’occasione di avvicinarmi al loro mondo per la preparazione di Spamalot.

Hai avuto occasione di vedere le produzioni estere di Spamalot? Cosa ne pensi?

Ho visto gran parte delle produzioni solo attraverso la rete, mai dal vivo. Nonostante fossero diverse tra loro, a volte per scenografia, per contesto, costumi,… erano tutte accumunate dallo spirito con cui venivano messe in scena: divertirsi e far divertire. A prescindere dal luogo e dalla lingua in cui Spamalot è stato rappresentato il risultato è sempre lo stesso: grandi risate e tanti applausi.

In scena prendete in giro, neanche troppo velatamente, Llyod Webber e Grease. Cosa ne pensi a riguardo?

A Spamalot tutto è concesso!

Ritieni che l’arrivo di Spamalot, che si distingue tra gli show finora proposti al pubblico italiano quanto meno come musical, apra le porte a nuovi spettacoli meno tradizionali e più irriverenti?

Credo che il successo di Spamalot darà una spinta ad investire su prodotti diversi e meno conosciuti, poi ben venga anche la tradizione!

Come sei arrivato a interpretare la Dama del Lago? Hai fatto il provino solo per la Dama o ti eri candidata anche per altri ruoli? Cosa ti colpisce maggiormente di questo ruolo?

Sotto consiglio di un mio carissimo amico che mi ha chiamata dicendomi “dovresti mandare la candidatura per questo ruolo”, ho aperto il bando di audizione, ho visto il personaggio che cercavano e prima di mandare la candidatura mi sono documentata per capire se potessi essere adatta o meno. Ne sono rimasta folgorata! Canzoni meravigliose, costumi da sogno e poi lei, la diva che fa il verso alla diva, la regina alla quale ogni tanto “cade la corona”. Lei è tutto e in attimo… niente, tant’è che si dimenticano di lei lasciandola in disparte per 45 minuti! Me ne sono completamente innamorata.

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(foto di scena Luca Vantusso)

La tua voce esplode potente sul palco. Come ti sei preparata al ruolo e a chi ti sei ispirata?

Il mio percorso è un po’ diverso. Vengo dal mondo del live club, dei concerti, dell’intrattenimento e successivamente mi sono affacciata al teatro grazie al Micca Club, marchio che ha portato il burlesque in Italia e ora è leader nel campo del cabaret retrò, del Varietà e del cafè chantant, da 4 anni in scena con i suoi spettacoli al Salone Margherita di Roma. Quest’ultima esperienza mi ha arricchito artisticamente, mi ha avvicinato a cantanti come Judy Garland e Liza Minnelli, la mia fonte d’ispirazione, e mi ha portato alla realizzazione di due spettacoli in stile retrò “Tra le luci dello swing” e “Swinglesque” in cui sono cantante, show girl e conduttrice.

La maggior parte dei brani che ho cantato sul palco del Salone Margherita di Roma non sono altro che brani tratti dai musical di Broadway, quindi mi sono sempre sentita molto vicina a questa realtà.

Come protagonista di un Musical in Italia è la mia prima volta perciò non ho potuto far altro che mettere me stessa in tutto e per tutto e mi sono lasciata guidare dalla mano esperta di Claudio Insegno e dagli accorgimenti preziosi di Elio e Rocco Tanica. La cosa più complicata, per me, era portare in scena la mia versione della Dama del Lago. Spero proprio di esserci riuscita.

Dopo Spamalot cosa ti aspetta? Hai già dei progetti?

Dopo Spamalot tornerò nuovamente in scena al Salone Margherita di Roma con lo spettacolo Velvet Cabaret, produzione Micca Club. Tonerò ad interpretare il mio personaggio “Gigì” che tanto amo e al quale devo tantissimo.

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St Moritz: neve, sole e spa per dare il benvenuto all’inverno

Borghi tradizionali, facciate graffite e un comprensorio sciistico immenso, ben 350 chilometri di tracciati:  L’Alta Engadina è il paradiso degli amanti della montagna e St Moritz è simbolo dell’Europa mondana che scia. Ma per chi si ferma più di una notte, non mancano le offerte: lo o skipass costa 35 franchi al giorno: una trentina di euro, oltre la metà del prezzo normale, per divertirsi sull’intero comprensorio circondati da vette spettacolari e terrazze panoramiche. Sono oltre cento gli hotel che aderiscono all’iniziativa Albergo Skipass Incluso, compresi icone del lusso storico come il Kulm e il Kempinski.

 A Saint Moritz conviene arrivare il venerdì sera, quando si svolge la snow night, la sciata in notturna sul Corvatsch (dall’8 dicembre si scia dalle 19 all’una di notte, da febbraio fino alle due) tra discese elettrizzanti e soste più goderecce all’Hossa Bar o negli altri rifugi che, con l’occasione, rimangono aperti nel corso della serata spesso con party e musica dal vivo, mentre una volta al mese nelle sere di glüna plaina (luna piena, in romancio) si scende a valle lungo i versanti del Diavolezza (date previste: 1 gennaio, 3 febbraio, 3 marzo e 1 aprile) inondati dalla sola luce avvolgente della luna piena a partire dalle 19.30. Si riprende lentamente confidenza con la neve, circondati dai ghiacciai di oltre tremila metri, mentre a valle si passeggia lungo le vie dello shopping, in centro, o costeggiando laghi e i corsi d’acqua dove ancora per qualche giorno si specchiano i larici dalle mille sfumature dell’oro e del rame. 

E se, dopo un primo allenamento sul Diavolezza, il ritorno sugli sci dovesse risultare troppo faticoso, una pausa relax si impone. Impossibile resistere alla tentazione di immergersi nella vasca jacuzzi all’aperto del Berghaus Diavolezza, con vista sul Piz Cambrena, del Piz Bernina, del Bellavista e del Piz Morteratsch dove si gode di un’ora di relax in esclusiva su uno dei più incantevoli tetti d’Europa immersi nell’acqua spumeggiante a 41 gradi. Per un break goloso tra una pista e l’altra, gli impianti da non perdere sono invece quelli che dal Corviglia, raggiungibile sia dal centro di St Moritz sia da Celerina, portano ai 3.057 metri del Piz Nair su una terrazza assolata dallo scenario emozionante.
Chi ama alzarsi presto la mattina sale subito qui, in vetta (gli impianti aprono alle 7.45), per la cosiddetta cerimonia del white carpet, la prima discesa sulle piste appena battute, con vista su Saint Moritz e l’intera Alta Engadina. Una sosta al ristorante panoramico con specialità locali a base di funghi e cacciagione e la tipica torta alle noci dell’Engadina e si torna in pista, non troppo appesantiti (in Svizzera si possono ordinare anche le mezze porzioni). Un unico ski tour collega i quattro comprensori engadinesi, ma bisogna calcolare un giorno di tempo per completarlo. Dopo un’intensa giornata di sci, niente di meglio di un trattamento nel centro benessere ricavato sul tetto dell’Hotel Schweizerhof, storico albergo in pieno centro con vista sul lago di Saint Moritz e sulla vallata o, se si preferisce la più sportiva Pontresina, nell’immensa spa dell’Hotel Schloss, ricavato in un  castello di fine Ottocento completamente ristrutturato, da cui si ammira un panorama unico sulla Val Roseg e sui suggestivi ghiacciai della catena del Bernina. Qui ci si può lasciare guidare da una “spanner” ovvero  un professionista del benessere che suggerisce come godere di un percorso di “salus per aquam” tra vasche, bagni turchi e sune di diverse temperature.  Per chi vuole concedersi un vero e proprio sogno ad occhi aperti, sempre a Pontresina, ci si può ritagliare un soggiorno praticamente perfetto Grand Hotel Kronenhof, primo hotel del borgo. L’edificio, risalente al 1848, è stato classificato monumento nazionale e vanta saloni affrescati degni di un a reggia oltre ché una zona spa affacciata sui ghiacciai dove rilassarsi dopo le fatiche di una giornata sulla neve prima di concedersi ai piaceri dell’al cucina engadinese. 

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