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Annency, un borgo medievale da scoprire

Annecy è una delle tante città che lo storytelling associa a Venezia (la “Venezia delle Alpi”) per la sola presenza di canali che hanno origine dal fiume Thiou (un fiume di soli 3,5 chilometri di lunghezza). Eppure, nonostante questa definizione fuorviante, vale la pena dedicare un week end ad esplorare questa cittadina medioevale dell’Alta Savoia dominata da un castello e circondata dalle Alpi  o, ancora di più tenerla in considerazione come punto di partenza ideale per visitare Chamonix e il Monte Bianco.

Ad Annecy si passeggia per i vicoli, piazze e i ponti del centro storico dalle case color pastello, la Vieille Ville e si ammira il Palais de l’Île, dimora nobiliare le cui origini risalgono al XII secolo, poi prigione, palazzo di giustizia e zecca e che divide in due il canale. In pochi minuti poi si arriva sulla riva all’omonimo lago perfetto per chi ama vivere all’aria aperta dal kayak al trekking fino alla bici. Il lago di Annency, di origine glaciale, vanta una delle acque più pulite d’Europa. Proprio a ridosso della sponda, sorge poi l’Isola dei Cigni, un piccolo isolotto creato a metà ‘800 per facilitare la navigazione e che deve il suo nome alle coppie di cigni regalate da Ginevra e da casa Savoia.

Per chi ama la natura il Campeggio municipale Le Belvédère (route du Semnoz 8, Annecy), immerso nella natura, con vista su lago e alpi, e wi-fi gratuito, può essere un buon indirizzo per una vacanza nel verde.




Itinerari e visite guidate per l’estate di Fiesole

L’estate a Fiesole si arricchisce con quattro nuovi itinerari per scoprire il territorio e la sua eredità storica e culturale e le “Visite ai Giardini delle Ville Fiesolane”, un’occasione unica per ammirare luoghi abitualmente chiusi al pubblico, accompagnati da un architetto paesaggista dell’Aiapp. Le visite sono in programma fino a ottobre ogni giovedì pomeriggio e annoverano come protagonisti, tra gli altri,  l’Archivio Porcinai, Villa Schifanoia, Villa Peyron, Villa Medici, Villa La Torraccia e molte altre.

Quest’estate a Fiesole debuttano anche i “Paesaggi Plurali”: un museo diffuso che riunisce quaranta luoghi tra archeologia, arte, natura, paesaggio e memoria, distribuiti tra il centro storico e il territorio circostante.

Quattro itinerari tematici e altrettanti modi diversi di leggere il paesaggio fiesolano:

Sguardo: un viaggio tra i punti panoramici che hanno ispirato generazioni di viaggiatori, letterati e artisti. Dai belvedere di via Beato Angelico e della via Vecchia Fiesolana, alla Panchina della Regina, storicamente considerata uno dei luoghi più suggestivi da cui osservare Firenze. E poi ancora il panorama dal Convento di San Francesco, le Cento Scale che uniscono visivamente il centro alla collina, il Parco della Rimembranza, il monumento a Bruno Cicognani, fino all’Oratorio del Santissimo Crocifisso di Fontelucente, luogo di devozione popolare e sosta contemplativa.

Pensiero: un percorso nei luoghi della conoscenza e della cultura contemporanea, dall’Archivio Pietro Porcinai, custode del lascito di uno dei più importanti paesaggisti italiani del Novecento, alla Fondazione Giovanni Michelucci, centro di ricerca sull’architettura e la società. Si prosegue con la Fondazione e Museo Primo Conti, dedicati all’artista e alla cultura del Novecento, l’Accademia del Caffè Espresso alla scoperta del rito tutto italiano del caffè, le ville storiche come Villa delle Balze, oggi sede universitaria, i musei diocesani come il Museo Bandini, le istituzioni religiose che da secoli custodiscono cultura e sapere, come il Seminario Vescovile, la Chiesa e il Convento di San Domenico, la Badia Fiesolana, oggi sede dell’Istituto Universitario Europeo, e la Chiesa di Santa Maria Primerana, una delle più antiche della città.

Origine: l’itinerario che porta alle radici etrusche e romane di Fiesole, con il Museo Civico Archeologico, l’Area archeologica e il Teatro Romano, uno dei meglio conservati d’Italia, e luoghi meno noti come la Tomba del Bargellino, datata al IV secolo a.C. Si prosegue con il Palazzo Pretorio, oggi sede del Comune, la Cattedrale di San Romolo, il Convento di San Francesco, le mura etrusche e la Fonte Sottoterra, antica sorgente d’acqua legata alla leggenda della fondazione della città.

Armonia: un percorso di natura e cultura che tocca la cascata di Ontigano, le architetture paesaggistiche di Villa Peyron al Bosco di Fonteluce con il suo giardino monumentale, il Florence War Cemetery, cimitero militare della Seconda guerra mondiale, la Cipressa monumentale di Pian di San Bartolo, le chiese di campagna come San Jacopo al Girone e San Giuseppe Artigiano, il Tabernacolo del Ghirlandaio lungo l’antica via Aretina, la Fattoria di Maiano e la Villa di Maiano, location amata da cineasti e scrittori.

Tra le altre iniziative di Fiesole ci sono poi le

 




Week end di inzio estate a Siviglia

Raggiungere Siviglia, nel cuore dell’Andalusia, per un lungo week end di iniziò estate è facile. Su Siviglia fanno rotta anche le principali linee low cost. Difficile è tornare a casa. A Siviglia si rimane incantati dall’arte mudéjar, che combina elementi di origine musulmana ed europea, dal lento scorrere del Guadalquivir, dal profumo dei gelsomini e dalla chitarra flamenca che risuona per le vie di Triana e non solo. Un fascino che ha reso Siviglia scenario ideale dove ambientare innumerevoli (oltre cento!) opere teatrali e liriche: da Carmen a Figaro fino a Don Giovanni. Un’eredità raccolta dalla Associazione dei Palazzi di Siviglia (Casa Dueñas, Casa Salinas e La Santa Caridad) che propone spettacoli all’interno di residenze storiche.

Siviglia è una città a da scoprire a piedi, in carrozza e persino in barca. La città andalusa è dominata dalla Giralda, antico minareto divenuto poi la torre campanaria della Cattedrale dalla cui cima si gode della vista sul Real Alcázar, complesso di palazzi reali arabi e giardini, sul labirinto di vicoli del quartiere di Santa Cruz, sulla Torre dell’Oro affacciata sul Guadalquivir e sulle piazze circondate da aranci.  Siviglia si vive nelle strade e nei grandi spazi aperti come l’enorme Plaza de España, costruita per l’esposizione latinoamericana del 1929 e circondata da panchine decorate con ceramiche rappresentati tutte le province spagnole,  Plaza de America costruita nello stesso periodo così come il Parco María Luisa o l’innovativa struttura nota come Setas de Sevilla.

Per vivere l’atmosfera di Siviglia più autentica l’ideale è concedersi un giro per tapas nel centro storico in particolare nelle aree di Alameda, Macarena, Nervión, Los Remedios o Triana. Il “pescaíto” marinato o i “montaditos”, un piccolo panino che avvolge un’ampia varietà di farciture sono perfetti se accompagnati un bicchiere di “manzanilla” (vino bianco, anche se letteralmente si traduce come camomilla)

 
Estate a Siviglia

A Siviglia, la tradizione non passa mai di moda. Dagli spettacoli di flamenco e la musica della chitarra spagnola alle ceramiche e oggetti artigianali tipici. in particolare i laboratori artigianali così come i   “tablaos” (locali) e le peñas (associazioni) di flamenco costellano le vie di Triana, il quartiere che si raggiunge percorrendo dal centro della città il Ponte Isabella II. Una fotografia scattata da qui, con calle Betis da un lato e la Giralda dall’altro, rappresenta uno degli scenari più iconici di Siviglia.

E proprio all’arte flamenca, dichiarata patrimonio Unesco,  è protagonista a settembre della Biennale di Flamenco, un evento che si svolge ogni due anni dal 1980, mentre negli anni dispari, dal 2015, tiene l’evento Settembre è flamenco. Si tratta di un’iniziativa che prevede un concorso di flamenco con diversi spettacoli sia di canto che di danza, oltre a prevedere attività parallele , come corsi, conferenze, incontri o seminari.




Kew Gardens, un eden per una piccola fuga dal centro di Londra

In venti minuti di metropolitana District Line dal cuore di Londra si arriva a Kew Gardens, un paradiso terrestre dove rifugiarsi quando i troppi turisti in giro per la City diventano insostenibili. Questi giardini botanici, Royal Botanic Gardens, offrono infatti un’occasione unica per un viaggio tra storia, scienza e natura. I giardini botanici di Kew Gardens, dichiarati patrimonio Unesco dal 2003, con le oltre 50mila piante specie diverse su 132 ettari, che rappresentano una culla di biodiversità, oltre a essere un luogo di scoperta e di relax per chi visita Londra. Ogni stagione porta con sé colori e novità in questi giardini a un chilometro dal centro di Richmond. Ma le fioriture estive e il verde degli alberi secolari e dei prati rappresentano ancora di più una tentazione unica.

Programmare la visita a Kew Gardens L’ingresso a Kew Gardens, aperto in questa stagione dalle 10 alle 19 (20 nei fine settimana), costa fino a fine ottobre 25 sterline acquistando il singolo biglietto ai cancelli (11 sterline se si entra dopo le 16) e, se ci si innamora di questi giardini, si può considerare al termine della visita di pagare la differenza per l’annual pass (78 sterline con l’addebito diretto, 90 con la carta di credito). Non mancano pacchetti e pass per famiglie.  Gli accessi ai giardini botanici sono diversi sia in direzione Richmond (la porta di ingresso più vicina al distretto chic di Londra dista solo un chilometro dai giardini), sia in prossimità della metropolitana (fermata Kew Gardens) e del treno  (fermata Kew Bridge).

 

Palazzi Reali a Kew Gardebs
Kew Palace a Kew Gerdens Immagine su gentile concessione di RBG Kew
Crediti fotografici di RBG Kew

Kew Gardens, una storia Reale L’origine di Kew Gardens si deve a Lord Capel di Tewkesbury che, nel 18° secolo, crea un giardino esotico attorno a Kew House, demolita poi nel 1802.  Nel 1720 viene scelto come rifugio privato e domestico, lontano dai cerimoniali di corte, dalla famiglia reale. Nel 1759 la Principessa Augusta, madre di Giorgio III, espande i giardini grazie a piante in arrivo da ogni parte del mondo. Nel 1840 Kew Gardens è riconosciuto Orto Botanico Reale e viene aperto al pubblico. Kew Gardens ha quindi una lunga storia legata alla famiglia reale britannica che parte dalla Principessa Augusta, passa dalla Regina Charlotte e da Giorgio III che qui passa lunghi periodi di degenza, e arriva fino alle celebrazioni in famiglia tenutesi per la Regina Elisabetta. Kew Palace, costruito nel 1631 da un mercante fiammingo, Samuel Fortrey ed entrato nel perimetro di Kew Gardens, è accessibile con il biglietto di ingresso ai giardini botanici e offre uno spaccato sulla vita familiare di Giorgio III e della Regina Charlotte.  Storie reali riprese anche dalla saga di Bridgerton (non è un caso che in esposizione vi sia anche la parrucca indossata nella saga creata di Shonda Rhimes dalla Regina Charlotte). Qui si trovano anche il Queen’s Garden e le cucine reali. 

Estate a colori a Kew Gardens
L’estate a Kew Gardens si tinge dei colori delle ninfe-
Immagine su concessione di @ RBG Kew
PTC Credit line Zoe Stewart © RBG Kew

I tesori di Kew Gardens La giornata scorre fin troppo veloce a Kew Gardens tra l’esplorazione dei tesori botanici custoditi nelle serre (le più note, la Palm House e la Temperature House, risalgono a metà ‘800 così come la Waterlily House, mentre la Bosau House nel 1997, la Davies Exploration House nel 1949 e più recentemente sono state aperte nel 1987 la Princess of Wales Conservatory e nel 2006 la Davies Alpine House), i tanti giardini (da quello sulle rocce, al mediterraneo fino al giapponese), le piccole oasi a bordo lago  e la scoperta dell’immenso parco dove, tra piante secolari provenienti da ogni parte del mondo, si nascondono tempi, cottage, la Pagoda alta 50 metri con ben 80 draghi completata nel 1762 come regalo alla principessa Augusta e persino case giapponesi. Da non perdere la Treetop Walk Way una passeggiata tra gli alberi a 18 metri di altezza che offre una vista suggestiva sui giardini. All’orizzonte si intravedono i grattacieli e le cupole del centro di Londra che dista solo dieci chilometri da Kew Gardens ma sembra un altro pianeta.

 

Passeggiare in cima agli alberi a Kew Gardens
Tree Top Walk Way: a Kew Gardens si passeggia in cima agli alberi Immagine su concessione di RBG Kew
Crediti fotografici di RBG Kew

 

Relax sul prato o  all’Orangerie Innumerevoli i posti dove rilassarsi sull’erba (o sulle numerose panchine) e improvvisare un picnic, facendo attenzione che i numerosi scoiattoli, oltre a volpi, oche e anatre presenti nel parco botanico, non lo interpretino come un invito a pranzo. Non mancano in ogni caso le caffetterie dove fermarsi per una pausa golosa. All’Orangerie si pranza con una ventina di sterline.

 

Il bosco di bamboo a Kew Gardens Immagine su concessione
Credit RBG Kew

 

 

 




La Liguria alternativa dei Borghi di Ponente

La Liguria alternativa dei Borghi di Ponente, Vie di pietra che che tratteggiano i terrazzamenti dei poggi e le mulattiere  e abbracciano il mare, si prepara a una estate di natura e cultura. Cervo, Diano Arentino e Villa Faraldi propongono trekking sulle mulattiere, un tempo strade essenziali per il commercio e oggi pronte per essere riscoperte dai camminatori e iniziative culturali per salutare l’inizio della bella stagione.

Un’altra Liguria, un altro Ponente. Un Ponente fatto di lentezza, da assaporare poco a poco. In questi tre Borghi di Ponente il tempo infatti è scandito dalla ruota del mulino di un frantoio, o gumbu, come dicono da queste parti.
A Diano Arentino, ai piedi del Pizzo d’Evigno, la rassegna Trek & Jazz, che combina a brevi e facili trekking sulle strade dei Borghi di Ponente performance musicali di alta qualità.
A Villa Faraldi, il mare lo si vede soltanto sullo sfondo alle colline dove scorre, a fiumi, l’oro verde dell’olio taggiasco della Valle Steria. Come altri in questa zona, Villa Faraldi è un comune diffuso, che riunisce i borghi di Deglio, Riva, Tovo, Tovetto e, insieme a loro, il fitto reticolo di strade di campagna e mulattiere, ponti che li collegano in mezzo a un mare verde oliva.
Tante sono le opportunità per esplorare, a passo lento, questo vasto territorio dei Borghi di Ponente come il trekking Tra Santi e Oratori  che, partendo dal Gumbo di Nuccio, monumento alla cultura olearia della frazione Tovo, raggiunge Tovetto, dove ci si imbatte nella chiesa di san Sebastiano del XVI secolo. Arrivati a Villa Faraldi, imperdibili una visita alla magnifica chiesa di San Lorenzo, prima che all’Oratorio di Santa Caterina, che nel secolo scorso è diventata l’atelier artistico dello scultore norvegese Fritz Røed, capostipite di una numerosa comunità scandinava nel comune, che continua a distanza di decenni ad attirare nuovi nomi.
Cervo infine è un avamposto verde a tutela del mare. Casa di festival e premi di fama internazionale, Cervo nasconde, lontano dai riflettori, un lato più intimo e riservato, proiettato verso il verde del parco del Ciapà, poggio a strapiombo sul mare dove cominciano con la primavera a fare la loro comparsa delle splendide orchidee selvatiche che si fanno spazio in una vegetazione tipicamente mediterranea di carrubo, lentisco, ginestra, mirto, ruta e timo.

 

 

 




Valtellina in festa per il bicentenario della Strada dello Stelvio

La Strada dello Stelvio compie duecento anni e le celebrazioni (il clou è previsto tra il 5 e il 6 luglio) offrono l’occasione ideale per riscoprire questo angolo di Valtellina tra natura, eventi sportivi, naturalistici, enogastronomici e culturali. Lunga 46,5 chilometri la Strada dello Stelvio conta 88 tornanti e tre gallerie e collega 3 regioni (Lombardia, Alto Adige e Val Müstair). Non solo. Con i suoi 2.758 etri di altezza, il Passo dello Stelvio è il più alto passo automobilistico d’Italia e il secondo in tutta Europa. Nel tempo, il Passo dello Stelvio è divenuto mecca degli amanti del ciclismo su strada, grazie ai tornanti stretti e scenografici che attraversano il Parco Nazionale dello Stelvio (riserva naturale fin dal 1953)  e alle imprese di Fausto Coppi durante il Giro d’Italia del 1953. Sebbene la Strada dello Stelvio sia nata per esigenze di tipo commerciale e amministrativo, oggi la Strada dello Stelvio, Regina delle Strade Alpine,  è meta prediletta di escursionisti a caccia di scenari paesaggistici mozzafiato, ma anche di siti storici rappresentativi, come i resti dei villaggi della Grande Guerra.

La strada carrozzabile più alta d’Italia  La Strada dello Stelvio è considerata la Regina delle Strade Alpine ed è riconosciuta come una delle più belle strade di montagna al mondo. Fu costruita in soli cinque anni dall’ingegnere Carlo Donegani per volontà dell’imperatore Francesco I d’Asburgo che, in seguito al Congresso di Vienna del 1815 e all’inclusione del Regno Lombardo-Veneto nell’Impero austriaco, ritenne necessario costruire una strada che collegasse Milano con Vienna, senza dover passare dalla Svizzera. I lavori di costruzione iniziarono il 26 giugno 1820, partendo dal centro di Bormio e proseguendo verso i Bagni Vecchi. La strada fu inaugurata il 6 luglio 1825 e nel 1831 prese servizio un servizio di diligenza da Milano: in 64 ore si raggiungeva Bormio e in 125 Landeck in Tirolo. Trainata da quattro o sei cavalli, la diligenza, tuttora conservata al Museo Civico di Bormio, poteva trasportare fino a otto persone con i bagagli. All’epoca della sua costruzione, la Strada dello Stelvio rappresentò un’opera di ingegneria civile di assoluta avanguardia. La sua realizzazione comportò lo scavo di gallerie nella roccia, la costruzione di ponti e paravalanghe in legno e l’introduzione di diverse soluzioni innovative e, per quei tempi, inedite.

Immagine su Concessione Ufficio Stampata della Valtellina tramite Prgroup

La Festa Le celebrazioni saranno occasione per evidenziare i vari aspetti e le varie sfumature che la Regina delle Strade Alpine ha assunto durante questi 200 anni ma, anche, per immaginare e progettare, con laboratori dedicati ai giovani, il passo dello Stelvio e l’intero comprensorio di Bormio delle prossime generazioni. La celebrazione ufficiale fissata il 5 e il 6 luglio vede vedrà la chiusura al traffico parziale della Strada e l’alternanza degli eventi al Passo dello Stelvio organizzati dalle tre regioni coinvolte tra  concerti, escursioni, ricostruzioni storiche come i giri sulle carrozze originali e le sfilate di auto d’epoca e appuntamenti enogastronomici che evidenziano quanto i confini, grazie alla Strada dello Stelvio, siano stati motivo di unione più che di divisione. Per raggiungere la festa sono previste navette.

Il Passo dello Stelvio in bici Per gli appassionati di sport, ci saranno tante occasioni per cimentarsi sulla rotta dei grandi campioni, innanzitutto del ciclismo. Da quando, nel 1953 con la vittoria di Fausto Coppi, è stata istituita la Cima Coppi, questa strada è la vera icona per gli appassionati delle due ruote. Tra gli eventi più attesi citiamo la tappa del giro d’Italia (28 maggio), le gare Stelvio Santini (8 giugno) e la Re Stelvio Mapei (13 luglio) mentre, dedicati a tutti, sono i giorni della Enjoy Stelvio Valtellina.

Le escursioni sul territorio Da giugno a settembre sono in programma escursioni con guide alpine ed esperti dell’Associazione Culturale Istituto di Ricerca e Studi Carlo Donegani e del Parco Nazionale dello Stelvio, con l’obiettivo di raccontare e valorizzare il territorio coinvolgendo operatori, turisti e studenti. Per chi vuole viaggiare nel tempo, invece, ci sono i sentieri della Guerra Bianca nel cuore della riserva naturale più grande e antica d’Italia, tra resti di trincee, gallerie, baraccamenti e postazioni di artiglieria dei soldati che nel Primo conflitto mondiale si batterono su campo innevato e ghiacciato a quote anche oltre i 3000 metri.

 




In viaggio per Formentera

Formentera non ha certo bisogno di presentazioni, se mai di un piccolo promemoria per ricordare tutti i motivi, oggi ancora più numerosi, per cui vale la pena pensare di organizzare un week end lungo di inizio estate o, potendo, un’intera vacanza, in quest’isola selvaggia delle Baleari raggiungibile solo via mare dalla vicina Ibiza.

Formentera patrimonio Unesco Formentera è la più piccola isola abitata della Baleari, anche per questo è possibile percorrerla per la maggior parte in bicicletta, attraverso i percorsi verdi (ben 32), le pinete e i boschi di sabine, le saline e l’entroterra rurale alla ricerca delle calette e delle spiagge più belle caratterizzate da colori tropicali,  la cui bellezza è dovuta alla presenza della prateria di Posidonia Oceanica più grande del Mediterraneo che regalano all’ecosistema dell’isola un ecosistema senza paragoni, proteggono l’arenile e favoriscono il ripristino delle dune  (un team di scienziati internazionali ha scoperto nel 2006 un vasto prato di Posidonia Oceanica tra le isole di Formentera e Ibiza, lungo 8 km e vecchio di 100.000 anni). Nel 1999 le praterie incluse nel Parco nazionale delle saline di Ibiza e Formentera sono state dichiarate patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

Le spiagge di Formentera Sono 66 i chilometri di costa di Formentera (sui poco più di 80 di superficie) caratterizzati da spiagge di sabbia bianca e acque trasparenti con combinazioni di azzurro e turchese sorprendenti. Ciò che fa la differenza tra Formentera e le altre destinazioni di mare è la bellezza del suo litorale e l’assenza di costruzioni lungo la maggior parte della costa.
Spiagge del Parco Naturale Ses Salines –  Si trovano nel nord dell’isola e vicine al porto della Savina, da cui sono facilmente accessibili anche piedi o in bicicletta attraverso il sentiero
di “Sa Guia”.
Spiaggia Cavall d’en Borras -È una spiaggia tranquilla dal mare cristallino vicina al porto. Nella parte posteriore si trova un bel bosco di sabine dove è possibile proteggersi dal sole durante le ore più calde.
Spiaggia di Illetes – È la continuazione naturale della spiaggia Cavall d’en Borrás e occupa tutto il lato occidentale della lingua di sabbia della penisola Es Trucadors. Il suo nome deriva dalle isolette che si trovano di fronte alla costa. È la spiaggia più conosciuta e turistica dell’isola, grazie alla trasparenza e alle tonalità turchesi del suo mare. In genere è priva di onde, sembra una piscina naturale.
Spiaggia di Llevant– È una spiaggia molto vasta sul lato est della penisola Es Trucadors. Generalmente a causa del vento che soffia da est, si formano molte onde e brezze particolarmente gradevoli durante il periodo estivo.
Spiaggia Racó de s’Alga– È situata sull’isola di Espalmador soggetta a vincolo paesaggistico.
Spiaggia di Es Pujols– A Nord-Est dell’isola, la spiaggia, a forma di conchiglia, è formata da tratti di spiaggia cosparsa da rocce basse dove si trovano le casette dei pescatori. Il viale pedonale è animato e costellato di negozi, ristoranti e bancarelle di souvenir. Continuando verso nord si incontra la spiaggia di Sa Roqueta, separata da Es Pujols solo da alcuni tratti rocciosi, un angolo
tranquillo e ideale per le famiglie, che si congiunge con la parte meridionale della spiaggia di Levante.
Spiaggia di Migjorn – È la spiaggia più lunga dell’isola (5 km) esi estende lungo tutto l’arco meridionale formato dall’isola, unendo placide calette di sabbia a zone rocciose. La grande estensione e la situazione geografica fanno di questa spiaggia una delle più tranquille di Formentera. È raggiungibile attraverso numerosi sentieri che attraversano un fitto bosco di sabine. P Le diverse zone della spiaggia hanno nomi e toponimi distinti, pertanto spostandosi da ovest verso est si incontrano le seguenti spiagge: Es Mal Pas, Es Ca Marí, Es Códol Foradat, Es Arenals, Es Copinar,
Es Caló d’es Mort.
Spiaggia di Cala Saona – Questa piccola spiaggia di poco più di cento metri e molto apprezzata per gli straordinari tramonti che si possono contemplare
Spiaggia di Ses Platgetes – Nella parte orientale di Formentera, sulla tranquilla costa rocciosa di Tramontana, si trova questa piccola zona di spiaggia di sabbia fine situata subito dopo Es Caló, formata da rocce basse che affiorano dal mare.

 

Estate a Formentera
Immagine su concessione dell’Ufficio del Turismo di Formentera tramite hopscotchgroupe

 

L’entroterra di Formentera Da non perdere in una vacanza a Formentera anche l’esplorazione dell’entroterra dove scoprire paesini pittoreschi, fari, torri e mulini, laghi e saline, grotte e caverne nascoste, bei boschi di sabine e di pini che si alternano a dune e rocce di forme bizzarre. Ecco gli angoli più suggestivi dell’isola:
Es Caló de Sant Agustí. Tipico paesino di pescatori dove godersi l’ambiente marinaro.
• Faro di La Mola. Il faro di La Mola, all’estremità occidentale dell’isola citato da Jules Verne nel libro “Le avventure di Ettore Servadac” (viaggi e avventure attraverso il mondo solare). Tutto l’altipiano di La Mola è un meraviglioso punto di partenza di sentieri che passano tra i boschi e che consentono di addentrarsi nei paesaggi più rurali e autentici dell’isola, lontano dal turismo estivo, ad eccezione dei giorni del mercato dell’artigianato.
• Faro di Barbaria. Il Cap de Barbaria è l’altura rocciosa situata più a sud dell’isola dove ammirare il tramonto e le splendide viste del magico isolotto “Es Vedrá”. A poca distanza dal faro s’innalza una torre di vedetta del XVIII secolo, Torre des Garroveret che in passato ha protetto l’isola dagli invasori.
.Estany des Peix. L’Estany des Peix è una piccola laguna con una stretta apertura verso il mare che consente l’entrata di piccole imbarcazioni per ormeggiarle. Ha tratti di spiaggia in cui è possibile fare il bagno. È ideale per la pratica di sport nautici con imbarcazioni da diporto di scarsa profondità: windsurf, kayak, vela.
Estany Pudent e Ses Salines L’Estany Pudent è il grande lago di Formentera. Insieme alle saline che lo circondano è  perfetto per passeggiate a piedi o in bicicletta, sia per il valore paesaggistico che per l’importanza che riveste per l’avvistamento dei numerosi uccelli che nidificano in quest’area o lo considerano un luogo di sosta nei loro flussi migratori. Inoltre, le saline sono una testimonianza del patrimonio culturale di Formentera perché rappresentavano la principale fonte economica dell’isola prima dell’arrivo del turismo. Il loro sale è considerato di alta qualità.
Can Marroig e Punta de Sa Pedrera Visitando il lato orientale dell’isola, tra il porto della Savina e Cala Saona, si trova una costa scoscesa formata da un deserto di rocce dalle
forme strane e curiose, conosciuto come Sa Pedrera, che è stato in passato una cava. Visitare questa costa dal mare con un’imbarcazione consente di godere dell’enorme ricchezza marina presente.




In bici per Brescia e provincia

Brescia è una delle mete privilegiate per gli appassionati delle due ruote grazie a un territorio che racchiude le montagne della Valle Camonica, della Valle Sabbia e della valle Trompia, la pianura solcata dal fiume Oglio, i saliscendi ricoperti di vigneti della Franciacorta, della Valtènesi e del Lugana e i laghi di Garda, Iseo ed Idro.

Ciclovia della Cultura Con i suoi 76 chilometri che attraversano 34 borghi e centri storici da scoprire e toccano 872 beni di interesse storico culturale, la Ciclovia della Cultura unisce Bergamo e Brescia in un itinerario di bellezza. Partendo da Brescia, a nord dell’antico quartiere del Carmine, la ciclovia si snoda verso i  vigneti tra Gussagoe Cellatica e prosegue in Franciacorta tra dolci colline, castelli, antichi borghi. Dalla Riserva Naturale delle Torbiere alle sponde del lago d’Iseo con Paratico e Sarnico il passo è breve, e segna il passaggio alla provincia di Bergamo con altri chilometri di magie che si concludono in Piazza Cittadella, in Città Alta.

Pedalate fra le vigne Dalla Franciacorta alla sponda bresciana del Garda incorniciata dai vigneti della tre zone Doc Riviera del Garda Classico (con la famosa Valtènesi), Lugana, San Martino della Battaglia si pedala su e giù dalle colline fra vigneti, campagna, antichi borghi. In Franciacortasono sei gli itinerari eno-cicloturistici mappati dalla Strada del Franciacorta. Alla portata di tutti, di diversa lunghezza, dedicati ciascuno a una tipologia di Franciacorta, sono contrassegnati sulle mappe da colori diversi. Divertenti itinerari ciclabili alla portata di tutti si snodano per decine di chilometri anche fra i vigneti della Valtènesi e del Lugana, con scorci panoramici sul lago di Garda. Fra i vari tracciati individuati dalla Strada dei Vini e dei Sapori del Garda, quelli che vanno da Desenzano a Lonato e Salò, da Bedizzole alla Valtènesi, da Salò alla Rocca di Manerba sono da non perdere.

Ciclovia dell’Oglio Dai 1.883 metri del Passo del Tonale al Po, la Ciclovia dell’Oglio  si snoda attraverso l’area Unesco delle Incisioni Rupestri della Valle Camonica, costeggia il lago d’Iseo e si insinua tra i vigneti della Franciacorta, fendendo la pianura bresciana per poi confondersi con il lungofiume del Po. Con i suoi 282 chilometri totali di percorso, di cui oltre 220  in provincia di Brescia, e 1.862 metri il dislivello, la Ciclovia dell’Oglio è stata eletta la ciclabile più bella d’Italia agli Italian Green Road Awards 2019.

Greenway delle Valli Resilienti, 3.500 chilometri sulle due ruote La Greenway delle Valli Resilienti unisce Brescia e le Valli Trompia e Sabbia e invita ad andare alla scoperta di queste splendide vallate montane ai margini dei circuiti turistici più frequentati . Due Ciclovie di fondo valle, percorsi slow, permettono di godere di un paesaggio a tratti selvaggio, punteggiato da vecchi borghi, musei che raccontano il passato minerario ed agricolo di queste terre, aziende agricole con prodotti tipici, strutture ricettive bike friendly. In tutto, 3.500 chilometri ciclabili, con oltre 100 itinerari per road, gravel e mountain bike.

Le emozioni a cielo aperto di Ponte di Legno-Tonale 
In Alta Valle Camonica, il comprensorio Pontedilegno-Tonale offre un caleidoscopio di proposte per gli appassionati di due ruote: lunghe e panoramiche piste ciclabili, due kids bike park, 26 percorsi mtb per un totale di 500 chilometri.  I percorsi si snodano fra alpeggi, trincee e punti panoramici, nella natura del Parco Nazionale dello Stelvio e del Parco dell’Adamello. Chi opta per l’ebike, ha a disposizione dodici colonnine di ricarica. Gli appassionati del downhill possono trovare il percorso più adatto ai loro gusti nell’attrezzatissimo Bike Park Pontedilegno-Tonale, che racchiude ottopercorsiche si snodano tra il Passo Tonale e Temù, passando per Ponte di Legno.

Le grandi salite della Valle Camonica La Valle Camonica, con le sue salite leggendarie del Passo del Tonale, del Passo Gavia e del Passo del Mortirolo è una delle mete più ambite dai ciclisti. Il Passo del Tonale ha visto transitare in molte edizioni il Giro d’Italia. Non meno leggendaria è la salita del Passo Gavia, a 2.621 metri, che unisce la Valle Camonica alla Valtellina. La salita si distingue per le sue pendenze che toccano il 16% e si apre con scorci sulle valli di Pezzo, di Viso e delle Messi. Il Passo del Mortirolo è infine un ambito traguardo per i ciclisti più allenati. Con i suoi 1.852 metri di altitudine, è noto per le sue pendenze proibitive e la sua difficoltà tecnica.

I laghi sulle due ruote Pedalare lungo le sponde dei laghi di Garda, Iseo ed Idro è un’esperienza unica che unisce natura, sport e cultura, dato che ci si imbatte in borghi storici, castelli, abbazie e innumerevoli testimonianze del passato. Moltissimi i percorsi, dalle ciclabili che costeggiano le rive, agli itinerari che si addentrano nell’entroterra o si inerpicano sulle alture circostanti, regalando  squarci sul paesaggio circostante. Sul Garda, di tutto relax ci sono il  percorso che da Desenzano porta Sirmione e quello da Salò a San Felice del Benaco, senza considerare la ciclopedonale sospesa che va da Limone sul Garda al confine di Riva del Garda in due chilometri di tratto a picco sul lago.
Su lago d’Iseo, ci si può inoltrare fra le canne e la vegetazione lacustre delle Torbiere del Sebino oppure pedalare sulla Ciclopedonale Vello Toline. Il lago d’Idro si può infine esplorare con un percorso ad anello.

Venti nuovi percorsi per gravel, cicloturismo e Mtb  Visit Brescia ha lanciato 20 nuovi percorsi per gravel, cicloturismo e Mtb scaricabili sul profilo Komoot.




In viaggio negli Usa tra parchi divertimento

Un viaggio negli Usa tra parchi divertimento tematici, tra montagne russe adrenaliniche e attrazioni all’avanguardia, può rivelarsi sorprendente grazie alle nuove aperture e alla celebrazione di anniversari importanti.
Le novità di Orlando La più grande novità nei parchi a tema negli Stati Uniti è il debutto, il 22 maggio, di Universal Epic Universe. Il quarto parco tematico di Universal Orlando in Florida invita i visitatori a esplorare mondi dal Dark Universe, con un omaggio a Dracula e ad altri mostri della tradizione Universal, al The Wizarding World of Harry Potter – Ministry of Magic e al Super Nintendo World. Molti parchi a tema offrono anche hotel integrati dove gli ospiti possono rifugiarsi dopo lunghe giornate trascorse sulle attrazioni. In occasione dell’apertura di Universal Epic Universe, è prevista l’inaugurazione dell’Universal Helios Grand Hotel.
Novità anche nel vicino Walt Disney World con la nuova parata notturna Disney Starlight: Dream the Night Away, mentre nei Disney’s Hollywood Studios debuttano due nuovi spettacoli: Disney Villains: Unfairly Ever After e La Sirenetta – Un’avventura musicale.
Sempre a Orlando al SeaWorld apre Expedition Odyssey,  un’attrazione che permette di sorvolare paesaggi artici e ammirare da vicino beluga, trichechi e altre  creature marine.
Poco distante, il 23 maggio apre le porte il nuovo acquario Sea Life Florida all’interno di Legoland Florida.Anniversari che contano nei parchi  divertimento a tema Settant’anni fa, Walt Disney apriva ad Anaheim, in California, il Disneyland Resort, tracciando il modello del moderno parco divertimento a tema. Il parco celebra l’anniversario con il nuovo nuovo evento Tapestry of Happiness e gli spettacoli Paint the Night Parade e Wondrous Journeys. Sempre nel Golden State, il Belmont Park di San Diego celebra il suo centenario nel 2025. Nel Tennessee, infine,  Dollywood, il parco di divertimento a tema di Pigeon Forge dedicato a Dolly Parton, celebra i suoi primi quarant’0anni con una serie di festival, concerti di musica dal vivo e la nuova Dolly Parton Experience, che permette ai visitatori di immergersi nella vita e nella carriera della star.

I parchi di divertimento intramontabili a stelle e strisce A New York Coney Island spicca tra le icone dell’intrattenimento americano. Ancora oggi i visitatori possono vivere l’emozione delle sue montagne russe, il Coney Island Cyclone e la Wonder Wheel, oltre a godersi una passeggiata sulla  passerella affacciata sull’oceano.  Nel cuore di Chicago al Navy Pier la Centennial Wheel con i suoi sessanta metri rende omaggio alla prima ruota panoramica, presentata durante l’Esposizione Universale Colombiana del 1893.  Sulla costa della California meridionale, il Pacific Park, situato sul molo di Santa Monica, permette di salire su giostre e montagne russe in uno scenario d’eccezione diventato famoso grazie a numerosi film e serie televisive.




In Madagascar per fuggire dalla folla nell’estate 2025

Il Madagastar è uno dei viaggi controcorrente che potrebbe permettere di evitare le folle nell’estate 2025. Lo sostiene una ricerca di Evaneos legata all’indice overturism per costruire una  lista delle migliori destinazioni per evitare il turismo di massa durante la prossima estate.

Scegliere il Madagascar, terra di lemuri e balene, tartarughe e camaleonti, di foreste pluviali, baobab millenari anche di 30 metri sulla Route Nationale 8 e barriere coralline, per un viaggio nei prossimi mesi estivi significa intraprendere un viaggio fuori stagione alla scoperta di Paese multietnico dalla biodiversità unica. L’estate, infatti, corrisponde alla bassa stagione in Madagascar e rappresenta il momento perfetto per incontrare gli abitanti della capitale e immergersi nella vita quotidiana, lontano dalle rotte battute.

La varietà di paesaggi dell’Isola Rossa è unica tra giungle tropicali, i paesaggi lunari del Parco Nazionale dei Tsingy  (ovvero pinnacoli di rocce calcaree) de Bemahara e del Parco Nazionale dell’Isalo, canyon, cascate come quelle all’interno del Parco Nazionale della Montagna d’Ambra, piantagioni di tè e spiagge bianchissime come quella di  Tsarabanjina, Nosy Iranja e Nosy Ve o dell’isola di Nosy Be.  L’Isola al largo delle coste del Mozambico si è infatti separata molto presto dall’Africa sviluppando un proprio ambiente e specie endemiche. Non solo. Un mosaico di popoli hanno modellato una cultura frutto dell’incontro tra influenze africane, malesi, indonesiane e arabe.  L’ideale? Un viaggio tra terra e mare che permetta di non perdere l’esplorazione l’arcipelago delle Isole Radama, Riserva della Biosfera Unesco.