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Hannibal illumina la notte di Sölden

Il 5 aprile Hannibal illuminerà la notte di Sölden in Tirolo.  Lo spettacolo multimediale, giunto alla sua 16° edizione, prende vita ogni due anni sul ghiacciaio  Rettenbach e ripropone in uno show unico nel suo genere la traversata delle Alpi di Annibale unendo tecnologia, musica e sport. 

Hannibal rilegge in chiave (molto) moderna e (ancora più) fantasiosa la traversa delle Alpi messa in atto dal condottiero cartaginese nel 218 a.C. per conquistare ora con un esercito composto da oltre 60mila persone e diversi elefanti.  Hannibal si propone quindi come una parabola moderna sulla ricerca del potere, dell’amore, degli intrighi e della politica mondiale. 

La regia di Hannibal, che coinvolge oltre trecento persone tra atleti e ballerini oltre a elicotteri, motoslitte, paracadutisti e sciatori,  è firmata da Hubert Lepka.

 




Sci ed enogastronomia a Plan de Corones

A Plan de Corones lo sci sposa, a oltre duemila metri di altitudine, cultura ed enogastronomia di eccellenza. Sul maestoso panettone che dà il nome al comprensorio e domina Brunico si scia su quasi 120 chilometri di piste (DolomitiSuperSki) fino al 14 aprile e si fa tappa all’AlpiNN. In questo rifugio glamour all’interno del  Lumen, il museo della fotografia di montagna, lo chef tristellato Norbert Niederkolfer propone la sua visione di cucina fondata sulla attenzione al territorio, sulla sostenibilità e sull’etica no waste secondo cui tutto può diventare un ingrediente di ricette creative (menù degustazione da quattro portate a partire da 78 euro). Ogni piatto, secondo questa idea di cucina, rappresenta le montagne, la fatica dei contadini, la qualità dei prodotti e le tradizioni tramandate da generazioni.

PLAN DE CORONES PARADISO DELLO SCI Kronplatz 2000- Plan de Corones si raggiunge facilmente perfino in treno (gratis con la guest card che viene consegnata all’arrivo degli ospiti nelle strutture convenzionate). Agli impianti di risalita del comprensorio di Plan de Corones infatti si può accedere anche dalla fermata del treno (Ski Pusteral Express che ogni mezz’ora minuti collega il comprensorio 3 Cime con quello di Plan de Corones, scarponi ai piedi). In pochi minuti si sale quindi da Brunico a 2275 metri pronti per esplorare, sci ai piedi, una destinazione che può ben definirsi mecca dello sci. Da qui lo sguardo si perde sulle cime più famose delle Dolomiti e non solo: dalla catena delle Odle fino alla Marmolada, passando dal Sassolungo, Sassopiatto, Croda Rossa d’Ampezzo e Tofane, fino alla distesa delle Alpi Aurine.  Impossibile annoiarsi. Dalla Campana della Concordia che, suona tutti i giorni a mezzogiorno per portare il suo messaggio di pace nel mondo, si scende a valle lungo ampie piste, come la Furcia, da godersi  perdifiato come prima discesa della giornata. Non mancano le black five le cinque piste nere del comprensorio, compresa la Piculin che scende quasi i verticale a Piccolino in Val Badia da cui in pochi minuti di bus (il 460) si arriva a La Villa, porta di accesso al circuito del SellaRonda.

RELAX ALLLA PARTENZA PER PLAN DE CORONES  A Riscone (frazione di Brunico), a meno di duecento metri dagli impianti di risalita di Plan De Corones, il  Falkensteiner Hotel Kronplatz offre una base di partenza ideale per godersi tutto lo sci della Val Pusteria e il relax della sua Acquapura Mountain spa dedicata agli elementi della natura. Qui sulla piscina a sfioro all’ultimo piano della struttura, si attende che la calda luce del tramonto inondi le Dolomiti per poi concedersi come aperitivo la merenda proposta dalla struttura.

 




Ribelle e Rascasse è la ragione per cui fermarsi a Treviglio

Nel centro storico di Treviglio, tra Bergamo e Milano, Ribelle e Rascasse dà volto dal 2020 a un locale dall’anima cosmopolita in cui i vini naturali (oltre trecento etichette) e la birra artigianale si sposano a un menù stagionale particolarmente curato in cui trionfano cicchetti alla veneta e ostriche Gillardeau, formaggi italiani e francesi e salumi artigianali . Un nuovo concept che vale la pena scoprire.

Ribelle e Rascasse nasce come unione di due mondi, quello del vino naturale e quello della birra artigianale,  incarnate dai due proprietari, Ruggero Del Zotti e Roberto Attilio Nisoli, che nel 2020 hanno aperto Ribelle e Rascasse all’interno di un palazzo di fine 800. Il nome, insolito, deriva dalla combinazione di due elementi “Ribelle”, scelto da Nisoli, rinvia al Barbera (e più precisamente al Barbera rosato di Camillo Donati) e al mondo di convivialità emiliana, Rascasse voluto da de Zotti richiama l’iconica curva del circuito automobilistico di Monecarlo.

Un’accogliente corte interna si apre sul locale dai pochi coperti e dagli arredi realizzati su misura da artigiani locali tra legno e ferro, pantoni rosa cipria e verde petrolio. Entrando nel locale si è accolti da un “tavolo social” con dieci sedute e da un bancone dove potersi sedere anche per mangiare, seguito poi da piccoli tavoli più intimi e raccolti.

Ribelle e Rascasse propone per l’aperitivo un menu da condividere e stuzzicare insieme a oltre 300 vini naturali italiani, francesi e dal mondo proposti anche al calice e una vasta selezione di birre artigianali e acide oltre alla drink list stagionale fore di oltre 150 referenze. A cena il menu si articola attraverso quattro antipasti, quattro primi, quattro secondi e quattro dolci, che cambiano spesso mantenendo però alcuni piatti must come l’Uovo pochè, omaggio dello chef Giacomo Ercoli alla collaborazione con Carlo Cracco, la Battuta di manzo al coltello o lo Spaghettone alla bottarga. Sia a pranzo che a cena non mancano poi piatti signature come gli Gnocchi di patate fatti in casa con ragù di anatra in punta di coltello con fondo al cioccolato fondente e zest di arancia, resi morbidissimi da un tocco di mascarpone nell’impasto.




Capodanno in pista in attesa della neve

Fiaccolate, fuochi d’artificio, vin brûlé e sci. Tutto è pronto per festeggiare Capodanno in pista, fatta eccezione forse per la neve. Gli eventi,  nei comprensori più noti delle Alpi, sono numerosi, così come le proposte per trascorrere la sera di Capodanno in pista e nei rifugi in quota.

In Valtellina, la sera del 31 dicembre, si può scegliere tra tre fiaccolate su tre diverse piste prima che lo spettacolo dei fuochi d’artificio illumini il comprensorio e dia avvio ai festeggiamenti per il Nuovo Anno: la Stelvio di Bormio, discesa leggendaria che per le Olimpiadi del 2026 ospiterà, oltre alle gare di sci alpino, per la prima volta come nuova disciplina olimpica anche lo sci alpinismo, la Cevedale di Santa Caterina Valfurva e la Doss Alt di Valdidentro, la più lunga di San Colombano – Cima Piazzi.

A San Vigilio, in Val Badia, inizia invece alle ore 18.00 l’attesa del Nuovo Anno. Ci si ritrova al fondo della pista Erta per ammirare la  fiaccolata dei maestri e degli allievi delle scuole di sci e lo show con i gatti della neve.  Il countdownparty in centro paese, i mercatini e i chioschi di degustazioni sono pronti poi a scaldare l’atmosfera in attesa del nuovo anno.

E anche ad Arabba, nel cuore del DolomiSuperSki, il 31 dicembre l’appuntamento è sulle piste. La tradizionale fiaccolata di fine anno con i maestri delle scuole sci, lungo la pista che dal Monte Burz posta ad Arabba, è un evento imperdibile per chi vuole salutare il nuovo anno.

In Val Gardena, sempre nel cuore del DolomitiSuperSki, a Ortisei, lo show dei maestri di sci sulla pista Palmer è in programma alle 18.15 mentre per la festa di Capodanno l’appuntamento è in piazza. si festeggia il Capodanno in Piazza anche delle vicine Selva di Val Gardena e Santa Caterina.  Festa in piazza anche a Cortina

In trentino, alla Paganella la fiaccolata dei maestri di sci è previsa alle 17.00  presso il campo scuola Laghet,  seguita da fuochi d’artificio e vin brûlé, mentre a Folgaria invece, si festeggia in piazza a partire dalle 22:00.

A Madonna di Campiglio sulle Dolomiti del Brenta, per la serata di Capodanno, l’appuntamento è alle 22.30 in Piazza Sissi per la Festa di Capodanno a Madonna di Campiglio con Rudy Zerbi e Andrea & Michele di Radio Deejay. Festa in piazza anche a La Thuile dove la fiaccolata dei maestri di sci è anticipata al 30 dicembre.

 




In arrivo l’ottava edizione del Magnetic Opera Festival all’Isola d’Elba

Venerdì 8 luglio alle ore 21.30 a Portoferraio ritorna il Magnetic Opera Festival 2022, giunto alla sua ottava edizione. Ad aprire il Festival, presso l’area archeologica della Linguella, sarà il concerto Giovani Eroi all’insegna del più raffinato repertorio barocco.

Giovani e affermati artisti interpretano i personaggi eroici e le mitiche vicende, tra amore, gelosia, guerra e intrighi, evocate dalla musica di Georg Friedrich Händel e Antonio Vivaldi.

Star della serata il controtenore polacco Jakub Józef Orliński, per la prima volta all’Isola d’Elba per il MOF 2022, e il mezzosoprano Natalia Kawałek, specialista indiscussa del repertorio e gradito ritorno per il pubblico del festival. Le voci sono accompagnate dall’ensemble barocco Il Giardino d’Amore, diretto dal maestro Stefan Plewniak nel doppio ruolo di direttore e solista al violino.

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La serata è un invito a immergersi nelle atmosfere di Ercole sul Termodonte e Andromeda liberata di Vivaldi e Tolomeo, Re d’Egitto, Rodelinda, Rinaldo, Giulio Cesare in Egitto e Teseo di Händel, grazie all’accurata selezione delle più belle arie e duetti. E ancora, pagine strumentali scelte dal Concerto in fa maggiore “Il Proteo ò sia il mondo al rovescio” RV 544, dal Concerto in sol minore RV 578a e dal Concerto in re minore RV 540 di Vivaldi.

Il Festival prosegue poi lunedì 11 luglio alle ore 21.30 in Piazza Matteotti a Porto Azzurro con Swinging Generation, progetto crossover tra swing, musica classica e pop con la brillante voce di Natalia Kawałek, accanto al timbro caldo ed emozionale di Stan Plewniak e la The FeelHarmony band guidata da Stefan Plewniak.

Mercoledì 13 luglio, alle 11, nella raccolta cornice del Santuario della Madonna delle Grazie di Capoliveri si terrà il concerto per organo e sassofono ORGANic WOODWINDs, che vede allo strumento a fiato il polistrumentista stiriano Georg Gratzer e all’antico organo di Filippo Tronci del 1738 l’organista, improvvisatore e direttore d’orchestra austriaco Johannes Ebenbauer, impegnati in un inedito dialogo fatto di improvvisazioni su canti gregoriani e inni medievali, arrangiamenti del repertorio classico, ma anche composizioni proprie.

Lunedì 18 luglio alle ore 21.30 è la volta della serata di punta del Festival 2022 alla Linguella di Portoferraio: Una serata con José Carreras, gala concerto con protagonista il grande tenore spagnolo e, accanto a lui, il pluripremiato soprano croato-sloveno Martina Zadro con l’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane diretta da David Giménez.

Corona il programma martedì 26 luglio alle 21.30, sempre alla Linguella di Portoferraio, La Bohème di Giacomo Puccini, per la regia di Alessandro Brachetti e le scene e i costumi di Artemio Cabassi; protagonisti Renata Campanella e Danilo Formaggia, accompagnati dal Coro dell’Opera di Parma preparato da Emiliano Esposito e dall’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane diretta da Stefano Giaroli.

Completano il festival anche tre Matinée di musica da camera in Piazza Matteotti a Capoliveri alle ore 10 di domenica 10 luglio, domenica 17 luglio e martedì 26 luglio.

Il Magnetic Opera Festival è realizzato con il patrocinio dei Comuni di Portoferraio, Porto Azzurro e Capoliveri.

Biglietti del MOF 2022 disponibili su www.liveticket.it/maggyart.

Informazioni sul sito www.maggyart.it e sui canali social ufficiali dell’Associazione Maggyart Facebook e Instagram.




In Arena la Carmen colossal di Zeffirelli

Cinquecento persone sul palco e 13mila sedute tra platea e gradinate dell’Arena di Verona per applaudire con una standing ovation il nuovo allestimento colossal di Carmen di Franco Zeffirelli. L’opera si propone come sintesi dei due diversi allestimenti creati dal Maestro per la messa in scena dell’opera di Georges Bizet all’Opera Festival di Verona. Un caleidoscopio di colori, danze travolgenti, emozioni e musica che catapulta lo spettatore in una caotica Siviglia ottocentesca, ricostruita tra palco a grandezza naturale con case, chiese e piazze avvolte da un sole abbacinante, rendendolo partecipe delle vicende dell’eroina raccontata da Prosper Mérimée che, anche grazie ai librettisti Meilhac e Halévy, è allo stesso tempo una femme fatale sprezzante capace di far perdere all’uomo il controllo di sé, una donna consapevole dei propri desideri, uno spirito libero e la vittima chi  è incapace di accettare la libertà come valore fondate della vita di una persona.

Zeffirelli accompagna lo spettatore dentro la tormentata vicenda della sigaraia e dei suoi amori feroci roventi con il brigadiere Don Josè e il torero Escamillo, con quadri che, fin dall’ouverture, mostrano la grandezza delle masse in scena. Lo spettacolare allestimento integra, anche grazie al coinvolgimento della Fondazione Franco Zeffirelli, la supervisione del suo presidente Pippo Zeffirelli e la partecipazione degli storici collaboratori del Maestro (come Carlo Centolavigna e Lucia Real), le migliori intuizioni di Zeffirelli per gli allestimenti del 1995 e del 2009 con nuovi elementi tratti dai bozzetti originali come i velari che incorniciano il proscenio delimitando, come in un teatro al chiuso, i confini della storia raccontata sul palco. Dirige il maestro Marco Armiliato, Direttore Musicale del 99° Opera Festival, che guida, imprimendo un efficace ritmo teatrale e creando le giuste atmosfere cromatiche Orchestra e Coro della Fondazione Arena di Verona, le voci bianche di A.Li.Ve  e un cast internazionale di stelle a cui si aggiungono la compagnia di ballo areniana con le coreografie originali di El Camborio riprese da Lucia Real e la Compañia Antonio Gades diretta da Stella Arauzo, protagonista di un applaudito intermezzo flamenco tra il terzo e quarto atto. Gli sgargianti costumi sono quelli originali di Anna Anni, mentre le luci sono opera di Paolo Mazzon che evidenzia prima l’atmosfera mediterranea, poi la segretezza dei traffici notturni sui monti e infine il climax con la torrida piazza con al centro una croce votiva quando, nel giorno della corrida, si consuma la tragedia.

Nonostante Carmen sia la seconda opera più rappresentata sul palco dell’Arena di Verona, subito dopo l’Aida e nonostante i due precedenti allestimenti di Zeffirelli siano stati una costante negli ultimi anni, questa versione vale sicuramente il viaggio a Verona per l’atmosfera incandescente creata sul palco; per l’attualità di una storia, quella di Carmen, in grado di rinnovarsi anno dopo anno e di apparire sempre moderna agli occhi degli spettatori; per la realizzazione d’eccezione in ogni singolo dettaglio, compresa l’improvvisazione flamenca a cui la Compañia Antonio Gades dà vita nel cambio di scena a cavallo tra il terzo e quarto atto; ma soprattutto per le voci in grado di incantare, replica dopo replica, migliaia di turisti e melomani.  Meglio organizzarsi fin da subito per non lasciarsi sfuggire l’occasione di assistere a questo appassionante allestimento che ha dato il via al 99° Opera Festival 2022. Le repliche, dopo la prima del 17 giugno, non sono tantissime e nell’ordine: 30 giugno, 14,21,31 luglio e 11,14 e 27 agosto.​




A Verona torna il Nabucco risorgimentale

Un fil rouge unisce l’Arena di Verona e Teatro alla Scala di Milano nell’allestimento del Nabucco di Arnaud Bernard che, dopo aver inaugurato il festival de 2017, torna in scena per otto serate. Dopo il debutto del 25 giugno sono previste altre sette repliche dell’opera di Giuseppe Verdi ambientata in epoca risorgimentale: 1, 7, 10, 23, 29 luglio, 18 agosto, 3 settembre.

Uno spettacolo di ampio respiro storico e cinematografico che si rifà visivamente a Senso, capolavoro di Luchino Visconti, aiutato dall’imponente scenografia di Alessandro Camera che, fra barricate e saloni, ruota intorno al Teatro alla Scala di Milano, città al centro dei moti risorgimentali del 1848. Bernard ricolloca la vicenda biblica negli anni in cui Verdi compose l’opera, mentre gli italiani combattevano per la propria indipendenza e identità nazionale, eleggendo il Nabucco di Verdi, al debutto su libretto di Temistocle Solera, alla Teatro alla Scala di Milano nel 1842 icona di questa lotta. Ecco quindi il tripudio sul palco dell’Arena di bandiere tricolori e anche di un “Viva Verdi” (che, negli ultimi anni dell’occupazione austriaca del lombardo veneto, sottendendo Vittorio Emanuele Re d’Italia, permetteva ai patrioti di manifestare senza incorrere in repressioni) che travolgono il pubblico di emozioni. Efficace la rappresentazione del coro degli ebrei, il coro dei cori con  “Va’, pensiero, sull’ale dorate…”,  all’interno dell’allestimento del Nabucco nel Teatro alla Scala. Una rappresentazione nella rappresentazione, un teatro nel teatro” che, grazie a questo espediente è capace di raccontare la nostra storia

L’allestimento di Bernard legge quindi nel contrasto insito nella vicenda narrata nell’opera – il conflitto tra Babilonia e Gerusalemme – la storia d’Italia negli anni turbolenti del Risorgimento. Ed è questa visione profondamente risorgimentale suggerita da musica e libretto, e propria dei rivoluzionari italiani negli anni in cui Verdi componeva, che ha permesso a Nabucco di diventare nell’immaginario collettivo il titolo patriottico per eccellenza, con il suo Va’, pensiero che si eleva ad inno del riscatto nazionale. Bernard parte da questa interpretazione per rendere il dramma più storico, umano e verosimile.

Il collegamento tra Milano e Verona ha inoltre un doppio valore storico per due motivi: la collaborazione tra le due fondazioni e le stesse origini del teatro milanese che, inaugurato nel 1778, ha ereditato nome e sede dalla chiesa di Santa Maria alla Scala (così chiamata in onore di Regina della Scala, della dinastia degli Scaligeri, Signori di Verona, e moglie di Bernabò Visconti, Signore di Milano) demolita proprio per fargli posto,  Poi, nel ‘900, si è stabilito un tradizionale stretto rapporto tra le due Fondazioni liriche (tanti anni fa l’Arena era definita la “Scala d’estate”).

Con il Nabucco sale sul podio il maestro Daniel Oren che dirige (richiamando anche il pubblico scatenato nella richiesta di bis dopo la prima esecuzione “Va’ pensiero”) Orchestra e Coro, preparato da Ulisse Trabacchin. Nel ruolo del titolo il baritono Amartuvshin Enkhbat che, acclamato in Arena fin dai suoi esordi, torna a Verona immediatamente dopo il successo personale riscosso come nuovo Rigoletto al Teatro alla Scala. Accanto a lui, il soprano uruguaiano Maria José Siri interpreta per la prima volta a Verona il difficilissimo ruolo di Abigaille, al suo debutto areniano il basso Abramo Rosalen nei panni di Zaccaria, mentre il tenore Samuele Simoncini e il mezzosoprano Francesca Di Sauro interpretano rispettivamente Ismaele e Fenena.




Al via il Verona Opera Festival 2022

Al via la 99° edizione del Verona Opera Festival che finalmente, con l’estate 2022, torna agli scenografici allestimenti tradizionali per le 46 serate in cartellone in Arena tra giugno e settembre, mentre si guarda già al cartellone da colossal per il Festival del centenario, quello della prossima estate. Prezzi a partire da 28 euro per i biglietti interi per serate che si preannunciano indimenticabili grazie al fascino del luogo con quasi duemila anni storia ae spalle, alle centinaia di artisti in scena, tra cantanti, ballerini, professori d’orchestra, coro, mimi e acrobati, alle fantasmagoriche scenografie.

LA GRANDE BELLEZZA DEL VERONA OPERA FESTIVAL

Non serve essere melomani per apprezzare il Festival Lirico che, dal 1913, si svolge ogni estate a Verona nell’anfiteatro romano. L’idea, oltre in secolo fa, venne al tenore veronese Giovanni Zenatello che, per celebrare il primo centenario dalla nascita di Giuseppe Verdi, allestì l’Aida in Arena. E, da allora, l’opera di Verdi che si svolge all’ombra delle Piramidi è un appuntamento fisso nella programmazione del Festival: anche quest’anno torna infatti con un allestimento firmato da Franco Zeffirelli. «Torniamo a vedere con entusiasmo, speranza, trepidazione, la luna che sorge sulle nostre guglie da fiaba, su tende gitane, piramidi dorate, mentre l’aria si riempie del canto e della musica universale dei nostri maestri fino all’ultimo degli spalti. Abbiamo voglia, anzi la necessità, di vivere appieno tutto questo, di tornare a respirare …e l’Arena è puro ossigeno» ha commentato in merito Cecilia Gasdia, sovraintendente e direttore artistico.

IN SCENA

L’estate 2022 vede in cartellone  cinque titoli d’opera, tre eventi speciali e tantissime stelle. Il Verona Opera Festival 2022 propone un cast internazionale, tra cui si segnalano Plácido Domingo, Vittorio Grigolo, Roberto Grigolo, Anna Netrebko, Lisette Oropesa, J’Nai Bridges ed Elina Garanča, definita dal New York Times “la miglior Carmen degli ultimi 25 anni” al suo debutto sul più grande palcoscenico sotto le stelle per le serate dell’11 e del 14 agosto. Direttore musicale è Marco Armiliato.«

In scena si alternano La Traviata, Aida, Turandot, Carmen, Nabucco, oltre all’evento Plácido Domingo in Verdi Opera Night  (il 25 agosto) che alza il sipario su Macbeth, Don Carlo e Aida; al ritorno di Roberto Bolle and Friends con un programma che unisce danza classica, moderna e contemporanea (il 20 luglio) e all’appuntamento tradizionale con la musica sinfonica dei Carmina Burana di Carl Orff (il 12 agosto) con la partecipazione di orchestra e coro areniani al completo, due cori di voci bianche e Lisette Oropesa, Filippo Mineccia e Mario Cassi come solisti.

A dare il via al Festival, il 17 giugno, è la Carmen di Georges Bizet con un nuovo allestimento di Franco Zeffirelli che integra il leggendario progetto originario del 1995, con cui il Maestro fiorentino debutto in Arena, con le intuizioni adottate nella ripresa dell’opera nel 2009 e elementi scenografici che il compianto registra aveva solo disegnato e vede il coinvolgimento della Fondazione Zeffirelli e di collaboratori storici dell’artista. Dopo la Carmen, che sarà protagonista per nove serate nel corso dell’estate, è la volta il 18 giugno, dall’Aida, opera icona del Festival, che sarà proposta per undici serate compresa quella di chiusura a settembre. In cartellone poi, per otto serate, il Nabucco di Verdi con la produzione dal respiro risorgimentale di Arnauld Bernard per otto serate; La Traviata di Verdi, ultima creazione di Zeffirelli, sempre per otto serate e, per sei serate, la Turandot di Giacomo Puccini nell’allestimento da fiaba ancora una volta firmato dal Maestro toscano e che vede in scena, per un’unica data evento Domingo.




Con TOP GUN: Maverick il cinema celebra il ritorno degli Anni ’80

È tempo di allacciare le cinture per il ritorno al cinema degli Anni ’80 con TOP GUN a trentasei anni dal film cult entrato nell’immaginario collettivo di Tony Scott.

Dopo più di trent’anni di servizio come uno dei migliori aviatori della Marina, Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise)  si ritrova ad addestrare un distaccamento di diplomati TOP GUN per una missione segreta oltre ogni limite. È in questa occasione che Maverick incontra il tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller), figlio del defunto amico di Maverick, Nick Bradshaw, alias “Goose”.  Di fronte a un futuro incerto e ai fantasmi del suo passato, Maverick si trova a dover affrontare le sue paure più profonde.

C’è una battuta in Top Gun: Maverick che riassume la sua produzione forse più di ogni altra. In una scena tra due dei suoi eroi di ritorno: il personaggio del titolo di Tom Cruise, Maverick, e il suo vecchio nemico, diventato gregario Iceman, interpretato ancora una volta da Val Kilmer. I due stanno discutendo della loro passione per essere piloti, ripensando a cosa significano per loro la loro carriera. “Non è quello che sono”, dice Maverick a Iceman (Val Kilmer) “È quello che sono.”

 

Venerdì 7 settembre 2018, Tom Cruise è tornato a Miramar, la base militare dove è stato girato gran parte di Top Gun 33 anni prima, nella primavera del 1985. Era lì per sottoporsi a un ASTC (Aviation Survival Training Curriculum) completo, per qualificarsi per le vaste sequenze di volo negli F/A-18 della Marina degli Stati Uniti che aveva personalmente insistito fossero essenziali per la realizzazione del suo tanto atteso sequel, Top Gun: Maverick. Dato che ha intrapreso un programma di formazione diverso da qualsiasi altro nella storia del cinema, era impossibile non notare i parallelismi tra Maverick e l’attore che lo interpreta: due uomini che mettono costantemente alla prova i limiti di se stessi e della propria professione.

 

 Top Gun: Maverick è distribuito da Paramount Pictures Studios ed  è interpretato da Tom Cruise, Miles Teller, Jennifer Connelly, Jon Hamm, Glen Powell, Lewis Pullman, Charles Parnell, Bashir Salahuddin, Monica Barbaro, Jay Ellis, Danny Ramirez, Greg Tarzan Davis con Ed Harris e Val Kilmer. Diretto da Joseph Kosinski, su una storia di Peter Craig e Justin Marks, sceneggiatura di   di Ehren Kruger, Eric Warren Singer e Christopher McQuarrie e basato su personaggi creati da Jim Cash e Jack Epps, Jr., TOP GUN annovera tra i produttori lo stesso Tom Cruise, oltre a Jerry Bruckheimer,  Christopher McQuarrie, David Ellison e ai  produttori esecutivi sono Tommy Harper, Dana Goldberg, Don Granger, Chad Oman, Mike Stenson.




Rudy Profumi: 100 anni di storia e una lunga strada da percorrere

Fondata nel 1920 a Milano da Spiridione Calabrese che inizia l’avventura di profumiere nella sua piccola bottega di parrucchiere, partendo dalla miscelazione di tinture per capelli, Rudy Profumi guarda al futuro con la quarta generazione che si è succeduta in azienda e punta su sostenibilità, rispetto dell’ambiente e ricerca. L’azienda, nata dall’intuizione di un uomo dei primi del ‘900 è oggi un’impresa, presente in oltre 30 paesi con una distribuzione capillare che oltre alle profumerie e a 4.000 porte tra farmacie, parafarmacie ed erboristerie.

Ad oggi Rudy Profumi presenta un’ampia gamma di prodotti per la cura del corpo: bagnoschiuma, body cream e saponi liquidi, oltre alle iconiche acque di colonia, ad una linea di diffusori ambiente per la casa. I prossimi progetti del brand riguardano l’ampliamento di tutta la categoria dei prodotti legati all’Home Care, oltre ai già presenti emanatori, così da poter offrire una proposta completa con linee dedicate. La
partecipazione al prossimo Maison&Objet sarà, infatti, un’occasione per consolidare i rapporti con i partner e per aprire nuove possibili collaborazioni nel settore Home Decor.

Le formulazioni delicate e performanti caratterizzano fragranze piacevoli ed evocative che spaziano dal floreale, all’esotico fino alla dolcezza delle note fruttate. Profumazioni ricercate e packaging di design sono la peculiarità dei prodotti masstige di Rudy Profumi. Questo connubio si realizza, in particolare, nella collezione Maioliche: una linea caratterizzata da fragranze ispirate ai profumi tipici italiani e dedicate alle città che ne
rappresentano la storia. Gli agrumi di Sicilia, le erbe aromatiche mediterranee, le rose di Positano e di Amalfi sono solo alcune delle profumazioni racchiuse nelle ceramiche italiane dai disegni esclusivi realizzati a mano e riprodotti sulla confezione.

Tra le novità di Rudy Profumi  la nuova collezione di fragranze per il bucato, profumi pensata per vuole personalizzare i propri capi con fragranze uniche.  Rudy Profumi offre una gamma di 5 fragranze contraddistinte da diverse piramidi olfattive per evocare le più positive sensazioni: toni floreali, fruttati e aromatici.

GIADA: freschezza della primavera grazie alle note di Limone e Pesca. La nota olfattiva si apre con sentori di Limone e Pesca, con un cuore tenero e floreale di Rosa, Gelsomino e Orchidea Bianca per finire con aromi caldi e persistenti di Legni Preziosi, Vaniglia e Fava Tonka.

QUARZO: fragranza caratterizzata da un bouquet floreale seducente. Il profumo si annuncia con le note di Pesca e Limone con un cuore irresistibile di Rose e Fiori di Loto per finire con la freschezza e delicatezza di Muschio Verde.

ZAFFIRO: note verdi e fiorite di Neroli e Fiori Bianchi si combinano alla perfezione con le note calde e preziose di Legni Preziosi, Muschio e Spezie per creare un accordo intenso e persistente.

AMETISTA: fragranza fiorita e frizzante connotata da note verdi di Limone e delicati frutti. Il suo cuore fiorito di Rosa Bianca e Ylang Ylang unitamente alle note di fondo di Legni Preziosi e Muschio Bianco la completano, rendendola fresca e persistente.

TURCHESE: composizione fiorita e delicata. La nota olfattiva è caratterizzata da testa di Vaniglia e Talco su dolci e romantici sentori di Rosa e Geranio. Le note di fondo di Muschio e delicata Vaniglia conferiscono alla fragranza persistenza.