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Capodanno in pista in attesa della neve

Fiaccolate, fuochi d’artificio, vin brûlé e sci. Tutto è pronto per festeggiare Capodanno in pista, fatta eccezione forse per la neve. Gli eventi,  nei comprensori più noti delle Alpi, sono numerosi, così come le proposte per trascorrere la sera di Capodanno in pista e nei rifugi in quota.

In Valtellina, la sera del 31 dicembre, si può scegliere tra tre fiaccolate su tre diverse piste prima che lo spettacolo dei fuochi d’artificio illumini il comprensorio e dia avvio ai festeggiamenti per il Nuovo Anno: la Stelvio di Bormio, discesa leggendaria che per le Olimpiadi del 2026 ospiterà, oltre alle gare di sci alpino, per la prima volta come nuova disciplina olimpica anche lo sci alpinismo, la Cevedale di Santa Caterina Valfurva e la Doss Alt di Valdidentro, la più lunga di San Colombano – Cima Piazzi.

A San Vigilio, in Val Badia, inizia invece alle ore 18.00 l’attesa del Nuovo Anno. Ci si ritrova al fondo della pista Erta per ammirare la  fiaccolata dei maestri e degli allievi delle scuole di sci e lo show con i gatti della neve.  Il countdownparty in centro paese, i mercatini e i chioschi di degustazioni sono pronti poi a scaldare l’atmosfera in attesa del nuovo anno.

E anche ad Arabba, nel cuore del DolomiSuperSki, il 31 dicembre l’appuntamento è sulle piste. La tradizionale fiaccolata di fine anno con i maestri delle scuole sci, lungo la pista che dal Monte Burz posta ad Arabba, è un evento imperdibile per chi vuole salutare il nuovo anno.

In Val Gardena, sempre nel cuore del DolomitiSuperSki, a Ortisei, lo show dei maestri di sci sulla pista Palmer è in programma alle 18.15 mentre per la festa di Capodanno l’appuntamento è in piazza. si festeggia il Capodanno in Piazza anche delle vicine Selva di Val Gardena e Santa Caterina.  Festa in piazza anche a Cortina

In trentino, alla Paganella la fiaccolata dei maestri di sci è previsa alle 17.00  presso il campo scuola Laghet,  seguita da fuochi d’artificio e vin brûlé, mentre a Folgaria invece, si festeggia in piazza a partire dalle 22:00.

A Madonna di Campiglio sulle Dolomiti del Brenta, per la serata di Capodanno, l’appuntamento è alle 22.30 in Piazza Sissi per la Festa di Capodanno a Madonna di Campiglio con Rudy Zerbi e Andrea & Michele di Radio Deejay. Festa in piazza anche a La Thuile dove la fiaccolata dei maestri di sci è anticipata al 30 dicembre.

 




In arrivo l’ottava edizione del Magnetic Opera Festival all’Isola d’Elba

Venerdì 8 luglio alle ore 21.30 a Portoferraio ritorna il Magnetic Opera Festival 2022, giunto alla sua ottava edizione. Ad aprire il Festival, presso l’area archeologica della Linguella, sarà il concerto Giovani Eroi all’insegna del più raffinato repertorio barocco.

Giovani e affermati artisti interpretano i personaggi eroici e le mitiche vicende, tra amore, gelosia, guerra e intrighi, evocate dalla musica di Georg Friedrich Händel e Antonio Vivaldi.

Star della serata il controtenore polacco Jakub Józef Orliński, per la prima volta all’Isola d’Elba per il MOF 2022, e il mezzosoprano Natalia Kawałek, specialista indiscussa del repertorio e gradito ritorno per il pubblico del festival. Le voci sono accompagnate dall’ensemble barocco Il Giardino d’Amore, diretto dal maestro Stefan Plewniak nel doppio ruolo di direttore e solista al violino.

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La serata è un invito a immergersi nelle atmosfere di Ercole sul Termodonte e Andromeda liberata di Vivaldi e Tolomeo, Re d’Egitto, Rodelinda, Rinaldo, Giulio Cesare in Egitto e Teseo di Händel, grazie all’accurata selezione delle più belle arie e duetti. E ancora, pagine strumentali scelte dal Concerto in fa maggiore “Il Proteo ò sia il mondo al rovescio” RV 544, dal Concerto in sol minore RV 578a e dal Concerto in re minore RV 540 di Vivaldi.

Il Festival prosegue poi lunedì 11 luglio alle ore 21.30 in Piazza Matteotti a Porto Azzurro con Swinging Generation, progetto crossover tra swing, musica classica e pop con la brillante voce di Natalia Kawałek, accanto al timbro caldo ed emozionale di Stan Plewniak e la The FeelHarmony band guidata da Stefan Plewniak.

Mercoledì 13 luglio, alle 11, nella raccolta cornice del Santuario della Madonna delle Grazie di Capoliveri si terrà il concerto per organo e sassofono ORGANic WOODWINDs, che vede allo strumento a fiato il polistrumentista stiriano Georg Gratzer e all’antico organo di Filippo Tronci del 1738 l’organista, improvvisatore e direttore d’orchestra austriaco Johannes Ebenbauer, impegnati in un inedito dialogo fatto di improvvisazioni su canti gregoriani e inni medievali, arrangiamenti del repertorio classico, ma anche composizioni proprie.

Lunedì 18 luglio alle ore 21.30 è la volta della serata di punta del Festival 2022 alla Linguella di Portoferraio: Una serata con José Carreras, gala concerto con protagonista il grande tenore spagnolo e, accanto a lui, il pluripremiato soprano croato-sloveno Martina Zadro con l’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane diretta da David Giménez.

Corona il programma martedì 26 luglio alle 21.30, sempre alla Linguella di Portoferraio, La Bohème di Giacomo Puccini, per la regia di Alessandro Brachetti e le scene e i costumi di Artemio Cabassi; protagonisti Renata Campanella e Danilo Formaggia, accompagnati dal Coro dell’Opera di Parma preparato da Emiliano Esposito e dall’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane diretta da Stefano Giaroli.

Completano il festival anche tre Matinée di musica da camera in Piazza Matteotti a Capoliveri alle ore 10 di domenica 10 luglio, domenica 17 luglio e martedì 26 luglio.

Il Magnetic Opera Festival è realizzato con il patrocinio dei Comuni di Portoferraio, Porto Azzurro e Capoliveri.

Biglietti del MOF 2022 disponibili su www.liveticket.it/maggyart.

Informazioni sul sito www.maggyart.it e sui canali social ufficiali dell’Associazione Maggyart Facebook e Instagram.




In Arena la Carmen colossal di Zeffirelli

Cinquecento persone sul palco e 13mila sedute tra platea e gradinate dell’Arena di Verona per applaudire con una standing ovation il nuovo allestimento colossal di Carmen di Franco Zeffirelli. L’opera si propone come sintesi dei due diversi allestimenti creati dal Maestro per la messa in scena dell’opera di Georges Bizet all’Opera Festival di Verona. Un caleidoscopio di colori, danze travolgenti, emozioni e musica che catapulta lo spettatore in una caotica Siviglia ottocentesca, ricostruita tra palco a grandezza naturale con case, chiese e piazze avvolte da un sole abbacinante, rendendolo partecipe delle vicende dell’eroina raccontata da Prosper Mérimée che, anche grazie ai librettisti Meilhac e Halévy, è allo stesso tempo una femme fatale sprezzante capace di far perdere all’uomo il controllo di sé, una donna consapevole dei propri desideri, uno spirito libero e la vittima chi  è incapace di accettare la libertà come valore fondate della vita di una persona.

Zeffirelli accompagna lo spettatore dentro la tormentata vicenda della sigaraia e dei suoi amori feroci roventi con il brigadiere Don Josè e il torero Escamillo, con quadri che, fin dall’ouverture, mostrano la grandezza delle masse in scena. Lo spettacolare allestimento integra, anche grazie al coinvolgimento della Fondazione Franco Zeffirelli, la supervisione del suo presidente Pippo Zeffirelli e la partecipazione degli storici collaboratori del Maestro (come Carlo Centolavigna e Lucia Real), le migliori intuizioni di Zeffirelli per gli allestimenti del 1995 e del 2009 con nuovi elementi tratti dai bozzetti originali come i velari che incorniciano il proscenio delimitando, come in un teatro al chiuso, i confini della storia raccontata sul palco. Dirige il maestro Marco Armiliato, Direttore Musicale del 99° Opera Festival, che guida, imprimendo un efficace ritmo teatrale e creando le giuste atmosfere cromatiche Orchestra e Coro della Fondazione Arena di Verona, le voci bianche di A.Li.Ve  e un cast internazionale di stelle a cui si aggiungono la compagnia di ballo areniana con le coreografie originali di El Camborio riprese da Lucia Real e la Compañia Antonio Gades diretta da Stella Arauzo, protagonista di un applaudito intermezzo flamenco tra il terzo e quarto atto. Gli sgargianti costumi sono quelli originali di Anna Anni, mentre le luci sono opera di Paolo Mazzon che evidenzia prima l’atmosfera mediterranea, poi la segretezza dei traffici notturni sui monti e infine il climax con la torrida piazza con al centro una croce votiva quando, nel giorno della corrida, si consuma la tragedia.

Nonostante Carmen sia la seconda opera più rappresentata sul palco dell’Arena di Verona, subito dopo l’Aida e nonostante i due precedenti allestimenti di Zeffirelli siano stati una costante negli ultimi anni, questa versione vale sicuramente il viaggio a Verona per l’atmosfera incandescente creata sul palco; per l’attualità di una storia, quella di Carmen, in grado di rinnovarsi anno dopo anno e di apparire sempre moderna agli occhi degli spettatori; per la realizzazione d’eccezione in ogni singolo dettaglio, compresa l’improvvisazione flamenca a cui la Compañia Antonio Gades dà vita nel cambio di scena a cavallo tra il terzo e quarto atto; ma soprattutto per le voci in grado di incantare, replica dopo replica, migliaia di turisti e melomani.  Meglio organizzarsi fin da subito per non lasciarsi sfuggire l’occasione di assistere a questo appassionante allestimento che ha dato il via al 99° Opera Festival 2022. Le repliche, dopo la prima del 17 giugno, non sono tantissime e nell’ordine: 30 giugno, 14,21,31 luglio e 11,14 e 27 agosto.​




A Verona torna il Nabucco risorgimentale

Un fil rouge unisce l’Arena di Verona e Teatro alla Scala di Milano nell’allestimento del Nabucco di Arnaud Bernard che, dopo aver inaugurato il festival de 2017, torna in scena per otto serate. Dopo il debutto del 25 giugno sono previste altre sette repliche dell’opera di Giuseppe Verdi ambientata in epoca risorgimentale: 1, 7, 10, 23, 29 luglio, 18 agosto, 3 settembre.

Uno spettacolo di ampio respiro storico e cinematografico che si rifà visivamente a Senso, capolavoro di Luchino Visconti, aiutato dall’imponente scenografia di Alessandro Camera che, fra barricate e saloni, ruota intorno al Teatro alla Scala di Milano, città al centro dei moti risorgimentali del 1848. Bernard ricolloca la vicenda biblica negli anni in cui Verdi compose l’opera, mentre gli italiani combattevano per la propria indipendenza e identità nazionale, eleggendo il Nabucco di Verdi, al debutto su libretto di Temistocle Solera, alla Teatro alla Scala di Milano nel 1842 icona di questa lotta. Ecco quindi il tripudio sul palco dell’Arena di bandiere tricolori e anche di un “Viva Verdi” (che, negli ultimi anni dell’occupazione austriaca del lombardo veneto, sottendendo Vittorio Emanuele Re d’Italia, permetteva ai patrioti di manifestare senza incorrere in repressioni) che travolgono il pubblico di emozioni. Efficace la rappresentazione del coro degli ebrei, il coro dei cori con  “Va’, pensiero, sull’ale dorate…”,  all’interno dell’allestimento del Nabucco nel Teatro alla Scala. Una rappresentazione nella rappresentazione, un teatro nel teatro” che, grazie a questo espediente è capace di raccontare la nostra storia

L’allestimento di Bernard legge quindi nel contrasto insito nella vicenda narrata nell’opera – il conflitto tra Babilonia e Gerusalemme – la storia d’Italia negli anni turbolenti del Risorgimento. Ed è questa visione profondamente risorgimentale suggerita da musica e libretto, e propria dei rivoluzionari italiani negli anni in cui Verdi componeva, che ha permesso a Nabucco di diventare nell’immaginario collettivo il titolo patriottico per eccellenza, con il suo Va’, pensiero che si eleva ad inno del riscatto nazionale. Bernard parte da questa interpretazione per rendere il dramma più storico, umano e verosimile.

Il collegamento tra Milano e Verona ha inoltre un doppio valore storico per due motivi: la collaborazione tra le due fondazioni e le stesse origini del teatro milanese che, inaugurato nel 1778, ha ereditato nome e sede dalla chiesa di Santa Maria alla Scala (così chiamata in onore di Regina della Scala, della dinastia degli Scaligeri, Signori di Verona, e moglie di Bernabò Visconti, Signore di Milano) demolita proprio per fargli posto,  Poi, nel ‘900, si è stabilito un tradizionale stretto rapporto tra le due Fondazioni liriche (tanti anni fa l’Arena era definita la “Scala d’estate”).

Con il Nabucco sale sul podio il maestro Daniel Oren che dirige (richiamando anche il pubblico scatenato nella richiesta di bis dopo la prima esecuzione “Va’ pensiero”) Orchestra e Coro, preparato da Ulisse Trabacchin. Nel ruolo del titolo il baritono Amartuvshin Enkhbat che, acclamato in Arena fin dai suoi esordi, torna a Verona immediatamente dopo il successo personale riscosso come nuovo Rigoletto al Teatro alla Scala. Accanto a lui, il soprano uruguaiano Maria José Siri interpreta per la prima volta a Verona il difficilissimo ruolo di Abigaille, al suo debutto areniano il basso Abramo Rosalen nei panni di Zaccaria, mentre il tenore Samuele Simoncini e il mezzosoprano Francesca Di Sauro interpretano rispettivamente Ismaele e Fenena.




Al via il Verona Opera Festival 2022

Al via la 99° edizione del Verona Opera Festival che finalmente, con l’estate 2022, torna agli scenografici allestimenti tradizionali per le 46 serate in cartellone in Arena tra giugno e settembre, mentre si guarda già al cartellone da colossal per il Festival del centenario, quello della prossima estate. Prezzi a partire da 28 euro per i biglietti interi per serate che si preannunciano indimenticabili grazie al fascino del luogo con quasi duemila anni storia ae spalle, alle centinaia di artisti in scena, tra cantanti, ballerini, professori d’orchestra, coro, mimi e acrobati, alle fantasmagoriche scenografie.

LA GRANDE BELLEZZA DEL VERONA OPERA FESTIVAL

Non serve essere melomani per apprezzare il Festival Lirico che, dal 1913, si svolge ogni estate a Verona nell’anfiteatro romano. L’idea, oltre in secolo fa, venne al tenore veronese Giovanni Zenatello che, per celebrare il primo centenario dalla nascita di Giuseppe Verdi, allestì l’Aida in Arena. E, da allora, l’opera di Verdi che si svolge all’ombra delle Piramidi è un appuntamento fisso nella programmazione del Festival: anche quest’anno torna infatti con un allestimento firmato da Franco Zeffirelli. «Torniamo a vedere con entusiasmo, speranza, trepidazione, la luna che sorge sulle nostre guglie da fiaba, su tende gitane, piramidi dorate, mentre l’aria si riempie del canto e della musica universale dei nostri maestri fino all’ultimo degli spalti. Abbiamo voglia, anzi la necessità, di vivere appieno tutto questo, di tornare a respirare …e l’Arena è puro ossigeno» ha commentato in merito Cecilia Gasdia, sovraintendente e direttore artistico.

IN SCENA

L’estate 2022 vede in cartellone  cinque titoli d’opera, tre eventi speciali e tantissime stelle. Il Verona Opera Festival 2022 propone un cast internazionale, tra cui si segnalano Plácido Domingo, Vittorio Grigolo, Roberto Grigolo, Anna Netrebko, Lisette Oropesa, J’Nai Bridges ed Elina Garanča, definita dal New York Times “la miglior Carmen degli ultimi 25 anni” al suo debutto sul più grande palcoscenico sotto le stelle per le serate dell’11 e del 14 agosto. Direttore musicale è Marco Armiliato.«

In scena si alternano La Traviata, Aida, Turandot, Carmen, Nabucco, oltre all’evento Plácido Domingo in Verdi Opera Night  (il 25 agosto) che alza il sipario su Macbeth, Don Carlo e Aida; al ritorno di Roberto Bolle and Friends con un programma che unisce danza classica, moderna e contemporanea (il 20 luglio) e all’appuntamento tradizionale con la musica sinfonica dei Carmina Burana di Carl Orff (il 12 agosto) con la partecipazione di orchestra e coro areniani al completo, due cori di voci bianche e Lisette Oropesa, Filippo Mineccia e Mario Cassi come solisti.

A dare il via al Festival, il 17 giugno, è la Carmen di Georges Bizet con un nuovo allestimento di Franco Zeffirelli che integra il leggendario progetto originario del 1995, con cui il Maestro fiorentino debutto in Arena, con le intuizioni adottate nella ripresa dell’opera nel 2009 e elementi scenografici che il compianto registra aveva solo disegnato e vede il coinvolgimento della Fondazione Zeffirelli e di collaboratori storici dell’artista. Dopo la Carmen, che sarà protagonista per nove serate nel corso dell’estate, è la volta il 18 giugno, dall’Aida, opera icona del Festival, che sarà proposta per undici serate compresa quella di chiusura a settembre. In cartellone poi, per otto serate, il Nabucco di Verdi con la produzione dal respiro risorgimentale di Arnauld Bernard per otto serate; La Traviata di Verdi, ultima creazione di Zeffirelli, sempre per otto serate e, per sei serate, la Turandot di Giacomo Puccini nell’allestimento da fiaba ancora una volta firmato dal Maestro toscano e che vede in scena, per un’unica data evento Domingo.




Con TOP GUN: Maverick il cinema celebra il ritorno degli Anni ’80

È tempo di allacciare le cinture per il ritorno al cinema degli Anni ’80 con TOP GUN a trentasei anni dal film cult entrato nell’immaginario collettivo di Tony Scott.

Dopo più di trent’anni di servizio come uno dei migliori aviatori della Marina, Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise)  si ritrova ad addestrare un distaccamento di diplomati TOP GUN per una missione segreta oltre ogni limite. È in questa occasione che Maverick incontra il tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller), figlio del defunto amico di Maverick, Nick Bradshaw, alias “Goose”.  Di fronte a un futuro incerto e ai fantasmi del suo passato, Maverick si trova a dover affrontare le sue paure più profonde.

C’è una battuta in Top Gun: Maverick che riassume la sua produzione forse più di ogni altra. In una scena tra due dei suoi eroi di ritorno: il personaggio del titolo di Tom Cruise, Maverick, e il suo vecchio nemico, diventato gregario Iceman, interpretato ancora una volta da Val Kilmer. I due stanno discutendo della loro passione per essere piloti, ripensando a cosa significano per loro la loro carriera. “Non è quello che sono”, dice Maverick a Iceman (Val Kilmer) “È quello che sono.”

 

Venerdì 7 settembre 2018, Tom Cruise è tornato a Miramar, la base militare dove è stato girato gran parte di Top Gun 33 anni prima, nella primavera del 1985. Era lì per sottoporsi a un ASTC (Aviation Survival Training Curriculum) completo, per qualificarsi per le vaste sequenze di volo negli F/A-18 della Marina degli Stati Uniti che aveva personalmente insistito fossero essenziali per la realizzazione del suo tanto atteso sequel, Top Gun: Maverick. Dato che ha intrapreso un programma di formazione diverso da qualsiasi altro nella storia del cinema, era impossibile non notare i parallelismi tra Maverick e l’attore che lo interpreta: due uomini che mettono costantemente alla prova i limiti di se stessi e della propria professione.

 

 Top Gun: Maverick è distribuito da Paramount Pictures Studios ed  è interpretato da Tom Cruise, Miles Teller, Jennifer Connelly, Jon Hamm, Glen Powell, Lewis Pullman, Charles Parnell, Bashir Salahuddin, Monica Barbaro, Jay Ellis, Danny Ramirez, Greg Tarzan Davis con Ed Harris e Val Kilmer. Diretto da Joseph Kosinski, su una storia di Peter Craig e Justin Marks, sceneggiatura di   di Ehren Kruger, Eric Warren Singer e Christopher McQuarrie e basato su personaggi creati da Jim Cash e Jack Epps, Jr., TOP GUN annovera tra i produttori lo stesso Tom Cruise, oltre a Jerry Bruckheimer,  Christopher McQuarrie, David Ellison e ai  produttori esecutivi sono Tommy Harper, Dana Goldberg, Don Granger, Chad Oman, Mike Stenson.




Rudy Profumi: 100 anni di storia e una lunga strada da percorrere

Fondata nel 1920 a Milano da Spiridione Calabrese che inizia l’avventura di profumiere nella sua piccola bottega di parrucchiere, partendo dalla miscelazione di tinture per capelli, Rudy Profumi guarda al futuro con la quarta generazione che si è succeduta in azienda e punta su sostenibilità, rispetto dell’ambiente e ricerca. L’azienda, nata dall’intuizione di un uomo dei primi del ‘900 è oggi un’impresa, presente in oltre 30 paesi con una distribuzione capillare che oltre alle profumerie e a 4.000 porte tra farmacie, parafarmacie ed erboristerie.

Ad oggi Rudy Profumi presenta un’ampia gamma di prodotti per la cura del corpo: bagnoschiuma, body cream e saponi liquidi, oltre alle iconiche acque di colonia, ad una linea di diffusori ambiente per la casa. I prossimi progetti del brand riguardano l’ampliamento di tutta la categoria dei prodotti legati all’Home Care, oltre ai già presenti emanatori, così da poter offrire una proposta completa con linee dedicate. La
partecipazione al prossimo Maison&Objet sarà, infatti, un’occasione per consolidare i rapporti con i partner e per aprire nuove possibili collaborazioni nel settore Home Decor.

Le formulazioni delicate e performanti caratterizzano fragranze piacevoli ed evocative che spaziano dal floreale, all’esotico fino alla dolcezza delle note fruttate. Profumazioni ricercate e packaging di design sono la peculiarità dei prodotti masstige di Rudy Profumi. Questo connubio si realizza, in particolare, nella collezione Maioliche: una linea caratterizzata da fragranze ispirate ai profumi tipici italiani e dedicate alle città che ne
rappresentano la storia. Gli agrumi di Sicilia, le erbe aromatiche mediterranee, le rose di Positano e di Amalfi sono solo alcune delle profumazioni racchiuse nelle ceramiche italiane dai disegni esclusivi realizzati a mano e riprodotti sulla confezione.

Tra le novità di Rudy Profumi  la nuova collezione di fragranze per il bucato, profumi pensata per vuole personalizzare i propri capi con fragranze uniche.  Rudy Profumi offre una gamma di 5 fragranze contraddistinte da diverse piramidi olfattive per evocare le più positive sensazioni: toni floreali, fruttati e aromatici.

GIADA: freschezza della primavera grazie alle note di Limone e Pesca. La nota olfattiva si apre con sentori di Limone e Pesca, con un cuore tenero e floreale di Rosa, Gelsomino e Orchidea Bianca per finire con aromi caldi e persistenti di Legni Preziosi, Vaniglia e Fava Tonka.

QUARZO: fragranza caratterizzata da un bouquet floreale seducente. Il profumo si annuncia con le note di Pesca e Limone con un cuore irresistibile di Rose e Fiori di Loto per finire con la freschezza e delicatezza di Muschio Verde.

ZAFFIRO: note verdi e fiorite di Neroli e Fiori Bianchi si combinano alla perfezione con le note calde e preziose di Legni Preziosi, Muschio e Spezie per creare un accordo intenso e persistente.

AMETISTA: fragranza fiorita e frizzante connotata da note verdi di Limone e delicati frutti. Il suo cuore fiorito di Rosa Bianca e Ylang Ylang unitamente alle note di fondo di Legni Preziosi e Muschio Bianco la completano, rendendola fresca e persistente.

TURCHESE: composizione fiorita e delicata. La nota olfattiva è caratterizzata da testa di Vaniglia e Talco su dolci e romantici sentori di Rosa e Geranio. Le note di fondo di Muschio e delicata Vaniglia conferiscono alla fragranza persistenza.




Con “Due figlie, tre valigie”, riparte il Teatro San Babila

Con “Due figlie, tre valigie”, riparte la stagione del Teatro San Babila di Milano che, dal 2013-2014, è diventato anche teatro di produzione con la Compagnia del Teatro San Babila. Proprio come questa frizzante commedia di Claude Magnier diretta da Marco Vaccari, in cartellone fino al 17 novembre, e che ha tutti i presupposti per ripetere il successo parigino. Nella Ville Lumière infatti la commedia “Due figlie, tre valigie” è andata in scena ben 600 volte.  Sul palco milanese Marino Zerbin, Elisabetta Cesone, Marco Vaccari, Stefania Pepe, Gianni Lamanna, Giulia Marchesi, Lornzo Alfieri e Sara Caprera la girandola di comici equivoci che ruota attorno a “Due figlie, tre valigie”. Il testo scritto per il teatro da Claude Magnier (titolo originale: Oscar)  ha ispirato due versioni cinematografiche: una francese, con un irresistibile Luis De Funès nel 1967  e la più recente con Sylvester Stallone e Ornella Muti del 1991.

Christian Martin, modesto contabile in una azienda molto importante si presenta una mattina a casa del suo principale Bertrand Barnier per chiedergli un aumento in quanto intende sposarsi. Martin gli rivela anche di avere fatto qualche discutibile manovra sul bilancio aziendale. La richiesta del ragioniere coglie impreparato l’uomo che scopre ben presto di essere vittima di una sorta di ricatto al quale è costretto a piegarsi. La sorpresa è ancora maggiore quando Martin chiede a Barnier proprio la mano della figlia. Ma ecco che improvvisamente irrompe nella storia la giovane Jacqueline che chiede di vedere l’imprenditore.  La ragazza dice di essere innamorata di Christian Martin e di avergli mentito spacciandosi per la figlia di Barnier. Travolto dagli eventi Barnier è nella confusione totale. Egli si rende conto a questo punto che Martin non è innamorato di sua figlia Colette. In bilico fra tracollo economico e beghe sentimentali il povero, si fa per dire, uomo d’affari vede popolato il suo delirio da dipendenti dimissionari, un personal trainer tutto muscoli e poco cervello, una moglie un po’ svanita.

Dal 21 novembre  sempre sul palco del Teatro San Babila di Milano, sarà in scena “Non sparate sulla mamma”, commedia diretta da Marco Rampoldi e scritta da Carlo Terron; seguono “Che disastro di commedia” (dal 17 al 22 dicembre); “L’ascensore” (dal 7 al 12 gennaio), con Luca Giacomelli Ferrarini, Elena Mancuso e Danilo Brugia;  “Un grande grido d’amore” (dal 21 al 26 gennaio) di Josiane Balasko, v con Barbara De Rossi; e ancora, dal 13 febbraio “La coscienza di Zeno” presentato da Corrado Tedeschi; “Maria Callas Masterclass” (17-22 marzo) con Mascia Musy (17-22 marzo) e, di nuovo con la   Compagnia del Teatro San Babila,  “Colto in flagrante” di Derek Benfield, spettacolo in cartellone anche la notte di Capodanno.

Sugli spalti del Teatro San Babila di Milano torna poi anche l’operetta  con la Compagnia di Operette Elena D’Angelo. In scena “La Vedova allegra, “Ballo al Savoy”, “Al Cavallino Bianco” e “La Principessa della Czarda”. Torna anche, con  l’Associazione Musica in Scena, la Stagione Lirica con quattro titoli: “Rigoletto”,  “Il Barbiere di Siviglia”,  “Cavalleria Rusticana” e  “Tosca”.

 

DOVE, COME E A QUANTO

“Due figlie, tre valgigie”
TEATRO SAN BABILA DI MILANO
Corso Venezia, 2/A – 20121 Milano – Tel. 02 798010

Dal 5 al 17 novembre
martedì – giovedì – venerdì – sabato ore 20.30
mercoledì – sabato – domenica ore 15.30

BIGLIETTI da euro 12 a euro 27

 

 




Una Medea (s)velata

di zZz – Dal 17 al 27 ottobre 2019, al Teatro Menotti, dopo gli Uccelli di Aristofane, Emilio Russo porta la sua Medea.

 Il testo è quello di Euripide (naturalmente). Ed anche se gli attori danno voce, a volte, a parole che Euripide non scrisse, la fedeltà all’originale può comunque essere considerata la regola (con poche eccezioni) di questo ambizioso e coraggioso progetto. Si tratta – credo – di una sfida consapevolmente lanciata dal regista e dai suoi attori a un tempo (quello nostro) reso sempre più indifferente e disinteressato nei confronti della storia e del passato. Onore al merito, dunque, alla controtendenza di questa scelta, che propone un ‘classico’ in un momento storico animato da un pericoloso senso di superiorità (ingiustificato e ingiustificabile) nei confronti di chi ci ha preceduto.

La storia è nota; e chi ancora non la conosce, può rimediare, adesso: la Medea di Russo si fa seguire bene; lineare e semplice pur nella sua complessità strutturale. L’apertura è d’effetto, come pure la chiusura: nenie, respiri e sussurri danno il ritmo e il colore (nonché il senso) ad uno spettacolo che per il testo, avvincente e senza tempo – catalizza l’attenzione fino alla fine, coinvolgendo lo spettatore emotivamente e lasciandolo in bilico nel giudizio: Medea è vittima e carnefice nello stesso tempo; traditrice e tradita; due volte profuga, due volte esule, mille volte trafitta. Maga, dea e amante; figlia e madre. Tanto forte da far ombra a tutti gli altri protagonisti della storia; tanto tragica da ipnotizzare e far tacere il pubblico fino all’uscita della sala. La prima (17 ottobre) si è chiusa così: tra lunghi applausi e nel silenzio del pubblico.

Bella la scenografia, anche se sfruttata poco. Brava Romina Mondello (Medea), anche se poco scomposta: forse avrebbe potuto osare di più e mostrarsi più ‘imbruttita’ dall’azione. Magari per l’emozione della prima (o forse per scelta del regista), oltre al lento movimento del coro, gli altri attori seguivano percorsi fissi sulla scena: forse si sarebbe dovuto dare più movimento al tutto e più ‘corpo’ alle emozioni. Ma a parte questo (de gustibus…), lo spettacolo è da vedere: merita assistere alla lenta apparizione di una Medea che gioca (sapientemente) con il suo copricapo; una Medea velata che si svela davanti agli occhi del pubblico e che, con le mani intrecciate sul suo ventre, mostra ossimoricamente (e ossessivamente) determinazione ed esitazione nel progettare la sua vendetta, che è pure la sua morte.

foto Gianfranco Ferraro




Gaga Symphony Orchestra in concerto al Teatro Dal Verme

Domani sera, 14 maggio, ore 21, il Teatro Dal Verme ospita un evento eccezionale,  uno spettacolo imperdibile dall’inconfondibile sapore symphonic-pop: Dancers in Concert della Gaga Symphony Orchestra

La Gaga Symphony Orchestra è composta da oltre 60 giovani musicisti, tutti rigorosamente under 30, guidati dalla frizzante bacchetta di Simone Tonin (classe 1992) e propone una nuova lettura in chiave sinfonica delle hit pop/rock più belle di sempre, oltre alle ultime novità discografiche che stanno facendo impazzire le classifiche in Italia e in tutto il mondo. E non solo: QUEEN, MAHMOOD, AC/DC, MINA, STEVE AOKI, BILLIE EILISH, POOH, GUNS N’ROSES, ELVIS, AEROSMITH, ARIANA GRANDE, FRANCESCO DE GREGORI, LED ZEPPELIN, BASTILLE, GIORGIA, BON JOVI, ROSSINI, KISS, CLAUDIO BAGLIONI, CELINE DION, CRISTINA D’AVENA sono alcuni dei nomi che affollano la scaletta della serata.

Per questo appuntamento milanese la Gaga Symphony Orchestra ha in serbo una sorpresa davvero unica per tutti i presenti: la nota cantante CHIARA GALIAZZO interpreterà un’esclusiva versione del suo nuovissimo singolo Pioggia viola, eccezionalmente accompagnata dal vivo dall’orchestra sinfonica.

Per DANCERS IN CONCERT la Gaga Symphony Orchestra ha infatti pensato come accontentare tutti i gusti, spaziando dallacanzone italiana ai miti del rock, dalle sigle dei cartoon anni Ottanta e Novanta al grande repertorio operistico e sinfonico, dalle canzoni d’amore che hanno fatto la storia ai successi discografici del momento. Commenta il direttore d’orchestra Tonin: «Le canzoni pop, dalle ballate romantiche alle hit dance con la cassa dritta, mantengono il loro carattere originale, ma nel nostro personale arrangiamento si sfruttano le infinite possibilità timbriche e coloristiche dell’orchestra sinfonica. Inoltre ciò che caratterizza il gruppo e contagia lo spettatore, oltre alla peculiarità dell’offerta tematica, è l’entusiasmo con il quale l’intera orchestra sviluppa lo spettacolo, condito di gag e sketch. Non si tratta di un semplice concerto, ma di un vero e proprio show in cui l’intera orchestra partecipa in maniera attiva. Così a volte capita che ci definiscano una “band”; e noi, infatti, non siamo solo un’orchestra, siamo una “super band”, in cui tutti condividono la stessa energia e sono coinvolti al 100% nel progetto musicale. Per questi motivi la Gaga Symphony Orchestra è unica nel suo genere!».

Ad arricchire il già variegato programma musicale le performance di altissimo livello dei danzatori provenienti da uno dei più prestigiosi corpi di ballo al mondo, il Teatro alla Scala di Milano. I Primi ballerini Martina Arduino e Claudio Coviello ed i Solisti Vittoria Valerio e Marco Agostino sono infatti chiamati ad interpretare due momenti particolarmente struggenti e coinvolgenti del concerto, i medley dedicati alle ballate rock e pop e alle canzoni italiane.

Le coreografie sono eccezionalmente firmate dall’artista di fama internazionale Marco Pelle, coreografo che, tra gli altri, ha firmato importanti ed unici lavori per nomi del calibro di Roberto Bolle, Polina Semionova, Alessandra Ferri e Ryan Murphy (regista e creatore di “Glee”, “American Horror Story”, “Feud” e “Mangia. Prega. Ama.”). «Questo spettacolo afferma Pelleè una sfida personale, perché è la prima volta che presento un lavoro coreografico su canzoni e musica leggera.Questa volta ho voluto unire il mio background classico, ispiratomi dai meravigliosi ballerini della Scala, al mio background geografico e culturale costellato dalle musiche con cui sono cresciuto e che conosco da sempre. La sfida è quindi portare la mia visione artistica e coreografica in una serata in cui sono parte di un processo di costruzione di qualcosa di nuovo, quale è l’innovativa operazione della Gaga Symphony Orchestra».

Per questo spettacolo, capace di coinvolgere e trasportare tutto il pubblico in sala, dai più grandi ai più piccoli, dagli habitué dei teatri ai frequentatori di concerti rock, dagli esperti di musica ai neofiti del genere, il divertimento è assicuratoall’insegna di un ritmo travolgente e melodie incalzanti che renderà difficile rimanere seduti.

La Gaga Symphony Orchestra, ensemble veneto di giovani professionisti del panorama musicale, è noto per proporre durante i suoi spettacoli un originalissimo repertorio pop e dance capace di divertire spettatori di ogni età all’insegna dell’alta qualità artistica. Dai classici evergreen alle ultime hit trasmesse alla radio e sul web, il risultato è un entusiasmodirompente che coinvolge e contagia il pubblico durante ogni concerto. Dal 2012 ad oggi la Gaga Symphony Orchestra ha realizzato oltre 70 spettacoli in Italia e all’estero (Mosca,Berlino, Cairo, Malabo in Guinea Equatoriale), nelle location più varie e diversificate, collezionando numerosi sold out e dimostrando versatilità ed ecletticità nella propria proposta artistica.

Oltre alla partecipazione alle note trasmissioni televisive Italia’s Got Talent e X-Factor (Home Visit con Mara Maionchi), l’Orchestra vanta importanti collaborazioni con artisti della scena pop italiana: nella primavera 2017, dopo l’ottimo piazzamento a Sanremo, il quartetto d’archi della Gaga Symphony Orchestra ha accompagnato Michele Bravi nel suo tour “Anime di Carta”, mentre in settembre ha registrato per il disco di Patrizia Laquidara C’è qui qualcosa che ti riguarda”.Nella primavera 2018 la Gaga Symphony Orchestra ha inoltre accompagnato Patty Pravo nel tour “La Cambio Io La Vita Che”; a settembre dello stesso anno ha preso parte alle riprese del video del singolo “New Yorkdei Thegiornalisti, mentre in autunno ha registrato le parti orchestrali del nuovo disco di prossima uscita di Chiara Galiazzo.

Tra i prossimi impegni la Gaga Symphony Orchestra accompagnerà con la formazione da 40 elementi Francesco De Gregori nel suo nuovo tour estivo “De Gregori & Orchestra – Greatest Hits Live”, da giugno a settembre 2019, presso le location più prestigiose d’Italia, tra cui le Terme di Caracalla, l’Arena di Verona e il Teatro antico di Taormina.

Ad avvalersi delle performance della Gaga Symphony Orchestra anche importanti aziende e brand come PwC,Calzedonia, Intimissimi, Pirelli, Pinko, Smeg e Juventus.

«Che suoni in teatro, in piazza o addirittura in discoteca afferma Sara Prandin, Direttore Artistico dell’ensemble laGaga Symphony Orchestra regala un’esperienza vivace e ricca di stimoli, costruita sullo studio e l’impegno dei giovani. E così,finalmente, intrattenimento e cultura possono avvicinarsi e diventare sinonimi».

Dancers in Concert gode del Patrocinio del Comune di Milano.

Si ringrazia il Main Sponsor Valigeria Roncato per il prezioso sostegno che permette la realizzazione dello spettacolo e il Media Partner Classica HD.

La serata è inoltre un evento eco-friendly: grazie alla collaborazione con il brand Stone Project, la Gaga Symphony Orchestra abbraccia l’ecosostenibilità e diventa la prima orchestra al mondo ad utilizzare per la stampa dei propri spartiti l’innovativa carta ecologica Stone Paper, composta da polvere di pietra e da resina HDPE.

Biglietti da € 10,00 a € 34,00 oltre diritto di prevendita acquistabili su www.ticketone.it e presso la Biglietteria delTeatro Dal Verme.

Info pubblico info@gagasymphonyorchestra.comwww.gagasymphonyorchestra.com

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