1

“Nonna Domenica”, una boutique del gusto dove riscoprire i sapori della tradizione

Le mode vanno e vengono e Milano ne è, da sempre, crocevia. Il rischio? È quello di non conoscere più le tradizioni della cucina italiana che pure, a molti neofiti di sushi e sashimi, potrebbe riservare grandi e golose sorprese. Proprio per questo,  nasce a Milano “Nonna Domenica” una piccola boutique del gusto dedicata alla cucina della nonna e ai sapori della tradizione, quelli appunto per cui non servono dizionari bilingue o costanti aggiornamenti online per capire le meraviglie presenti nel piatto. Sapori autentici, prodotti quando possibile bio e una ricerca costante della tradizione tricolore, nel materia e nella preparazione, sono questi i tratti essenziali di “Nonna Domenica”. L’indirizzo è di quelli da preservare con cura:  via Altaguardia 16, a cinque minuti a piedi dalla fermata della metropolitana di Porta Romana. Meglio prenotare però allo 02-58317200. Il locale si riempie presto apprezzato da chi, in questi pochi giorni dall’apertura, ne ha già provato la qualità, l’ambiente  e i prezzi non eccessivi (per un primo e un secondo si spendono 25-30 euro).  Sono solo 26 infatti  i coperti, così da creare un ambiente intimo seppure curato al minimo dettaglio, dove poter parlare e ascoltare senza essere assordati da vicini ingombranti o da una musica invadente. Il salotto di “Nonna Domenica” è solo leggermente più grande del salotto delle nonne, quello dove la famiglia si riuniva di domenica, ma ugualmente accogliente e dal gusto un po’ retro che invita  alla cordialità e alle chiacchiere. Sarà forse un caso ma persino la musica ascolta da “Nonna Domenica” si adattava perfettamente al locale: solo successi italiani dagli Anni ’70 in poi, quelli conosciuti e canticchiati da tutti nonostante le mode che, nella musica come nel cibo, ogni mese invadono Milano.

 Nonna Domenica 3
Il ristorante nasce dall’idea di Fabio Marenco che nella vita si sdoppia: consulente d’azienda di giorno in Long term Partner e di sera ristoratore per passione con un locale dedicato, per l’appunto, alla nonna: “Nonna Domenica”. Da sempre culto del buon cibo e del buon vivere, Marenco ha coinvolto in quest’avventura quattro soci per trovare,, secondo le sue stesse parole, “un ristorante dove potessi mangiare sano e bene prima di tutto io”. La chef Ilaria, nella prima vita architetto, ha poi tramutato l’idea iniziale in realtà e ricette adeguate addirittura ai tempi moderni da ricettari pluricentenari come le “uova in crostata croccante su crema di asparagi”, un piatto del 1884 portato nel futuro e offerto per 13 euro.  L’idea è basata su tre semplici principi: l’Italianità: nessuna regione precisa, ma tanti spunti e ricette speciali; la tradizione: nessun ingrediente lontano dalle cucine delle nostre nonne; le lunghe preparazioni: macerazioni, frollature, cotture rappresentate da piatti “lenti” per antonomasia.  Il menu poi varia spesso con proposte sempre nuove. 
 
Nonna domenica 4Nonna domenica
Il menù da “Nonna Domenica” non è fisso, ma varia con le stagioni e con le settimane. Ogni volta “Nonna domenica” propone qualcosa di nuovo, goloso e assolutamente da provare. Per questo, anche se è aperto da poco, il ristorante ha già una nutrita rigata di habitué. Da gustare, con il pane fatto in casa, l’arancino spaccato con ragù e accompagnato da culatta scelta, lo sformatino di carote con cuore fondente, il frico friulano con cialde di polenta o il polpo arrosto su crema di patate. Tra i primi meritano una menzione particolare gli Spatzle allo speck con noci e salvia, il risotto zucca e crescenza con semi di zucca o gli gnocchi al ragù bianco di agnello tagliato al coltello con scorzetta di limone e ginepro. Re indiscusso dei secondi piatti è lo stufato d’asina (ormai una rarità introvabile) o, in alternativa, la dadolata di filetto alla “Salsa Speciale della Nonna” con patate al forno e zucchine grigliate. Ottimo il Brandacujun alla ligure o il carciofo capitolino. Come dessert consigliato il castagnaccio all’antica con uvetta, pinoli e rosmarino. Il
Il menù non esteso, pochi piatti, preparati con cura .ma che ciclicamente cambiano secondo diverse categorie: i piatti della nonna, legati alla tradizione e una preparazione lunga che riesce a sprigionare al meglio profumi e sapore, i piatti tipici della cucina regionale e le proposte per una clientela vegana o vegetariana.  La cucina è saporita e leggera, anche la trazione in effetti può essere se non migliorata quanto meno aggiornata alle esigenze moderne. Il tutto accompagnato da una selezione di vini rossi e bianchi scelti  tra piccole cantine italiane con una produzione sotto le 100mila bottiglie all’anno.



In arrivo il Taste of Milano

È iniziato il count down per Taste of Milano che quest’anno debutta negli spazi di  The Mall in Porta Nuova  al centro della nuova area iconica di Milano, crocevia di moda, arte, tecnologia e finanza. L’appuntamento con i quattro giorni del gusto è fissato dal 19 al 22 maggio.  Tra le novità prevista da questa edizione ci sono un’area dedicata ai più piccoli,  l’ingresso libero dopo le 23 e il dj set fino alle due di notte per trasformare in un party la festa del gusto.
Saranno dieci le cucine installate all’interno di The Mall che vedranno alternarsi, nei quattro giorni dell’evento, chef e brigate da Milano e dall’Italia. La formula per gustare l’alta cucina resterà invariata: 3 portate in formato degustazione realizzate da ogni ristorante con prezzi variabili tra i 5 e i 7 ducati (un ducato corrisponde a un euro) e confermata la quarta portata, che in questa edizione rappresenterà l’icona di ogni chef, al costo fisso di 10. Ad essere protagonisti della scena saranno i milanesi: Roberto Okabe con Finger’s, Andrea Provenzani de Il Liberty, Yoji Tokuyoshi di Tokuyoshi, Roberto Conti de Il Ristorante Trussardi alla Scala, Felice Lo Basso del nuovo Felix Lo Basso Restaurant, Wicky Pryian del Wicky’s, Elio Sironi del Ceresio 7, Alessandro Buffolino di Ristorante Acanto dell’Hotel Principe di Savoia, Andrea Berton del Ristorante Berton, Luigi Taglienti del nuovo Ristorante Lume e Tano Simonato di Tano Passami l’Olio. Da fuori regione invece vedremo ai fornelli Giuseppe Iannotti di Kresios di Telese Terme (BN) e Barcellona, Terry Giacomello di Inkiostro di Parma, Angelo Troiani de Il Convivio di Roma e Christian e Manuel Costardi del Ristorante Christian&Manuel di Vercelli.

Per l’intera durata di Taste of Milano sarà poi possibile partecipare a lezioni di cucina per apprendere tutti i segreti dalle labbra degli chef con Electrolux Chefs’ Secrets un’area dotata di 24 postazioni di lavoro dotate di piani cottura a induzione di ultima generazione e piccoli elettrodomestici.

L’ingresso a Taste of Milano è di 16 euro, consumazione escluse.
Orari: giovedì dalle 19:00 alle 02:00, venerdì dalle 19:00 alle 24:00, sabato dalle 12:30 alle 16:30 e dalle 19:00 alle 24:00 e domenica dalle 12:30 alle 16:30 e dalle 19:00 alle 24:00.




La Filetteria Italiana, un nuovo indirizzo per i foodies

La Filetteria Italiana è il nuovo angolo di paradiso per tutti i buongustai, o almeno per i buongustai non vegetariani. Il concept del locale, una novità per il territorio italiano, ha aperto le porte in pieno centro a Milano, a Brera, nell’area più bohèmien della città e propone solo filetti di ogni tipo di carne, provenienti da allevamenti selezionati e certificati.  L’indirizzo è di quelli da non perdere, in via Legnano 18, e si cena a partire dai 20 euro ovviamente la cifra sale qualora si vogliano provare tagli di filetto più blasonati quali il Kobe (proposto a 55 euro), il bufalo o il bisonte (entrambi a 40 euro), o il cammello (a 36 euro).  La Filetteria Italiana nasce da un’idea di Edoardo Maggiori che ha deciso di  concentrarsi sul più pregiato dei tagli di carne realizzando un ristorante dall’ambiente e dall’animo internazionale.

Ogni filetto, servito con le cotture classiche preferite dal cliente, è accompagnato da una serie di salse squisite proposte a rotazione secondo stagione, tra le 50 ideate dallo chef Sammy Assandri. Come la teriyaki con zenzero (fatto marinare una notte intera), la fumè (affumicata, con miele e olio di sesamo), la yakiniku (peperoncini dolci, olio di sesamo e pomodoro), la Susanna (a base di pepe rosa macerato per diverse ore in una crema di panna pastorizzata dallo chef), l’ottomana (a base di melanzane, cipolle di Tropea e olive taggiasche), la salsa verde spumosa, la fonduta valtellinese o la riduzione di aceto balsamico aromatizzata al cipollotto, tanto per citarne alcune. Verdure di ogni tipo, ma anche funghi porcini, funghi shitake, di stagione, arrostite grigliate e trifolate fino alla crema granulosa di cavolfiori, sono solo alcuni esempi dei tanti contorni tra cui scegliere per esaltare i pregiati filetti. Per ben cominciare non mancano entrée a base di tartare speciali condite con zola e tartufo o con rosmarino e capperi, così come per chi non rinuncia al dolce una lista dei golosi dolci (sempre preparati dallo chef) come la mascarponata al lampone, il liquiriziamisu o la nuvola bianca al Macha.

Questo slideshow richiede JavaScript.

 




Bertamè un garage che si trasforma in ristorante

Bertamè è  la storia di un meccanico della vecchia Milano e, allo stesso tempo, è anche la storia di un ragazzo appassionato di sport e di cose belle, che si mette prima in gioco per creare un concept store e poi per reinventare il futuro  di una vecchia trattoria di quartiere, con un pergolato incorniciato da un glicine secolare, che riprende vita grazie al sogno di due ragazzi che guardano al futuro con il gusto per i sapori

Bertamè è la storia di Lorenzo Bertamé e riunisce, sotto un solo nome, tre anime: un garage, un concept store e una trattoria dove i vecchi sapori sono reinventati alla luce di una cucina che coniuga tradizione e innovazione. Un marchio che nasce in un garage e arriva fino in tavola, trovandosi perfettamente a suo agio e lavorando ad alti livelli in ognuna di queste realtà.

È il 1981 quando la piccola auto officina Bertamé apre i battenti in via Lomonaco, traversa di Viale Lombardia, in Città Studi a Milano. Un riferimento per gli abitanti del quartiere, che nel corso degli anni hanno stabilito un rapporto familiare con il proprio meccanico di fiducia. Come spesso accade, Roberto Bertamé non manca di insegnare un mestiere al figlio Lorenzo, classe 1972, cresciuto tra il rombo dei motori.  Lorenzo rileva l’attività nel 2004 e , in poco tempo, il garage diventa  una sorta di spa per le automobili.  Gli affari vanno bene e, se Lorenzo fosse stato un tipo di quelli che si accontentano, non avrebbe nemmeno notato i locali vuoti lasciati dalla banca fallita all’angolo, con quelle belle vetrate che si affacciano sul trafficato viale Lombardia. Invece Lorenzo rileva i locali e li trasforma in un open space, “Be More, dove dare una sbirciatina agli accessori per auto e moto, ma anche oggettistica, dipinti, pezzi d’arredo di design, fino ad arrivare a capi d’abbigliamento e bijoux.

Dal design alla cucina spesso il passo è breve, non solo per quanto riguarda la mise en place della tavola. Affascinato della manualità e dalla cura artigianale di ogni genere di prodotto e grande cultore della qualità della materia prima, Lorenzo Bertamé ha potuto recentemente rilevare i locali di una storica trattoria in via Lomonaco, che ha appena riaperti i battenti, dopo un accurato lavoro di ristrutturazione.

La Trattoria Bertamé si configura come un luogo intimo e familiare, che racchiude in sé tutto l’amore la tradizione e per la cura dei dettagli con la freschezza di un design raffinato. Punto forte del locale è sicuramente il giardino d’inverno, situato sotto un pergolato incorniciato da un magnifico glicine secolare, che per tutta l’estate si configurerà come un ambìto angolo di pace al riparo dal caos cittadino.

Lorenzo Bertamé ha lavorato in prima persona alla ristrutturazione del locale, supportato da Marcello Baroli, che nel 2011 ha fondato MBM Extreme Designer, unendo la pratica dell’attività agonistica relativa all’ambiente motociclistico con quella di interior. Bertamé ha poi affidato le chiavi della cucina a Uriel Manuel Cosi, giovanissimo chef  cresciuto tra il Messico e gli Stati Uniti che ha studiato per la Tattoria Bertamè un menù fatto di pochi piatti ben selezionati, in cui la qualità della materia prima la fa da padrone: il Tartufo di San Giovanni D’Asso, la Composta di Cipolla di Cannara o la Bottarga di Orbetello.  Tutto è rigorosamente preparato al momento, a partire dal pane. Manuel rivisita la cucina tradizionale con il tocco sapiente dello chef, che sa aggiungere una nota esotica ed inaspettata in ogni piatto, da cui emergono chiaramente la sua passione e la dedizione per questo lavoro. Già con 30 euro si può sperimentare una cena sotto il pergolato. A pranzo la Trattoria Bertamè offre soluzioni anche più convenienti.

 




Sushi B, un giardino segreto nel cuore di Milano

Nel cuore di Milano, a Brera, Sushi B offre un rifugio a una giornata di lavoro o di shopping in un ambiente dominato da un immenso giardino verticale.  Sushi B propone una cucina giapponese rivisitata in chiave creativa e innovativa grazie a uno staff in cui la tradizione nipponica si fonde con quella italiana. Niimori Nobuya è l’executive chef, mentre al bar regnano Alessandro Avilla e Lorenzo Andreoni.

L’indirizzo è di quelli iconici: Via dei Fiori Chiari 1/a , proprio all’incrocio rispetto all’Accademia di Brera, in quel che rimane della Milano da bere dopo il rilancio vissuto grazie a Expo. Moda, movida e arte….tutto questo è Brera, insieme a astromanti, bancarelle e un proliferare di ristoranti.  Sushi B tuttavia merita almeno una aperitivo. Se si passa nelle ore pomeridiane l’edificio dice molto poco, ma basta arrivare per l’apertura, possibilmente serale, dalle 19.00, per aprirsi un varco in un giardino secreto. E’ forse infatti la parete verticale trasformata in un rigoglioso giardino uno dei motivi di maggior fascino dei Sushi B per una Milano rimasta orfana del leggendario negozio di Reply in Corso Vittorio Emanuele che per anni offriva uno squarcio di verde all’interno della “City”.  Sushi B offre proprio questo una pausa rigenerate in pieno passeggio dove, se solo si gira lo sguardo alla parte verticale verde, si può godere di una pausa rigenerante sorseggiandone un drink …o, per chi può, assaporando sushi, sashimi e tartare freschissimi e preparati sul momento.

L’aperitivo al Sushi B propone, dalle 19 alle 21.30, una scelta inconsueta di cocktail accompagnati, al semplice prezzo del solo cocktail (10 euro gli analcolici, mentre per gli alcolici si parte dai 13 euro), da delizie servite al tavolo e variabili di giorno in giorno. In particolare il Sushi B suddivide i cocktail in East Inspiration e West Inspiration, in base al drink di provenienza. Da provare il Shinkansen (gin Jinzu, Junmai Ginko, limone, acqua al lemongrass, agave e shiso), il cui nome è lo stesso della linea ad alta velocità giapponese, perché si dice che si beva allo stesso ritmo. Indimenticabile l’appariscente Caosmopolitan (Gin Tanueray al limone, Combier, limone, melograno e fumo al lemongrass) che viene presentato sotto una cupola di vetro per mantenere l’affumicatura; passando da una versione più morbida del classico Negroni: The Boulevardier (Whiskey Bulleit Rye, vermuth Antica Formula, bitter Campari e assenzio), appariscente con il cubo di ghiaccio al suo interno.

Per chi  cerca un viaggio nella cucina giapponese, il Sushi B prevede due menù degustazione: da sette portate (70 euro) o da dieci portate (140 euro).




Fish&Chef cene stellate a portata di portafogli

Cene stellate, alla portata dei portafogli di tutti, in alcuni dei più esclusivi hotel e ristoranti del Garda ma anche street food, street art e street music, un evento nell’evento sul lungolago della cittadina di Garda, durante il quale alcuni tra i migliori chef del Benaco faranno conoscere (e degustare) le loro creazioni, in un appuntamento che unisce anche arte e musica grazie alla collaborazione con (E)VENTO tra i Salici. Tutto questo è Fish&Chef, la manifestazione in programma dal 21 al 27 aprile in alcune delle più belle località del Garda, ideata dallo chef stellato Leandro Luppi e da Elvira Trimeloni.

LE CENE STELLATE FIRMATE FISH & CHEF – Sono sei le cene gourmet in programma per Fish&Chef (costo 70 euro, prenotazioni direttamente negli alberghi). Le sei cene di Fish&Chef toccheranno località dai panorami mozzafiato come Malcesine, Gardone Riviera, Garda, Bardolino e Costermano. A mettersi alla prova con la cucina del pesce di lago saranno alcuni dei più importanti chef internazionali, due dei quali in arrivo dal Giappone. Ad alzare il sipario sull’evento, giovedì 21 aprile, sarà lo chef Luca Marchini (1 stella Michelin) dell’Erba del Re di Modena, protagonista della cena in programma all’Hotel Bellevue San Lorenzo di Malcesine (VR).

Il 22 aprile al Grand Hotel Fasano a Gardone Riviera (BS) scenderà in campo Peter Brunel (1 stella Michelin) del ristorante Borgo San Jacopo di Firenze.

Domenica 24 aprile, Fish & Chef torna sulla sponda veronese del Garda: all’hotel Aqualux di Bardolino toccherà ad Andrea Berton (1 stella Michelin) del ristorante Berton di Milano.

Lunedì 25 aprile al ristorante Villa Fiordaliso di Gardone Riviera  (BS) gli ospiti potranno lasciarsi estasiare dai sapori della cucina di Andrea Aprea (1 stella Michelin) del ristorante Vun di Milano.

Martedì 26 aprile, all’Hotel Regina Adelaide di Garda (VR) andrà in scena la cucina degli ospiti internazionali di questa edizione: Valentino Palmisano e Kido Toshimizu del Ritz-Carlton di Kyoto, in Giappone.

A La Casa degli Spiriti di Costermano, mercoledì 27 aprile, si terrà il gran finale a più mani: anche la conclusione dell’edizione 2016 è affidata al Dream Team Lake Garda composto dai top chef del Garda che giocheranno in casa per interpretare i prodotti del loro territorio.

STREET FOOD STREET ART STREET MUSIC – Tutti i giorni dal 21 al 27 aprile il lungolago della cittadina di Garda sarà animato da un evento nell’evento, che nasce dalla collaborazione tra Fish & Chef e (E)VENTO tra i Salici, un’associazione che organizza manifestazioni culturali per dare voce alla creatività giovanile. Nella kermesse di piazza si avvicenderanno alcuni tra i migliori chef gardesani con le loro preparazioni e performances di street artist e street band. Un’occasione per conoscere i segreti dei cuochi stellati e degustare le loro specialità.

 

 




Le stelle Michelin illuminano il Casinò di Sanremo

Serata gourmet al 100% quella in programma il 5 febbraio al Casinò di Sanremo. Una cena di gala alla riscoperta dei sapori che da sempre contraddistinguono le eccellenze agroalimentari della Liguria e del Piemonte, due Regioni dalla lunga e radicata tradizione culinaria. A dirigere i fornelli gli chef stellati Paolo e Barbara Masieri dell’omonimo ristorante di Sanremo e Walter Ferretto del Cascinale Nuovo di Isola d’Asti.

La serata si propone come un vero e proprio percorso, con la partecipazione dei principali consorzi agricoli, alla riscoperta delle più genuine tipicità locali: dal Barolo del cuneese e dal Barbera d’Alba al Rossese e al Vermentino della Riviera di Ponente, dal gambero di Sanremo alla carne Fassona, dai grandi formaggi piemontesi al pregiato olio ligure.

Personalità diverse ma complementari, quelle degli chef. Walter Ferretto ama innovare e allo stesso tempo esaltare i sapori della tradizione. Aperto alle nuove tendenze e ai nuovi sapori propone piatti capaci di coniugare la grande cucina piemontese con i profumi e sapori di tutto il mondo.

Paolo e Barbara Masieri, invece, fanno della ricerca e della valorizzazione dei prodotti del territorio il loro punto di forza. Solo pesce locale controllato e garantito, cacciagione delle Alpi Marittime alle spalle di Sanremo, formaggi prodotti con latte di allevamenti del territorio, pane e focaccia fatti con farine locali biologiche macinate a pietra e soprattutto verdure rigorosamente coltivate in proprio o da piccoli produttori locali. Dalla loro maestria nascono piatti della tradizione locale e di cucina ligure contemporanea.

Questo “scambio tra eccellenze” liguri e piemontesi è il primo dei due appuntamenti che la Regione Liguria e la Regione Piemonte hanno scelto di sostenere per promuovere i prodotti locali: il secondo atto andrà infatti in scena il prossimo mese di luglio a Barolo, in occasione dell’ottava edizione del Festival Collisioni inaugurato dal concerto di Elton John.




Osterialnove: dove si sposano tradizione e innovazione

di Matteo Biondetti – Al civico 9 di Via Thaon di Revel, in piena zona Isola di Milano, si trova l’Osterialnove (www.osterialnove.com), punto di incontro per gli appassionati della musica e del buon cibo. Questa “cantina”, che dispone di due ampie stanze arredate in stile rustico ma curato, con tavoli in legno, pareti in muratura a vista e un bel pianoforte a coda, nonché di una splendida veranda che si affaccia su un giardino privato per godere di rari momenti di pace e tranquillità, offre infatti a coloro che desiderano assaporare cibi tradizionali, reinterpretai con creatività, anche serate speciali dedicate a diversi generi musicali (sezione eventi del sito web). Il menu, che varia in base alle stagioni, spazia da portate semplici, quali taglieri di salumi e formaggi italiani selezionati dalle migliori macellerie e da noti caseifici, a piatti più innovativi e ricercati (gallinella di mare con mousse di cachi, riso carnaroli agricola Osenga con mirtilli e prosecco, filetto di ricciola aromatizzato all’arancia con broccoletti e mandorle tostate), ed è arricchito da una buona selezione di vini e da gustosissimi dolci. Il servizio è gentile e curato e il prezzo per la cena si aggira intorno ai 30/40 Euro, bevande e vino inclusi.

FullSizeRender-2




Cantina della Vetra: gli autentici sapori milanesi

di Matteo Biondetti – Un luogo dai veri sapori milanesi, ove la cura estetica dei piatti si sposa perfettamente con la tradizione della cucina meneghina, in un ambiente confortevole e familiare a pochi passi dalle Colonne di San Lorenzo, fulcro della movida cittadina. Stiamo parlando del ristorante e enoteca Cantina della Vetra.

Ottimi gli antipasti, in particolare la pancetta sette strati con sfoglie di pane, castagne e mele, e, come secondo, il brasato di manzo al barolo, ideale per la stagione A/I, accompagnati da un’interessante selezione di vini, di cui noi consigliamo, sconfinando nel vicino Veneto, il Brolo Campofiorin Oro della cantina Masi, dal gusto vellutato ed elegante ispirato alla produzione dell’Amarone.

Chiude il nostro commento positivo l’ottimo servizio e i prezzi adeguati alla location ed alla qualità del cibo, tra i 40/50€.

Necessaria la prenotazione nel fine settimana.

Cantina della Vetra, Via Pio IV, 3, 20123 Milano

Telefono 02 8940 3843

www.cantinadellavetra.it




Bormio, un paese tutto da bere

Appuntamento da non perdere a Bormio. Sabato primo agosto,  con la “Serata dei Vini”, le case vitivinicole valtellinesi si daranno appuntamento nelle corti storiche per far conoscere a tutti i dettagli e le particolarità delle loro produzioni. Si potranno degustare vini come il Sassella, il Grumello, lo Sforzato, e concludere con assaggi di grappe, amari locali (come il Braulio e la Taneda, giusto per citare i più famosi) e tisane della tradizione.
Una serata tutta da bere per chi sta cercando fresco e paesaggi in Valtellina.