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La Festa di Duanwu a Shoo Loong Kan

Da Shoo Loong Kan si celebra la Festa di Duanwu, o anche Festa delle Barche Drago, con giochi, spettacoli e ravioli in omaggio.

La Festa di Duanwu, le cui origini pare risalgano 7mila anni fa, è una delle quattro principali festività tradizionali cinesi celebrata ogni anno il quinto giorno del quinto mese lunare, giornata in cui il movimento celeste della stella del drago nella sua posizione centrale meridionale viene considerata di buon auspicio. La festa fonde l’antico culto del drago totemico  con la commemorazione in onore del poeta patriota Qu Yuan che, nel 278 a.C., per non assistere alla caduta del suo regn si annegò nel fiume Miluo, diventando così un simbolo di lealtà e patriottismo celebrato dal popolo che ogni anno, in suo onore, getta nel fiume foglie di bambù ripiene di riso come offerta. Da qui le usanze delle gare di barche drago e del consumo di zongzi.

Per questo, dal 30 maggio al 1° giugno, Shoo Loong Kan, il ristorante milanese dedicato all’hot pot, celebra la Festa delle Barche Drago omaggiando i clienti con un piatto di ravioli zongzi (fagottini piramidali di riso glutinoso avvolti in foglie di bambù, ripieni di ingredienti dolci o salati), pietanza porta fortuna che si consuma tradizionalmente per l’occasione, in due versioni: una vegan con datteri e una per onnivori a base di carne di maiale e piselli gialli. Fino al 15 giugno inoltre sono in promozione 2×1 sia i rotolini di manzo e di agnello per l’hot pot (tra i piatti più amati del menu) che la birra cinese Snow Beer.  In programma anche giochi per coinvolgere adulti e bambini. Appuntamento speciale domenica 1° giugno a pranzo (dalle 12:30) con la performance live dell’Ambasciatrice della Musica Tradizionale Cinese in Italia Melody Pipe che suonerà dal vivo la pipa, strumento musicale cinese a quattro corde appartenente alla famiglia dei liuti.




Kew Gardens, un eden per una piccola fuga dal centro di Londra

In venti minuti di metropolitana District Line dal cuore di Londra si arriva a Kew Gardens, un paradiso terrestre dove rifugiarsi quando i troppi turisti in giro per la City diventano insostenibili. Questi giardini botanici, Royal Botanic Gardens, offrono infatti un’occasione unica per un viaggio tra storia, scienza e natura. I giardini botanici di Kew Gardens, dichiarati patrimonio Unesco dal 2003, con le oltre 50mila piante specie diverse su 132 ettari, che rappresentano una culla di biodiversità, oltre a essere un luogo di scoperta e di relax per chi visita Londra. Ogni stagione porta con sé colori e novità in questi giardini a un chilometro dal centro di Richmond. Ma le fioriture estive e il verde degli alberi secolari e dei prati rappresentano ancora di più una tentazione unica.

Programmare la visita a Kew Gardens L’ingresso a Kew Gardens, aperto in questa stagione dalle 10 alle 19 (20 nei fine settimana), costa fino a fine ottobre 25 sterline acquistando il singolo biglietto ai cancelli (11 sterline se si entra dopo le 16) e, se ci si innamora di questi giardini, si può considerare al termine della visita di pagare la differenza per l’annual pass (78 sterline con l’addebito diretto, 90 con la carta di credito). Non mancano pacchetti e pass per famiglie.  Gli accessi ai giardini botanici sono diversi sia in direzione Richmond (la porta di ingresso più vicina al distretto chic di Londra dista solo un chilometro dai giardini), sia in prossimità della metropolitana (fermata Kew Gardens) e del treno  (fermata Kew Bridge).

 

Palazzi Reali a Kew Gardebs
Kew Palace a Kew Gerdens Immagine su gentile concessione di RBG Kew
Crediti fotografici di RBG Kew

Kew Gardens, una storia Reale L’origine di Kew Gardens si deve a Lord Capel di Tewkesbury che, nel 18° secolo, crea un giardino esotico attorno a Kew House, demolita poi nel 1802.  Nel 1720 viene scelto come rifugio privato e domestico, lontano dai cerimoniali di corte, dalla famiglia reale. Nel 1759 la Principessa Augusta, madre di Giorgio III, espande i giardini grazie a piante in arrivo da ogni parte del mondo. Nel 1840 Kew Gardens è riconosciuto Orto Botanico Reale e viene aperto al pubblico. Kew Gardens ha quindi una lunga storia legata alla famiglia reale britannica che parte dalla Principessa Augusta, passa dalla Regina Charlotte e da Giorgio III che qui passa lunghi periodi di degenza, e arriva fino alle celebrazioni in famiglia tenutesi per la Regina Elisabetta. Kew Palace, costruito nel 1631 da un mercante fiammingo, Samuel Fortrey ed entrato nel perimetro di Kew Gardens, è accessibile con il biglietto di ingresso ai giardini botanici e offre uno spaccato sulla vita familiare di Giorgio III e della Regina Charlotte.  Storie reali riprese anche dalla saga di Bridgerton (non è un caso che in esposizione vi sia anche la parrucca indossata nella saga creata di Shonda Rhimes dalla Regina Charlotte). Qui si trovano anche il Queen’s Garden e le cucine reali. 

Estate a colori a Kew Gardens
L’estate a Kew Gardens si tinge dei colori delle ninfe-
Immagine su concessione di @ RBG Kew
PTC Credit line Zoe Stewart © RBG Kew

I tesori di Kew Gardens La giornata scorre fin troppo veloce a Kew Gardens tra l’esplorazione dei tesori botanici custoditi nelle serre (le più note, la Palm House e la Temperature House, risalgono a metà ‘800 così come la Waterlily House, mentre la Bosau House nel 1997, la Davies Exploration House nel 1949 e più recentemente sono state aperte nel 1987 la Princess of Wales Conservatory e nel 2006 la Davies Alpine House), i tanti giardini (da quello sulle rocce, al mediterraneo fino al giapponese), le piccole oasi a bordo lago  e la scoperta dell’immenso parco dove, tra piante secolari provenienti da ogni parte del mondo, si nascondono tempi, cottage, la Pagoda alta 50 metri con ben 80 draghi completata nel 1762 come regalo alla principessa Augusta e persino case giapponesi. Da non perdere la Treetop Walk Way una passeggiata tra gli alberi a 18 metri di altezza che offre una vista suggestiva sui giardini. All’orizzonte si intravedono i grattacieli e le cupole del centro di Londra che dista solo dieci chilometri da Kew Gardens ma sembra un altro pianeta.

 

Passeggiare in cima agli alberi a Kew Gardens
Tree Top Walk Way: a Kew Gardens si passeggia in cima agli alberi Immagine su concessione di RBG Kew
Crediti fotografici di RBG Kew

 

Relax sul prato o  all’Orangerie Innumerevoli i posti dove rilassarsi sull’erba (o sulle numerose panchine) e improvvisare un picnic, facendo attenzione che i numerosi scoiattoli, oltre a volpi, oche e anatre presenti nel parco botanico, non lo interpretino come un invito a pranzo. Non mancano in ogni caso le caffetterie dove fermarsi per una pausa golosa. All’Orangerie si pranza con una ventina di sterline.

 

Il bosco di bamboo a Kew Gardens Immagine su concessione
Credit RBG Kew

 

 

 




In Slovenia sul Lago di Bled per rigenerare lo spirito

Il Lago di Bled, Slovenia è un’oasi di concentrazione tra natura e silenzio un rifugio perfetto per rigenerare mente e spirito, passeggiando lungo il perimetro del lago (il percorso è lungo circa sette chilometri e può essere svolto a piedi, in bicicletta o a bordo di una delle tradizionali carrozze chiamate “Fijakerji”), esplorando i sentieri alpini e concedendosi una fetta della famosa torta alla crema di Bled (la Kremna Rezina). A un’ora di bus da Lubiana, con le sue acque cristalline incorniciate dalle  montagne, l’isola al centro del suo lago e la vista sulle Alpi Giulie, il Lago di Bled sembra uscito da una fiaba, anche se in realtà si tratta di una destinazione a misura d’uomo che è bello scoprire a piedi o in bicicletta ed è la meta perfetta per un soggiorno all’insegna di storia, natura e relax.  

La Campana dei desideri di Bled Al centro del lago si trova la piccola Isola di Bled con la sua Chiesa della Madonna sul lago che si dice sorga dove prima si trovava un tempio dedicato a Živa, la dea pagana della vita e della fertilità. Per raggiungere la chiesa è presente una scalinata composta da 99 gradini e, secondo una tradizione, se una coppia si vuole sposare qui è necessario che lo sposo porti la sposa in braccio per tutti gli scalini. Secondo una leggenda inoltre, tutti coloro che ascesi al campanile suonano la campana vedranno esauditi i propri desideri. Si racconta infatti  che cinquecento anni fa, proprio a Bled vivesse una coppia felice di novelli sposi. Alla morte di lui, la vedova fece fondere tutto l’oro in suo possesso per forgiare una campana per la chiesa al centro dell’isola. La campana tuttavia non arrivò mai a destinazione: una burrasca ribaltò la barca che la trasportava. Il Papa venuto a conoscenza della triste storia decise di donare una nuova campana all’isola. E fin dal 1534, anno dell’arrivo della campana a Bled, chiunque esprima un desiderio può  contare sull’aiuto dell’l’infelice signora del lago.

Il Castello più antico della Slovenia Su uno sperone di roccia strapiombo sul lago, si erge a 130 metri di altezza una fortezza medievale tanto severa, nell’aspetto esterno, quanto ricca e decorata all’interno che vanta, tra l’altro, affreschi barocchi nella cappella reale). Il castello è stato citato all’inizio del XI secolo quando re Enrico II lo offrì in dono al Vescovo di Bressanone e alla sua diocesi. Oltre a una ricca collezione museale e una cantina vinicola da fare invidia, il castello ospita anche il Ristorante Blejski Graddove i piatti tipici locali e regionali sono riproposti in chiave moderna e sofisticata, nel rispetto della tradizione gastronomica della Gorenjska e della Slovenia. Insignito della Forchetta d’oro nella guida Falstaff 2022 e del marchio Slovenia Green dell’Ente Sloveno per il Turismo, il ristorante gode di una vista invidiabile sulle montagne e sul lago.

Dove dormire a Bled  Il Rikli Balance Hotel offre a ogni ospite ciò che il naturopata svizzero Arnold Rikli scoprì sul Lago di Bled ben 200 anni fa: equilibrio, calma e benessere.
In alternativa il Camping Bled (Kidričeva cesta 10c), ombreggiato e con wi-fi gratuito, è un luogo ideale per lavorare in camper immersi nella natura per una esperienza soddisfacente di workacation. 




In viaggio negli Usa tra parchi divertimento

Un viaggio negli Usa tra parchi divertimento tematici, tra montagne russe adrenaliniche e attrazioni all’avanguardia, può rivelarsi sorprendente grazie alle nuove aperture e alla celebrazione di anniversari importanti.
Le novità di Orlando La più grande novità nei parchi a tema negli Stati Uniti è il debutto, il 22 maggio, di Universal Epic Universe. Il quarto parco tematico di Universal Orlando in Florida invita i visitatori a esplorare mondi dal Dark Universe, con un omaggio a Dracula e ad altri mostri della tradizione Universal, al The Wizarding World of Harry Potter – Ministry of Magic e al Super Nintendo World. Molti parchi a tema offrono anche hotel integrati dove gli ospiti possono rifugiarsi dopo lunghe giornate trascorse sulle attrazioni. In occasione dell’apertura di Universal Epic Universe, è prevista l’inaugurazione dell’Universal Helios Grand Hotel.
Novità anche nel vicino Walt Disney World con la nuova parata notturna Disney Starlight: Dream the Night Away, mentre nei Disney’s Hollywood Studios debuttano due nuovi spettacoli: Disney Villains: Unfairly Ever After e La Sirenetta – Un’avventura musicale.
Sempre a Orlando al SeaWorld apre Expedition Odyssey,  un’attrazione che permette di sorvolare paesaggi artici e ammirare da vicino beluga, trichechi e altre  creature marine.
Poco distante, il 23 maggio apre le porte il nuovo acquario Sea Life Florida all’interno di Legoland Florida.Anniversari che contano nei parchi  divertimento a tema Settant’anni fa, Walt Disney apriva ad Anaheim, in California, il Disneyland Resort, tracciando il modello del moderno parco divertimento a tema. Il parco celebra l’anniversario con il nuovo nuovo evento Tapestry of Happiness e gli spettacoli Paint the Night Parade e Wondrous Journeys. Sempre nel Golden State, il Belmont Park di San Diego celebra il suo centenario nel 2025. Nel Tennessee, infine,  Dollywood, il parco di divertimento a tema di Pigeon Forge dedicato a Dolly Parton, celebra i suoi primi quarant’0anni con una serie di festival, concerti di musica dal vivo e la nuova Dolly Parton Experience, che permette ai visitatori di immergersi nella vita e nella carriera della star.

I parchi di divertimento intramontabili a stelle e strisce A New York Coney Island spicca tra le icone dell’intrattenimento americano. Ancora oggi i visitatori possono vivere l’emozione delle sue montagne russe, il Coney Island Cyclone e la Wonder Wheel, oltre a godersi una passeggiata sulla  passerella affacciata sull’oceano.  Nel cuore di Chicago al Navy Pier la Centennial Wheel con i suoi sessanta metri rende omaggio alla prima ruota panoramica, presentata durante l’Esposizione Universale Colombiana del 1893.  Sulla costa della California meridionale, il Pacific Park, situato sul molo di Santa Monica, permette di salire su giostre e montagne russe in uno scenario d’eccezione diventato famoso grazie a numerosi film e serie televisive.




Alla scoperta della biodiversità del Perù

L’Earth Day, celebrato il 22 aprile, riporta l’attenzione su destinazioni dove la biodiversità è protagonista come il Perù che vanta una sorprendente varietà di ecosistemi grazie a un territorio che si estende dall’Oceano Pacifico alle Ande fino alla Foresta Amazzonica.

Il Perù è sinonimo di natura ed è uno dei dieci paesi al mondo con maggiore biodiversità e risorse naturali:  246 aree naturali protette che includono 15 parchi nazionali, 18 riserve, 9 santuari nazionali e 4 santuari storici. Ospita oltre 1.800 varietà di uccelli e il 10% di rettili, mammiferi e pesci dell’intero pianeta, oltre a 3.500 specie di orchidea. Offre una straordinaria biodiversità, con paesaggi che spaziano dalle Ande alla foresta amazzonica, fino alle coste dell’oceano Pacifico. Dal Parco Nazionale di Huascarán (regione di Áncash) con le sue cime innevate, al lago Titicaca (Puno), il lago navigabile più alto al mondo, passando per la riserva di Tambopata (regione di Madre de Dios) e quella di Pacaya-Samiria (Loreto), la più grande del Paese che offre infiniti corsi d’acqua e zone umide, il Perù rappresenta una meta perfetta per il turismo naturalistico e per scoprire una fauna e una flora uniche al mondo.

Sulla costa nella regione di Ica, il Parco Nazionale di Paracas e le Isole Ballestas sono ricchi di uccelli marini, leoni marini e pinguini di Humboldt. Ica, molto vicina a Lima, è un’area prevalentemente desertica dove è possibile vivere ogni genere di esperienza. A cominciare dalla più popolare: gli amanti della natura e dell’ornitologia possono imbarcarsi per le isole Ballestas e il parco nazionale di Paracas. Gli avventurieri possono esplorare l’oasi del deserto di Huacachina o sorvolare le Linee di Nasca, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Le linee di Nasca non sono altro che geoglifi tracciati sulla superficie del deserto formati da una linea continua, che misurano fino a 300 metri di lunghezza e i cui messaggi rimangono tutt’oggi un mistero irrisolto. Dal cielo si possono distinguere chiaramente il Colibrì, la Scimmia, l’Uccello Fragata, l’Uccello Gigante e il Ragno. E ancora a sud di Lima nella Riserva Nazionale di Paracas, che deve il proprio nome alle tormente di sabbia o “paracas” molto frequenti nella zona, vivono in armonia leoni marini, pinguini di Humboldt, fenicotteri ed altre specie protette. Trovandosi a solcare il mare in direzione delle Isole Ballestas, sulle cui spiagge vivono migliaia di leoni marini, è possibile osservare chiaramente un enorme geoglifo di origine incerta denominato Il Candelabro. E ancora, ci si può divertire prenotando un tour in 4×4 sulle dune o organizzando un picnic di lusso sotto le stelle nel deserto. Da non perdere a Ica, definita la città del sole eterno, anche un tour presso le cantine vinicole della zona.

Sulle Ande peruviane, nella valle dell’Urubamba, il Machu Picchu e l’omonima montagna su cui sorge è rinomato anche per la sua ricchezza di biodiversità con oltre 400 specie di orchidee, oltre a bromelie, felci e alberi. La sacra città nel cuore delle Ande peruviane è uno dei maggiori simboli dell’impressionante architettura e ingegneria dell’Impero Inca. Questa cittadella è formata da templi, palazzi, terrazze, monumenti, complessi e muraglie; oltre a canali d’acqua, edificati con grandi blocchi di pietra. Machupicchu è collegata a diversi siti archeologici attraverso la rete Qhapaq Ñan e qui si trovano 5 percorsi di trekking del Sentiero Inka. Lo scorso 27 giugno, inoltre, in occasione del 17° anniversario della sua nomina ad una delleSette Meraviglie del Mondo Moderno, il Santuario Storico di Machu Picchu è stato nuovamente riconosciuto una “Destinazione Carbon Neutral”. 


Arequipa è un altro punto di interesse, soprattutto per il condor andino che si trova principalmente su queste montagne. Questa regione interna offre una vasta gamma di ecosistemi, dalle calde coste dell’oceano Pacifico alle alte cime delle Ande, creando una grande diversità di habitat, tra cui deserti, valli, canyon, boschi secchi, zone umide e montagne. La Regione di Arequipa a sud del paese, che si estende dalle Ande alla costa, è celebre per lo sconfinato Canyon del Colca, il secondo più profondo al mondo, ma anche per lo splendore della Città Bianca, costellata da attrazioni culturali uniche. La città di Arequipa regala un paesaggio architettonico tanto unico quanto impressionante, in cui la protagonista è la pietra sillar, una roccia chiara di origine vulcanica. L’itinerario del Sillar, consente di assistere all’intero processo di estrazione e di intaglio del minerale. Il percorso comprende la visita alle cave di Añashuayco, Cortadores e Culebrillas, situate alle porte della città. Tra i luoghi più visitati è il Sillar Rosado, un canyon che, grazie alla particolare combinazione di sabbia, roccia, sillar e gli effetti della luce solare, riflette nelle sue strutture un particolare colore rosa. Lungo il percorso Arequipa – Yura, invece, a circa un’ora e mezza da Arequipa, si trova la spettacolare Riserva Nazionale di Salinas e Aguada Blanca, un’area naturale di oltre 360.000 ettari che, nella parte sud-occidentale, è custodita dai vulcani Ubinas, Pichupichu, Misti e Chachani mentre, a nord, si affaccia sulle cime innevate Chuccura e Huarancante. Inizialmente concepito come luogo per la protezione delle vigogne, oggi la Riserva ospita 37 specie di mammiferi, tra cui lama, alpaca, ma anche puma o rare volpi andine, 158 specie di uccelli e numerose altre varietà animali, facendone un territorio ideale per l’avvistamento della flora e della fauna tipiche della Regione. Infine, a 163 km dalla città di Arequipa e vicino al villaggio di La Candelaria, è possibile ammirare il Complesso Archeologico di Toro Muerto, uno dei siti con la più grande quantità di arte rupestre del pianeta. I petroglifi di Toro Muerto, infatti, contengono circa 2600 blocchi incisi a basso rilievo con immagini geometriche, zoomorfe e antropomorfe. A soli undici chilometri dai petroglifi si trova anche il Parco Giurassico di Querullpa, dove nel 2002 sono state scoperte impronte di dinosauri e fossili di pesci. Nelle vicinanze si estende il fiume Majes, costellato da diverse cantine di vino e pisco, dove è possibile effettuare visite guidate e degustare l’acquavite nazionale.

La regione di Lambayeque nel Perù settentrionale vanta la presenza della Riserva ecologica di Chaparrí, Wildlife Refuge di Laquipampa, nel bosco di Pomac e nello storico Santuario di Chaparrí. Questa zona del Perù  è stata la terra di grandi re che governarono il nord del paese tra il I e il VI secolo dopo Cristo, per cui l’area conserva numerosi resti archeologici di grande valore tra Sicán, Túcume e Chotuna. I reperti, uniti alle ricchezze naturali, offrono una proposta turistica sorprendente. Tra le bellezze culturali nell’area non si può non menzionare la tomba di uno degli uomini più potenti dell’antico Perù: i resti intatti del Signore di Sipán scoperti nella Huaca Rajada (piramide), considerato il più grande ritrovamento archeologico della storia peruviana. Meravigliosi gioielli d’oro, d’argento e turchesi, ornamenti per il petto e pendenti; preziose ceramiche e oggetti finemente lavorati, oggi conservati nel Museo delle Tombe dei Re. Merita una tappa  Túcume, un importante sito archeologico formato dai resti di molte piramidi, attorno a una struttura rocciosa conosciuta come la linea della collina. Si ritiene che il luogo sia stato occupato prima dalla cultura Lambayeque, tra il 1000 e il 1370 d.C., poi dai Chimú, tra il 1370 e il 1470, e infine dagli Incas, tra il 1470 e il 1532, poi arrivarono gli spagnoli. Il sito, chiamato dalla popolazione locale El Purgatorio o Huaca La Raya, è formato da decine di piramidi preispaniche di notevoli dimensioni, che ne fanno uno dei più grandi siti archeologici d’America.

 

 




I primi cent’anni della Route66

La Route66 si avvia a compiere cent’anni  nel 2026. Non c’è momento migliore, potendo, per organizzare un road trip negli Usa sull’autostrada che collega Chicago a Santa Monica divenuta, nel corso dei decenni, icona stessa del viaggio e della libertà.

Conosciuta anche come Mother Road, la Route66 è stata la prima autostrada completamente asfaltata degli Stati Uniti e si estende per quasi 4.000 km attraverso otto Stati: IllinoisMissouriKansasOklahomaTexasNew MexicoArizona e California. Questo leggendario percorso ha contribuito a lanciare la tradizione del Grande Viaggio Americano e oggi diventa un viaggio nel tempo e nel cuore della provincia americana tra centinaia di motel vintage, pompe di benzina kitsch, diner improbabili, siti storici,  cinema drive in, muffler man (statue giganti che sponsorizzano attività commerciali), insegne al neon, attrazioni stradali e strade principali di piccole città da esplorare lungo il percorso.

Un tempo via principale per chi si spostava verso ovest, La Route66 ha favorito l’espansione di piccole attività commerciali, stazioni di servizio e aree di sosta lungo il percorso, diventando simbolo di un’epoca grazie. La sua presenza nella letteratura, nel cinema e nella musica ha consolidato la sua fama internazionale.




In Sicilia per Pasqua

Pasqua e i ponti di aprile offrono un’occasione perfetta per immergersi nella cultura e nelle tradizioni della Sicilia. Le giornate lunghe e tiepide e la primavera rendono un viaggio in Sicilia per Pasqua ancora più bello.

Ogni provincia vanta una sua tradizione secolare in cui fede e folklore si mescolano dando vita a riti come il “ballu di li diavoli” di Prizzi nel palermitano nella domenica di Pasqua, o la Pasqua bizantina di Piana degli Albanesi  con la sfilata in abiti tradizionali o la processione dei misteri siciliani di Trapani con la ricostruzione della via Crucis con venti gruppi sacri. La processione dei Misteri di Barette Messina risale addirittura al 1610, mentre quella di Lipari si tiene nel contesto particolarmente suggestivo del centro storico della città fino al castello normanno.  A Ispica, nel Ragusano, la via Crucis inizia alle due del mattino. In provincia di Siracusa, a Sortino nella notte del giovedì santo si accendono piccoli falò, fareti, al passaggio della processione. A Messina infine le statue della Madonna e del Cristo Risorto si cercano per le strade della città.

Un viaggio ideale in Sicilia in primavera non può comunque che iniziare dalla distesa di mandorli fioriti della Valle dei Templi di Agrigento, l’antica Akragas definita da Pindaro la più bella tra le città dei mortali, per poi proseguire a Piazza Armerina dove dedicare tutta la giornata alla Villa del Casale e ai suoi straordinari mosaici.

Al di fuori dai classici tour, Caltanissetta ed Enna, facilmente raggiungibili, possono essere considerate due tappe interessanti a livello culturale ed enogastronomico. Ancora di più a Pasqua.

Sul centro storico di Caltanissetta,  considerata a inizio novecento la capitale mondiale della produzione di zolfo, spicca il monumentale Palazzo Moncada, reggia cinquecentesca in stile barocco con influenze rinascimentali, la cui costruzione non fu mai ultimata. Da non perdere anche una visita all’antica Abbazia di Santo Spirito e al monumento al “Redentore” da cui si gode uno splendido panorama sulla città, sulle Madonie e sull’Etna. Vanto della città è poi la raffinata pasticceria. Proprio qui, secondo la leggenda, è nato il cannolo. A Caltanissetta, la Settimana Santa, gemellata con quella di Siviglia, si celebra con rituali antichi che si sviluppano nell’arco di sette giorni. Si parte dal corteo della Real Maestranza, fino alle “Vare”, i grandi gruppi statuari che sfilano la sera del Giovedì Santo, per arrivare alla processione del Cristo Nero, accompagnata dalle ladate dei “fogliamari”, i raccoglitori di verdure selvatiche.

Dal capoluogo nisseno, per raggiungere Enna bastano appena trenta minuti di auto o treno. La città è arroccata su un monte terrazzato, definito nei tempi antichi “ombelico della Sicilia”. Il Duomo, dedicato a Maria Santissima della Visitazione, è stato costruito nel Trecento per volere di Eleonora d’Angiò, moglie del re di Sicilia Federico III d’Aragona, per celebrare la nascita del figlio Pietro. A poca distanza si ergono d la Torre di Federico II, usata probabilmente come residenza estiva dell’imperatore e il castello di Lombardia, di origine medievale, che deve il suo nome a una guarnigione di soldati lombardi posti a difesa del maniero durante la dominazione normanna. Anche ad Enna, i riti della Settimana Santa sono particolarmente sentiti e culminano con la processione degli incappucciati del Venerdì Santo, quando tremila confrati circa  procedono lentamente lungo le vie cittadine, accompagnando le Vare del Cristo Morto e dell’Addolorata, in un’atmosfera carica di spiritualità.  In provincia di Enna, vale infine la pena ricordare la “Corsa dei Santoni”, statue alte oltre tre metri che raffigurano i dodici apostoli che si tiene ad Aidone la Domenica della Palme.

 




Tappa tra le fioriture d’Italia ancora da scoprire

L’arrivo della primavera è il momento perfetto per lasciarsi ispirare e andare alla scoperta di fioriture insolite organizzando un viaggio on the road per il BelPaese, magari in camper per immergersi completamente nella natura.

I mandorli di Agrigento

Ogni anno in primavera la Valle dei Templi di Agrigento ospita la Festa dei Mandorli in fiore. Nella zona patrimonio dell’Unesco infatti, nascono, in mezzo alle rovine, alberi dai fiori rosa che si adattano molto bene al clima di questa terra. Simbolo di speranza, oltre che di ritorno in vita della natura, rendono il paesaggio unico nel suo genere. Originari dell’Asia, questi alberi si diffusero presto in tutto il Mediterraneo grazie al popolo dei Greci.

 I ciliegi in fiore di Vignola 

 Vignola (Modena) offre uno spettacolo straordinario grazie alla fioritura dei ciliegi tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile che colora le campagne per chilometri. Il percorso ideale per assistere a questa magia è la “Via dei Ciliegi”, un itinerario ciclopedonale che permette di ammirare lo spettacolo naturale immersi nella natura. Inoltre, dal 5 al 13 aprile 2025 la Festa dei Ciliegi in Fiore animala città con eventi enogastronomici e culturali.

I crochi di Campo Imperatore

Tra le più affascinanti fioriture in Italia c’è quella dei crochi a Campo Imperatore, in provincia dell’Aquila in Abruzzo. Su questo vasto altopiano il fiore trova il suo habitat ideale. Appena si scioglie la neve, infatti, migliaia di boccioli spuntano e vanno a formare un nuovo manto dalle sfumature viola e bianco.

Le orchidee del Parco Aymerich di Laconi 

In Sardegna, in provincia di Oristano, il Parco Aymerich di Laconi ospita un’incredibile varietà di orchidee selvatiche autoctone, rendendolo un vero paradiso per botanici e amanti della natura. Il parco Aymerich è un’oasi di 22 ettari situata nel  borgo di Laconi. Si tratta del più grande parco urbano della Sardegna caratterizzato da sentieri naturalistici tra innumerevoli specie vegetali grotte, cascate e rovine medievali.
La collina delle peonie a Vitorchiano 

Il Centro Botanico Moutan, situato a Vitorchiano, piccolo borgo medievale della Tuscia viterbese, ospita la più grande collezione al mondo di peonie cinesi, che si estendono a perdita d’occhio su una superficie di quindici ettari, tra lecci, cipressi, querce e ulivi secolari. La collina del centro botanico ogni anno a primavera si trasforma in una tavolozza di colori, da aprile fino ai primi di maggio.

I tulipani di Parco Sigurtà

A Valeggio sul Mincio, nel Parco Sigurtà, sono presenti tantissime varietà di tulipani che da marzo a fine aprile offrono un’esplosione di colori a perdita d’occhio. Qui si svolge un evento molto amato dagli appassionati di fiori, Tulipanissima: durante questa manifestazione, aiuole e ampi tratti di prato si tingono dei forti e variegati colori dei tulipani.

I meleti in fiore e Castel Cles 

Tra aprile e maggio la Val di Non si trasforma in un tappeto di fiori bianchi grazie alla spettacolare fioritura dei meleti. Un percorso ideale per godere di questa meraviglia è quello che porta da Castel Cles alla frazione di Maiano e al rione di Pez, attraversando i meleti con vista sul lago di Santa Giustina.

Parco della Lavanda di Campotenese, la “Provenza d’Italia” 

Nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, a Campotenese (frazione di Morano Calabro, in provincia di Cosenza), si estende una coltivazione di lavanda con 60 varietà diverse. La Lavanda Loricata, chiamata anche “Loricanda”, fiorisce tra giugno agosto, creando un paesaggio suggestivo e profumato. Il parco, facilmente raggiungibile, è un vero e proprio paradiso per gli amanti della fotografia, specialmente al tramonto.

Le camelie della Lucchesia


La camelia è un fiore di rara bellezza: grande, a larghi petali sui toni del rosso, del rosa e del bianco; vederla fiorire è uno spettacolo da non perdere. In Italia, è nella Lucchesia che è presente la più grande coltivazione di camelie da fiore. Percorrere questa regione è una gioia per gli occhi ed è perfetta da visitare in questo periodo dell’anno. Nel mese di marzo, inoltre, si tiene la manifestazione “Antiche camelie della Lucchesia” a Sant’Andrea di Compito, piccolissimo borgo toscano dove si trovano vivai e ville con giardini vocati alla coltivazione di camelie da fiore.

 

Il Dente di Leone della Val di Non

Il Tarassaco o Dente di Leone, è una pianta dalle grandi e rinomate virtù. In Alta Val di Non si celebra e festeggia questa pianta, diventata ormai il simbolo della valle, con una manifestazione che si chiama “Le Settimane del Dente di Leone”. Durante le settimane di fioritura di questa pianta, recandosi nella zona di Merano e dintorni, è possibile scoprire le numerose virtù terapeutiche e gustare piatti tipici della tradizione che lo includono come ingrediente.




Il Consorzio Vini Alto Adige celebra i 50 anni con una pubblicazione

Il Consorzio Vini Alto Adige celebra i suoi primi cinquant’anni con una pubblicazione, “Vino in Alto Adige: storia e presente di un territorio vinicolo unico”,  che si propone di guidare i lettori, operatori, winelover e curiosi, in un territorio dove il vino rappresenta cultura, storia e identità.

Il testo pubblicato dal Consorzio Vini Alto Adige ripercorre i 2500 anni di storia della viticultura del vino altoatesino dalle radici profonde dei vigneti all’avanguardismo delle cantine d’eccellenza. Dai Reti ai Romani, dalle influenze monastiche medievali alle innovazioni del XIX secolo, fino alla rivoluzione della qualità che ha reso l’Alto Adige una delle regioni vinicole più rinomate d’Europa.

Particolare attenzione è data al progetto di zonazione, attivo dalla vendemmia 2024, che fa compiere al settore un ulteriore passo verso l’unicità. “Con la definizione di 86 unita geografiche aggiuntive ((UGA), ovvero singole sottozone dalle quali la denominazione è costituita,, il vino altoatesino guarda in avanti e punta ancor più sulla territorialità e sulla distintività”, spiega Andreas Kofler, presidente del Consorzio Vini Alto Adige.

Nel libro non si parla solo di storia ma anche di arte, architettura, letteratura e turismo. Si esplora il legame tra il vino e la cultura altoatesina, raccontando come abbia plasmato il paesaggio urbano e influenzato l’economia locale. Non mancano, poi, i protagonisti di questa storia: enologi, produttori, sommelier.




Percorsi di vino a Bolzano

Sono numerosi i percorsi di vino a Bolzano, dove la primavera si preannuncia all’insegna dell’enoturismo. Dal 27 al 30 marzo le sale di Castel Mareccio ospitano infatti degustazioni, laboratori del gusto e masterclass per proporre ai visitatori in un percorso di scoperta di etichette e di sapori del territorio. Con circa 200 etichette e 47 cantine provenienti da Bolzano, Oltradige, Bassa Atesina, Valle Isarco, Valle dell’Adige, Merano e Burgraviato, torna ad animare il capoluogo altoatesino Weinkost, la Mostra Vini di Bolzano, vetrina dell’eccellenza vitivinicola di tutto l’Alto Adige che dal 1896 (questa è l’edizione n.98) attira intenditori e appassionati nella città altoatesina, capitale del vino e dell’enogastronomia.

La stessa provincia di Bolzano conta complessivamente su 498 ettari di superficie coltivata a vigna. 393 ettari sono dedicati ai vini rossi e 105 ettari ai vini bianchi. In particolare la zona collinare intorno a Bolzano è particolarmente adatta alla coltivazione del Vernatsch Schiava e Santa Maddalena. Anche il Lagrein popola i vigneti a conduzione familiare alle porte della città. Bolzano ha anche l’unicità di avere ben due vigneti autoctoni che nei secoli l’hanno resa famosa: quelli della Schiava e del Lagrein. Il vino in Alto Adige ha una storia pluri-millenaria.
Lo testimoniano moltissime riproduzioni, racconti ed aneddoti, oltre ad alcune botti in legno ritrovate nel 2002 a Bressanone, utilizzate dai vignaioli retici ben 2.500 anni fa. Anche i romani coltivarono la vite in Alto Adige, come dimostrano i resti di arte vinaria rinvenuti in una villa del IV secolo d.C. a San Paolo/Appiano.

Per l’occasione con l’iniziativa “Il tuo sommelier” chi desidera avere un servizio dedicato può prenotare un personal sommelier per lasciarsi guidare nelle degustazioni ed entrare nel mondo del vino attraverso curiosità, racconti e consigli. Non manca poi per i curiosi (e non solo) la visita guidata Bolzano, Città del Vino che accompagna i partecipanti a scoprire le vie del centro in un percorso storico-enogastronomico. La città infatti racchiude 28 cantine, la maggior parte a gestione familiare, che con dedizione, passione e processi innovativi portano avanti uno dei simboli più importanti della città: il vino.

Sono numerosi infatti gli eventi che durante tutto l’anno avvicinano i visitatori al vino tra cui Bacchus Urbanus, un’iniziativa dell’Azienda di Soggiorno di Bolzano in collaborazione con le cantine locali; il St. Magdalener Culinarium; la Notte delle Cantine in cui lecantine di Bolzano, Appiano, Terlano e Settequerce aprono le loro porte e Calici sotto le stelle invece, che ha luogo ogni 10 agosto sotto gli storici Portici.