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Il Maestro Simone Di Crescenzo racconta la musica di Gioacchino Rossini

La  quarantaquattresima edizione Festival della Valle d’Itria, la manifestazione che celebra il Belcanto, non poteva non festeggiare il centocinquantesimo anniversario della morte di Gioacchino Rossini, il Cigno di Pesaro.

Oltre a un originale allestimento del Barbiere di Siviglia, il Festival propone la Soirée Rossini, un concerto celebrativo del compositore, con un cast internazionale di grande caratura: il violinista Yury Revich, il pianista Simone Di Crescenzo, la soprano Maria Aleida, il clarinettista Nicolai Pfeffer e il basso Michele Pertusi.

La Soirée avrà luogo il 18 luglio 2018, alle ore 21, nella prestigiosa cornice del Chiostro di San Domenico a Martina Franca.

Abbiamo incontrato il Maestro Simone Di Crescenzo, pianista e interprete raffinato, apprezzato a livello internazionale, che ci ha raccontato il suo rapporto con la musica rossiniana, con il Belcanto, e ci ha spiegato la Soirée Rossini.

Che rapporto ha con Rossini e la sua musica?

Con Rossini ho un rapporto assolutamente speciale ed esiste un particolare feeling fra me e la sua musica. Quando leggo uno spartito rossiniano, tutto mi sembra così familiare e naturale, come se lo avessi già studiato in precedenza. Ho scoperto Rossini circa 10 anni fa, quando avevo già compiuto i miei studi. È stato un amore che è cresciuto nel tempo, quando ho approfondito questo geniale compositore non solo da un punto di vista esecutivo ma anche storico-musicologico. Come dico sempre, purtroppo la stragrande maggioranza del pubblico conosce Rossini solo attraverso il teatro comico. Credo invece che sia nella produzione cosiddetta ‘seria’ che possiamo trovare la completezza di un autore che ha rappresentato l’apice ultimo e assoluto della grande stagione del Belcanto italiano. Io, nello specifico, mi occupo della sua produzione da camera, che è arrivata in un momento di grande maturità nella vita del Maestro, quando ormai era lontano dalle commissioni dei teatri e dalle ambasce che preoccupano un giovane compositore. Si tratta quindi di un repertorio sublime, pieno di raffinatezze, di dettagli, di sfumature che permettono all’interprete di creare qualcosa di davvero speciale nell’esecuzione. 

Si aspettava di partecipare ad un concerto in occasione dei 150 anni dalla morte dell’artista?

Per le celebrazioni dell’anniversario dei 150 anni dalla morte di Rossini mi sono già esibito lo scorso marzo a Firenze accanto alla super star Sumi Jo. È stata per me una piacevole sorpresa ricevere l’invito del direttore artistico Alberto Triola di creare un programma particolare per il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca. Insieme abbiamo riunito per l’occasione un cast di artisti di fama internazionale, quali il giovane virtuoso del violino Yury Revich, già artista dell’anno nel 2015 e vincitore del prestigioso premio ECHO Klassik, il clarinettista Nicolai Pfeffer, raffinato interprete del repertorio romantico, il soprano Maria Aleida, straordinaria vocalista specializzata nel repertorio di coloratura e il noto basso Michele Pertusi, al quale verrà assegnato nel corso della serata il premio Belcanto “R. Celletti” 2018. Sono quindi onorato ed entusiasta di partecipare alle celebrazioni rossiniane proprio in quel Festival dove ben 44 anni fa iniziò la cosiddetta ‘Belcanto Renaissance’ grazie a personaggi come Paolo Grassi, Rodolfo Celletti e Alberto Zedda, a cui andranno sempre la mia stima ed ammirazione. 

Quali sono le peculiarità del programma che proporrete il prossimo 18 luglio?

Il programma musicale nasce dall’idea di ricreare uno di quei concerti salottieri di inizio ‘800 in cui grandi musicisti si esibivano accanto alle primedonne dell’epoca creando addirittura delle gare di virtuosismo a colpi di scale, arpeggi, gorgheggi e picchettati. Un repertorio altamente godibile per il pubblico, poiché nasceva proprio con lo scopo di intrattenere. Leggendarie rimasero infatti serate in cui Maria Malibran, Charles August de Bériot, Sigismund Thalberg, Nicolò Paganini, allietavano i loro illustri ospiti con brani originali di Rossini e trascrizioni ispirate alle composizioni di colui che veniva considerato il ‘Nume tutelare’ della musica. Per la parte strumentale, eseguirò con Yury Revich due trascrizioni da Aureliano in Palmira e Armida di De Bériot, le due grandi trascrizioni di bravura di Paganini da La Cenerentola e Tancredi e l’Elegia Un mot à Paganini di Rossini; mentre con Nicolai Pfeffer suonerò una trascrizione di alto virtuosismo dal Maometto II e una da Il Barbiere di Siviglia per clarinetto e pianoforte. Per quanto riguarda la parte vocale, invece, eseguirò con Maria Aleida alcune Arie da camera tratte dalle Soirées Musicales e dai Péchés de vieillesse di Rossini e la grande scena di Zenobia tratta dall’Aureliano in Palmira. Con Michele Pertusi faremo un cammeo dal Maometto II. 

Come si inserisce il concerto nel Festival Valle d’Itria che punta su un genere musicale non di repertorio?

Il concerto si inserisce perfettamente nella linea del Festival, ovvero nella riscoperta del repertorio meno frequentato, in particolar modo del Belcanto. Il Festival della Valle d’Itria rappresenta un fiore all’occhiello nella programmazione estiva italiana ed è uno dei pochi Festival al mondo ad avere come missione la divulgazione e la promozione di capolavori poco conosciuti dal grande pubblico. Direi che con queste premesse la realtà artistica di Martina Franca diventa non solo ‘fare spettacolo’, ma ‘fare cultura’ in senso lato, come valorizzazione del nostro immenso patrimonio artistico, degno di essere apprezzato e divulgato. 

Aveva già collaborato con gli artisti con cui farà il concerto?

Conosco Maria Aleida da molti anni, da quando fece il suo debutto italiano proprio a Martina Franca e ho seguito la sua carriera in questo periodo. Con Yury Revich collaboro in maniera stabile e abbiamo insieme diversi progetti per il futuro; mentre con Nicolai Pfeffer non ho mai suonato, questo sarà il nostro debutto italiano, ma anche con lui ho diversi progetti in programmazione. Sarà la prima volta che accompagnerò Michele Pertusi, e sarà per me un grande onore. 

Che rapporto c’è tra queste perle rare che porta nel concerto e le opere invece più famose e conosciute di Rossini?

Come ho già detto, la maggiore produzione cameristica rossiniana risale ad un periodo successivo alla composizione di opere liriche, quindi di fatto, tranne in alcuni casi, non c’è un rapporto diretto fra le Arie da camera e le opere più popolari. Un caso a parte rappresentano invece le trascrizioni che altri compositori hanno realizzato partendo proprio da celebri melodie presenti nelle opere del ‘Cigno di Pesaro’. Intorno agli anni Trenta dell’800 Rossini era l’autore più popolare: tutti conoscevano “Dal tuo stellato soglio” oppure “Di tanti palpiti”: possiamo pensare a ciò che oggi accade con “Va pensiero” di Verdi o “Nessun Dorma” di Puccini. Mi sembra quindi molto naturale che si utilizzassero proprio fonti rossiniane per realizzare variazioni di bravura e di grande virtuosismo. 

Questi pezzi così rari verranno da voi incisi?

Ci sono dei progetti discografici con questo repertorio, soprattutto con l’etichetta Concerto Classics, con la quale mi dedicherò proprio alla produzione italiana da camera e per tastiera. Ma su questo non posso anticipare ancora nulla, invito i lettori a seguire i miei canali social, dove costantemente vengono annunciati i progetti in uscita, sia concertistici che discografici. 

Quali progetti l’aspettano dopo questo evento?

Dopo questo evento mi aspetta un breve periodo di vacanza e, spero, di riposo. Ma già dalla metà di agosto inizierò a preparare un progetto discografico di musica vocale da camera, che inciderò questo autunno con due note cantanti italiane, di cui non posso ancora rivelare i dettagli. A seguire alcuni concerti con Yury Revich in Italia e all’estero. 

Per la foto si ringraziano:

Photo Credit: Mirco Panaccio

Location: Conservatorio “L. D’Annunzio” – Pescara 

Outfit: Capuzzi Moda 

Hair stylist: Graziano Marcovecchio