1

Il Parco Nazionale Słowiński: dove il deserto incontra il mare

In queste terre nella Polonia del Nord ci si perde tra dune del Parco Nazionale Słowiński che si spostano come continenti alla deriva, tra foreste di betulle e  spiagge dove le uniche impronte sulla sabbia sono quelle degli uccelli migratori.  Il Baltico polacco conquista con la natura allo stesso tempo selvaggia e sofisticata con l’eredità storica della Belle Époque di Sopot Beach.

Il Parco Nazionale di Slowinski, regno delle dune migranti e dei villaggi fantasma Nel cuore della Pomerania, dove la terra finisce e inizia il Baltico, nel Parco Nazionale Słowiński la natura ha compiuto un miracolo geologico che sfida ogni aspettativa. Le dune, per così dire, respirano con il vento, spostandosi verso l’entroterra e muovendosi velocemente, fino a dieci metri all’anno, e creano un paesaggio unico che ricorda il Sahara del Nord. Camminare su questi giganti dorati è come trovarsi su un altro pianeta, dove l’orizzonte si perde tra sabbia e cielo.

A circa cento chilometri da Danzica, il Parco Nazionale di Słowiński con le sue dune a ridosso del Mar Baltico rappresenta un fenomeno unico in Europa tanto da essere stato inserito nelle Riserve della Biosfera dall’Unesco. Il Parco Nazionale di Slowinski è uno dei due parchi costieri esistenti in Polonia, ed è stato creato per proteggere il sistema di laghi costieri (come il lago di Lebsko, di acqua dolce, che è il terzo per grandezza della Polonia), paludi, prati, boschi costieri e foreste nella loro naturale bellezza ma, soprattutto, per mantenere un cordone litoraneo di dune mobili unico in Europa. Qui vivono oltre 250 specie di uccelli, comprese aquile di mare e cicogne nere, rendendo il posto un paradiso per i birdwatcher.

Nel corso del tempo le dune del Parco Nazionale di Słowiński, vere e proprie montagne di sabbia, alcune delle quali raggiungono i 44 metri di altezza, hanno inghiottito antichi insediamenti come il villaggio di Stara Chusta o di Laczki. I loro abitanti dovettero abbandonare case, chiese e cimiteri, trasformando questi luoghi in fantasmi del passato che ogni tanto riemergono quando il vento cambia direzione. La leggenda racconta di campanili che spuntano dalla sabbia nelle notti di tempesta e di voci che chiamano dai villaggi sepolti. Il Museo del villaggio di Kluki ricostruisce la vita dei pescatori locali prima che le dune mobili inghiottissero i loro villaggi. È una storia affascinante di comunità che per secoli hanno convissuto con questo paesaggio in movimento.

Il momento perfetto per visitare il Parco Nazionale di Słowiński è l’estate, quando il sole tramonta dopo le 21 e sorge prima delle 4. Queste notti bianche, chiamate dai locali “białe noce”, creano un’atmosfera magica. La luce crepuscolare che dura ore trasforma le dune in cattedrali dorate, mentre il mare assume riflessi violacei che sembrano dipinti. È il momento perfetto per l’esperienza più intensa: una notte in tenda sulle dune del Słowiński, dove il silenzio è totale e l’unico suono è il respiro del vento sulla sabbia.

La porta d’accesso al paradiso selvaggio a Leba Łeba è il punto di partenza ideale per esplorare il parco e una località balneare da scoprire. Questo piccolo borgo di pescatori è incastonato tra ai due laghi costieri, separati a loro volta dal Mar Baltico da una stretta fascia costiera di boschi e dune. Da qui partono i trenini elettrici che portano direttamente alle dune.

La spiaggia di Łeba si estende per chilometri, orlata da dune che evidenziano la bellezza primitiva e incontaminata della località. L’acqua del Baltico qui è sorprendentemente pulita e in estate raggiunge temperature che sfiorano i 20°C, perfette per un bagno rigenerante dopo l’escursione tra le dune. La zona balneare più popolare si trova vicino al centro di Łeba, con servizi, ombrelloni e beach bar. Ma non mancano le spiagge selvagge del parco nazionale, accessibili solo a piedi, dove si può nuotare in completa solitudine con le dune alle spalle e l’infinito del Baltico davanti.

Tre spiagge dove fare il bagno nel Parco Słowiński sono

  • Spiaggia di Smołdziński Las: raggiungibile con una camminata di 30 minuti attraverso la foresta, offre un’esperienza selvaggia unica
  • Spiaggia delle Dune: accessibile dal trenino turistico, permette di combinare bagno e trekking sulle dune mobili
  • Czołpino Beach: vicino al faro storico, ideale per chi cerca atmosfere romantiche al tramonto

Il mosaico delle spiagge baltiche: storie e leggende Ma la Polonia baltica non è solo Słowiński. La costa si snoda per 770 chilometri, offrendo una varietà di paesaggi che va dalle scogliere di gesso alle interminabili distese sabbiose, ognuna con le proprie storie millenarie.

Sono almeno tre le tappe da non perdere in un tour della Polonia baltica.
-Sopot: la Regina del BalticoConosciuta per le sue terme e il molo in legno più lungo d’Europa, Sopot rappresenta l’anima glamour del Baltico polacco. Qui negli Anni ‘20 del secolo scorso, si ritrovava l’alta società europea che fuggiva dalla frenesia di Berlino e Varsavia o dalla stessa Danzica che dista appena una decina di chilometri.
Il molo di legno di 515 metri si protende verso il mare come un dito puntato verso l’infinito. La leggenda racconta che fu costruito seguendo un sogno ricorrente del sindaco del 1901, che vedeva una passerella dorata estendersi fino all’orizzonte. Ogni alba, quando la nebbia si alza dal Baltico, il molo sembra davvero svanire nell’infinito, come nella visione originale. La famosa “Casa Storta” (Krzywy Domek), completata nel 2004, sembra uscita invece da un racconto di Alice nel Paese delle Meraviglie, ma in realtà è ispirata alle illustrazioni fiabesche del polacco Jan Marcin Szancer.

-Kołobrzeg  e il sale della vita Kołobrzeg è la capitale polacca del benessere termale, dove le acque salmastre del Baltico si mescolano con quelle curative delle sorgenti locali. Ma la storia di questa città è scritta nel sale: fu qui che nel 1000 d.C. Boleslao il Coraggioso fondò uno dei primi vescovadi polacchi, scegliendo questo luogo perché le saline erano considerate benedette

-Ustka: il porto delle anime Ustka conserva l’anima autentica dei villaggi di pescatori, con le sue case colorate che si riflettono nelle acque del porto. Al tramonto, quando i pescherecci rientrano carichi di aringhe e merluzzi, il tempo sembra fermarsi.
Da non perdere un’uscita di pesca con i locali (partenza alle 4 del mattino) che oltre a insegnare le tecniche tradizionali, condividono anche i canti che i pescatori intonano per “chiamare” il pesce. Al rientro, la colazione a base di pesce appena pescato, cucinato direttamente sulla banchina, è un’esperienza che vale il viaggio.

I trekking che cambiano la vita: percorsi tra sabbia e storia Il Parco Słowiński offre alcuni dei trekking più spettacolari dell’Europa settentrionale, dove ogni passo racconta una storia millenaria scritta dal vento.
Trekking delle Dune Mobili (Ruchome Wydmy) – 4 km, 2 ore Il percorso più iconico inizia da Łeba e porta nel cuore di questo deserto. Il sentiero attraversa prima una foresta di pini marittimi, poi emerge improvvisamente sulle dune. Il panorama che si apre è unico: un mare di sabbia che ondeggia fino all’orizzonte, interrotto solo dal blu cobalto del Baltico. Durante la camminata, guide esperte raccontano delle comunità sepolte e mostrano i resti archeologici che emergono dalla sabbia. In alcuni punti, quando il vento scopre gli strati più antichi, si possono vedere frammenti di ceramica e utensili dei villaggi scomparsi.

Sentiero del Lago Łebsko – 8 km, 3 ore Questo percorso circonda il terzo lago d’acqua dolce più grande della Polonia. Il sentiero alterna zone umide, dove nidificano oltre 250 specie di uccelli, a foreste di betulle che in autunno si accendono di colori impossibili. Dal punto panoramico sulla Torre di Osservazione si abbraccia con lo sguardo tutto l’ecosistema del parco: laghi, torbiere, dune e mare in un unico colpo d’occhio che toglie il fiato. Qui, all’alba, è possibile avvistare le aquile di mare mentre pescano e le cicogne nere che costruiscono i loro nidi sui tronchi morti.

Percorso dei Fari Storici – 12 km, 4 ore Da Smołdziński Las a Czołpino, questo trekking costeggia la spiaggia selvaggia e raggiunge due fari che da secoli guidano i marinai del Baltico. Il faro di Czołpino, alto 25 metri, offre una vista panoramica che nelle giornate limpide spazia fino alle coste svedesi. Durante la camminata si incontrano bunker della Seconda Guerra Mondiale semi-sepolti nella sabbia, testimoni silenziosi della storia recente.

Sentiero delle Orchidee Rare – 6 km, 2,5 ore Nelle torbiere del parco crescono specie botaniche uniche, tra cui orchidee selvatiche e piante carnivore. Questo sentiero, percorribile solo con guide specializzate da maggio a luglio, attraversa ecosistemi palustri dove il tempo sembra essersi fermato all’era glaciale.

Oltre il trekking Sono numerose le attività che possono essere godute nel Parco Słowiński. Eccone alcune.
Osservazione degli uccelli migratori (maggio-settembre) Gli appassionati di birdwatching trovano qui un paradiso: tra maggio e settembre, le migrazioni trasformano i cieli in autostrade alate. Le cicogne nere, simbolo della Polonia selvaggia, nidificano nelle foreste circostanti.
Il parco è sulla rotta migratoria principale dell’Europa settentrionale. All’alba, dai capanni di osservazione sui laghi Łebsko e Gardno, si assiste a uno spettacolo naturale unico: migliaia di uccelli che attraversano il cielo in formazioni perfette. Le guide ornitologiche identificano specie rare come l’aquila di mare dalla coda bianca e la cicogna nera.

Navigazione sui laghi segreti Noleggiando un kayak a Kluki, si può esplorare il labirinto di canali che collegano i laghi Łebsko e Gardno. Pagaiando silenziosamente tra canneti e ninfee, si scoprono isolette dove nidificano specie protette e si possono raggiungere antichi cimiteri vichinghi nascosti nella vegetazione.

Safari fotografico notturno Durante le notti estive, guide specializzate organizzano escursioni notturne per fotografare la fauna selvatica. Con l’ausilio di attrezzature a infrarossi, si possono osservare cinghiali, cervi e volpi nel loro habitat naturale, mentre le dune sotto la luna piena sembrano un paesaggio alieno.

Raccolta dell’ambra baltica Dopo le tempeste estive, le spiagge del parco si trasformano in miniere a cielo aperto di ambra.

Dove dormire: alloggi che fanno la differenza Le opzioni di alloggio rispecchiano la doppia anima del Baltico polacco, sofisticata e selvaggia. A Sopot, gli hotel di lusso lungo la spiaggia offrono spa con vista mare e ristoranti stellati. A Łeba, invece, dominano i piccoli pensionati familiari e i campeggi immersi nella pineta e a ridossi del Parco Słowiński. Dormire in una delle casette di legno tra i pini, addormentandosi con il suono delle onde, è un’esperienza che riconcilia con la natura.
Ecco Alcune soluzioni per esplorare il Baltico Polacco e il Parco Słowiński.

Łeba Hotel & Spa – Il luxury sul Baltico Situato a soli cento metri dalla spiaggia sabbiosa di Łeba, questo hotel 3 stelle superior rappresenta il perfetto equilibrio tra comfort moderno e atmosfera baltica. Le suite con vista mare offrono panorami emozionanti sulle dune e il centro benessere con trattamenti all’ambra baltica è l’ideale dopo una giornata di trekking. Il ristorante propone una cucina raffinata basata sul pesce fresco del Baltico.

Zamek Nowęcin– In questo castello medievale circondato dalle foreste del parco nazionale e convertito in hotel boutique le camere sono arredate con mobili d’epoca e ogni suite ha una storia da raccontare. La torre panoramica offre viste spettacolari sui laghi e sulle dune, mentre il ristorante del castello propone cene a lume di candela con piatti della tradizione pomeriana.

Dune Resort Łeba – Situato in una zona protetta a 250 metri dal Parco Nazionale Słowiński, questo resort eco-friendly offre appartamenti e camere con vista sulle dune. La struttura è costruita interamente in legno locale e utilizza energie rinnovabili. Il resort è tra gli alloggi più vicini all’ingresso del parco, permettendo di raggiungere le dune con una passeggiata di dieci minuti attraverso la pineta. Il resort organizza escursioni guidate notturne per osservare le stelle nel cielo più buio della Polonia.

Pensjonat Angela Leba – Questa struttura a conduzione familiare offre l’autentica ospitalità polacca. Le camere sono semplici ma curate, con balconi che si affacciano sul giardino interno. La colazione include specialità locali come il pane nero di segale e le confetture di frutti di bosco. Angela, la proprietaria, è una guida naturalistica esperta e organizza escursioni private nel parco condividendo leggende e segreti tramandati di generazione in generazione.

Camp Classic Smołdziński Las – Situato a Smołdziński Las, questo campeggio glamping rappresenta l’opzione più autentica. Le tende safari e le casette di legno sono immerse nella foresta a due passi dalla spiaggia selvaggia. Il camping organizza falò serali dove si raccontano le leggende dei villaggi sepolti dalle dune.

Come raggiungere il Baltico polacco Dall’Italia, il modo migliore per arrivare in Polonia è in volo.  Una volta arrivati, il treno è un valido, ecologico ed economico mezzo di trasporto per spostarsi lungo la costa. Le connessioni sono frequenti e puntuali.
In particolare da Danzica i treni regionali portano a Łeba in circa due ore. E prima di prendere il treno per il Baltico, vale la pena perdersi tra i vicoli medievali della Città Vecchia di Danzica, Danzica, visitare i cantieri navali che hanno fatto la storia (qui nacque Solidarność) e assaggiare l’ambra liquida nelle distillerie di vodka locali.




A San Lorenzo l’Italia celebra la Notte dei Desideri

La Notte di San Lorenzo rappresenta una delle tradizioni popolari più radicate d’Italia, intrecciando astronomia, folklore e tradizione. Il culto di San Lorenzo diacono, martirizzato nel 258 d.C. su una graticola rovente per ordine dell’imperatore Valeriano, si è sovrapposto nel tempo all’osservazione delle stelle cadenti, creando quella che è divenuta la “notte dei desideri”. Quest’anno le “stelle cadenti”, sciame di meteore delle Perseidi, avranno il picco intorno all’11-12 agosto con ben cento meteore avvistabili all’ora in direzione della costellazione di Perseo ad est, ma la tradizione anticipa i festeggiamenti con appuntamenti enogastronomici e culturali diffusi su tutta Italia.

Il rito tradizionale prevede di uscire all’aperto nella notte del 10 agosto per osservare le “lacrime di San Lorenzo”, esprimendo un desiderio per ogni stella cadente avvistata. Secondo la tradizione popolare, le meteore rappresenterebbero le lacrime versate dal santo durante il suo martirio, e ogni desiderio espresso mentre si osserva una “stella cadente” avrebbe la possibilità di realizzarsi.

Dalle spiagge ai borghi medievali, dai parchi naturali agli osservatori astronomici, sono tantissimi gli eventi organizzati per l’occasione, per godere dell’atmosfera magica della Notte dei Desideri. Eccone alcuni.

Calici di Stelle Sono numerosi gli eventi previsti proprio nella notte dei desideri dal palinsesto di Calice di Stelle, l’evento che unisce vino, stelle e convivialità su tutto il territorio italiano tra il 25 luglio e il 24 agosto.
Tra i tanti eventi previsti, a Montepulciano le vie del centro si vestono a festa nella notte di San Lorenzo con degustazioni di Rosso di Montepulciano Doc e Vino Nobile di Montepulciano Docg, prodotti tipici locali, musica, spettacoli ed esibizioni. Sempre in Toscana sono n programma eventi Calici di Stelle per la Notte dei Desideri anche a Castellina in Chianti (camminata sotto il cielo stellato, aperitivo, dj set e degustazioni per le vie del borgo); Castiglione d’Orcia (degustazione in abbinamento ai piatti della tradizione, concerti e spettacoli); Certaldo; Pitigliano; Poggibonsi; Suvereto e Vinci.
La notte di San Lorenzo alza i calici anche in Umbria dove sono in programma eventi e degustazioni a Montefalco; Monteleone e Todi
In Lombardia, a  Sondrio, per le vie del centro si degustano con Calici di Stelle Valtellina Nebbiolo, Sforzato e altri vitigni autoctoni in un contesto alpino che garantisce cieli particolarmente limpidi per l’osservazione astronomica.  Si parte dal fascino architettonico di Palazzo Martinengo fino a raggiungere l’eleganza panoramica di Castel Masegra, dove sarà possibile degustare lo Sforzato di Valtellina Docg, simbolo enologico della valle.  In Lombardia, nella notte dei desideri, protagonista è Volta Mantovana con l’appuntamento con la cena Calici di Stelle, mentre in Puglia ad animarsi con degustazioni sono le vie di Sava.
In Piemonte la Notte dei Desideri è celebrata dagli eventi di Calici di Stelle ad Aquiterme e Monleale,.
A Barbarano Vicentino la notte di San Lorenzo si anima con l’iniziativa di Calici di Stelle: per le vie del centro storico sono attese 22 cantine oltre alle aree dedicate alla ristorazione.  Sempre in Veneto la Notte di San Lorenzo si brinda con gli eventi di Calici di Stelle anche a Vazzola.
In Emilia Romagna il 10 agosto Fontanelice dà appuntamento per un percorso di degustazione di vini e prodotti tipici tra vie e terrazze del centro storico con musica ed eventi culturali.

Nelle Marche brindisi, degustazioni e osservazioni astronomiche sono in programma nella Notte di san Lorenzo a Morrovalle e Morro D’Alba, mentre in Abruzzo sono protagonisti Colonnella e Frisa.
In Sardegna la serata del 10 agosto è dedicata dal comune di Sant’Antioco al Carignano, vino tipico del territorio, in abbinamento ai piatti locali che lasciano poi spazio a spettacoli musicali e folkloristici.
Numerose le iniziative di Calici di Stelle anche in Sicilia tra cui si evidenziano a Pantelleria degustazioni con stand di vini e produzioni locali; un percorso di assaggi a Pachino seguito da musica e spettacoli e infine una serata dedicata ai vini dell’Etna a Castiglione di Sicilia.

La notte dei desidei
Immagine ChatOn su nostri prompt


Stelle e fuochi di artificio Sono numerose le località che festeggiano San Lorenzo illuminando la Notte dei desideri con fuochi di artificio.
Ecco alcuni degli appuntamenti da non perdere.
A Cervia, si festeggia con la banda cittadina e la tradizionale tombola e San Lorenzo si chiude con una cascata di fuochi d’artificio sulla spiaggia a partire dalle 23, seguita da un bagno in notturna che la tradizione vuole abbia potere terapeutico. Per la notte di San Lorenzo inoltre è prevista l’apertura straordinaria degli stabilimenti di Cervia, Milano Marittima, Pinarella, Tagliata dalle ore 20.00 in poi per cene romantiche, serata in musica, festa e divertimento a piedi nudi sulla sabbia, in attesa dello spettacolo pirotecnico, momento clou della Festa di San Lorenzo.
Sempre in Romagna Il 10 agosto i fuochi d’artificio tornano a illuminare la foce del Savio, punto di incontro tra Lido di Classe e Lido di Savio. Alle 23.00, il cielo si accende e anche Casalborsetti, sulla costa a Nord di Ravenna,  saluta la notte di San Lorenzo con un’esplosione di colori che si sprigionano tra Bagno Oasi e Bagno Molo.

In Lombardia, sul lago di Como gli appuntamenti sono almeno due.  A Mandello sul Lario (Lecco), il giorno di San Lorenzo coincide con la festa patronale che si celebra con tradizionale fiera di San Lorenzo, le suggestive gite sulle tradizionali barche “Lucie”, musica dal vivo e uno spettacolo pirotecnico sul lago previsto per le ore 22.
Notte di festa anche a Colico (Lecco), che celebra la notte di San Lorenzo con musica dal vivo, spettacoli sul lungolago e un suggestivo spettacolo pirotecnico che illumina il cielo stellato dalle 22.30.

In Liguria cresce l’attesa per lo spettacolo piromusicale sul mare a Varigotti, sulle note di Hans Zimmer. Lo show di fuochi d’artificio firmato Setti Fireworks prende vita a partire dalle ore 22 circa presso il Molo presso piazza del Mare.
Sempre in Liguria a San Lorenzo a Mare, si festeggia il patrono con la sagra dedicata, cene all’aperto, musica, balli e uno spettacolo di fuochi di artificio sul mare a partire dalle 22.30, mentre a Cervo sono in programma i giochi di luce a partire dalle 21.30.

In Sicilia gli eventi pirotecnici da non perdere nella Notte dei Desideri sono a Palazzolo Acreide (Siracusa) dove dalle 24 prendono vita spettacoli piromusicali e pirotecnici aerei e a Calamonaci (Agrigento) legati alla festa del Patrono, San Vincenzo Ferreri, che si tiene nella seconda domenica di agosto e quest’anno coincide con la Notte dei desideri. Vale la pena per tempo a Calamonaci per non perdersi le rigattiate, un rito in cui due confraternite del paese (sangiuvannara e sammichilara) gareggiano nel trasportare i simulacri dei santi.

Stelle e Borghi Il Borgo dei Desideri è un’iniziativa dell’Associazione I Borghi più belli d’Italia e coinvolge 120 diverse destinazioni su tutto il territorio uniti dalla presenza all’interno di ciascun borgo di un luogo dove i visitatori possono lasciare i propri bigliettini con i desideri che quest’anno fanno capo al tema “Se io fossi … farei”. Ogni borgo poi propone un programma specifico tra concerti, performance teatrali, mostre e appuntamenti gastronomici.

Tra i tanti in Liguria Cervo celebra la notte di San Lorenzo con un aperitivo e un dj set al tramonto seguito ai giochi di luce in spiaggia. Musica anche a Celle Ligure.
In Veneto, Valeggio sul Mincio apre al pubblico le torri della fortezza scaligera a partire dalle ore 21.00, in occasione della Notte di San Lorenzo, per celebrare la notte più romantica dell’estate e ammirare il cielo da vicino, a caccia di stelle cadenti.
In Lombardia a Sabbioneta si cena di fronte a Palazzo Ducale e la notte si accende con il ritmo di MadJ. È inoltre possibile partecipare a una visita guidata del giardino di Palazzo Giardino, un viaggio nei sogni e nei desideri di Vespasiano Gonzaga che lo ha creato.
A Monteleone d’Orvieto in Umbria sono in programma degustazioni guidate e un percorso di arte acrobatica e musica dal vivo.  Rimanendo in Umbria, Monte Castello di Vibio organizza una cena dei desideri e organizza eventi legali all’astrologia, all’oroscopo e alla mitologia oltre all’osservazione delle stelle con telescopio.
A Neive in Piemonte tra i vicoli del centro storico prendono vita rievocazioni storiche e performance teatrali.
Palazzuolo Acreide, in Toscana, apre invece le porte ad artisti di strada e circensi, mentre a Grottamare Alta, nelle Marche, sono in programma giochi di ruolo.
Sull’Alpe Cimbra, a Luserna, San Lorenzo si trasforma in una giornata dove si intrecciano emozioni, sostenibilità e tradizione. In programma infatti ci sono numerose esperienze nella natura come il trekking guidato per ricoprire il paesaggio e la biodiversità, laboratori creativi e safari fotografici, una cacia al tesoro, musica live, esperienze enogastronomiche e l’immancabile osservazione astronomica.

Osservatori unici. Sono numerosi i luoghi stori e immersi nella natura che per la Notte di san Lorenzo programmano serate speciali dedicate all’osservazione della volta celeste e non solo. Eccone alcuni.

Dal 9 al 12 agosto, il Planetario di Torino propone quattro serate speciali dedicate alle Perseidi, lo sciame meteorico noto come “stelle cadenti”. Il programma permette di approfondire diversi aspetti dell’astronomia con strumentazione professionale e guide specializzate.
Sabato 9 e domenica 10 agosto, alle 20.30, al Monastero di Torba, a Gornate Olona (Varese), si visita il Monastero e cena sotto le stelle.

Sempre il 9 e 10 agosto (ma anche il 6 settembre), Villa Della Porta Bozzolo (Varese) ospita i tre appuntamenti di “Astronomi per una notte”, il ciclo di eventi dedicati dal Fai al cosmo e con l’Osservatorio Astronomico G.V. Schiaparelli del Campo dei Fiori (Varese).  È inoltre possibile organizzare un pic nic sotto le stelle preparato dallo chef Marco Dossi.
A Bergamo Palazzo Moroni apre le porte alle Sere Fai d’Estate, il 9 e 30 agosto per un appuntamento dedicato all’osservazione guidata della volta celeste, a cura degli astrofili e divulgatori scientifici Gianni Locatelli e Luciano Pezzotti.

L’Oasi Lipu Bianello (Reggio Emilia) apre al pubblico la notte di San Lorenzo a partire dalle 20.30 per godere del cielo stellato e non solo. La serata, che inizia nel parco del Melograno e prosegue al castello di Bianello, vuole essere l’occasione per coprire rumori e i suoni della notte.

L’Oasi Lipu Riserva Chiarone a Massaciuccoli (Lucca) apre al pubblico il 10,11 e 12 agosto. Si può passeggiare nella riserva fino a raggiunger l giardino di Villa Ginori e partecipare all’escursione in battello con osservazione guidata del cielo e rientro al Porto di Massaciuccoli.  Su richiesta è infine possibile prenotare una cena con i prodotti tipici del Parco.
L’Oasi Lipu delle Zone Umide Beneventane ha in programma l’osservazione di stelle e pianeti.




Le Asturie, viaggio nella Spagna Celtica

Mentre tutti si dirigono verso la Costa del Sol o le Baleari, c’è una regione nel Nord della Spagna che racconta una storia diversa. Il Principato delle Asturie rappresentano “la Spagna che non ti aspetti”: parchi naturali, laghi turchesi, montagne superbe, coste frastagliate e lunghe spiagge di sabbia che ricordano più l’Irlanda e la Scozia che non la caliente Spagna. Non ci sono resort all-inclusive, non esistono spiagge privatizzate, non si trovano ristoranti per turisti. Qui il territorio detta ancora le regole: quando piove ci si rifugia nelle sidrerie, quando splende il sole si va in spiaggia o si sale in montagna, quando il mare è agitato si esplorano i borghi dell’interno. Ed è proprio qui che risiede il loro fascino.

Il richiamo della Spagna verde Tradizioni celtiche, pascoli verdissimi, boschi di pini e felci che arrivano fino a ridosso delle spiagge, turismo prevalentemente interno, ritmi lenti caratterizzano il Principato delle Asturie,  incastonata tra Galizia e Cantabria. D’estate, quando il resto della penisola iberica si arroventa, le Asturie mantengono temperature piacevoli, raramente superano i 25 gradi, e offrono quel fresco che solo l’Oceano Atlantico sa garantire. La morfologia del territorio spiega tutto: le montagne che si tuffano nel mare, creando un microcliima unico. I Picos de Europa, con le loro vette che toccano i 2.650 metri, fungono da barriera naturale contro i venti caldi del Sud, mentre l’Oceano Cantabrico mitiga le temperature estive. Il risultato è un paradosso geografico: essere in Spagna e sentirsi in Scozia.

Oviedo: il cuore culturale tra guglie e sidro Il capoluogo delle Asturie merita più di una visita di passaggio. Oviedo vanta un vivace centro storico che d’estate si anima di festival e concerti all’aperto. La Cattedrale del Salvador domina la piazza con la sua torre gotica asimmetrica e custodisce la Camera Santa, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1998, al cui interno si trova il Santo Sudario e altre reliquie che hanno reso la città  meta di pellegrinaggio per secoli. In origine era solamente una cappella, costruita come parte della Cattedrale e luogo di preghiera utilizzato dal re Alfonso II, trasformandosi poi nel custode delle più importanti reliquie cristiane di Spagna.

Non solo. Negli ultimi decenni Oviedo ha trasformato le sue strade in una galleria d’arte a cielo aperto dove convivono secoli di storia e provocazioni artistiche contemporanee. La grande Maternità di Botero, regina della Piazza della Escandalera, con i suoi oltre 800 chilogrammi di peso, tiene tra le braccia il bambino più paffuto che si possa concepire. L’artista colombiano ha lasciato in città anche altre testimonianze della sua poetica delle forme abbondanti: “Il Cavallo” si erge possente davanti alla Cattedrale, creando un dialogo surreale tra arte sacra e provocazione contemporanea. Oviedo non si ferma a Botero. Le sculture disseminate per il centro raccontano una città che non teme il confronto con l’arte: da Woody Allen immortalato in bronzo (omaggio al regista che girò qui “Vicky Cristina Barcelona”) alla statua della Regenta, protagonista del capolavoro letterario di Clarín ambientato proprio in questa città mascherata sotto il nome di Vetusta.

Ma Oviedo sa sorprendere anche oltre i monumenti. D’estate, i caffè di Calle Gascona si riempiono di locali che discutono di calcio davanti a un bicchiere di sidro. La tradizione vuole che il sidro venga versato dall’alto, in una tecnica chiamata “escanciado” che è stata dichiarata Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, pura fisica applicata alla gastronomia. L’altezza della caduta ossigena la bevanda e ne esalta l’aroma. La Sidrería Tierra Astur nel quartiere di Gascona è un’istituzione. Qui l’escanciado  raggiunge livelli artistici: i camerieri versano il sidro da altezze impensabili senza mai perdere una goccia. Ma è il sidro stesso il protagonista: naturale, fresco, con quel retrogusto di mela che pulisce il palato e prepara al boccone successivo. Al di là del sidro,  la ristorazione ovetense ha superato da tempo il concetto di cucina regionale per diventare laboratorio di contaminazioni creative. Casa Fermín, storico ristorante della città, reinterpreta la tradizione asturiana con tecnica contemporanea: la loro fabada decostruita mantiene tutti i sapori dell’originale, ma li presenta in forme che sorprendono il palato. La Corte de Pelayo gioca con gli accostamenti mare-montagna tipici delle Asturie: il baccalà si accompagna al cabrales in preparazioni che sembrano impossibili ma risultano perfettamente equilibrate. L’ambiente, ricavato da un palazzetto medievale, aggiunge fascino storico all’esperienza culinaria.

L’ospitalità ovetense riflette il carattere della città: raffinata ma senza ostentazione, moderna ma rispettosa della tradizione. L’Hotel de la Reconquista, ricavato da un palazzo del XVIII secolo, mantiene l’eleganza dell’antico ospedale di pellegrini ma con comfort contemporanei. Le camere affacciate sul cortile interno offrono un silenzio prezioso nel cuore della città, mentre la hall con le sue volte a crociera racconta secoli di accoglienza. Per chi cerca lesperienza boutique, l’Ayre Hotel Oviedo combina design minimalista e materiali locali. Le camere sono un omaggio alla tradizione mineraria asturiana reinterpretata in chiave contemporanea: ardesia, legno di castagno e ferro battuto creano atmosfere che dialogano con il paesaggio circostante. Il Barceló Oviedo Cervantes, nel cuore pedonale della città, offre la comodità di muoversi a piedi tra monumenti e ristoranti. La terrazza panoramica regala tramonti sui Picos de Europa che valgono il prezzo del soggiorno.

 Nelle immediate vicinanze di Oviedo si trovano le Valli della Trubia, che prendono il nome dal fiume che le attraversa, perfette per escursioni estive tra Santo Adriano, Proaza, Teverga e Quirós. Questi borghi mantengono intatta l’architettura tradizionale asturiana, con i tipici hórreos (granai sopraelevati) che punteggiano il paesaggio.

Il periodo migliore per visitare Oviedo è a settembre per la festa del patrono, San Matteo, un evento che coinvolge l’intera comunità in una celebrazione che mescola sacro e profano, tradizione e modernità. Le strade del centro si riempiono di bancarelle, concerti improvvisati e sidrerie all’aperto, mentre i fuochi d’artificio illuminano la cattedrale in una scenografia che compete con i migliori spettacoli pirotecnici europei.

Gijón: dove l’arte incontra l’oceano Ricca di splendide spiagge e vedute del Mar Cantabrico, Gijón affascina con i suoi angoli magici, come la scultura Elogio dell’orizzonte realizzata da Eduardo Chillida. Questa monumentale opera d’arte, posizionata sulla collina di Santa Catalina, dialoga costantemente con il mare e il cielo, cambiando aspetto secondo le condizioni atmosferiche. D’estate, la Playa de San Lorenzo diventa il salotto della città. Tre chilometri di sabbia fine dove i gijonesi si ritrovano per la tradizionale passeggiata serale. Vale anche la pena passeggiare nell’antico quartiere dei pescatori, Cimavilla, nei giardini della Regina o nel porto turistico.

Ma Gijón nasconde un segreto: le Termas Romanas di Campo Valdés, scoperte casualmente durante lavori di costruzione negli anni ’60. D’estate, quando il caldo si fa sentire anche qui, queste testimonianze di duemila anni fa raccontano come i romani avessero già intuito le potenzialità climatiche della zona.

Avilés: il gioiello nascosto con firma brasiliana Situata su una ria, con il suo centro storico dalle case porticate, i suoi giardini e palazzi, Avilés è una piccola meraviglia. Dal 2011 il suo principale simbolo è il Centro culturale Niemeyer, l’ultima opera europea del maestro dell’architettura brasiliana Oscar Niemeyer.

Il contrasto è voluto e riuscito: il bianco candido del cemento armato di Niemeyer dialoga con le facciate medievali del centro storico. D’estate, il centro organizza festival di arte contemporanea che trasformano la città in un laboratorio culturale a cielo aperto. La ria di Avilés, inoltre, offre escursioni in kayak tra isolotti e canneti, un’esperienza che ricorda i fiordi norvegesi più che le coste spagnole.

Le spiagge di Llanes  Llanes è conosciuta soprattutto per le sue spiagge, pur vantando anche un incantevole centro storico, ricco di edifici medievali.  Playa de Toró, con le sue formazioni rocciose che emergono dall’acqua come sculture naturali, offre uno spettacolo che cambia con le maree. Playa de Barro, più selvaggia e meno frequentata, è il rifugio perfetto per chi cerca solitudine e contemplazione. Ma Llanes nasconde anche una curiosità geologica unica: la spettacolare spiaggia di Gulpiyuri, una spiaggia “impossibile” situata nell’entroterra, a cento metri dal mare e alimentata da un tunnel naturale scavato dalle acque nel corso dei millenni.

Covadonga, dove nacque la Reconquista Covadonga è il simbolo della nascita della Spagna cristiana, il punto geografico e simbolico dove, secondo la tradizione, nel 722 Pelagio delle Asturie sconfisse i musulmani dando inizio alla Reconquista. La leggenda narra che Pelagio, rifugiatosi nella grotta con un manipolo di guerrieri, invocò la protezione della Vergine Maria. Durante la battaglia, le frecce scagliate dai musulmani si voltarono contro di loro, mentre una slavina travolse il loro esercito. Realtà storica o costruzione mitologica? Gli storici dibattono da secoli, ma quello che conta è l’impatto che questo racconto ha avuto sull’immaginario collettivo spagnolo. Leggenda? Realtà? Poco importa. Quello che conta è l’emozione che si prova salendo verso il santuario, attraversando boschi di faggi e castagni che d’estate offrono un fresco naturale incomparabile.

La grotta stessa custodisce misteri che vanno oltre la battaglia del 722. L’acqua che sgorga dalle rocce e forma il laghetto ai piedi della cappella è considerata miracolosa dalla tradizione popolare. Le cronache medievali raccontano di guarigioni inspiegabili, di pellegrini che bevevano quest’acqua e tornavano a casa guariti da mali incurabili. La scienza moderna spiega che si tratta di acqua di sorgente particolarmente pura, filtrata attraverso rocce calcaree per secoli, ma la suggestione rimane intatta.

La basilica, costruita tra il 1877 e il 1901 in stile neo-romanico, si erge maestosa davanti alla grotta originaria. All’interno, la statua della Vergine di Covadonga, scolpita nel legno e rivestita d’oro, domina l’altare maggiore. Ma è nella piccola cappella scavata nella roccia che si percepisce davvero la sacralità del luogo: il rumore dell’acqua che gocciola, l’eco dei passi sui gradini consumati da milioni di pellegrini, l’odore di cera e incenso creano un’atmosfera che trascende le divisioni religiose.

I laghi di Covadonga, Enol ed Ercina, raggiungibili attraverso una strada serpeggiante che sale tra boschi di faggi secolari, completano il quadro mitologico del luogo. La leggenda vuole che questi specchi d’acqua siano le lacrime della Vergine per i caduti in battaglia, cristallizzate dall’eternità in due gioielli turchesi incastonati tra i pascoli alpini. D’estate, quando la neve si ritira dalle vette circostanti, i laghi riflettono un cielo che sembra più vicino, creando un paesaggio che ha ispirato poeti e mistici per secoli.

Tradizioni celtiche Le Asturie custodiscono un patrimonio culturale che affonda le radici nell’Europa celtica pre-romana come mostra la gaita (cornamusa asturiana), l’erede diretta degli strumenti celtici che accompagnavano i riti nelle foreste sacre e oggi è protagonista die festival folk che riempiono .
piazze e prati.
I castro (villaggi fortificati pre-romani) punteggiano ancora il territorio. Quello di Coaña, il meglio conservato, mostra case circolari in pietra che duemila anni fa ospitavano le tribù celtiche degli Astures. D’estate, quando la vegetazione è più rigogliosa, questi siti archeologici si trasformano in finestre aperte su un passato che parla ancora.

Sapori di terra, frutti di mare e sidro Il piatto più emblematico delle Asturie, la fabada, è uno stufato tradizionale che combina i fabes (fagioli) con salsicce come il chorizo e il sanguinaccio. Ma definirla semplicemente “zuppa di fagioli” sarebbe un insulto alla complessità gastronomica asturiana.

I fabes de la Granja, coltivati solo in alcune vallate, vengono raccolti freschi e la loro consistenza cremosa raggiunge la perfezione. Il compañu (la carne che accompagna i fagioli) include morcilla, chorizo e lacón, prodotti secondo ricette tramandate da generazioni.

Attraverso l’itinerario dei sapori del mare, si possono scoprire le attività e la vita delle località marittime delle Asturie. Tra le varie esperienze proposte, si può assistere a un’asta del pesce nel mercato, vedere come lavorano i coltivatori di ostriche, conoscere i frutti di mare del Mar Cantabrico in un vivaio. Il calendario gastronomico estivo è ricchissimo. Agosto porta la Festa del Bonito a Candás, dove il tonno alalunga viene preparato secondo la tradizione marinara. Settembre celebra il riccio di mare a Llanes, una prelibatezza che richiede coraggio e palato raffinato.

Particolarmente ricca anche la tradizione casearia con il Cabrales ritenuto la punta di diamante della regione. Questo formaggio blu, stagionato nelle grotte naturali dei Picos de Europa, raggiunge d’estate la sua massima espressione. L’umidità costante delle caverne e i microorganismi autoctoni creano venature blu-verdi che sono pura arte biologica. Ma esistono anche il Gamonéu, prodotto solo in due paesi e stagionato con il fumo di legno di faggio, e l’Afuega’l Pitu, dal nome impronunciabile che significa “affoga il pollo” per la sua consistenza cremosa.

Ma il vero protagonista rimane il sidro che non è dolce come quello francese né aspro come quello inglese: è secco, leggermente acido, con un retrogusto di mela che persiste. D’estate, le sidrerie aprono i loro cortili per degustazioni sotto gli alberi di melo.

Dove dormire: dall’agriturismo ai boutique hotel D’estate, quando le città si svuotano, i casali di campagna diventano rifugi perfetti. Casa Cayo, a Poo de Llanes, offre camere in una casa nobiliare del XVIII secolo con vista sui Picos de Europa. La colazione include sidro, tortas di mais e miele di castagno prodotto in loco. Hotel Rural Arpa de Hierba, nei pressi di Ribadesella, è ricavato da un antico monastero e mantiene il silenzio contemplativo dell’origine religiosa.

Per chi preferisce il mare, l’Hotel Villa Rosario a Ribadesella combina charme ottocentesco e comfort moderno. Le camere affacciate sulla ria offrono tramonti che competono con quelli delle Seychelles. Villa de Luarca, nell’omonimo borgo di pescatori, è un gioiello art déco che mantiene l’atmosfera dei primi del Novecento.

Chi cerca il lusso discreto può optare per il Parador de Cangas de Onís, ricavato dal monastero di San Pedro de Villanueva. I chiostri medievali sono diventati giardini dove si serve la colazione, mentre le celle monastiche si sono trasformate in suite con vista sui monti.




Vacanze Pet-Friendly in Italia

Il turismo pet-friendly è in ascesa. La decisione di organizzare le vacanze insieme al proprio amico a quattro zampe non è una semplice moda passeggera, ma una trasformazione culturale destinata a ridefinire il concetto di ospitalità e  il riflesso di cambiamenti strutturali nella società italiana. Con un’offerta che spazia dagli agriturismi toscani agli hotel di lusso delle Dolomiti, l’Italia si conferma destinazione d’eccellenza per chi viaggia con i propri animali domestici. La chiave del successo risiede nella capacità di trasformare la presenza dell’animale da “concessione” a “valore aggiunto”, creando esperienze che arricchiscono la vacanza di tutta la famiglia.
Anche per questo l’offerta pet-friendly ha superato la fase elementare dell’ “animale tollerato” per abbracciare un concetto di ospitalità dedicata. Le strutture più avanzate non si limitano ad accettare gli animali (con un costo che generalmente oscilla tra i dieci e i cinquanta euro a notte aggiuntivi o che prevede, in caso di case o appartamenti, una pulizia finale specifica), ma costruiscono attorno alla loro presenza un’esperienza dedicata che comprende servizi veterinari, aree di sgambamento attrezzate, menù e attività specifiche, dog-sitting professionale per momenti di relax individuale, spa treatment per animali, sessioni di pet-therapy in contesti turistici e servizi fotografici specializzati in ritratti vacanzieri con animali. Al contempo emergono app dedicate come DogWelcome e ZampaVacanza che geolocalizzano servizi pet-friendly, mentre sistemi gps per cani garantiscono sicurezza durante le escursioni.

Vacanze pet friendly
Foto trasmessa e su concessione di Aigo

Ecco alcune delle destinazioni più accoglienti del Belpaese.

Destinazione mare: il regno del turismo pet-friendly Le destinazioni marine rappresentano il segmento più sviluppato, solo sulla riviera Romagnola gli hotel pet friendly sfiorano quota mille.
Riccione con Riccione Pet ha addirittura lanciato un progetto turistico a tutto tondo, diventando così il primo marchio di destinazione pet oriented in Italia. Con Riccione Pet l’offerta turistica spazia dalle spiagge attrezzate con aree dedicate ai cani, ai ristoranti con menu pet-friendly, dal servizio veterinario h24 si  negozi specializzati in accessori per animali fino ai percorsi urbani e nell’entroterra romagnolo, tra colline e borghi medievali, pensati per goderne insieme agli amici a quattro zampe. Non mancano corsi di dog-dancing sulla spiaggia e aperitivi pet-friendly nei beach club specializzati

In Liguria le strutture che accettano animali, secondo i dati di TripAdvisor, toccano quota duemila.  La costa ligure offre un mix perfetto tra bellezze naturali, borghi marinari e servizi dedicati ai pet. Le passeggiate lungo la Via del Sale o sui percorsi selezionati pet friendly sono un must per chi porta con sé il proprio cane. Tra le strutture d’eccellenza si evidenziano l’Hotel Vis à Vis a Sestri Levante; l’Hotel Villa Anita a Santa Margherita Ligure, il Park Hotel Argento di Levanto, l’Hotel Villa Agnese di Sestri Levante e il Villaggio di Giuele a Finale Ligure.

La Puglia ha saputo ritagliarsi un ruolo di primo piano nel turismo pet-friendly del Sud Italia, con particolare eccellenza nel Gargano e nel Salento. TripAdvisor recensisce positivamente 3.528 alberghi che accettano cani nel Salento, dimostrando un’offerta capillare e di qualità. In evidenza anche case pet friendly come le tre case di Nardò, nel cuore del Salento barocco, che possono diventare una base  ideale di partenza per la scoperta del territorio e della costa (https://www.airbnb.it/rooms/5307280?viralityEntryPoint=1&s=76https://www.airbnb.it/rooms/801935668687651904?viralityEntryPoint=1&s=76https://www.airbnb.it/rooms/1210773624914999470?viralityEntryPoint=1&s=76).
Tra i resort spicca il Club degli Ulivi a Vieste, un villaggio turistico completamente pet-friendly con ristorante, piscina, spiaggia privata con telo mare dedicato, area agility, zona giochi, buffet colazione per cani, educatore cinofilo a disposizione, dog sitter  e dog walking guidate nel Parco Nazionale del Gargano, e nella sua parte più interna, nella Foresta Umbra, patrimonio Unesco dal 2017 quale parte del sito trasnazionale “Faggete primordiali dei carpazi e di altre regioni d’Europa”.
In particolare, sempre in Puglia il Torreserena Resort (Bluserena Hotels & Resorts ) ha inaugurato il programma “Happy Dog”, un insieme di servizi pensati per rendere il soggiorno degli animali domestici e dei loro proprietari ancora più confortevole e piacevole. Sin dal momento dell’arrivo, gli amici a quattro zampe ricevono un’accoglienza dedicata: un check-in riservato, con ciotole d’acqua fresca e una welcome box ricca di attenzioni. In camera, a disposizione degli ospiti pelosi, un giardino privato recintato e una poltroncina personale. Il parco giochi esclusivo, completamente recintato, consente ai cani di muoversi in libertà, socializzare e divertirsi in sicurezza e non mancano poi spazi ristorante dedicati, per condividere anche i momenti conviviali in compagnia del proprio cane. A completare l’offerta, su richiesta, servizi di dog sitting e assistenza veterinaria.

Vacanze pet friendly

Trentino-Alto Adige e Val d’Aosta a prova di pet   Trekking guidati, percorsi naturalistici e attività di dog-trekking rappresentano il cuore dell’offerta alpina, dove il pet è protagonista attivo dell’esperienza turistica.
In Trentino Alto Adige booking recensisce oltre settemila strutture pet friendly, per ogni budget e per ogni destinazione come il Lanerhof di San Lorenzo di Sebato in Val Pusteria , il Feldmessner di Riscone, a pochi minuti a piedi dagli impianti di risalita di Plan de Coroneso il Panoramahotel Huberhof d Maranza. I MyTime Hotels in Val di Fassa sono un luogo ideale per trascorrere le vacanze con il cane alla scoperta dei sentieri dolomitici. In Val Passiria il Quellenhof Luxury Resort, un paradiso sospeso sull’acqua e circondato dalle cime a una manciata di chilometri da Merano, accoglie gli amici a quattro zampe e offre servizi di dog sitting.

La Valle d’Aosta accoglie gli amici a quattro zampe con 512 alberghi che, secondo TripAdvisor, accettano cani offrendo esperienze alpine uniche che spaziano dalla possibilità di salire sugli impianti di risalita con il proprio cane per raggiungere insieme le cime, alle visite per villaggi alpini e castelli (con i giardini generalmente pet friendly), alle passeggiate nella natura.  In particolare Courmayeur è circondata da una rete di sentieri adatti a ogni livello di esperienza, perfetti per lunghe passeggiate o trekking più impegnativi con il proprio cane. Sia la Val Ferret che la Val Veny offrono sentieri accuratamente segnalati, come quello che conduce al Lago Chècrouit o ai rifugi Bonatti e Maison Vieille, e ampi spazi verdi dove gli animali possono correre e divertirsi in sicurezza. Oltre agli itinerari escursionistici, Courmayeur dispone di aree verdi dove i cani possono giocare in libertà e di impianti di risalita che consentono il trasporto degli animali, rendendo ancora più semplice esplorare le vette circostanti. Tra le migliori strutture pet-friendly, Auberge de la Maison accoglie gli animali di piccola taglia fino ai 15kg. A loro è dedicato il kit di benvenuto “Gli Amici di Ginepro” realizzato in collaborazione con il marchio di Poldo. Il 50% del supplemento richiesto viene devoluto in beneficenza al Canile Regionale della Valle d’Aosta. Su richiesta è disponibile anche il servizio pet-sitter.

 

In campagna con il proprio pet Gli agriturismi rappresentano forse il segmento più autentico dell’ospitalità pet-friendly italiana.
In Toscana L’Agriturismo Farina è immerso nella natura ed è il luogo ideale per il fedele amico, con ampi campi dove correre e giocare e assistenza veterinaria. Agriturismo Le Biricoccole offre accesso ad alcune Bau Beach come Cecina Mare a dieci minuti in auto e Marina di Bibbona a venti minuti, permettendo di unire campagna e mare in un’unica esperienza.
A Fonteverde (Italian Hospitality Collection), resort affacciato sulla Val d’Orcia, i cani possono perfino rilassarsi in una piscina termale dedicata pensata appositamente per loroimmersa nella natura. Inoltre per i quattro zampe ospiti nell’elegante Bagni di Pisa, storica dimora dei Lorena, a Grotta Giusti e al resort di Monsummano Terme famoso per il grande parco secolare (sempre Italian Hospitality Collection), ad attendere gli amici a quattro zampe c’è un kit completo, comprensivo di telo per letto, ciotola e tappetino.

Vacanze pet friendly
Foto trasmessa e su concessione di Aigo Carlino dog in the dog swimmingpool at Fonteverde Terme & Hotel – San Casciano dei Bagni

Città d’arte: Cultura Pet-Friendly)Anche le grandi città d’arte italiane stanno adattando la loro offerta al turismo pet-friendly e, una volta in città, da non perdere lo shopping nelle boutique dedicate e il tour fotografico urbano insieme con il proprio amico a quattro zampe. A Firenze e a Roma gli hotel di Lungarno Collection mettono a disposizione una “lussuosa cuccia”, ciotole e croccantini con un supplemento di 50 euro per tutto il soggiorno e offre servizi di dog sitting. Nella capitale il St. Regis (Marriott Bonvoy) dedica ai cani un trattamento d’eccezione: gli ospiti pelosi ricevono amenity personalizzate ispirate alla Lupa Romana, simbolo della Città Eterna. Le illustrazioni, firmate dal celebre artista Gianluca Biscalchin, decorano cuccia, giocattoli e ciotole, che vengono regalati a fine soggiorno come ricordo esclusivo.

A Milano Casa Brera,a Luxury Collection Hotel (Marriott Bonvoy) accoglie gli ospiti a quattro zampe con un kit pet friendly che include una comoda cuccia, una ciotola per acqua e cibo e un gioco.

Venezia presenta sfide logistiche particolari, ma offre esperienze uniche e il trasporto gratuito sui vaporetti Actv dei cani al guinzaglio e di altri animali di piccola taglia in trasportinoQui il JW Marriott Venice Resort & Spa situato su un’isola privata immersa nella laguna, offre un contesto ideale per i pet: ampi spazi verdi, un uliveto dove rilassarsi all’ombra e sentieri da esplorare. In camera, è previsto un kit completo che include cuccia firmata JW Marriott, giochi, cibo, ciotole e articoli per l’igiene, per fare sentire il pet come a casa.

Vacanze pet friendly
Foto trasmessa e su concessione di Aigo

 

La rivoluzione culinaria pet-friendly – menu gourmet per quattro zampe La ristorazione pet-friendly ha superato la semplice “ciotola d’acqua” per abbracciare una filosofia culinaria dedicata. Numerosi ristoranti e hotel propongono menù specifici per cani e gatti, preparati con ingredienti di qualità e supervisionati da veterinari nutrizionisti.
Le strutture alberghiere si stanno attrezzando con offerte adeguate come l’Hotel Principe a Rimini che offre menù degustazione per cani, i “Bau Menù”, cucinati dallo chef e a colazione mette a disposizione gratuitamente un “Bau Buffet”. Anche il Villaggio Club degli Ulivi di Vieste propone Dog Menù, in collaborazione con un dog chef, pensati appositamente per gli amici a quattro zampe.
In città invece sorgono ristoranti specializzati: a Milano, Bau Bar rappresenta il primo cocktail bar completamente pet-friendly d’Italia, mentre a Roma, il Fiuto Restaurant a Pont Milvio offre menù paralleli per proprietari e animali. In Riviera Romagnola, numerosi beach club hanno introdotto “aperitivi a quattro zampe” con stuzzichini pet-friendly.

Vacanze pet friendly
Foto trasmessa e su concessione di Aigo
St Regis- Roma




L’incanto della notte di San Lorenzo a Torino

Una Notte al Museo, il format ideato e realizzato dalla Fondazione Club Silencio, apre le porte dei Musei Reali di Torino per una serata dedicata al più famoso cielo d’estate, quello di San Lorenzo.

Un’occasione irripetibile attraverso arte, architettura e storia, tra saloni barocchi, affreschi, collezioni d’arte e scorci segreti dei Musei Reali di Torino. Per l’occasione è prevista l’apertura dell’appartamento dei Principi Forestieri, solitamente chiuso al pubblico. Ad arricchire l’esperienza, una programmazione culturale e artistica che intreccia installazioni partecipate, performance, astronomia, tarocchi, musica elettronica e concerti a lume di candela.

A rendere ancora più speciale la serata, linstallazione partecipata a tema desideri ideata da Lunar,  nome d’arte di Mattia Varsalona che invita il pubblico a scrivere e affidare il proprio desiderio a un’opera collettiva, poetica e luminosa. Per chi ama guardare lontano, l’Associazione Celestia Taurinorum guida l’osservazione astronomica grazie a telescopi puntati sul cielo e a un racconto visivo e mitologico supportato dal software Stellarium. S Sotto il cielo di agosto, è inoltre possibile partecipare alle letture dei tarocchi, mentre la Vr Experience trasporta gli ospiti al centro del cosmo.

Il percorso sonoro della serata è curato dal collettivo Shine On You, con una selezione musicale tra acid house, micro-house e suggestioni elettroniche underground. Nel Teatro Romano, invece, il quartetto d’archi Gli Archimisti interpretaalcune delle più celebri colonne sonore del cinema, regalando al pubblico un momento intimo e suggestivo illuminato da centinaia di candele.




In viaggio alla scoperta del Sud degli Stati Uniti

Natura, musica, spiagge e tradizione, gli ultimi giorni d’estate sono il momento ideale per un viaggio alla scoperta del Sud degli Stati Uniti. Qui ci si può far trasportare dai profumi della gastronomia locale, immergere nella musica dei festival all’aperto o esplorare le acque limpide che attraversano paesaggi naturali  dei parchi. Dall’ospitalità calorosa dell’Alabama, alla inconfondibile joie de vivre della Louisiana, passando per la natura del Mississippi, fino alle botteghe artigiane che raccontano storie di tradizione nel Kentucky o agli adrenalinici sentieri off- road del Tennessee, ogni luogo ha una storia unica da raccontare e da vivere all’ombra dei tiepidi raggi di sole.

La joie de vivre  della Louisiana La Louisiana, il Pelican State, è la meta perfetta per chi vuole immergersi nell’anima autentica del Sud degli Stati Uniti.  Dalle River Parishes regione situata lungo il Mississippi, tra New Orleans e Baton Rouge nota per il paesaggio caratterizzato da bayou e zone umide oltre che per la cultura cajun, a New Orleans, simbolo della cultura creola e jazz, fino alla capitale Baton Rouge, non mancano luoghi da inserire in un road trip da sogno dello Stato.
New Orleans rappresenta il cuore della Louisiana, una città multiculturale, celebre per il suo spirito creolo e la musica jazz che risuona in ogni angolo. Il quartiere francese, con le sue architetture coloniali, le strade acciottolate e i balconi in ferro battuto, è un luogo dove storia e vita contemporanea si fondono armoniosamente.
Le River Parishes custodiscono autentici tesori storici, tra cui le celebri Oak Alley Plantation, con il suo suggestivo viale di querce secolari, e Houmas House, un’elegante dimora che offre uno sguardo sulla vita nelle piantagioni del passato. Questi luoghi raccontano le vicende del Paese attraverso imponenti architetture e tour guidati interattivi, facendo vivere ai turisti un viaggio nel tempo.
Per chi ama la natura, un’escursione nelle paludi, il tipico swamp tour, propone un’esperienza emozionante tra cipressi imponenti, piante ricoperte di muschio e fauna locale. Gli specchi d’acqua sono abitati da coccodrilli che si crogiolano al sole o che, curiosi, si avvicinano alle imbarcazioni dei visitatori. La foresta circostante ospita adorabili procioni e cinghiali. Tour in airboat o in kayak permettono di esplorare questi paesaggi incantati, rivelando la bellezza incontaminata della Louisiana.
Baton Rouge, capitale della Louisiana, rappresenta un punto di incontro tra passato e presente. La città offre uno sguardo a 360° sulla nascita, la cultura e le tradizioni dello Stato. Tutto questo è racchiuso all’interno del Louisiana State Museum, con esposizioni dedicate alla politica e all’arte, e nell’Old State Capitol, un gioiello architettonico tutto da scoprire. Al tramonto, il lungo fiume Mississippi è un luogo ideale per passeggiate panoramiche.
La joie de vivre della Louisiana si esprime anche attraverso festival ed eventi che animano città come New Orleans, Lafayette e Baton Rouge durante tutto l’anno. Da Mardi Gras al Jazz Fest, da celebrazioni di musica cajun a fiere gastronomiche, questi luoghi diventano il cuore pulsante dello spirito accogliente e festoso della Louisiana, offrendo esperienze vivaci e memorabili che incarnano perfettamente l’immaginario unico dello stato. Non solo. La Louisiana d’estate è un carosello di esperienze fra natura, storia e dolci deliziosi. I parchi sono veri e propri parchi giochi acquatici: laghi, fiumi, splash pad per i più piccoli e attività su misura per chiunque voglia divertirsi in canoa o con una battuta di pesca d’altura in barca. Chi preferisce un tuffo nell’arte può puntare dritto sui musei: il Biedenharn Museum a Monroe mette insieme giardini da sogno e memorabilia Coca-Cola; a Shreveport, l’acquario ospita squali e cavallucci marini; a New Orleans una tappa da non perdere è il National WWII Museum.  

Musica dal vivo nel Mississippi Che sia una gita sulle spiagge di Biloxi e alla ricerca dei tesori nascosti della costa del Golfo, un trekking tra cascate a Tishomingo State Park o una giornata di pesca sul tranquillo Grenada Lake,  una gita in battello fino a Ship Island, dove nuotare in acque cristalline, o la scoperta dello storico Fort Massachusetts, in Mississippi ogni scusa è buona per vivere all’aria aperta. Le riserve naturali di Clark Creek Natural Area e di Noxubee National Wildlife Refuse sono ideale per chi vuole immergersi nelal natura. E, quando il sole tramonta, inizia la musica. Dal Brandon Amphitheater al BankPlus, passando per l’imponente The Sound sulla costa, i concerti all’aperto fanno da colonna sonora alle serate estive. Basta una coperta, una sedia da campeggio e il cielo stellato. E per chi vuole sentire battere il cuore del Sud degli Stati Uniti non mancano tappe iconiche come la casa di Elis Presley a Tupelo, i musei dedicati alla cultura blues e le jam session di Clarksdale e il Vicksburg Nartional Military Park.

Il paradiso fluviale è in Missouri  La bella stagione in Missouri ha il suono dell’acqua che scorre lenta lungo il corso dei fiumi sui laghi come il  Table Rock sulle montagne dell’Ozarks, un eden di foreste e fiumi che le rendono una destinazione privilegiata in estate per escursionisti, ciclisti, amanti della natura. Il Missouri in particolare è la patria dei float trip, ovvero delle discese lungo i fiumi, che si scelga un kayak o una zattera, l’importante è immergersi nella bellezza dell’ altipiano delle Ozarks dove la natura è la vera protagonista. La meta più amata? The Landing at Current River, con le sue camere che affacciano sull’acqua e un nuovo River Store dove affittare canoe, kayak o raft per escursioni fluviali uniche, oltre al ristorante con vista The Blue Heron. Per immergersi nella cultura del Sud degli Stati Uniti da non perdere è una tappa alla Missouri State Fair che si tiene dal 1901 in agosto (quest’anno dal 7 al 17 agosto) a Sedalia. Tra gare di traino con i trattori , rodei e musica dal vivo, la fiera offre uno spaccato sul Sud degli Stati Uniti.

I tramonti e i musei spaziali in Alabama  In Alabama si pesca al tramonto al Lake Martin, si cammina lungo i sentieri panoramici del Cheaha State Park, si ascolta musica allo Sloss Funace di Birmingham o si ozia su spiagge bianchissime. Per un’immersione nell’ospitalità delle comunità locali, i numerosi festival sono ideali per assaporare le delizie gastronomiche dello Stato, come un Bbq o il peach cobbler (dolce tradizionale ripieno di frutta). Nel cuore di Decatur, una tappa da non perdere per gli amanti della cucina del Sud è il celebre Big Bob Gibson Bar-B-Q: è qui che nacque la Original Alabama White Sauce, una salsa a base di maionese, ideata per accompagnare i piatti di pollo e la cui ricetta originale resta ancora oggi un segreto ben custodito. Il locale, punto di riferimento della tradizione barbecue, è oggi gestito dal pluripremiato Chris Lilly, chef e pitmaster (esperto di griglia) di quarta generazione, che ha portato avanti la storia di famiglia creando anche una versione rossa della salsa, perfetta per esaltare i sapori delle carni scure.
Da non perdere una tappa a Huntsville che affascina con il suo spirito futuristico e la passione per lo spazio. All’US Space and Rocket Center, uno dei musei aerospaziali più completi al mondo, è possibile vivere esperienze adrenaliniche come la Moon Shot, un’attrazione che catapulta i visitatori a oltre 40 metri d’altezza in meno di tre secondi, simulando l’accelerazione di un lancio spaziale. Tra i razzi in esposizione spicca la celebre Saturn V, simbolo delle missioni Apollo, mentre simulatori e laboratori interattivi permettono di mettere alla prova le proprie abilità da aspirante astronauta. Il museo organizza anche lo Space Camp, dove bambini e adulti possono affrontare un vero addestramento da astronauta.

I paesaggi montani del North Carolina La High Country del North Carolina è l’alleata perfetta contro gli ultimi giorni di caldo. Tra West Jefferson, Boone e Blowing Rock, le vette montane regalano temperature più miti e paesaggi dal verde rigoglioso. A West Jefferson si pesca nel New River, uno dei fiumi più antichi del mondo, lungo l’unico fly fishing trail degli Stati Uniti. Il New River State Park offre numerose possibilità per rinfrescarsi con attività come kayak, tubing o pic nic sulle sponde ombreggiate. Boone è la patria della trota: torrenti limpidi, guide esperte e tutto il necessario per pescare (o almeno provarci). Per gli amanti del relax, Blowing Rock è la destinazione ideale per lunghe camminate o per pagaiare tra i rododendri in fiore.

Il glamping nella natura del South Carolina  In South Carolina, gli ultimi raggi di sole si godono in campeggio fra comfort e natura. I parchi statali offrono scenari che cambiano a ogni curva: montagne imponenti, cascate che si gettano tra le rocce, laghi scintillanti e spiagge idilliache. Qui tutti potranno trovare la meta ideale per godersi una vacanza in tenda. Proprio lungo le rive del Black River, aprirà un Airstream Camping Village con cinque camper dotati di spazio all’aperto, con sedie, griglia, luci soffuse e altalene affacciate sull’acqua. All’interno, cucina attrezzata, bagno, climatizzazione.

La creatività del Kentucky Per coloro alla ricerca di un itinerario culturale, il Kentucky è una tappa imprescindibile. Qui l’arte non è solo esposta: è vissuta, tramandata, modellata a mano. A Berea, definita la capitale del folk art, si cammina tra botteghe artigiane, si osservano mani esperte intrecciare, scolpire, dipingere. Il Kentucky Artisan Center è un concentrato di talento che raccoglie le opere di oltre 800 artisti locali. A Paducah, città Unesco per la creatività, i murales raccontano storie, le strade si animano di idee e colori con i laboratori aperti del Lower Town Arts District. Se si preferisce qualcosa di più contemporaneo, ci sono le mostre del Kmac a Louisville, gli spazi visionari dei 21C Museum Hotels e i centri dell’artigianato appalachiano, come quello di Hindman.

Il lato selvaggio dell’estate sulle Great Smoky Mountains del Tennessee Nel cuore del Tennessee, l’estate si vive off-road. A Pigeon Forge, tra i rilievi del Great Smoky Mountains National Park, WildSide spalanca le porte a chi cerca avventura e adrenalina tra sentieri montani, salite da brivido e viste spettacolari. Con 360 ettari di natura incontaminata, più di 18 chilometri di percorsi e un dislivello totale di oltre 450 metri, questo parco avventura è il sogno di ogni biker, esploratore o amante degli sport estremi. Qui si pedala, si guida, si corre su sentieri sterrati, percorsi Utv e trail da esplorare uno dietro l’altro.




Il Summer Jamboree fa ballare tutta Senigallia

Dall’1 al 10 agosto il Summer Jamboree fa ballare tutta Senigallia con l’edizione che celebra i primi venticinque anni del Festival di musica e cultura dell’America Anni ‘40  e ‘50. Un’occasione per trascorrere una vacanza unica con tutta la famiglia a due passi dal Monte Conero. E infatti la locandina dal sapore vintage di questa venticinquesima edizione ritrae proprio una famiglia giovane e sorridente nella sua Chevrolet decappottabile che arriva sulla spiaggia di velluto sullo sfondo della Rotonda e del Monte Conero, simboli della riviera adriatica e della Regione Marche. Una famiglia che può approfittare del Festival per organizzare una vacanza alla scoperta di questo territorio iniziando da Sirolo, piccolo borgo sul Monte Conero da cui si gode un panorama favoloso per esplorare le spiagge più belle, le grotte (Frasassi, Camerano e Osimo) e i borghi storici di Recanati, Offagna, Loreto.

IL Festival e il territorio Nato a Senigallia 25 anni fa, il Summer Jamboree è cresciuto fino a diventare il più grande festival al mondo nel suo genere, contribuendo in modo determinante alla riconoscibilità ed alla trasformazione turistica e culturale di Senigallia. Nel tempo il Summer Jamboree si può dire che si sia trasformato in un rituale collettivo e gioioso che ogni estate raduna a Senigallia persone da ogni parte del mondo. C’è chi aspetta il Natale e chi aspetta il Summer Jamboree.
 Il Summer Jamboree è una festa che non ha età, capace di far ballare proprio tutti sotto il cielo stellato della riviera adriatica, creando ricordi ed emozioni indimenticabili, al ritmo di Rock’n’Roll, Swing, Country, Rockabilly, Rhythm’n’Blues, Hillbilly, Doo-wop, Western swing.
Tra una lezione di Boogie Woogie, un live concert e un cocktail al tramonto all’Hawaiian Beach sulla spiaggia di velluto di Senigallia, tutti si sentono a casa in un mondo fatto di energia positiva e condivisione.

Il programma   Si inizia venerdì 1° agosto con una giornata di prefestival in cui un grande free boot sale, per chi ama frugare tra storie, stili e meraviglie d’epoca, nell’area del Mascalzone sul lungomare di levante tra shopping, Record Hop e qualche bagno al mare. La sera poi prende il via il Vintage Market alla Rocca Roveresca, i primi concerti di apertura e il Dopo Festival alla Rotonda a mare.
Dal 2 agosto inizia ufficialmente il Festival con il programma al completo e si apre il main stage a Piazza Garibaldi. La line up di quest’anno vede tra i protagonisti alcuni degli artisti internazionali più interessanti del panorama Rock’n’Roll, che arrivano a Senigallia per festeggiare i primi venticinque anni del Summer Jamboree. In tutto sono attesi 157 artisti per l’edizione 2025 tra musicisti, cantanti, insegnanti di ballo, ballerini professionisti, performer e DJ provenienti da 15 Paesi. A fare gli onori di casa sui due palchi del Summer Jamboree 25 sono attesi cinque presentatori d’eccezione, Russell Bruner, Bianca Nevius, Eve La Plume, Grace Hall, Racy Ros, protagonisti di un’altra novità assoluta del festival: il Burlesque & Cabaret Show alla Rocca Roveresca per la prima volta all’aperto e a ingresso gratuito. Triplicano inoltre per i 25 anni del Summer Jamboree gli appuntamenti con i Dance Show, tra i momenti più amati dal pubblico del Festival a cura del team internazionale degli insegnanti del Summer Jamboree, che regalano uno show che unisce tecnica e spettacolarità, acrobazie, improvvisazione e complicità. Quest’anno sono previsti domenica 3 e venerdì 8 agosto e una Special Teachers dance jam on the Dance Floor è fissata per sabato 9 agosto.
Non solo, martedì 5 agosto 2025 torna per il terzo anno consecutivo, il Summer Jamboree Hera Dance Contest   nella pista di Piazza Garibaldi: una gara di ballo per coppie (leader e follower), a iscrizione gratuita, dove tutti gli stili di ballo swing sono ammessi.
Da non perdere i Dance Camp e Boot Camp, quest’anno in programma dal 2 al 9 agosto, per apprendere o affinare gli stili fondamentali del rock’n’roll e dello swing. Una line-up di insegnanti che rappresentano il gotha mondiale delle danze swing, campioni internazionali, professionisti di fama globale daranno vita a un viaggio di apprendimento, ispirazione e puro divertimento. Il Dance Camp è il luogo ideale per chi ama ballare sul serio. Che si tratti di un principiante con due piedi sinistri o di un esperto in cerca di un livello più avanzato, chiunque può trovare la classe perfetta, dal Level 1 al Level 4. Se invece si vuole iniziare da zero o rinfrescare i fondamentali prima di buttarsi nella mischia, il Boot Camp è il trampolino giusto. Tre ore al giorno negli spazi della Rotonda a mare per un corso intensivo che si rivolge ai principianti desiderosi di progredire rapidamente al livello successivo. Gli insegnanti protagonisti dei camp del Summer Jamboree sono: Alexsia Ghezzo, Carolina Lampugnani, Dimitri Masotti, Francesco Pezzo, Gosia Aniolkowska, Jay Cee, Katja Završnik, Lizette Rönnkvist, Lucy Sanders, Markus Rosendal, Minn Vo, Moe Sakan, Mona Reithmeier, Rasmus Holmqvist, Sailor Mike, Viktor Edlund, Wilma Edlund, Peter Loggins.
Durante i dieci giorni del festival, come sempre, ci sono infine anche le lezioni di ballo gratuite assieme ai docenti Luca Rizzioli (ITA) e Carlotta Mignani (ITA), per imparare in tranquillità i passi, per un piccolo ripasso, o trovare nuovi partner di ballo all’Hawaiian Beach e all’Hera Dance Floor alla Rocca Roveresca

Le novità E ancora tante altre novità  l’Airstream Dance Corner in Piazza Roma si propone come un nuovo spazio in città per ballare. La piazza infatti si trasforma ogni sera, dalle 18:00 alle 24:00, in una dance floor all’aperto con la musica Anni ’40 e ’50 dei migliori DJ provenienti da tutto il mondo. Ogni sera inoltre, dalle 21:00 alle 22:30, è prevista una selezione dedicata solo al Balboa, per gli amanti dei ritmi jazz e swing veloci.
La Balcony Jam Session trasforma la balconata della Rotonda a Mare in un palco spontaneo per jam session. Nessuna scaletta, solo pura energia live, complicità e improvvisazione. Il Balcony Jam Session si unisce così ai party “Music and dance by the sea” che ogni sera (escluso il 7 agosto) si aprono alla Rotonda sul mare da Mezzanotte alle 4 di mattina con una colonna sonora che attraversa i decenni della musica, dai ruggenti Anni ’20 all’età dell’oro degli Anni ’50.
Il Summer Jamboree Cucù: laboratori e giochi per bimbi (a partire dai 5 anni) mentre i grandi si godono la festa, realizzati in collaborazione con Lapsus.

Gli special guest Tra gli special guest della XXV edizione, Vel Omarr un veterano della musica del genere che porta un formidabile tributo a Sam Cooke, Ruby Turner, famosa per la sua This Train e Curtis Salgado, formidabile chitarrista blues che incanta il pubblico dagli Anni ’60 con la sua voce potente, che attinge tanto dal Soul e dal R&B quanto dalla tradizione del Blues e del Gospel.
E ancora, Les Greene, la voce di Little Richard nell’ultimo film dedicato ad Elvis di Baz Luhrmann, nonché uno dei migliori show-men del suo tempo, un grande “urlatore” che sul palco non si risparmia e che sprigiona una potente ondata di musica roots, rock e soul.
Tra i protagonisti del Summer Jamboree, infine, c’è anche Pete Molinari, uno dei cantautori preferiti del Boss Bruce Springsteen, un personaggio che sfugge ad ogni definizione e fa musica senza tempo. Musicista, scrittore, drammaturgo, bohémien, artista intransigente e anticonformista, non può essere racchiuso in un genere e per il pubblico del Summer Jamboree porterà uno spettacolo appositamente creato per l’occasione.




Budapest in festa

Estate di feste, musica ed eventi a Budapest, nel cuore d’Europa. Il calendario è ricco di appuntamenti e promette emozioni e divertimento per tutte le età. L’adrenalina sale già nei primi giorni del mese, quando il rombo dei motori della Formula 1 risuona all’Hungaroring, poco fuori dal centro, tra curve leggendarie e tribune colme di appassionati.

Ma è sull’Isola di Óbuda che esplode la magia dello Sziget Festival, dal 6 all’11 agosto: qui la musica non conosce confini. Oltre 550.000 persone sono pronte a vivere sei giorni di concerti, performance, installazioni artistiche e incontri culturali. La line-up 2025 prevede grandi nomi di fama internazionale, da Post Malone ad A$AP Rocky, da Shawn Mendes a Charli XCX, senza dimenticare le sorprese che ogni anno rendono unico questo evento. Sziget è molto più di un festival musicale: è un’esperienza immersiva dove si balla fino all’alba, si ammirano spettacoli circensi, si respira arte e si riflette sui grandi temi contemporanei.

Quando i decibel si abbassano, Budapest invita i turisti a riscoprire la sua anima più autentica. Dal 17 al 20 agosto, il Festival delle Arti Popolari anima il Castello di Buda con i colori e i profumi dell’artigianato tradizionale. Qui si possono trovare oggetti unici della manifattura ungherese, e assistere a danze e canti popolari che raccontano la storia di un territorio fiero delle proprie radici. Il Festival propone un viaggio nel tempo, tra mercatini, laboratori e spettacoli che coinvolgono grandi e piccini.

Il culmine dell’estate arriva il 20 agosto, giorno in cui si celebra la Festa Nazionale d’Ungheria, quando, per l’occasione, la città si veste a festa per ricordare la fondazione dello Stato. La giornata è un susseguirsi di eventi: dalle parate militari con spettacolari esibizioni aeree sopra il Danubio, alle cerimonie ufficiali, fino alla sera, quando il cielo si illumina con uno dei maggiori spettacoli pirotecnico d’Europa. Migliaia di fuochi d’artificio, coreografie di droni e giochi di luce dipingono i monumenti simbolo di Budapest, dal maestoso Parlamento alle colline di Gellért. Un’esperienza multisensoriale, tra suoni, colori e suggestioni che restano impresse nella memoria dei visitatori e dei cittadini.

E per trovare refrigerio dal caldo estivo la scelta non manca. Con l’arrivo dell’estate, Budapest  si trasforma in un paradiso acquatico dove sport, benessere e divertimento creano un connubio unico. Con il Danubio che attraversa la città, spiagge urbane e piscine storiche, Budapest offre numerose opportunità per vivere un’estate dinamicadove l’acqua diventa l’elemento principale, tanto per i cittadini quanto per i visitatori.

Il Danubio, che divide Buda e Pest, è il fulcro delle attività acquatiche estive come paddleboarding, kayak, wakeboard e rilassanti escursioni in barca. Le rive ospitano aree attrezzate ideali per ogni esigenza: dal parco verde Római Part alla luminosa Lupa Beach, che offre atmosfere da resort tra sport, relax e intrattenimento. Gli amanti dell’adrenalina possono dirigersi al Jet Park sul lago Fundy, meta perfetta per vivere emozioni forti sull’acqua, e per chi preferisce un’esperienza più suggestiva, le crociere private al tramonto lungo il Danubio permettono di scoprire i monumenti della città da una prospettiva affascinante e romantica. Tra le attrazioni più curiose, l’originale autobus galleggiante accompagna i visitatori in un insolito viaggio che unisce il percorso urbano alla navigazione fluviale, regalando scorci panoramici inaspettati.

Inoltre, Budapest vanta un’identità profondamente legata all’acqua, grazie a una conformazione geologica straordinaria che alimenta oltre cento sorgenti calde naturali. Questo patrimonio rende la capitale ungherese la regina delle mete termali d’Europa, dove il benessere si intreccia con la cultura e la vita quotidiana. I bagni storici della città non sono solo luoghi di cura, ma autentici simboli dell’eredità architettonica e sociale.




Aida, Carmen e Violetta, tre voci di libertà all’Arena di Verona

Aida, Carmen e Violetta tornano sul palco dell’Arena di Verona a raccontarsi e a interrogare il presente con la forza delle loro scelte radicali. La Traviata, Carmen e Aida vanno in scena, per un fine settimana veronese da non perdere, il prossimo 25, 26 e 27 luglio interpretate rispettivamente da Rosa Feola, Alisa Kolosova e Aleksandra Kurzak.
Fin dalle origini del Festival Lirico di Verona, inaugurato nel 1913 con l’Aida di Giuseppe Verdi a cui è seguita nel 1914 la prima produzione di Carmen in Arena, le tre opere hanno segnato la programmazione areniana, trasformando queste tre figure operistiche in pilastri della cultura europea. Aida con la sua monumentalità che si sposa con l’architettura romana, La Traviata con la sua intimità che contrasta con la vastità dell’anfiteatro, Carmen con la sua sensualità mediterranea che risuona nelle notti estive veronesi. Non si tratta solo di numeri: ogni rappresentazione segna un confronto tra la concezione ottocentesca della femminilità e le istanze contemporanee di autodeterminazione.

Violetta Valéry: il potere delle scelte. Dall’esclusione sociale alla libertà economica. Il potere delle scelte Violetta Valéry, protagonista de La Traviata, emerge dalla Parigi di metà Ottocento come una donna che detiene un controllo inedito sulla propria esistenza, una donna che sceglie i propri amanti e gestisce la propria ricchezza in una società che relega le donne alla dipendenza maschile. Il personaggio nasce dal romanzo “La Dame aux camélias” di Alexandre Dumas figlio, ispirato alla figura reale di Marie Duplessis, morta di tisi a ventitré anni.

Quando Giuseppe Verdi e Francesco Maria Piave creano La Traviata nel 1853, Violetta Valéry rappresenta una figura rivoluzionaria mascherata da melodramma romantico. La cortigiana parigina incarna una contraddizione che l’epoca fatica ad accettare, sfida le convenzioni del tempo e trasforma la condanna sociale in libertà economica. La sua morte per tisi, consunzione, rappresentava il prezzo pagato da chi osava vivere secondo regole personali, rivendicando piacere e autonomia, mentre oggi la rinuncia all’amato  Alfredo Germont diventa atto consapevole di una donna libera. Nel 2025, la voce Violetta risuona ancora attuale. La sua capacità di negoziare tra desiderio e convenienza sociale, tra passione e calcolo, parla a generazioni che hanno conquistato spazi di autodeterminazione impensabili nell’Ottocento, pur continuando in molti casi a vivere la tensione costante tra realizzazione personale e pressioni sociali.

La regia di Hugo De Ana, con i suoi specchi e arazzi belle époque, riflette questa tensione tra apparenza e autenticità che attraversa i secoli. La direzione di Francesco Ommasini le dà forma.

Carmen: la ribellione come identità Carmen di Georges Bizet emerge dalla Siviglia del 1875 come l’antitesi della femminilità romantica. Prosper Mérimée, autore della novella, prima e Bizet poi costruiscono un personaggio che rifiuta ogni forma di possesso maschile, utilizza la seduzione come strumento di potere e sceglie infine la morte piuttosto che la sottomissione. Carmen non chiede pietà né perdono: rivendica il diritto di cambiare idea, di tradire, di essere incoerente. L’opera, che proprio quest’anno festeggia i suoi primi 150 anni, fece scandalo fin dalle prove, cambiando poi per sempre la storia del melodramma.

La modernità di Carmen risiede nella consapevolezza tragica delle conseguenze delle proprie scelte. Sa che Don José può ucciderla, ma preferisce la morte alla sottomissione. La sua frase finale, “Tuez moi donc, ou laissez-moi passer!” (Uccidimi dunque, o lasciami passare!), rappresenta un manifesto di resistenza che attraversa i secoli.

La Carmen, portata in scena nella storica produzione firmata trent’anni da Franco Zeffirelli, dialoga drammaticamente con la cronaca contemporanea. Carmen diventa così l’archetipo della donna che muore per aver detto “no”, ma anche il simbolo di tutti coloro che scelgono la coerenza con se stessi.

La lettura contemporanea del personaggio dell’opera ha quindi visto evolvere Carmen dalla “femme fatale” esotica ottocentesca, a simbolo di libertà sessuale e autodeterminazione di chi vive ai margini della società e da questa marginalità costruisce spazi di libertà.

Aida: il riscatto dalla schiavitù  Aida rappresenta il paradosso della schiava che comanda sul destino dei potenti. Giuseppe Verdi e Antonio Ghislanzoni nel 1871 creano la figura della principessa etiope ridotta in schiavitù in Egitto evidenziando la tensione tra dovere pubblico e desiderio privato, tra fedeltà alla patria e fedeltà al cuore.

La produzione in scena quest’estate e firmata da Stefano Poda si confronta con Aida attraverso la creazione di un Egitto visionario e simbolico fatto di trasparenze, fasci di luce e costumi sontuosi.  La lacerazione di Aida tra due patrie, l’Etiopia del padre Amonasro e l’Egitto dell’amato Radamès, rispecchia le appartenenze multiple che definiscono l’identità contemporanea. Se la lettura ottocentesca vedeva in Aida l’esotismo caro al pubblico europeo, una principessa africana idealizzata secondo canoni occidentali, oggi il personaggio parla di persone che mantengono connessioni culturali transnazionali mentre costruiscono nuove appartenenze. In questo contesto, la scelta di Aida di morire accanto a Radamès, rappresenta la scelta di chi rifiuta di vivere dimezzato tra mondi inconciliabili e così facendo, trasforma la sconfitta in trionfo spirituale. Non è più il conflitto romantico tra amore e dovere, ma la condizione esistenziale di chi appartiene a più mondi e deve costantemente negoziare lealtà diverse.

Soggetti autonomi e non oggetti del desiderio Nel panorama operistico ottocentesco, Violetta, Carmen e Aida rappresentano un’evoluzione rispetto alle eroine passive del primo Romanticismo. Non subiscono il destino: lo forgiano con decisioni consapevoli.  Tutte e tre possiedono la capacità di agire autonomamente, influenzando il proprio destino come soggetti della propria storia e non oggetti del desiderio maschile. Violetta la esercita attraverso la gestione economica della propria sessualità, Carmen attraverso il rifiuto a ogni forma di controllo, Aida attraverso la fedeltà a valori che trascendono le convenienze politiche. La loro tragicità non deriva dalla fatalità, ma dalla collisione tra volontà individuale e strutture sociali oppressive e anticipa le rivendicazioni del secolo successivo. Il carisma di queste tre figure nasce dalla loro capacità di trasformare la vulnerabilità in potere e forza politica. Violetta converte la malattia in purificazione morale, Carmen trasforma la marginalità sociale in libertà assoluta, Aida eleva la schiavitù a testimonianza di dignità.

Specchi del presente Al loro debutto (La Traviata nel 1853, Carmen nel 1875, Aida nel 1871), queste opere hanno rappresentato rotture significative con le convenzioni teatrali del tempo. Violetta scandalizza perché trasforma la prostituzione in imprenditorialità femminile, Carmen disturba perché rifiuta la redenzione attraverso l’amore, Aida inquieta perché una schiava detta lezioni morali ai padroni. Il pubblico ottocentesco poteva accettare queste figure solo perché la loro storia si concludeva con la morte.  Oggi queste morti assumono significati diversi e diventano testimonianze di coerenza. Violetta, Carmen e Aida muoiono perché scelgono di rimanere fedeli a se stesse piuttosto che adattarsi a ruoli distanti da loro, rifiutando compromessi e rivendicano il diritto alla alla libertà. La contemporaneità di queste figure risiede in questa fedeltà all’autenticità personale, valore centrale nell’etica contemporanea. Sono donne che rifiutano di essere salvate dagli uomini perché hanno scelto di salvare se stesse, anche nella morte

L’Arena di Verona, anche nel 2025, diventa un  palcoscenico che amplifica la loro risonanza contemporanea, un teatro dove passato e presente si confrontano attraverso voci femminili che pur con centocinquant’anni di storia alle spalle, mantengono intatta la loro forza provocatoria. Sono numerose le serate dedicate ad Aida, Violetta e Carmen, confermando come questi titoli restino pilastri del repertorio non per nostalgia ma per capacità di interrogare il presente. L’Arena di Verona diventa così il

L’eredità delle tre ribelli Dal 1913  Carmen, Aida e Violetta hanno accompagnato l’evoluzione della coscienza femminile europea, hanno visto passare due guerre mondiali, il movimento suffragista, la rivoluzione sessuale, il femminismo, l’ingresso massiccio delle donne nel mondo del lavoro, i movimenti per i diritti Lgbtq+. Attraverso ogni trasformazione sociale, Aida, Carmen e Violetta hanno mantenuto la loro rilevanza perché incarnano conflitti che attraversano le epoche: il prezzo della libertà che non si mendica, il valore dell’autodeterminazione, la tensione tra desiderio individuale e convenzione sociale- Nell’Arena del 2025, queste tre opere declinate al femminile continuano a insegnare che la vera libertà costa tutto, ma vale tutto.




Baden-Baden, le terme glamour della Foresta Nera

Baden-Baden è una città termale ai margini della Foresta Nera che in estate dà vita a una festa dei sensi, rivelandosi una vera sorpresa grazie al mix tra storia, cultura, natura e glamour.  Rifugio dorato per reali europei, politici, scrittori, musicisti e jet set internazionali durante la Belle Époque, oggi Baden-Baden è una città molto più divertente di quanto si possa immaginare.

Terme, casinò e cultura  Baden-Baden ha una storia che merita di essere scoperta e lo si fa senza noia. L’acqua era già al centro di questa città millenni fa. Fondata oltre 2.000 anni fa dai Romani, che scoprirono i benefici delle sorgenti termali naturali locali (le rovine sono ancora visibili), la città è presto diventata un’oasi di benessere e cultura, fino ad essere dichiarata nel 2021 Patrimonio dell’Umanità Unesco come parte delle “Grandi città termali d’Europa”. Il centro città è una zona pedonale dove tutto è raggiungibile a piedi.  Il Frieder Burda Museum, con la sua architettura moderna e collezioni d’arte contemporanea, è un contrasto sorprendente con gli edifici storici circostanti. Non solo quadri: anche il Teatro di Baden-Baden, con la sua architettura neobarocca, non è solo un luogo per spettacoli, ma un’opera d’arte in sé da ammirare anche solo dall’esterno.  Il Casinò di Baden-Baden è infine visitabile con un tour guidato che permette di ammirare gli sfarzosi interni.

Relax con stile. Le terme sono il fiore all’occhiello di Baden-Baden che offre diversi tipi di esperienze. Ogni giorno, 800.000 litri di acqua calda a una temperatura fino a 68 gradi fanno miracoli per il corpo e l’anima. Sia che si tratti di problemi cardiaci e circolatori, disturbi metabolici o malattie respiratorie, il potere curativo delle sorgenti favorisce il benessere e il potenziamento del sistema immunitario. L’acqua termale inoltre, grazie al suo calore e alle sue caratteristiche, migliora la circolazione sanguigna nei muscoli, nelle articolazioni e nella pelle con un effetto benefico per il corpo, la mente e l’anima. Il Caracalla Therme è perfetto per chi vuole rilassarsi senza sentirsi soffocato da un’atmosfera troppo formale. Ci sono piscine interne ed esterne, cascate, grotte di vapore … insomma, c’è l’imbarazzo della scelta per un pomeriggio di puro benessere. Lo storico Friedrichsbad (costruito in stile rinascimentale nel 1877) invece garantisce un viaggio indietro nel tempo con il suo rituale termale in 17 tappe. È un’esperienza unica, ma attenzione: è un bagno misto e si pratica nudi.

Natura a portata di mano Baden-Baden non è solo palazzi eleganti e acque termali, è anche circondata da una natura rigogliosa che invita all’esplorazione. La Lichtentaler Allee è il polmone verde della città: una passeggiata romantica lungo il fiume Oos, fiancheggiata da alberi secolari, fiori colorati e ville signorili. Per godere di uno scenario spettacolare, soprattutto al tramonto, sulla città e sulla Foresta Nera si sale invece, in funivia, sul Merkurberg. Da qui parte una fitta rete di sentieri, prima di fo

Festival e piaceri E per concludere la giornata, Baden-Baden diventa il palcoscenico della cultura più raffinata con la stagione dei festival che prende il via il 27 giugno. Anche la scena gastronomica è tutta da sperimentare: dai ristoranti stellati alle trattorie più informali dove gustare la cucina locale (da non perdere, ovviamente, la Foresta Nera torta) e internazionale, fino alle taverne di vini dove fermarsi per sorseggiare un bicchiere di Riesling locale proveniente dal Rebland, la zona vinicola baciata dal sole che circonda BadenBaden.