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Mille Parole. La personale di Qiu Yi all’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze

Dal 9 luglio al 9 agosto 2021 ci sarà presso l’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, sita in Via Ricasoli n.68, la mostra personale di Qiu Yi Mille parole (千字文). Qui si potranno ammirare numerosi inchiostri e installazioni dell’Artista internazionale, anche presidente dell’Associazione di Arte e Cultura Contemporanea Cina e Italia, che promuove l’incontro tra cultura orientale e occidentale.

Qiu Yi è nato in Cina, ma abita ormai da anni a Firenze, che considera la sua seconda casa, lavorando in modo regolare tra Cina e Italia. La sua poetica sta tra tradizione e innovazione. Partendo infatti dall’antica scuola cinese, l’Autore poi giunge ad altre strade, unendo le sue radici con le scoperte fatte in Occidente, questo attraverso una prospettiva originale e personale. In questo senso scrive il curatore dell’esposizione Vittorio Santoianni:

Dai lavori recenti di Qiu Yi, emerge un artista dalla fisionomia multiforme per il background per-sonale e per l’ampiezza dei campi di interesse toccati. Forse la complessità insita nella sua ricerca si può comprendere maggiormente con il ricorso a polarità dialettiche. L’Oriente e l’Occidente sono sia le aree geografiche che i territori culturali e artistici entro i quali si sposta, ricercandone i punti di unione piuttosto che le differenze. Calato nel presente, i suoi ambiti temporali sono il grande passato della Cina e il futuro del mondo. Il suo linguaggio è caratteristico dell’arte contemporanea (le installazioni, le performance), ma ha anche notevoli affinità con la calligrafia e la pittura tradizionali cinesi che, a suo parere, sono suscettibili di un continuo rinnovamento. I suoi materiali prediletti sono quelli della modernità (l’acciaio, il cemento, il plexiglas) e del passato (l’inchiostro di China). In mezzo a queste antinomie, Qiu Yi si muove con disinvoltura e leggerezza per conciliare termini contrastanti solo all’apparenza, raggiungendo nella sua opera un mirabile equilibrio, che è segno dell’armonia quale suprema aspirazione della millenaria e raffinata cultura cinese”.

Sulla mostra si esprime bene Cristina Acidini, la Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno:

Padrone delle tecniche tradizionali cinesi – in primis della raffinatissima pittura-calligrafia a inchiostro su carta – Qiu Yi ne sperimenta la versatilità associando ad essa modalità espressive tipiche di movimenti occidentali quali l’Informale e il Concettualismo. Questa almeno è l’impressione che ricavo dalla serie di inchiostri su carta Mille parole, opera aperta destinata ad accrescersi nel tempo. L’uso magistrale dell’inchiostro sul foglio candido produce sognanti variazioni: la danza, ora lenta ora frenetica, di pennelli che lasciano in certi passaggi dei segni umbratili, quasi profili di nebbie stracciate dai venti, altrove invece strutture di densa e netta oscurità, capaci di suggerire onirici ideogrammi neri. Forme senza tempo, tracciate da una mano antica lungo le linee di un pensiero contemporaneo”.

La mostra sarà visitabile (ingresso libero) da martedì a sabato negli orari: 10.00-13.00 / 17.00-19.00, mentre di domenica sarà possibile accedere solo dalle 10.00 alle 13.00. Il giorno di chiusura è il lunedì.

Durante l’inaugurazione interverranno: Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, Antonio di Tommaso, Presidente della Classe di Scultura dell’Accademia delle Arti del Disegno, e il curatore Vittorio Santoianni.

Mille parole è organizzata dall’Accademia delle Arti del Disegno, con il Patrocinio di: Regione Toscana, Comune di Firenze, Consolato Generale della Repubblica Popolare Cinese a Firenze, con la collaborazione del Qiu Yi Studio.




La moda entra nei musei del mondo

La moda va al museo e fa sold out. Negli ultimi mesi sono stati  inaugurati due musei dedicati a Yves Saint Laurent : uno a Parigi, nello storico atelier in Avenue Marceau dove trovano spazio le diverse creazioni dello stilista dallo smoking all’haute couture oltre a coloro a cui Saint Laurent si è ispirato (Henry Matisse e Pablo Picasso compresi),  e un altro nella città di elezione del couturier francese, Marrakesh, dove oltre a 5mila abiti, 15mila accessori, un  auditorium e una biblioteca, trova posto una libreria che  riproduce la prima boutique aperta a Parigi dall’artista.

Ma la danza infinita di creatività tra abiti e accessori, profumi e foto di passerella, prende numerose altre vie fino a raggiungere tutti i continenti.  Sono sempre più numerosi i musei del fashion e le mostre monotematiche dedicate a singoli stilisti o maison che hanno fatto la storia del settore e attraggono ormai più visitatori dei poli culturali più tradizionali. A dare il via al trend è stata “Savage Beauty” esposizione dedicata ad Alexander Mc Queen organizzata dal Metropolitan di New York nel 2011 (dove è presto diventata una delle mostre più viste di tutti i tempi con 650mila visitatori) e poi ospitata nel 2015 dal Victoria&Albert di Londra è stata vista da più di un milione di persone, eguagliando le mostre dei record generalmente dedicate agli impressionisti.

E non poteva che essere la Francia, la patria dell’haute couture, ad annoverare i maggiori musei che qui gode della stessa attenzione dedicata alle altre arti figurative. A Parigi il Musée Galliera (Musée de la Mode de la Ville de Paris) vanta oltre 70mila pezzi dal 1780 ad oggi, tra cui abiti appartenuti a Maria Antonietta e outfit indossati da Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany. Ad Albi, in Occitania, dopo un doveroso omaggio al cittadino forse più illustre, Henri de Toulouse-Lautrec, vale la pena cercare nelle vie del centro un museo che è un piccolo scrigno della moda dove ogni anno vengono allestite esposizione a tema grazie alla ricca collezione dai proprietari. Di particolare fascino anche il Museo delle arti decorative della moda e della ceramica di Marsiglia ospitato nel castello Borély, dove trovano posto 5600 capi, 1600 accessori e 100 profumi. In Europa sono da visitare anche le collezioni del Victoria & Albert Museum di Londra e il MoMu di Anversa che, inaugurato nel 2002, ospita principalmente i lavori degli stilisti belgi.

Particolarmente attento al fashion è anche il Giappone che vanta il Kyoto Costume Institute con oltre 12mila capi di abbigliamento (sorprendentemente) occidentali risalenti addirittura al 17° secolo e 16mila documenti (è aperta al pubblico solo una selezione); il Bunka Gakuen Costume Museum di Tokyo che punta a scoprire la cultura giapponese e internazionale attraverso l’abbigliamento; il Sugino Gakuen Costume Museum di Tokyo e il Kobe Fashion Museum. A New York infine sono le gallerie del Metropolitan a giocare da protagoniste e, in particolare, quelle dedicate alla sezione Constume Institute, tra le più frequentate del museo, grazie agli oltre 35mila capi di abbigliamento e accessori provenienti dai cinque continenti a partire dal 15° secolo.

E l’Italia? Nel Paesi dove la creatività è, da sempre protagonista,  non esistono musei statali centrati solo sulla moda. A Milano, capitale riconosciuta del prêt-à-porter,  Palazzo Morando, sede delle collezioni di Costume Moda e Immagine, ospita collezioni e allestimenti che vale  la pena esplorare nelle mostre che ciclicamente vengono allestite. Due anni fa poi  Giorgio Armani ha festeggiato i quarant’anni del brand inaugurando Armani/Silos, in Via Borgognone, uno spazio di 4.500 metri quadrati che si sviluppa su quattro piani proponendo una selezione ragionata di abiti dal 1980 a oggi. La selezione racconta la storia e l’estetica dello stilista ed è suddivisa per temi: al pian terra la sezione Stars e la sezione dedicata al Daywear, al primo piano la sezione Esotismi, al secondo piano, Cromatismi, al terzo e ultimo piano la sezione Luce. Sempre sotto la Madonnina la Fondazione Prada “ha scelto l’arte come principale strumento di lavoro e di apprendimento” e propone dibatti e percorsosi culturali per “arricchire la vita quotidiana, aiutarci a capire i cambiamenti che avvengono in noi e nel mondo”.

Tra i musei della moda che mostrano uno spaccato di made in Italy, vale la pena mettere in agenda ci sono anche:
– il Museo Boncompagni Ludovisi di Roma che vanta 800 pezzi tra abiti e accessori di alcuni dei brand storici più importanti come Fausto Sarli, Gattinoni, Angelo Litrico, Roberto Capucci e Valentino;
– il Museo Salvatore Ferragamo a Firenze, ospitato all’interno di Palazzo Spini Feroni, documenta l’intera storia della maison e delle creazioni del suo fondatore, “il calzolaio delle stelle”;
– il Museo della Fondazione Roberto Capucci ospitato a Firenze a Villa Bardini espone i dodici abiti-scultura confezionati in occasione della Biennale di Venezia del 1995;
– la Galleria del Costume di Firenze (dal 2016 Museo della Moda e del Costume), parte del complesso museale di Palazzo Pitti conta ben 6000 pezzi fra abiti antichi e moderni, accessori, costumi teatrali e cinematografici tra cui alcuni abiti di Eleonora Duse e di Donna Franca Florio e i vestiti funebri del granduca Cosimo de’ Medici e della sua famiglia;
– Il Museo Internazionale della Calzatura Pietro Bertolini, all’interno del Castello Sforzesco di Vigevano,  vanta un patrimonio complessivo di oltre 3000 pezzi;
– La Fondazione Ratti a Como ospita un museo del tessuto
-Palazzo Mocenigo a Venezia, ospita abiti del XVII e XVIII oltre al Museo del Profumo.

 

 

 

 




Invicta al Pitti 89: festeggia 110 anni con tante novità

Gennaio 2016 comincia molto bene per Invicta.

La collezione Autunno/Inverno 2016/2017 di Invicta è caratterizzata da una forte energia e dinamicità, tipiche del marchio, ed è stata ampliata con un’offerta vasta e diversificata nei tessuti e nelle modellature.

Invicta, noto brand italiano attivo anche nel mondo della moda con linee per uomo, donna e bambino/a (prodotte e distribuite, su licenza di Invicta SpA, da Facib SpA di Cortesi & C.), parte dal nylon basico trapuntato e si arricchisce utilizzando microfibre, tessuti memory, tessuti fantasie, sia stampati che tinto filo, tessuti tecnici e lane.

In aggiunta ai colori istituzionali è stata sviluppata una cartella colori scuri, profondi, notturni, full dull (antracite, moro, bordeaux, blu scuro, selva) che nell’uomo vengono giocati tra di loro mentre nella donna sono rischiarati da colori tenui.

Continua, inoltre, la proposta della cerata con l’inserimento di due nuovi colori, il piombo (nella versione per lui) e l’oro (dedicata alla clientela femminile).

La creatività Invicta si ispira alla positività e all’entusiasmo giovanili.

Vi presentiamo alcune tra le principali novità della collezione Autunno/Inverno 2016/2017, in esposizione al Pitti 89, che comprende capispalla (giubbini, blazer, giacche, cappottini, giacconi, parka, maglieria) e accessori (berretto e sciarpa in lana, cappuccio multifunzionale in nylon color trapuntato unisex).

Giubbino trapuntato con cappuccio in nylon full dull (opaco profondo), 20 DEN (finezza del filato), water-proof e down-proof, con gilet interno fisso. All’interno sono state inserite delle bretelle elastiche personalizzate che permettono di indossare il capo come se fosse uno zaino (elemento direttamente riconducibile al brand e al prodotto, lo zaino, che ha fatto la storia del marchio). Imbottitura fake-down. Disponibile sia nella versione da uomo sia in quella da donna.

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Giubbino uomo con cappuccio realizzato con un mix di tessuti: nylon trapuntato più panno di lana liscio in tinta. Imbottitura fake down.

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Giubbino uomo con cappuccio in tessuto soft-touch, con smeriglio al carbonio. La trapuntatura avviene attraverso una termosaldatura e non una impuntura.

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Giubbino con cappuccio in memory stampato Macro Camouflage. Imbottitura fake-down. Disponibile sia nella versione da uomo sia in quella da donna.

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Cappottino donna realizzato con un mix di tessuti. Bolerino fisso con allacciatura bottoni doppio petto, in panno di lana liscio; parte bassa in memory trapuntato. Capo fashion dalla vestibilità asciutta. Imbottitura fake down.

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Invicta, inoltre, nel 2016 compie 110 anni. Il marchio, infatti, nasce nel 1906 con le borse e i sacchi da marina e viene poi acquistato da un artigiano torinese che produceva zaini e accessori per i primi alpinisti. Negli anni ’80, grazie anche allo zainetto Jolly, diventa brand di culto per intere generazioni di giovani e vero fenomeno sociale di moda e costume.




Pitti Uomo 87: con l’evento di Firenze prende il via il grande circo della moda tricolore

Al via Pitti Uomo 87, la grande manifestazione dedicata alla moda maschile che terrà banco a Firenze fino al 16 gennaio, prende il via il grande circo della moda tricolore. Sfilate e presentazioni porteranno nel capoluogo fiorentino il meglio del fashion declinato al maschile e tutte le nuove tendenze previste nei prossimi mesi. Per non parlare poi degli eventi in scena in ogni angolo della città. La manifestazione internazionale di moda maschile e di percorsi di lifestyle offre un viaggio inedito attraverso fashion, arte, sport e design. In città sono attesi circa 1090 marchi per Pitti Uomo, a cui si aggiungono le 70 collezioni donna di Pitti W. L’ingresso è riservato agli addetti ai lavoro (biglietti a 30 euro per tutta la durata della manifestazione), ma anche i non addetti potranno trovare spunti di riflessione e feste per ogni gusto.