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Copenaghen di Frayn in scena a Pavia

La Compagnia di Umberto Orsini, a diciotto stagioni dalla prima messa in scena italiana, porta nuovamente sul palco il testo dello scrittore inglese Michael FraynCopenaghen”. Il testo viene riproposto con gli stessi interpreti “originali”: Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice.

Il testo affronta un tema spinoso: il cruciale rapporto tra scienza e politica durante la seconda guerra mondiale. Tutto nasce da un episodio che non ha mai trovato una spiegazione: il repentino e furioso allontanamento tra due scienziati fisici nucleari, Niels Bohr, il maestro, e Werner Heisenberg, l’allievo. Cosa era accaduto tra i due? Forse una accesa discussione nata da differenti punti di vista rispetto al rapporto tra nuove scoperte e Nazismo.

Frayn immagina un incontro tra i luminari in una dimensione atemporale che si trasforma in una dissertazione di valore universale sui dubbi morali riguardanti gli studi di fissione nucleare e le possibili catastrofiche applicazioni. Nel settembre 1941 il fisico tedesco di origine ebrea Werner Heisenberg si recò a Copenaghen a colloquio con il suo maestro Niels Bohr. Questo accadde proprio mentre la capitale nordeuropea era occupata dai Nazisti e si stavano effettuando studi sulla costruzione della bomba atomica. La visita di Heisenberg mirava a convincere il maestro a passare dalla parte nazista? Oppure Werner voleva semplicemente avvertire l’altro scienziato che Hitler stava progettando la costruzione della bomba atomica? Voleva sabotare il Dittatore o più banalmente non aveva avuto l’intuizione per preparare l’ordigno? Non c’è risposta a questi interrogativi: la storia ci racconta solo che in seguito Niels Bohr di trasferirà in Inghilterra e poi negli Stati Uniti per far parte alla costruzione delle bombe che vennero lanciate su Hiroshima e Nagasaki.
A fare da moderatrice tra i due fisici si pone Margrethe, la moglie di Bohr.

I tre personaggi del testo è come se fossero particelle di atomi che provano a dare un senso alle loro vite, vittime di quella indeterminazione caratteristica delle faccende umane. L’autore sottolinea così una corrispondenza tra il principio fisico di indeterminazione – teorizzato da Heisenberg e che sostiene l’impossibilità di comprendere con certezza tutto ciò che riguarda il comportamento di un oggetto fisico – e l’indeterminatezza del pensiero e del comportamento umano.

La regia è di Marco Avogadro che ambienta lo spettacolo in uno spazio scenico che ricorda un’aula universitaria di fisica. Il valore della parola viene amplificato dai tre interpreti, tre grandi attori, che sanno mettere in luce le rispettive sfaccettature psicologiche: Massimo Popolizio interpreta con passione l’inquietudine di Heisenberg, Umberto Orsini dà forza e spigolosità al fisico danese e Giuliana Lojodice, che interpreta Margrethe moglie di Bohr, è una moderatrice pacata a tratti cinica.

Copenaghen

di Michael Frayn
regia Mauro Avogadro

con Umberto Orsini, Massimo Popolizio e con Giuliana Lojodice

dal 2 al 4 marzo 2018

Teatro Fraschini
Corso Strada Nuova, 136 – Pavia

Biglietteria: aperta dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 19 (da lunedì a sabato). Telefono: 0382/371214

Acquisto online su www.teatrofraschini.org

Tutti i prezzi sono pubblicati sul sito www.teatrofraschini.org

Riduzioni per scuole e studenti universitari.




“LA GRANDE BELLEZZA” IN VERSIONE INTEGRALE

di Elisa Pedini – Il pluripremiato film di Paolo SorrentinoLa grande bellezza”, torna nelle sale in versione integrale, con 30 minuti di scene inedite in più, solamente per tre giorni: 27, 28 e 29 giugno. L’elenco dei cinema che lo trasmetteranno è disponibile sul sito: www.nexodigital.it. La pellicola fu presentata al Festival di Cannes nel 2013, vinse il Premio Oscar come Miglior Film Straniero, il Golden Globe e il BAFTA, oltre a quattro European Film Awards, nove David di Donatello, cinque Nastri d’Argento e numerosi altri premi internazionali. Decisamente, non è un film che necessita di presentazioni e non solo per l’incetta di premi, ma anche per il gran parlare che se ne fece, suscitando fazioni completamente opposte: critiche e ovazioni, amore e odio. Non è la prima volta che una pellicola viene riproposta in versione integrale dopo un po’ di anni; ma, qui, è diverso, perché, non solo da un lato rinforza la filosofia stessa del film: ovvero, replicare il divenire della vita col suo estenuante dipanarsi in digressioni continue; ma anche, completa e definisce il personaggio principale. Lo stesso regista afferma: «Sono molto felice che la versione integrale de La grande bellezza possa arrivare per tre giorni al cinema. Durante il montaggio è stato necessario sacrificare alcune scene, fare delle scelte. Questa versione restituisce il film nella sua interezza, permettendo di apprezzare a pieno il lavoro di tutti gli attori, in particolar modo le interpretazioni di Giulio Brogi e Fiammetta Baralla che hanno impreziosito il film con il loro talento e la loro sensibilità.». Infatti, tra le nuove scene, troviamo quella in cui Jep Gambardella, disilluso scrittore e giornalista interpretato da Toni Servillo, incontra Giulio Brogi, nel ruolo di un anziano regista che immagina di poter girare un ultimo film. E quella con Fiammetta Baralla, nella parte della madre di Ramona (Sabrina Ferilli).

Ricordiamo lo straordinario cast che, accanto a Toni Servillo, fa vivere questo film: Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso, Iaia Forte, Pamela Villoresi, Galatea Ranzi, Anna Della Rosa, Giovanna Vignola, Roberto Herlitzka, Massimo De Francovich, Giusi Merli, Giorgio Pasotti, Massimo Popolizio, Isabella Ferrari, Franco Graziosi, Sonia Gessner, Luca Marinelli, Dario Cantarelli, Ivan Franek, Anita Kravos, Luciano Virgilio, Vernon Dobtcheff, Serena Grandi, Lillo Petrolo. Per l’occasione è stato creato un hashtag: #LaGrandissimaBellezza per seguire la discussione su twitter e facebook.

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