1

Only For Pet Lovers: un giorno speciale per cani di piccola taglia a Milano

Domenica 17 settembre, dalle 11 alle 18, nella magica cornice dei Giardini della Guastalla di via Francesco Sforza, uno dei parchi pubblici più antichi della città, avrà luogo Only For Pet Lovers, un evento speciale, totalmente gratuito dedicato ai cani di piccola taglia dove, insieme ai loro amati padroni, avranno modo di passare tanti momenti divertenti e curiosi tra attività glamour, giochi, performance, cultura cinofila, food sostenibili e molto altro.

L’organizzatrice di eventi e nota pr milanese Vanessa Ricci (“mamma” di ben tre mini dog) torna così a proporre con Only For Pet Lovers un nuovo appuntamento appositamente pensato per far vivere loro, in tutta sicurezza, una vera e propria giornata di festa senza timore di incorrere nei rischi oggettivi del confronto, anche giocoso, con gli amici a quattro zampe di mole maggiore solitamente presenti in altre manifestazioni canine

Un’occasione per scoprire, per chi non lo conoscesse, un affascinante angolo verde di 12mila metri quadri in pieno centro, realizzato nel 1555 da Paola Ludovica Torelli, contessa di Guastalla, primo giardino della città ad ospitare un’area cani fin dal 1960 e, dal 1998, ad istituire la libera fruizione per gli amici a quattro zampe di correre liberi, per volontà di Caterina Azzi, presidentessa dell’Associazione Amici della Guastalla (ente che gestisce il parco insieme al Comune). Un’iniziativa pionieristica divenuta successivamente modello per altri parchi/giardini in città.

Ed è anche per questo motivo che Only For Pet Lovers, grazie al suo programma ricco di valori etici e divulgativi, è riuscito ad ottenere il patrocinio del Comune di Milano – Municipio 1, nell’ottica di promuovere e far conoscere questo gioiello nascosto e poco noto anche ai milanesi, concedendolo per la prima volta ad un evento del genere.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Il programma di attività dell’evento, disponibile sul sito onlyforpetlovers.it, è molto ricco!

Per questo Only For Pet Lovers è un appuntamento davvero imperdibile per tutti i pet parent e per i tanti appassionati di cani di piccola taglia. E’ gradita la conferma di partecipazione scrivendo una mail a info@onlyforpetlovers.it.

In caso di pioggia, l’evento verrà rimandato alla domenica successiva.




Alla Fabbrica del Vapore di Milano apre la mostra TRASFORMARE IL VETRO. NATURA, MATERIA E SOSTENIBILITÀ

Il Comitato Nazionale Italiano AIHV, Association Internationale pour l’Histoire du Verre, partecipa alla Milan Glass Week come partner culturale di VITRUM, Salone Internazionale Specializzato delle macchine del vetro e dei suoi prodotti trasformati per l’industria.

Nelle passate edizioni, il Comitato Nazionale Italiano AIHV ha giocato un ruolo determinante nel far conoscere le collezioni di vetri antichi e artistici custodite nei musei di Milano. Grazie al programma di visite “Le Vie del Vetro” archeologi, storici dell’arte ed esperti di vetri antichi e moderni hanno messo – e mettono anche quest’anno – a disposizione del pubblico la loro competenza, per esplorare a fondo il mondo del vetro del passato.

Questo viaggio ha portato alla scoperta delle collezioni di vetro dei musei milanesi, svelando pezzi straordinari, spesso poco conosciuti, che fungono da autentici scrigni di memoria, che ci portano indietro nel tempo e ci mostrano le prime esperienze del design moderno.

Nell’edizione 2023, il Comitato, in collaborazione con la Fabbrica del Vapore – Comune di Milano, presenta la mostra “TRASFORMARE IL VETRO: NATURA, MATERIA E SOSTENIBILITÀ.” Questa mostra espone le opere di cinque artisti contemporanei che si sono confrontati con il vetro come materia principale, riutilizzando anche oggetti usati o mescolandolo con materiali naturali o artificiali, in un dialogo tra arte e natura che si accentua sul tema della sostenibilità.

La mostra affronta tematiche come il riciclo e il riuso di oggetti, non solo in vetro, il rapporto tra vetro e natura e la commistione di materiali diversi.

Miriam Di Fiore, Giuse Maggi, Leonardo Nava, Lorenzo Passi e Remo Rachini, artisti attivi principalmente in ambito lombardo, hanno selezionato opere che, pur essendo qui parte di un percorso corale, si esprimono in modo originale nel sentire e nel trattare la materia.

Ciascuna opera è il risultato di perizia tecnica e di una profonda comprensione delle capacità trasformative del vetro. In questa esposizione, il vetro, nato dal fuoco come materia fluida che si solidifica e assume il suo colore definitivo solo raffreddandosi, oggetto misterioso e alchemico, si misura con altri materiali.

Le opere in mostra interagiscono con lo spazio industriale della Fabbrica del Vapore, richiamando l’industria e il lavoro umano. Questo dialogo offre spunti di riflessione sull’attualità e sul modo in cui l’arte si esprime attraverso il linguaggio artistico.

Il vetro in questa mostra non è un accidente ma una scelta precisa. Al centro di tutto c’è il concetto di trasformazione: il vetro si trasforma  da sabbia a qualcosa di completamente diverso, mantenendo nella trasparenza, nella fluidità e nel colore le sue cifre più caratteristiche.

Un viaggio espositivo che comincia dalle opere di Miriam Di Fiore e i suoi paesaggi in vetro di straordinaria abilità tecnica, passando alle “Entità” scolpite da Giuse Maggi “sculture morbide” che richiamano il movimento della natura e invitano all’interazione, fino al dialogo di Leonardo Nava tra vetro e natura, senza una reale compenetrazione tra i diversi elementi ma con un contatto e una relazione evidenti, e alle “pelli” di vetro di Lorenzo Passi che rivestono oggetti trasformati dalla natura dando loro nuova vita, fino all’opera di Remo Rachini ispirata all’antica arte del mosaico in vetro.

Gli artisti saranno presenti in mostra nei giorni 6 (Leonardo Nava), 7 (Giuse Maggi), 8 (Remo Rachini) e 9 settembre (Lorenzo Passi) alle ore 18:00, per accogliere i visitatori e illustrare la loro opera.

Fabbrica del Vapore – Milano 

Dal 6 al 24 settembre 2023

info:

www.storiadelvetro.it

www.fabbricadelvapore.org

www.glassweek.it

www.fabbricadelvapore.org




Robert Doisneau: la bellezza delle cose che ci circondano

di Cristina T. Chiochia

Le foto di Robert Doisneau arrivano a Milano dal 9 Maggio 2023 con 130 immagini in bianco e nero e sembrano prendere vita già ad occhi chiusi presso il Museo Diocesano Carlo Maria Martini, in una mostra antologica emozionate in un viaggio sino al 15 Ottobre 2023 in cui si segnalano del foto sugli iconici anni ’50 in Francia in particolare a Parigi davvero interessanti. La mostra, curata da Gabriel Bauret, grazie a i personaggi rappresentanti, in bianco e nero si diceva, intenti a fare “qualcosa”, in una sorta di bolla senza tempo e senza spazio, quasi  a dare vita ad un teatro inedito, come quello umano che emoziona, fa sorridere, meditare. Durante la conferenza stampa quello che si è messo in luce  è non solo di essere di fronte alle foto di uno uno dei più importanti fotografi del Novecento ma anche, come recita il comunicato stampa che questa è una “esposizione, curata da Gabriel Bauret, promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e prodotta da Silvana Editoriale, col patrocinio del Comune di Milano, col contributo di Fondazione Banca Popolare di Milano e di Fondazione Fiera Milano, ripercorre la vicenda creativa del grande artista francese, attraverso 130 immagini in bianco e nero, tutte provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge, nell’immediata periferia sud di Parigi“. Una sorta, insomma, di atto d’amore, che, in fondo, la fotografia è, attraverso improbabili personaggi, bambini (spensierati), uomini, donne , innamorati pieni di vita e di passione e personaggi famosi che diventano vere e proprie icone della “sua”città.  Vedere “il lato bello”, insomma della vita, lui che iniziò come pubblicitario e fini per diventare un grande fotografo. Perdersi per le strade di Parigi, come nella vita, osservare la “sua” città  contemporanea e riconoscerne un pò di quelle emozioni umane ora forse un po’ demodè e da secolo scorso e sicuramente, di cui, la recente pandemia da covid, ha un po’ disabituato: amore e vita in strada, dove anche un bacio può dare scandalo e lo si vive quindi con indifferenza, cosi come tra la gente sconosciuta e quella famosa, che sia per il gusto di sentirsi o essere vivi. Lontana la guerra, esplode la vita. In mostra inoltre, anche ritratti di Jacques Prévert, Pablo Picasso (con la celebre foto dell’amico) ed i tanti protagonisti di quegli anni.  Presente alla mostra anche il video documentario biografico della nipote Clementine Deroudille dal titolo Robert Doisneau uscito nei cinema italiani nel 2017 con il sottotitolo “La lente delle meraviglie” ed inoltre, tra i capolavori esposti, anche la  foto del bacio, Le baiser de l’Hôtel de Ville del 1950. Iconica foto che ritrae una giovane coppia che si bacia davanti al municipio di Parigi mentre la gente cammina veloce e distratta. L’opera, per lungo tempo identificata come simbolo della capacità della fotografia di fermare l’attimo, non è stata scattata per caso: Doisneau, infatti, stava realizzando un servizio per la rivista americana Life e per questa chiese ai due giovani di posare per lui. Una mostra voluta da Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e prodotta da Silvana Editore che ne cura anche il catalogo.Un modo per perdersi nella bellezza delle cose che ci circondano, almeno qualche ora.




Il miniaturista Bosch e la possibilità di un altro Rinascimento

di Cristina T. Chiochia

A Palazzo Reale di Milano è stata inaugurata il 9 novembre la grande mostra Bosch e un altro Rinascimento, promossa dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Castello Sforzesco, e realizzata da 24 ORE Cultura. La mostra è stata curata da Bernard Aikema, Fernando Checa Cremades, e Claudio Salsi e basta sfogliarne il catalogo per vedere che l’intento è appunto quello di testimoniare questo grande lavoro a tre mani, che è stato fatto con molta passione e dedizione sia di ricerca che ti valutazione e monitoraggio. Un catalogo che offre anche spinti insomma su quale sia il significato dell’aver realizzato una mostra del genere, in tutta la sua interezza proprio a Milano per la prima volta e sotto la direzione artistica di Palazzo Reale e Castello Sforzesco, per rendere omaggio al grande genio fiammingo e alla sua “fortuna”, sia per rimandi che per spefici riferimenti, nell’Europa meridionale ed in tutto il mondo.

In un mondo dove non esisteva la distinzione tra arti minori ed arti maggiori, il lavoro di Bosch concentrato nella prima sala , evidenzia come questa distinzione successiva, ai suoi tempi, non esistesse. E che ogni riferimento al suo mondo fatto di miniature, diventi nelle dimensioni grandi di una pala o di un quadro, analogamente slancio per aggiungere e mai togliere qualcosa alla sintesi perfetta del disegno, che, strato dopo strato di colore, diventa forma da assecondare, svolgere, avvolgere con colori e la magia del senso grafico, quasi fumettistico, della sua arte. Bosch insomma come miniaturista “in grande”.

Copiato ed ammirato. Spesso in un mondo onirico e variegato tanto amato dai surrealisti che lo riscoprirono, svolto in modo inedito e dal respiro europeo, in particolare grazie allo stato portoghese e la città di Bruges.

Come recita il comunicato stampa: “l’esposizione di Palazzo Reale non è una monografica convenzionale, ma mette in dialogo capolavori tradizionalmente attribuiti al Maestro con importanti opere di altri maestri fiamminghi, italiani e spagnoli, in un confronto che ha l’intento di spiegare al visitatore quanto l’‘altro’ Rinascimento – non solo italiano e non solo boschiano – negli anni coevi o immediatamente successivi influenzerà grandi artisti come Tiziano, Raffaello, Gerolamo Savoldo, Dosso Dossi, El Greco e molti altri“. Da segnalare poi che  proprio grazie alla collaborazione tra istituzioni italiane, in particolare dell’Ambasciata d’Italia in Portogallo, ma anche dell’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona con il Museu Nacional de Arte Antiga, a  Milano e nella mostra di Palazzo Reale è cosi possibile ammirare il famoso “Trittico delle Tentazioni di Sant’Antonio”, opera che difficilmente prima ha lasciato il Portogallo e in Italia per la prima volta in assoluto.

Da Bruges, poi , il celebre “il Trittico del Giudizio Finale” (che originariamente faceva parte della collezione del cardinale veneziano Marino Grimani).
Ma anche altri prestiti europei tra cui quelli  del Museo del Prado  e delle  Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Una mostra su Bosch che a distanza di secoli, celebra il celebre miniaturista come pittore di grandi opere dal linguaggio inedito e fantastico, che ha ispirato mondi artistici, ta cui la scultura e che ha lasciato eredi in tutto il mondo.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Da segnalare anche il prestito di Fondazione Pisa Musei a cui è dedicata addirittura una parete della mostra quando nella sua collocazione pisana è in un anonimo corridoio, nel camminamento verso le mostre temporanee dell’atrio: una creatura mostruosa, femminile, nuda, forse una arpia attribuita ad un allievo di Michelangelo Buonarroti e che originariamente come segnala il catalogo della mostra era presso Palazzo Lanfranchi, forse parte di una fontana. Una donna che si proietta in avanti, con drammaticità e durezza. Una scultura forse concepita per sorprendere, chissà e che lo stesso Pandolfo Titi, autore di una guida settecentesca pisana, colloca nel giardino del Palazzo Lanfranchi come una figura “accovacciata, su un rospo gigantesco” così ben fatta, e tanto al naturale che una, e l’altra paiono vive”. Come appunto gli animali fantastici di Bosh, onirici e magici.



Il Pop di Andy Warhol a Milano

di Cristina T. Chiochia

Arriva il “Pop” a Milano. Torna l’arte popolare della vera Popular Art, quella di Andy Warhol nella sua accezione più bella: quella della forma. Non a caso infatti la mostra presso la Fabbrica del Vapore di Milano si intitola appunto ” Andy Warhol: la pubblicità della forma”. Un evento singolare per il pubblico milanese che troverà l’essenza di ciò che “pop” significa: ovvero qualcosa, un oggetto nella fattispecie, che viene prodotta in serie e quindi non per una persona, ma per tutti.

Pop ovunque quindi nelle diverse aree tematiche della mstra, ben sette, con ben 13 sezioni.Come recita il comunicato stampa: “con oltre trecento opere divise in sette aree tematiche e tredici sezioni – dagli inizi negli anni Cinquanta come illustratore commerciale sino all’ultimo decennio di attività negli anni Ottanta connotato dal rapporto con il sacro –  la spettacolare mostra Andy Warhol. La pubblicità della forma è promossa e prodotta da Comune di Milano–Cultura e Navigare, curata da Achille Bonito Oliva con Edoardo Falcioni per Art Motors, Partner BMW.

Aperta dal 22 ottobre 2022 sino al 26 marzo 2023 a Milano alla Fabbrica del Vapore, è un viaggio nell’universo artistico e umano di uno degli artisti che hanno maggiormente innovato la storia dell’arte mondiale”.

Un modo unico per scoprire Warhol ed il suo mondo, tanto che il curatore della mostra Bonito Olive, lo definisce ” il Raffaello della società di massa americana che dà superficie ad ogni profondità dell’immagine rendendola in tal modo immediatamente fruibile, pronta al consumo come ogni prodotto che affolla il nostro vivere quotidiano. In tal modo sviluppa un’inedita classicità nella sua trasformazione estetica. Così la pubblicità della forma crea l’epifania, cioè l’apparizione, dell’immagine”.

Basta soffermarsi nelle sale per percepire l’incanto dell’immagine pop come essenza delle cose. E questo vale per tutte le sezioni. Merito di questa possibilità più unica che rara, la passione di Eugenio Falcioni altro curatore della mostra e  fondatore di EF ARTE e che al suo attivo mostre di Mimmo Rotella e altri esponenti del Nouveau Réalisme per diventare poi un vero esperto sull’opera di Andy Warhol.

Infatti, come aggiunge il comunicato stampa : “Responsabile di Art Motors oltre che tra i principali collezionisti e prestatori è Eugenio Falcioni, tra i massimi esperti di Andy Warhol. Dopo il successo della Mostra di Roma nel 2018 al Complesso del Vittoriano, oggi Falcioni vuole omaggiare la sua città adottiva Milano con una esposizione esaustiva, per la maggior parte di opere uniche. Molte provenienti dall’Estate Andy Warhol, due di Keith Haring e di altre prestigiose collezioni private”.

Un modo per scoprire l’arte pop in mille sfaccettature insomma e davvero molto attuale: motori, donne e …polaroid, come parenti prossimi di instagram.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Sono infatti le sue istantaneee di vita a colpire di questa mostra vera e propria “pubblicità della forma”, allora come ora, attraverso l’immediatezza delle immagini e forse, chissà per questo così attuale. E’ in particolare questa sezione della mostra a colpire le polaroid di Warhol infatti sono in mostra come archivi viventi, come pagine di instagram provenienti dal passato. Grazie anche a quello sviluppo immedito che fecero della Folding PAck, in mostra anch’essa, una vera icona, ecco che l’elemento centrale è appunto la notorietà. L’essere protagonisti, anche se solo di uno scatto di una polaroid, ma subito visibile, grazie allo sviluppo immediato. Dai celebri scatti di dopo-pranzi dove gli ospiti in trucco e parrucco, venivano immortalati contro un muro, agli scatti come “diari visivi” con persone celebri e non. Sia che si trattasse di moda o autorittratti, da personaggi celebri o solo “istragrammabili” come si direbbe oggi, i quadri di polaroid di Warhol meriterebbero da soli una visita alla mostra. Per immergersi in quel senso di appartenenza “pop” che, in fondo, non si è mai abbandonato.

foto di Giovanni Daniotti




Torna l’immaginario naturale ed inedito di Milano Golosa

di Cristina T. Chiochia
Torna Milano Golosa, torna per festeggiare con i suoi dieci anni di vita, i palati più fini e la grande gioia di vivere che circonda il mondo della ripartenza, dopo la terribile pandemia mondiale, vero e proprio ritorno dell’immaginario al naturale ed all’inedito in cucina. Complice il sole del week end dal 8 al 10 di Ottobre si celebrano le eccellenze italiane sulla tavola.
Nuova zona, quella dove si costruirà il nuovo villaggio olimpico, accanto a Fondazione Prada, per la location, enorme; ma la  qualità è quella di sempre: per offrire momenti di gusto sia tra gli stand che  durante gli showcooking che di ora in ora, in modo sapiente, danno alla possibilità della scelta di valore in tavola, anche il giusto abbinamento o riflessioni di vita sempre più consapevoli e necessarie.

10 anni di successi per la manifestazione di Milano golosa insomma che quest’anno si declinerà su temi importanti ed attuali: no spreco, spesa consapevole e recupero in cucina, tra cucine diverse.  E poi, al centro di tutto, il momento del “convivio”. Dello stare insieme. Con se stessi e con gli altri. Ne sono, a solo titolo di esempio, la presenza di WildenErbals che con una degustazione va oltre il concetto del “kombucha”: ovvero la differenza delle bevande fermentate botaniche e fermentati botanici alcolici. Con la degustazione di  Wilden.herbals si testimonia come è necessario di questi tempi un po’ confusi, non porre dei limiti all’immaginazione e al mondo delle piante officinali, erbe e spezie, sia per una tisana davanti alla tv in solitaria, che un momento conviviale, tra amici. E cosi, tra le radici di Frècc, viene presentata la linea di bevande fermentate botaniche, in collaborazione con Latta, fermenti e miscele, che, come recita il sito “comprende 3 prodotti: Frècc Boost, Frècc Digestive e Frècc Hangover. La storia di Frècc ci ha aperto ampi orizzonti sulle possibilità offerte dalle bevande fermentate a base di erbe e ci ha spinto verso territori arditi come i fermentati botanici alcolici”. Ma cosa è il kombucha? L’ha bene spiegato la degustazione offrendo un dietro le quinte davvero inedito su questo modo di rapportarsi al mondo degli infusi di erbe a tutti i partecipanti.

Altra eccellenza presente da segnalare a titolo di esempio, è quella presentata dalla azienda  Agricola Libone con il proprio stand: ovvero dare esempio della produzione e trasformazione di frutta e peperoni di senise IGP. Stavolta, grazie al prezioso elemento del perone e, in un secondo momento, della sua lavorazione. Una azienda che nasce solo nel 2000 ma che, giovane e dinamica, sviluppa su ben 65 ettari di terreno  querce secolari che custodiscono la produzione delle piccole meraviglie poi offerte allo stand, in particolare il pepeone di Senise IGP pregiato e presentato in tre diverse linee: secco, presentato nelle tipiche collane , macinato e “crusco” per un aperitivo, antipasto o snack. Un altro dietro le quinte insomma inedito che testimonia, qualora ce ne fosse stato bisogno, la grande attenzione con cui questa manifestazione sceglie i suoi protagonisti. Ed i palati dei visitatori, ringraziano.



Torna YogaFestival a Milano

di Cristina T. Chiochia
 
Lo Yoga torna, dopo varie parentesi in remoto, finalmente in  presenza e sul tema accattivante dell’ascolto e della pace. E l’arrivo del diciassettesimo YogaFestival milanese al superstudio più dal 30 al 2 ottobre 2022 , lo dimostra. Un evento che si è sempre palesato per i suoi grandi numeri: ben oltre le 13.000 partecipanti nelle scorse edizioni in presenza).
Torna lo yoga con i maestri più accreditati a livello internazionale in ben oltre 50 freeclass aperte davvero a tutti con ben 44 eventi per chi è all’inizio della pratica o semplice curioso fino ad arrivare al vero esperto. Inoltre stands e special guest  tra cui Sara Bigatti.
Come recita il comunicato stampa: “Nella sua 17° edizione, l’appuntamento annuale più atteso da tutti gli yogi e gli appassionati, italiani e non solo, propone come nuovo tema conduttore la capacità di essere IN ASCOLTO, di noi stessi e degli altri, imperativo per accogliere e vivere la vita con gioiosa consapevolezza.

Le 3 giornate proposte da YogaFestival Milano saranno un’occasione unica per ascoltare e vivere quello che i migliori insegnanti e maestri hanno da trasmettere per rasserenare la mente e donarci una visione più ampia della vita, indicando, appunto, come restare IN ASCOLTO La pratica dello Yoga (e la sua esplosione particolare in questi ultimi 2 anni e mezzo così difficili lo dimostra ulteriormente) può significativamente liberarci verso una pace e un equilibrio interiori che mai come nei nostri tempi diventano preziosi: divulgare questi benefici fa parte ormai da quasi 20 anni della mission di YogaFestival. Concludendo insomma, proprio perché lo yoga insegna a modificare attraverso la percezione del corpo e la respirazione  ciò che non può essere modificato o a stimolare e cambiare ciò che invece può esserlo, grazie  a un grande evento, come quello milanese, sarà possibile farne esperienza.




Il fuorisalone milanese all’insegna del concetto della metanoia

di Cristina T. Chiochia
Metanoia è una traslitterazione dal greco antico che significa cambiare parere,da meta appunto meta e voeo che significa pensare.
Mai come oggi, la società è intrisa di questo concetto.
Di questo profondo mutamento nel modo di pensare, sentire e giudicare le cose.
Quasi ad accogliere questo mutamento sociale, dovuto al periodo pandemico, il fuorisalone milanese, andato in scena in questi giorni a Milano, in un totale capovolgimento rispetto alla semplificata edizioneprecedente, torna ad operare su concetti cardine del mutamento sociale attraverso il valore del design concept.
Metanoia nel pensare. Qualità progettuale e cambiamenti in atto. La bella mostra che si è svolta a Palazzo Reale presso la sala delle Cariatidi ha voluto offrire proprio questo spunto. Con “LA SCATOLA MAGICA” dal 7 giugno al 17 ad ingresso gratuito, i visitatori avranno la possibilità di immergersi nel pensare i valori fondamentali del design e del racconto del salone del mobile. Come recita il comunciato stampa “In occasione della sua 60a edizione, il Salone del Mobile. Milano sceglie un approccio originale per raccontarsi e far conoscere i suoi valori fondanti a un pubblico internazionale. Dal 7 giugno al 17 giugno, nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, andrà in scena La Scatola Magica. Undici parole per undici autori: un’installazione audiovisiva site-specific dedicata a 11 principi istituzionali che sono, da sempre, impressi nel suo dna – Emozione, Impresa, Qualità, Progetto, Sistema, Comunicazione, Cultura, Giovani, Ingegno, Milano, Saper Fare. Tireranno le fila del racconto, rispettivamente, altrettanti registi italiani: Francesca Archibugi, Pappi Corsicato, Davide Rampello, Wilma Labate, Bruno Bozzetto, Luca Lucini, Claudio Giovannesi, Gianni Canova, Donato Carrisi, Daniele Ciprì, Stefano Mordini. L’obiettivo? Risvegliare il nostro senso della meraviglia per creare un’esperienza memorabile e, attraverso il linguaggio del cinema e del teatro, celebrare il compleanno della Manifestazione e Milano nel segno della bellezza“.
Metanoia nel sentire. Vivere i cambiamenti come un modo per “uscire dal tunnel”, sentire i cambiamenti in atto attraverso punti di luce come quello di Flos che, sempre dal 7 giugno fino al 24 giugno per i suoi 60 anni di attività ha scelto di ambientare il suo racconto del sentire i cambiamenti come un viaggio celebrativo nella fabbrica di via orobia 15 , vicino a Fondazione Prada. Calvi Brambilla stupisce ed usa lo spazio come un “rivedere le stelle”, nel buio e il degradare del vuoto post industriale più completo. Una esperienza immersiva dove le luci delle lampade tipiche del made in italy si declinano per stimoli. Sensazioni. percezioni. Come il giardino ricreato in interno per realizzare il percorso delle lampade outdoor e dove schermi che proiettano immagini di animali selvaggi osservati nel loro habitat naturale notturno, rendono la metonoia del sentire unica.
Da segnalare anche l’evento – mostra dal titolo “Ancora, dalle fondamenta della terra” che haaffrontato il tema del rispetto per la natura, “portando l’attenzione sul valore dell’artigianato e sull’utilizzo di materie prime che provengono dalla natura stessa, in questo particolare momento di crisi pandemica, climatica e morale”, come recita il comunicato stampa, presso la Fondazione Feltrinelli di Milano ,sempre sino al 13 giugno 2022.
Metanoia del giudicare nei Labirinth Gardner sparsi per i chiostri ed i cortili della università degli studi di Milano, chiamata STatale, vero epicentro di questo fuorisalone, una sorta di “quartier generale” , insieme ai labirinth garden degli orti di Brera. Una sorta di liturgia un atto reverenziale che fa toccare le piante, la terra arida o la paglia sparsacome una esperienza di “giudizio” su quello che si è vissuto durante la pandemia.
COme quello nel cortile del ‘700 in Statale che tra le tante opere in mostra e molte esperienze,come quella del Brasile, per esempio, fino al 13 giugno offre la suggestione di un “labirinto verde” oper di Raffaello Galiotto per Nardi outdoor.
Perdersi. Ritrovarsi. Metanoia di questo mondo oramai irrealizzabile se non per stati di emergenza e decreti. Labirinti dove pero’ si passeggia e si cerca di non perdersi. Percorsi circolari in cui non è facile ritrovarsi uguali, come appunto insegna il palindromo visivo della scultura “LOVE SONG” in Statale
dello Studio Ron Arad and Associates anima il cortile della Statale con Love Song, in marmo bianco.
Dubbi e rinascite.
Come appunto il concetto di METANOIA insegna.
Mutare i parametri, i modi di pensare di sentire e di giudicare la vita, renderla migliore, per poterla godere meglio, renderla più semplice , certo, non è facile. Capovolgere il mondo, renderlo vivibile al meglio forse impossibile. Starci bene, comodo, si. Non è questo poi, lo scopo di un creare, realizzare e vendere mobile? Metanoia docet.



A Verona torna il Nabucco risorgimentale

Un fil rouge unisce l’Arena di Verona e Teatro alla Scala di Milano nell’allestimento del Nabucco di Arnaud Bernard che, dopo aver inaugurato il festival de 2017, torna in scena per otto serate. Dopo il debutto del 25 giugno sono previste altre sette repliche dell’opera di Giuseppe Verdi ambientata in epoca risorgimentale: 1, 7, 10, 23, 29 luglio, 18 agosto, 3 settembre.

Uno spettacolo di ampio respiro storico e cinematografico che si rifà visivamente a Senso, capolavoro di Luchino Visconti, aiutato dall’imponente scenografia di Alessandro Camera che, fra barricate e saloni, ruota intorno al Teatro alla Scala di Milano, città al centro dei moti risorgimentali del 1848. Bernard ricolloca la vicenda biblica negli anni in cui Verdi compose l’opera, mentre gli italiani combattevano per la propria indipendenza e identità nazionale, eleggendo il Nabucco di Verdi, al debutto su libretto di Temistocle Solera, alla Teatro alla Scala di Milano nel 1842 icona di questa lotta. Ecco quindi il tripudio sul palco dell’Arena di bandiere tricolori e anche di un “Viva Verdi” (che, negli ultimi anni dell’occupazione austriaca del lombardo veneto, sottendendo Vittorio Emanuele Re d’Italia, permetteva ai patrioti di manifestare senza incorrere in repressioni) che travolgono il pubblico di emozioni. Efficace la rappresentazione del coro degli ebrei, il coro dei cori con  “Va’, pensiero, sull’ale dorate…”,  all’interno dell’allestimento del Nabucco nel Teatro alla Scala. Una rappresentazione nella rappresentazione, un teatro nel teatro” che, grazie a questo espediente è capace di raccontare la nostra storia

L’allestimento di Bernard legge quindi nel contrasto insito nella vicenda narrata nell’opera – il conflitto tra Babilonia e Gerusalemme – la storia d’Italia negli anni turbolenti del Risorgimento. Ed è questa visione profondamente risorgimentale suggerita da musica e libretto, e propria dei rivoluzionari italiani negli anni in cui Verdi componeva, che ha permesso a Nabucco di diventare nell’immaginario collettivo il titolo patriottico per eccellenza, con il suo Va’, pensiero che si eleva ad inno del riscatto nazionale. Bernard parte da questa interpretazione per rendere il dramma più storico, umano e verosimile.

Il collegamento tra Milano e Verona ha inoltre un doppio valore storico per due motivi: la collaborazione tra le due fondazioni e le stesse origini del teatro milanese che, inaugurato nel 1778, ha ereditato nome e sede dalla chiesa di Santa Maria alla Scala (così chiamata in onore di Regina della Scala, della dinastia degli Scaligeri, Signori di Verona, e moglie di Bernabò Visconti, Signore di Milano) demolita proprio per fargli posto,  Poi, nel ‘900, si è stabilito un tradizionale stretto rapporto tra le due Fondazioni liriche (tanti anni fa l’Arena era definita la “Scala d’estate”).

Con il Nabucco sale sul podio il maestro Daniel Oren che dirige (richiamando anche il pubblico scatenato nella richiesta di bis dopo la prima esecuzione “Va’ pensiero”) Orchestra e Coro, preparato da Ulisse Trabacchin. Nel ruolo del titolo il baritono Amartuvshin Enkhbat che, acclamato in Arena fin dai suoi esordi, torna a Verona immediatamente dopo il successo personale riscosso come nuovo Rigoletto al Teatro alla Scala. Accanto a lui, il soprano uruguaiano Maria José Siri interpreta per la prima volta a Verona il difficilissimo ruolo di Abigaille, al suo debutto areniano il basso Abramo Rosalen nei panni di Zaccaria, mentre il tenore Samuele Simoncini e il mezzosoprano Francesca Di Sauro interpretano rispettivamente Ismaele e Fenena.




Balla come idea del femminile a Bottegantica

di Cristina T. Chiochia Dal 6 novembre 2021 al 30 aprile 2022, presso la sede di Milano di Banca d’Italia è stata esposta la propria collezione di opere di Giacomo Balla per una mostra piccola ma suggestiva dal titolo “Esistere per dare”. Un omaggio alle opere di Balla presenti nella collezione che hanno creato a Milano una sorta di percorso anche presso la Galleria Bottegantica  (con la stessa curatrice della mostra ) e presentata dall’ 1 al 30 aprile con il titolo BALLA AL FEMMINILE | TRA INTIMISMO E RICERCA DEL VERO con cui la galleria , recita il comunicato stampa : “intende rendere omaggio a Giacomo Balla, uno dei più importanti e originali esponenti dell’arte italiana del XX secolo. Una “preview” speciale con una selezione di opere inaugurerà la mostra alla fiera MIART di Milano, dal 31 marzo al 3 aprile, dove la Galleria sarà presente nella sezione Decades allo stand A100. L’esposizione si sposterà dal 6 al 30 aprile negli spazi espositivi di Galleria Bottega Antica in via Manzoni 45.Dopo quattro anni dalla rassegna Giacomo Balla. Ricostruzione futurista dell’universo (2018), incentrata sull’esperienza futurista del pittore, Bottegantica dedica una mostra alle declinazioni della femminilità interpretate dall’artista in due periodi apparentemente lontani della sua produzione, quello divisionista di inizio Novecento e quella figurativo-realista degli anni Trenta e Quaranta”.

Una mostra curata nei minimi dettagli a cui a fatto da padrona la grande storica Elena Gigli che ha soddisfatto nella preview riservata alla stampa aneddoti e curiosità sul lavoro di questo grande artista. Opere incredibili. Dai colori lucidi e vivi che custodiscono quel senso di “stare accanto” in famiglia a cui Balla era tanto affezionato. Balla maturo e molto attento agli accostamenti con grande capacità di sviluppare temi come la quiete o la famiglia oltre alla figura femminile. Veri e propri primi piani d’artista. Dove ritrarre significa generare, in quella sorta di “generatività” che gli fu tanto cara nei ritratti dei primi del 900.  Visibili quindi Quiete operosa (1898) e La famiglia Stiavelli (1905) ma anche grandi ritratti delle figlie, anche loro pittrici. ED è proprio quella casa dove nell’estate del 1929 Balla si trasferisce, che diventa il tutto.  La misura di tutte le cose, insomma. Tanto che per tutto il 2022 a casa in via Oslavia 39/b sarà visibile al pubblico e visitabile grazie alla collaborazione del MAXXI e la Soprintendenza speciale di Roma oltre che al supporto della banca Finnat. Spazio. Percezione della realtà e luce ridente. Balla che forse, da lassù, sorride soddisfatto.