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Gino Rodella: l’archi-stylist del Papa

Gino Rodella è un artista poliedrico, che ama definirsi archi-stylist. Architetto, scenografo, stilista, designer e pittore nonché performer, dal 1990 a oggi ha realizzato la ristrutturazione di oltre 480 locali, sia in Italia che all’estero.

Una delle sue opere maggiori è il suggestivo trono papale per Sua Santità Papa Benedetto XVI.

Inarrestabile e sempre attivissimo, è attualmente impegnato in un progetto originale di riciclo di scarti di alluminio per la realizzazione di opere d’arte e di design, nonché nella realizzazione di una grande opera d’arte dedicata ai due Papi, Benedetto XVI e Francesco.

D. Gino Rodella, architetto, artista, stilista, designer e tanto altro. Quando hai scoperto il tuo talento?

R. Ho scoperto il mio talento nella prima infanzia, visto che quando ero all’asilo già creavo delle piccole scenografie e costumi, facendo esibire i miei amici  sul piccolo teatro dell’asilo. Le prime scenografie erano costruite con rami d’albero, scope in paglia, i costumi erano realizzati con pezzi di tende, vestiti vecchi e cartoncino . Sì, potrei dire che la mia vita artistica è partita proprio dalla scuola materna, già le suore erano molto preoccupate per il mio sdoppiamento di personalità, ma erano pur felici perché tenevo occupati per ore gli altri bambini.

D. Oltre ad essere un artista a tutto tondo, sei anche scenografo. Quali sono le tue collaborazioni più importanti in tale ambito?

R. A parte le realizzazioni fatte da ragazzino, posso dire che le prime scenografie vere e proprie sono nate nell’organizzazione di spettacoli di piazza  per beneficenza. Dal punto di vista professionale, il mio percorso inizia nel periodo in cui frequentavo il corso di scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Grazie alla mia grande fantasia e capacità di ottenere risultati di grande effetto con poco costo, vengo chiamato in Rai da Michele Cucuzza, per creare situazioni scenografiche e coreografiche per la trasmissione “La vita in diretta” . Tramite sempre l’accademia di Milano ho progettato fondali scenografici per il teatro, per serate di Gigi Proietti.  Una collaborazione importante, di cui vado molto fiero, è con l’attrice Paola Borboni, perché non solo è stata una maestra, ma specialmente un’amica che mi ha aiutato ad accettare le mie mille personalità e ad inserirmi nell’ambito teatrale.

D. Tv o Teatro, dove pensi di aver dato il meglio?

R. Penso di aver dato il meglio di me stesso sia in TV che in teatro, perché il mio lavoro è sempre stato la base della mia vita, tendo a dare il massimo quando creo e libero la fantasia, creazioni spesso destinate al successo e prestigiose. Un esempio è stata la realizzazione, ancora da studente, dei disegni per la trasmissione “Indietro tutta” con Renzo Arbore.

D. Un personaggio che nella tua vita ha avuto un significato importante?

R. Un personaggio a me molto caro è Sophia Loren, riguardo ai canoni di bellezza, insieme ad Anna Magnani, che interpretava i suoi personaggi dando l’anima e tutta se stessa. Queste due attrici sono stati i due punti di riferimento per la mia arte. Talmente ero affascinato da entrambe le attrici che, in alcuni periodi nella mia vita, mi immedesimavo in loro, iniziando dall’abbigliamento, al trucco, parrucco fino anche ai gesti e al modo di parlare. Dal punto di vista umano, sicuramente l’incontro con Papa Ratzinger mi ha dato una grande forza morale. Il ricordo che ho di Papa Benedetto XVII è di uomo di grande cultura, umiltà e spiritualità. Abbiamo avuto diversi colloqui privati ed ho avuto tutte le risposte alle mie domande esistenziali, in occasione della realizzazione del trono che mi era stato commissionato in suo onore.

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D. Un attore, un cantante, un artista tra i tuoi preferiti?

R. La cantante da me sempre amata e in cui mi rispecchio  è Amanda Lear per come dipinge , per come canta , per come si veste , per come si muove e per il suo stile di vita. Anche grazie a lei ho accettato il mio modo di essere e ho capito la mia ambiguità, che poi è la fonte del mio estro creativo. Non a caso la considero una musa ispiratrice.

D. Architettonicamente a chi ti ispiri o a quale corrente?

R. La mia risposta è molto semplice, riguardo l’architettura non mi sono mai ispirato a nessuna corrente specifica, le mie progettazioni sono puro istinto, quindi il progetto è insito nel mio Dna.

D. Il tuo progetto più importante?

R. Il progetto che mi sta più a cuore tra quelli realizzati è stata la costruzione di una chiesa in Brasile, fatta con materiali di recupero, nel 1988, a Capo Gabana. Stavo realizzando dei locali sul posto e con parte dei ricavi ho voluto creare questa chiesa particolare, in un capannone dove prima vendevano frutta e verdura all’ingrosso. Ho poi donato questa realizzazione a Suor Camilla, che si occupava di orfani.

D. Abbiamo saputo di un nuovo grande progetto in fase di realizzazione, puoi anticiparci qualcosa?

R. Il progetto attualmente in fase di realizzazione riguarda il mio mondo spirituale. I simboli che sto creando nascono dalla mia convinzione che l’unione di questi due ultimi papi abbia la forza di salvare il mondo. Si tratta in realtà di 3 progetti denominati “Deus” per i due papi (Benedetto XVI e Francesco): una croce, un calice e un braccialetto. Ci sto lavorando intensamente, perché si tratta di una impresa di grande portata, quindi estremamente difficile ed impegnativa.

D. A cosa stai lavorando attualmente, oltre al progetto “Deus”?

R. Attualmente sto collaborando con una ditta bresciana, specializzata in estrusione di profili. Si tratta di un progetto molto originale: dagli scarti di alluminio derivanti dal processo di lavorazione, realizzo opere d’arte, quadri, arredamento, design, pavimenti e persino abbigliamento. Naturalmente con la mia fantasia è uscito un fiume di opere che saranno presto commercializzate sotto il nome di una nuova linea di prodotti (qualche esempio su www.pasturi.it).

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Links: www.ginorodella.it
FB: https://www.facebook.com/GinoRodellaArts/

foto Gaetano Cucinotta




Riccardo Sinisi si racconta: “Punto su Grease per il futuro”

Dal suo debutto come protagonista in Priscilla – La Regina del Deserto non è passato molto tempo ma Riccardo Sinisi di strada ne ha fatta tanta, dimostrando di essere un performer completo e versatile. Oggi è in scena al Teatro della Luna di Milano con Grease, dove interpreta il ruolo di Kenickie, fino al 31 di aprile 2017.

Riccardo, la tua carriera ha avuto un’impennata pazzesca in questi ultimi anni, hai fatto uno spettacolo dietro l’altro.

Sì, sono stato davvero molto fortunato, anzi potrei dire che lo sono da sempre, da quando ho iniziato a lavorare. Negli ultimi tempi mi è capitato di fare spettacoli e ruoli molto importanti uno dietro l’altro e di questo devo essere grato alla vita e a chi mi ha dato e mi dà l’opportunità di mettere ogni giorno in scena il mio sogno.

Come ti avvicini a personaggi tanto diversi tra loro?

Scelgo ogni volta un approccio diverso: cerco di capire che carattere possa avere, quale sia il suo background e poi cerco di trovare la sua storia e solo a quel punto cerco le somiglianze che quel personaggio ha con me.

Di tutti i personaggi interpretati ce n’è uno a cui sei particolarmente affezionato?

Scegliere un personaggio, un ruolo che ho amato di più rispetto agli altri, è molto difficile. Sicuramente Felicia, il personaggio che ho interpretato in Priscilla, mi è rimasta più nel cuore, anche perché mi ero appena diplomato in Accademia ed è stato il mio primo vero lavoro. È stato davvero emozionante iniziare con un ruolo così importante e in uno spettacolo così bello come Priscilla. Anche il personaggio di Ray McCormack di Footloose è speciale, così come lo sta diventando, piano piano, Kenickie di Grease. In realtà è proprio difficile scegliere un solo personaggio. Ripensandoci li ho amati tutti: Pietro in Jesus Christ Superstar, Quattrocchi in Newsies, Rolf in Tutti Insieme Appassionatamente, ognuno mi ha dato qualcosa e mi ha emozionato.

Che cosa significano per te Grease, Compagnia della Rancia e Saverio Marconi?

Grease è uno spettacolo intramontabile, faticosissimo, ma bellissimo da fare, con musiche e canzoni travolgenti e coreografie impegnative. Lavorare con Compagnia della Rancia è un sogno che diventa realtà. Per me vuol dire, prima di tutto, lavorare con dei grandissimi professionisti, indubbiamente i migliori che ci sono in Italia. Sono loro che hanno portato il musical in Italia e questa maestria la vedi in tutto quello che fanno. Con Saverio Marconi è stato un’esperienza unica: da sempre desideravo lavorare con lui, farmi dirigere da lui. Con questo Grease Saverio e Mauro Simone hanno fatto un lavoro di regia fantastico, molto minuzioso, curato nel minimo dettaglio. Questa attenzione, questa particolare cura verso uno spettacolo vuol dire amare il proprio lavoro e avere passione, una cosa di cui dobbiamo essere grati noi artisti e anche il pubblico che poi ama questi show.

Grease compie 20 anni eppure è sempre un successo e attira gente di tutte le età. Ti sei chiesto perché?

Grease è sempre un successo e, come dicevo prima, è intramontabile perché è energia e luce, sempre. Questa nuova edizione di Saverio Marconi e Mauro Simone è più fresca, più moderna e riesce a coinvolgere pubblico di ogni età: dai ragazzini ai nonni, tutti possono rivedersi in questo spettacolo, divertirsi ed emozionarsi. Grease è una serata perfetta.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sui miei progetti futuri ancora non mi posso sbilanciare. Sicuramente mi piacerebbe continuare con Grease e quindi spero che lo spettacolo abbia un futuro e che possa esserci una lunghissima tournée in tutti i teatri d’Italia. Mi piacerebbe continuare a lavorare con Compagnia della Rancia perché, come dicevo prima, sono davvero dei grandi professionisti. Quindi, in attesa di scoprire che cosa mi riserverà il futuro, incrocio le dita e spero in Grease!
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