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Vittoria Puccini è “La gatta sul tetto che scotta”

E’ in arrivo al Teatro Manzoni di Milano “La gatta sul tetto che scotta” il dramma di  Tennessee Williams portato sulle scene cinematografiche nel 1958 da Elisabeth Taylor e Paul Newman. La produzione porta la firma alla rega di Arturo Cirillo e vede nelle parti che furono delle due stelle hollywoodiane Vittoria Puccini e Vinicio Marchioni.  “La gatta sul tetto che scotta” sarà in scena al teatro milanese dall’11 al 28 febbraio

“La gatta sul tetto che scotta” è la storia di Maggie, che per alleviare la cocente situazione familiare in cui si trova, imbastisce una rete di bugie. Tra giochi passionali e abili caratterizzazioni, affiorano sensualità cariche di sottintesi e di contenuti inespressi o inesprimibili; all’ideale della purezza dei sentimenti si contrappone la dura realtà di un mondo familiare e sociale pieno di ipocrisie.

“La famiglia è ancora il luogo dove Williams fa risuonare le sue parole, il luogo dove, grazie alla sua capacità di narrare i sentimenti dei personaggi, un gruppo di attori possono dare vita ad una coralità di conflitti. … Ne “La gatta sul tetto che scotta” si concentra in un unico spazio temporale e fisico l’ossessione di un’idea di amore impossibile, perché troppe sono le rinunce di una famiglia dedita al successo e ai soldi, alla proprietà, in cui la vita appartiene a chi la sa comprare e a chi la vive secondo la più bieca convenzione” spiega Cirillo che poi sottolinea il “gioco drammaturgico di contrasti, dove alla mancanza di figli di una coppia corrisponde una presenza eccessiva e quasi nevrotica di bambini da parte dell’altra, dove mentre due coniugi si torturano per il loro non riuscire ad amarsi, si frappongono suoni di canzoncine e giochi di bambini, ma anche sinistri grida di falchi. Il contro canto, la stonatura è ciò che più caratterizza il mondo di questo inquieto scrittore americano, americano ma per fortuna universale e senza tempo nel riuscire a parlarci di noi, nonostante che siano passati molteplici decenni, e che temi come l’omosessualità siano diventati meno celati di prima”.

DOVE, COME E A QUANTO
Teatro Manzoni di Milano 11-28 febbraio
Orari: Feriali  ore 20.45 –  Domenica ore 15.30
Biglietti da 23 euro




Debutta il nuovo one man show di Giuseppe Giacobazzi

Giuseppe Giacobazzi torna in teatro con il nuovo one man show “Un po’ di me, genesi di un comico”, di cui è anche autore. Lo spettacolo debutterà al teatro Manzoni di Milano il prossimo 2 febbraio e proseguirà con le repliche fino all’8 febbraio.

Un titolo che rivela il cuore dello spettacolo stesso. Dopo 20 anni di carriera, Giuseppe Giacobazzi ha deciso di aprire il cassetto dei ricordi e raccontare un po’ del suo privato. Non con un racconto retrospettivo, semmai con una lucida analisi su quello che è stato, sul presente e su quello che forse sarà.

Giuseppe Giacobazzi cercherà quindi di raccontare se stesso, passando dai ricordi fanciulleschi, delle vacanze al viagra, da un passato trascorso lavorando nella moda, fino alla nuova realtà di genitore. E lo farà a modo suo, senza fronzoli, in maniera schietta e sincera, lasciando però sempre un piccolo spazio aperto alla poesia, spesso ignorata nella vita di tutti i giorni.

DOVE, COME E A QUANTO
Teatro Manzoni di Milano dal 2 all’8 febbraio
ORARI: feriali ore 20.45 – domenica ore 15.30
BIGLIETTI da 20 euro




“L’uomo, la bestia e la virtù” in arrivo al Teatro Manzoni

Debutta il 14 gennaio al Teatro Manzoni di Milano “L’uomo, la bestia e la virtù” di Luigi Pirandello per la regia di Giuseppe Dipasquale. In scena Geppy Gleijeses, Marco Messeri e Marianella Bargilli.

Il farsesco tema trattato dalla commedia  “L’uomo, la bestia e la virtù è ben rappresentato dal titolo: l’uomo è la prima maschera, quella del professor Paolino che nasconde sotto il suo ostentato perbenismo la tresca con la signora Perella, che indossa la maschera della virtù, quella cioè di una morigerata e pudica madre di famiglia praticamente abbandonata dal marito, capitano di marina che appare agli occhi della gente con la maschera della bestia. La “bestia” infatti convive con una donna a Napoli e, nelle rare occasioni in cui incontra la moglie rifiuta, con ogni pretesto, di avere rapporti con lei. La commedia in maschera potrebbe proseguire con piena soddisfazione di tutti se il destino e il caso non intervenissero a far cadere le false apparenze. La signora Perella rimane infatti incinta ad opera del professor Paolino che dovrà, al di là di ogni morale, rimettere in piedi l’ipocrita buon ordine borghese: dovrà convincere tutti che la signora Perella è rimasta incinta in una delle rare occasioni dal marito e quindi dovrà far sì che il recalcitrante capitano abbia almeno un rapporto sessuale con sua moglie. Tutto dovrà avvenire in una sola notte perché tanto è il tempo che il capitano soggiornerà in casa prima di ripartire e rimanere assente per due mesi.

“L’uomo, la bestia e la virtù” dura due ore e sarà in scena fino al 31 gennaio.

DOVE, COME E A QUANTO

Teatro Manzoni di Milano 14-31 gennaio
Feriali h 20.45, domenica h 15.30
Biglietti da 23 euro




Pintus è “ormai una Milf” al Teatro Manzoni

“Ormai sono una milf” è il nuovo spettacolo di Angelo Pintus, reduce dal successo di  “50 Sfumature di…Pintus“, record di incassi e di presenze in tutt’Italia. Lo sho debutterà il prossimo 30 novembre al Teatro Manzoni di Milano.

Pintus

Pintus si interrogherà su uno dei più grandi rebus dell’esistenza: Come cambia la vita a quarant’anni? Cambia che non puoi più mangiare quello che mangiavi prima… Che sei ancora troppo giovane per fare alcune cose, ma già troppo vecchio per farne altre… La vita a quarant’anni raccontata e vista con gli occhi di chi si sente sempre quel bambino che quando vedeva gli amici quarantenni dei propri genitori li considerava “vecchi” e si meravigliava di  quanto vivessero a lungo “i grandi”. E che ora guardandosi allo specchio pensa di essere sempre più in forma, anche se ormai è un uomo fatto.  Un uomo?  Una signora!  Anzi… una milf!

Insomma una serata tutta da ridere e da condividere con gli amici.

DOVE, QUANDO E A QUANTO
Al Teatro Manzoni: di Milano dal 30 novembre all’8 dicembre  2015
Feriali e 7 dicembre  ore 20.45 – domenica e 8 dicembre ore 15,30
Biglietto da 20 euro

 




Edoardo Sylos Labini rivive la Grande Guerra al Manzoni

di Giuliana Tonini – Dopo l’anteprima al Teatro Sociale di Busto Arsizio, il 22 ottobre è andato in scena in prima nazionale, al Teatro Manzoni di Milano, lo spettacolo ‘La Grande Guerra di Mario’, liberamente ispirato al capolavoro cinematografico di Mario Monicelli ‘La Grande Guerra’.

La regia è di Edoardo Sylos Labini – che è anche l’attore protagonista assieme a Debora Caprioglio – su drammaturgia di Angelo Crespi. L’allestimento è co-prodotto dalle eccellenze di Busto Arsizio B.A. Film Festival, prestigioso festival cinematografico giunto quest’anno alla tredicesima edizione, e dall’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni, accademia del cinema nata nel 2008 con l’obbiettivo di essere una fucina per forgiare i futuri attori e registi di successo. In scena al Manzoni fino all’8 novembre, il debutto dello spettacolo è stato accompagnato, prima dell’apertura del sipario, da una sentita esibizione della Fanfara dei Bersaglieri nel foyer del teatro.

In occasione dei cento anni dall’entrata in guerra dell’Italia, il poliedrico e apprezzatissimo attore Edoardo Sylos Labini – che, di recente, ha dato corpo e voce sul palco a personaggi della nostra Storia come il Vate Gabriele d’Annunzio e l’imperatore romano Nerone – dà vita al fante di trincea Mario Rossi. La Grande Guerra di Mario è, sì, liberamente ispirato al gioiello di Mario Monicelli, ma, dalla prima all’ultima scena, sviluppa una sua propria personalità nel delineare la figura dell’italiano medio che non ha voluto la guerra per cui è costretto a combattere e che più di una volta viene tentato dall’evitare il rischio e dalla diserzione. E che invece, inaspettatamente, non esita a comportarsi in extremis da eroe, quando sente dentro di sé che la Patria che è stato chiamato a difendere contro voglia non è quell’ideale astratto e inculcato di cui si riempie la bocca il Capitano suo superiore, che ottusamente giustifica la guerra e le sue logiche spietate (lo spettatore però scoprirà che anche dietro la durezza del rigido Capitano si cela un dramma); ma la Patria da difendere sono i compagni di trincea che, all’alba dell’indomani, dovranno affrontare uno di quegli assalti dai quali difficilmente si torna indietro, e la donna di cui si rende conto che, se la guerra non avesse deciso diversamente, avrebbe potuto innamorarsi e con cui avrebbe potuto costruire una vita.

Non è un caso che i personaggi dei soldati abbiano nomi come Mario Rossi, Ambrogio e Gennaro, che personificano l’uomo medio, brianzolo, napoletano oppure, come appunto Mario Rossi, l’archetipo dell’Italiano. La Grande Guerra di Mario – come il film di Monicelli e tutta la drammaturgia di genere bellico – ci sbatte in faccia le vite stravolte e in bilico di persone che, come tutti noi, avevano una vita e un lavoro normale, talvolta anche una piccola proprietà, come la cascina di Ambrogio, e che sono stati mandati in mezzo al fango delle trincee e dei campi di battaglia, con la consapevolezza che ogni giorno avrebbe potuto essere l’ultimo della loro vita. E ci mostra le vite non certo serene di chi è rimasto a casa, come Adalgisa, vedova di guerra (il marito è morto durante il suo primo assalto di sfondamento), che si trova a dovere fare la prostituta.

Durante lo spettacolo si riflette e ci si commuove, ma si riesce anche a sorridere, sdrammatizzando la tragedia secondo i canoni della migliore commedia all’italiana, di cui Monicelli è stato uno dei grandi maestri.

Da applausi tutti gli attori in scena. Edoardo Sylos Labini, che riesce a farci identificare nel suo Mario Rossi; Debora Caprioglio, brava e intensa nel fondere nella sua recitazione i tratti di commedia e di tragedia del suo personaggio; Gualtiero Scola e Francesco Maria Cordella, i compagni di trincea Ambrogio e Gennaro; Marco Prosperini, il capitano Corti; Giancarlo Condè, lo spietato ufficiale austriaco. E, ultimi ma assolutamente non ultimi, i componenti di unQuartettoParticolare, Francesco Bossi, Federico Pinardi Faletti, Giacomo Giannangeli e Marco Cusenza, che, nell’ambito dell’azione teatrale e nel ruolo di soldati in trincea, interpretano dal vivo celeberrime canzoni del tempo di guerra, tra cui La Canzone del Piave, Tapum e La Tradotta, la canzone che ci racconta del treno adibito al trasporto dei soldati, che ormai non fa più fermate e va diretto al Piave, cimitero della gioventù.

Cento di questi spettacoli, per noi che abbiamo la fortuna di essere nati e di vivere in un’Europa in pace da settant’anni, cosa mai successa prima d’ora. Per noi per cui le guerre avvengono solo in Paesi lontani e dai cui orrori la gente cerca di fuggire, venendo a bussare alle porte dei nostri tranquilli Paesi. Per noi che corriamo a prendere l’ultimo modello di iPhone appena esce sul mercato altrimenti, se non l’abbiamo, può anche darsi di sentirci sfigati, è sempre un bene quando qualcuno ci ricorda che solo cento anni fa – sì, solo cento, perché la Storia insanguinata del nostro Continente è lunga parecchi secoli – ognuno di noi avrebbe potuto essere Mario, Ambrogio, Gennaro o Adalgisa, o uno di quegli adolescenti spediti al fronte, uno dei ragazzi del ’99.

DOVE, COME, QUANDO

A Milano, al Teatro Manzoni dal 22 ottobre all’8 novembre 2015

Orari: feriali 20,45 – domenica ore 15,30

Biglietti: da 23,00 euro. Giovani fino a 26 anni, 15,00 euro.




Manzoni Derby Cabaret per chiudere una settimana e ricaricarsi per la nuova

Ottavo appuntamento di Manzoni Derby Cabaret, il talent show della comicità che accoglie lo storico marchio del Derby.

Domenica 1° febbraio appuntamento quindi al teatro Manzoni di Milano con la formula vincente ovvero Dinner, Wine & Show.

Anticipano lo spettacolo una cena a buffet curata dal Fioraio Bianchi Caffè, che presenta un ricco menù, abbinato alla degustazione di pregiati vini italiani. Più in dettaglio questa settimana l’azienda LIS NERIS presenta Jurosa Chardonnay 2011, guidata da un sommelier professionista dell’Associazione Italiana Sommelier Lombardia.

In palcoscenico poi si assisterà ad una vera e propria sfida tra i nuovi talenti della comicità, accompagnati questa volta nel ruolo di coach da Gianni Astone, Giovanni D’Angella e Dado Tedeschi, con le divertenti incursioni di Matteo Bruceketta.

I tre comici esordienti votati dal pubblico e da una giuria di qualità, composta dal critico Mario Luzzatto Fegiz, dai volti noti di Radio R 101 e di Tv Sorrisi e Canzoni, si contenderanno il premio finale. Conducono Maurizio Colombi e Luisa Corna, accompagnati da una rock band.

Biglietto: posto unico € 28,00 (comprensivo di spettacolo, cena e degustazione vini)




Gianfranco Jannuzzo e Debora Caprioglio insieme al Teatro Manzoni di Milano

Gianfranco Jannuzzo e Debora Caprioglio insieme al Teatro Manzoni di Milano in “E’ ricca, la sposo … e l’ammazzo!” di Mario Scaletta per la regia di Patrick Galstaldi Rossi.
La commedia, di matrice cinematografica, sarà in scena al Teatro Manzoni di Milano dal 22 gennaio all’8 febbraio.
Lo spettacolo è liberamente ispirato al celebre film del 1971 di Elaine May con Walter Matthau, e al racconto di Jack Richtie e promette di regalare al pubblico 90 minuti di puro buon umore attraverso le peripezie di un ex milionario ridotto in bancarotta disposto a rinunciare alla vita da scapolo, facendo innamorare di sé una goffa ereditiera, ma solo temporaneamente. Il piano infatti è quello di sposare l’ereditiera appassionata di insetti per poi ucciderla, ereditare e ricominciare a godersi la vita. Salvo imprevisti….
Biglietti da 21 euro.