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La Valnerina e l’Umbria nascosta

Foreste, giardini d’acqua, chiese medievali e castelli leggendari ma anche borghi trasformati in hotel diffusi, palazzi nobiliari,  eremi contemporanei dove trascorrere del tempo solo per sé  e una  distesa quasi infinita di colline puntellate da abbazie e fortezze dove il tempo sembra essersi fermato. Tutto questo è la Valnerina, in Umbria, dove il paesaggio è rimasto quasi lo stesso dei dipinti del Perugino. Il mare dell’Umbria, riproposto nelle time campagne media della regione, sono le distese in tutte le tonalità del verde dove comunque non mancano fresche cascate e ruscelli per rinfrescarsi o fiumi dove praticare rafting e canyoning.  Qui, nel cuore verde d’Italia ci si rilassa tra arte e natura, lasciandosi tentare dalle prelibatezze locali anche percorrendo  itinerari dedicati come strade del vino (come quella del Rosso Sagrantino, il vino “sacro” delle Messe solenni), dell’olio Dop a cui il borgo di Torgiano ha dedicato persino un museo e le infinite vie del tartufo che possono essere percorse lasciandosi guidare nei boschi dai cavatori e dai cani addestrati alla caccia al tartufo. Un’avventura unica in cui apprendere i segreti di un sottosuolo così ricco come quello umbro, che annovera ben sette borghi storici tra le città del tubero, e di una cultura antica, quella “della cerca e dalla cavatura”, dichiarata proprio lo scorso dicembre patrimonio immateriale dell’Unesco.

A meno di venti minuti dal centro di Norcia si entra già nella zona di produzione del Nero Pregiato, tra le eccellenze della gastronomia locale. Eccellenze che spaziano dai formaggi, ai salumi fino ai legumi e che lasciano soddisfatti anche i palati più esigenti.

Una passeggiata a piedi o in bici, magari a pedalata assistita, per esplorare gli angoli più remoti della Valnerina basta comunque a smaltire i peccato di gola. Si può partire dal tracciato che segue la sponda sinistra del fiume Nera, il settimo per portata in Italia, da Sant’Anatolia di Narco e che tocca i borghi dominati da fortezze quasi millenarie di Scheggino, Arrone e Ferentillo dove, all’interno della cripta romanica di Santo Stefano si trova un peculiare Museo delle Mummie. Luoghi del silenzio in cui rivivere le leggende medievali che li pervadono. Il percorso si collega poi con la ciclabile realizzata sul tracciato dell’ex ferrovia Norcia- Spoleto, dismessa nel 1968e oggi simbolo di rigenerazione, e arriva fino alla Cascata delle Marmore, tre salti d’acqua di 165 metri complessivi immersi nei boschi e creati in epoca romana. Da non perdere una tappa a Vallo di Nera, tra i borghi più belli d’Italia e antico avamposto strategico fiume Nera dove ammirare, tra l’altro, gli incredibili affreschi di fine ‘300-inizio ‘400 della chiesa di Santa .aria Assunta recentemente restaurata e riaperta al pubblico dopo l’ultimo sisma.

Un tuffo nelle acque sulfuree dei Bagni Triponzo Terme, conosciute già dai Romani e citate nell’Eneide di Virgilio e una passeggiata al Fonti del Clitunno, un giardino d’acqua dai riflessi smeraldo che per secoli ha ispirato poeti come Properzio a Carducci, rigenerano il corpo e l’anima.

Una base ideale di partenza per immergersi nella storia del territorio sono gli hotel diffusi: antichi borghi medievali ristrutturati in cui le atmosfere delle epoche passate si fondono ai comfort moderni. Come il Castello di Postignano, fondato nel IX secolo lungo la strada che collegava Spoleto, Assisi, Foligno e Norcia e oggi monumento di interesse nazionale.

Ma per chi vuole staccare la spina dal caos della vita quotidiana, nei boschi della Riserva naturale dell’Elmo si può anche scegliere di trascorrere qualche giorno in un eremo contemporaneo, l’Ermito,  una struttura trecentesca restaurata che offre il vero lusso attuale: tempo per sé.




Delta del Po e Polesine, una vacanza “lenta” nella natura

Un paesaggio sospeso tra terra e mare dove immergersi nella natura. Il Parco Delta del Po, Riserva della Biosfera Unesco “dove il Po diventa mare e il mare diventa terra”, è tutto questo e, con l’estate che avanza, costituisce una tentazione irresistibile per una vacanza dai ritmi lenti in cui sconnettersi dal mondo e connettersi con la natura, scoprendo tutto il mosaico di ecosistemi del parco a piedi, in barca, a cavallo o in bici.  I percorsi all’interno dei 140mila ettari di Parco, che si estende tra Veneto ed Emilia Romagna, sono praticamente infinti e piacevolmente adatti a tutti in un territorio praticamente pianeggiante che si apre su una moltitudine di paesaggi diversi.  In giornata si può scoprire la Sacca di Scardovari, paradiso dei cormorani e laguna più ampia del Delta dove si allevano le cozze nelle caratteristiche le “peociare” o Porto Tolle, nel cuore del parco e una delle zone più ricche di biodiversità in Italia. Da non perdere anche il percorso che dal Lido di Volano porta al Lido delle Nazioni, dove ci si può imbattere nei bianchi cavalli della Camargue al pascolo o le suggestive saline nei pressi di Comacchi. La tentazione tuttavia è quella di prendersi qualche giorno in più e lasciarsi travolger dal paesaggio e dai ritmi lenti di un territorio così particolare, magari trattenendosi qualche giorno al Barricata Holiday Village di Porto Tolle dove il grande fiume incontra il mare, tra canneti, valli, dune e arginiProprio qui, alla spiaggia delle Conchiglie, è stato ambientato il video di Voci, tratto dall’ultimo album di Zucchero, Black Cat. Il video si apre con l’immagine di Zucchero circondato da un paesaggio incredibile, quello del Po di Maista, il ramo più piccolo, ma anche più suggestivo del Delta del Po, si intravedono poi l’oratorio Mazzucco a fianco della Valle Pozzatini, Ca’ Vendramin e il canale di bonifica, il Casone di Valle Venier e ancora gli uccelli che si alzano in volo a Valle Sagraeda, l’argine del Po di Goro, dove la terra sembra incontrare il mare e, infine, la spiaggia delle Conchiglie.

IL DELTA DEL PO IN BIANCO E NERO Se poi si vuole scoprire il fascino, la storia e le tradizioni del Delta del Po, fino al 2 luglio il Palazzo della Roverella di Rovigo offre uno scorcio davvero unico sulla vita nel Delta del Po settant’anni fa. Il percorso espositivo raccoglie infatti cento scatti di Pietro Donizelli considerati un capolavoro della fotografia neorealista e dedicati alla “Terra senz’ombra. Il Delta del Po negli anni cinquanta”. La mostra permette inoltre di visitare la pinacoteca del Palazzo, generalmente chiusa al di fuori dei periodi di esposizione, dove sono si possono ammirare artisti come Tiziano, Tintoretto, Tiepolo e Palma il Giovane. Per oltre settant’anni comunque il Delta del Po è stato protagonista del grande schermo italiano in quaranta film d’autore, documentari e i videoclip girati nel Polesine dagli anni Quaranta del secolo scorso a oggi. Uno scenario davvero speciale per questa terra tra due fiumi, Po e Adige, che si intravede tra l’altro nel sesto episodio di Paisà di Roberto Rossellini, girato a Porto Tolle e nella laguna del Basson, suggestivo scenario naturale a ridosso della foce del Po di Pila. Non solo. Nel 1943 Luchino Visconti girava Ossessione a Occhiobello portando sul maxi schermo atmosfere tipicamente polesane: l’aria pesante e calda, il frinire delle cicale, l’umidità che s’incolla ai corpi e alle vite dei protagonisti di questa torbida vicenda. Una vicenda che esordisce nell’osteria dei Bragana, in zona Polesella e che si snoda lungo gli argini ferraresi del Po. Anche Michelangelo Antonioni  aveva in mente il Polesine come luogo emblematico di sentimenti forti dove ambientare Il grido, con Alida Valli. Il film avrebbe dovuto essere girato tra Pontelagoscuro, Occhiobello, Ca’ Venier e Punta Maistra, ma la rotta del Po, nel 1956, fece operare dei tagli alla sceneggiatura e un ripensamento generale di tutte le location. La particolare atmosfera di queste terre ha poi ispirato La casa delle finestre che ridono di Pupi Avati, divenuto un vero e proprio cult, con molte sequenze registrate a Ca’ Venier e nelle valli da pesca di Scardovari. Qualche scorcio di Contarina, frazione di Porto Tolle, lo ritroviamo anche ne La vacanza (1971), una delle prime opere di Tinto Brass, che vede protagonisti Vanessa Redgrave e Franco Nero.

TESORI RODIGINI Una visita alla mostra “Terra senz’ombra. Il Delta del Po negli anni cinquanta” offre inoltre un’occasione da non perdere per  scoprire Rovigo, città delle rose citata dall’Ariosto  e cuore del Polesine, la leggendaria terra tra i due fiumi (Po e Adige), snodo di commerci, storia e tradizioni, ma sostanzialmente sconosciuta ai più che, in genere, passano da Rovigo senza fermarsi. Ed è un peccato visto che le tracce della storia pluricentenaria della città delle rose non mancano come i numerosi palazzi nobiliari dell’epoca d’oro della città veneta che si affacciano su Piazza Vittorio Emanuele  dal cinquecentesco Palazzo Roverella, all’Accademia dei Concordi fino alla Loggia dei Nodari e al Teatro Sociale. In qualsiasi altro posto al mondo a determinare una sosta basterebbe il Tempio della Beata Vergine del Soccorso (detto la Rotonda per la sua forma ottagonale), chiesa dove il tema sacro si sposa, singolarmente, a quello civile con grandi tele raffiguranti i miracoli della Vergine e i podestà veneti. La cucina rodigina merita poi una pausa prolungata. Dopo un intenso tour tra arte e monumenti, i panini gourmet rivisitati con i prodotti della tradizione, come quello a base di baccalà mantecato e cipolle caramellate, creati dall’Osteria Trani rappresentano la giusta ricompensa, soprattutto se accompagnati dall’immancabile cicchetto. Le tipiche sarde in saor (sarde fritte in agrodolce) si assaggiano invece da Alicanto, magari su un tavolino all’aperto affacciato sull’ex ghetto della città.

VILLE PALLADIANE, DISTRETTO DELLE GIOSTRE E TESORI ETRUSCHI I dintorni di Rovigo fanno parte di quel patrimonio artistico culturale di cui talvolta si ignora la grandezza, ma  dove storia e natura, tradizione e innovazione si fondono in un territorio ricco di eccellenze ancora poco conosciute, alla scoperta di un turismo capace di sorprendere diversamente nelle varie stagioni. Basta allontanarsi di pochi di chilometri dal capoluogo veneto, in una campagna piatta attraversata da una ragnatela di canali, capita, sorprendentemente, di imbattersi in ville cinquecentesche dove arte e natura sembrano fondersi in gioielli architettonici come la villa Badoer di Andrea Palladio a Fratta Polesine. Una passeggiata nella minuscola Fratta Polesine lungo il canale dello Scortico è particolarmente romantica al tramonto, quando l’ocra e l’arancione del cielo illuminano la Baodera e la vicina villa Molin Avezzù e si riflettono nell’acqua. A pochi minuti dai palazzi nobiliari del borgo, la locanda “Al Pizzon”, ricavata in un antico mulino, è il rifugio ideale dove godersi le ricette della tradizione (il menù degustazione costa 30 euro), una cucina a metà strada tra quella veneta e quella estense di Mantova e Ferrara. Se invece da Rovigo si va verso Est ci si imbatte in Adria, città fondata dagli etruschi su un porto di fiume e punto strategico dei trasporti fluviali dell’era paleo veneta e che ha dato il nome al Mar Adriatico. Qui, al Museo Archeologico Nazionale, sono custoditi tesori dell’arte etrusca, ma anche greca e romana e reperti più antichi del territorio. Se poi ci si spinge un po’ più in là, a 50 km da Rovigo, si può persino visitare il Museo della Giostra a Bergantino. Il Polesine infatti è la capitale del distretto della giostra made in Italy.

 

 

 




In Puglia in bici tra ulivi e mare

Oliveti millenari, dune e mare cristallino. Un week end in bici nell’Alto Salento, in Puglia, alla scoperta del Parco naturale regionale delle Dune Costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo, sono un’esperienza rigenerante.  Il parco si estende tra le due torri aragonesi poste nel territorio dei comuni di Ostuni e Fasano per un perimetro di 55 km  e vi si può accedere sia dal litorale (tra Torre Canne e Torre san Leonardo-Pilone) sia dall’entroterra. Ela bici è il mezzo ideale per esplorare i 1.100 ettari del Parco che si estende tra Ostuni e Fasano, pedalando tra le distese di ulivi e lasciandosi sedurre dalla bellezza di un territorio costellato di muretti a secco, masserie fortificate e frantoi ipogei (sotterranei). Non occorre essere dei ciclisti professionisti, per immergersi nei colori e nei profumi del Salento e, allo stesso tempo, di muoversi in piena libertà tra soste golose e deviazioni archeologiche e naturalistiche. Il territorio è sostanzialmente pianeggiante e i percorsi sono ben tenuti e segnalati.

Per scoprire quest’angolo di Puglia, il percorso migliore parte dall’alberga – bici ospitato nell’ex casa cantoniera di Montalbano di Fasano, sull’ex statale 16, dove si può lasciare la macchina, affittare, se necessario, una bici  e, con pochi euro in più, unirsi a visite guidate. Per una prima esplorazione del territorio, si può scegliere un itinerario ad anello che si snoda dall’ex casa cantoniera per 18 km tra uliveti, masserie e dune fino al mare su stradine pianeggianti a basso traffico e, in parte, sterrate. Un breve raccordo conduce alla via Traiana, strada tracciata agli inizi del II secolo d.C. per collegare Roma al porto di Brindisi e facilitare, tra l’altro, il trasporto dell’olio. E, proprio all’incrocio con l’antica via dell’‘oro liquido’, tra gli ulivi millenari, si erge un colossale dolmen, monumento megalitico di 4mila anni fa e costruito, pare, per il culto dei morti. Dalla via Traiana poi, si prende una stradina sterrata diretta verso la foce del fiume Morelli attraverso un susseguirsi di scenari che hanno fatto da sfondo a numerosi set dai film con Domenico Modugno, al ‘Il commissario Rex” fino a ‘Braccialetti rossi’”.  Si arriva infine alla zona umida del Fiume Morelli, un angolo incontaminato di natura dominato da dune fossili con oltre 120mila anni di storia alle spalle e costellato da specchi di acqua dolce dove si possono osservare anatre, uccelli migratori, canneti e ginepri pluricentenari. Meteo permettendo, un tuffo in mare nella spiaggia del Lido Morelli, magari al tramonto, rende la giornata indimenticabile.

Per esplorare il Parco delle Dune (e non solo…) un’ottima base di partenza è La Masseria Brancati (330.822910) situata nella piana degli ulivi plurisecolari della “Marina di Ostuni”, in una posizione ideale per programmare itinerari agli scavi di Egnazia, ai trulli di Alberobello, alle grotte di Castellana e per la Valle d’ Itria.  La quattrocentesca Masseria Carparelli (333.8196550) vanta un ristorante specializzato in prodotti a chilometro zero (‘A Massarija’); la Masseria Il Frantoio (380.4329301), fondata nel 1500, è sia hotel di charme sia azienda biologica con produzione e vendita di olio proprio, mentre Agriturismo Masseria Salamina (080 4897307)  è il luogo ideale dove trascorrere una vacanza fatta di natura, cibi genuini e fascino di tempi passati.

 

 




A Nizza per un lunedì di pura magia

Per chi non ha ancora cominciato le vacanze o per chi vuole vivere la magia di una grande città marittima, anche solo per un giorno, il nostro consiglio è un giro a Nizza, nella meravigliosa cornice della Costa Azzurra. E possibilmente di lunedì.

Ogni lunedì dell’anno, infatti, lungo il Cours Saleya nella parte vecchia della città, si svolge uno dei più grandi mercati dell’antiquariato di Francia. Un tripudio di bancarelle che espongono prevalentemente raffinati servizi di posate d’argento, prestigiose porcellane e servizi di piatti d’epoca, eleganti tovaglie di fiandra, mobili, suppellettili, quadri, statue, tessuti, abiti vintage e tanto altro ancora. Il tutto esposto con ordine, gusto e tanta, tanta eleganza.

Se arrivate al mattino presto, prima di avventurarvi tra le bancarelle, è d’obbligo fare colazione da Pain & Cie (1, Rue Saint Françoise de Paule), un locale molto semplice e ruspante, situato proprio davanti al mercato dell’antiquariato, in cui potrete degustare vere e proprie colazioni alla francese con tanto di ottimi croissant, pane e marmellata. I prezzi non sono molto bassi e bisogna chiudere un occhio sulla pulizia del locale, tra l’altro sempre troppo affollato, ma una sosta rifocillatrice merita assolutamente.

Carichi di energia, ora non resta che lanciarsi nel mercato per ammirare le ricche bancarelle e, perché no, magari fare anche qualche folle acquisto.

Un colpo di cannone ci avverte che è mezzogiorno. Prima di lasciare la Vecchia Nizza, ci sono ancora due posti da visitare. In Rue de la Poissonnerie 8, una piccola traversa di Cours Saleya, troverete la caratteristica épicerie Lou Pantai che espone nel vicolo, creando affascinanti cromatismi, particolari mix di sali da cucina e spezie, piante aromatiche essiccate, saponi artigianali e olii essenziali. Difficile resistere alla tentazione di comprare qualcosa come il sel du Trappeur, il sel aux roses du Maroc o il più tradizionale sel aux herbes de Provence (1 tubo € 6, 4 tubi € 20; oppure 1 barattolino € 7, 3 barattolini € 20) oppure la confezione con 10 piccoli saponi di Marsiglia con aromi e colori differenti a € 12.

Sempre nelle vicinanze, in Rue Droite 31, la via degli artisti, c’è l’atelier di Fiorella Pierobon, ex volto storico di Canale 5, oggi quotatissima pittrice/scultrice. Nella sua galleria potrete ammirare una gran varietà delle sue opere e conoscere personalmente l’artista. Per i figli degli Anni ’80, come sono anch’io, anche questa tappa è un must.

L’ora di pranzare è ormai arrivata. Nizza offre una miriade di locali di ogni tipo,cucina e prezzo, in città o sul mare lungo la Promenade des Anglais. Noi ci siamo concessi un pranzo da signori, in un ristorante elegante e molto raffinato in Rue Masséna 7: Boccaccio.

Boccaccio è un ristorante è famoso per la sua paella e per i piatti di pesce in generale. I camerieri vi vizieranno in ogni modo, non lasciandovi mai senza una pietanza sotto gli occhi e i bicchieri vuoti. Gustatevi un mini gazpacho come antipasto e poi sbizzarritevi tra ostriche, aragoste, fritto misto o tournedos de thon et ses légumes au wok o tante altre leccornie fino a concludere con il dessert du jour magari al cioccolato. Il tutto ovviamente annaffiato da ottimo vino bianco Chablis AOC. Il conto è salato (se bevete, non inferiore a € 80/100 minimo a persona) ma il pranzo li vale tutti!

Una passeggiata lungo l’assolata Promenade des Anglais è ora d’obbligo sia per smaltire il pranzo sia per godere dell’incredibile panorama marino nizzardo: dai sontuosi stabilimenti balneari ai grandi hotel storici, come il famoso Negresco.

Per concludere la giornata, tra le tante possibilità, vi consigliamo di stendervi al sole presso la storica Ruhl Plage (con € 30 avrete lettini, ombrellone e teli da mare oltre che l’uso di cabine con doccia calda e fredda) oppure, se volete divertirvi con qualcosa di adrenalinico, di provare a volare con un paracadute trainato da un veloce motoscafo, come offerto dallo stabilimento Glisse Evasion (www.glisse-evasion.com prezzi: solo € 50, duo € 70, trio € 90).

E l’outfit per una giornata in questa splendida città? Sicuramente informale ma fashion! Ecco le nostre proposte.

E l’outfit femminile? Scopritelo nel prossimo articolo su Nizza!

 

Pain &Cie – 1, Rue Saint Françoise de Paule (Vieux Nice)

Lou Pantai – 8, Rue de la Poissonnerie (Vieux Nice)

Boccaccio Restaurant – 7, Rue Masséna

Glisse Evasion (www.glisse-evasion.com) – Promenade des Anglais

Ruhl Plage – Promenade des Anglais




Ice Q, alla scoperta dei rifugi del nuovo James Bond

Chi non vuole aspettare il 5 novembre per vedere “007 SPECTRE”, il 24° film di James Bond, girato in Austria a Sölden/Ötztal, può approfittare di questa torrida estate per andare sui luoghi dove il regista Sam Mendes ha girato le scene con Daniel Craig nei panni dell’agente 007.
Il ristorante gourmet più alto d’Europa, (si trova a quota 3.048 metri), Ice Q, è diventato, nelle riprese del film, la roccaforte di Daniel Craig.

La struttura di  Ice Q, un cubo di vetro e acciaio dalle linee minimaliste e perfette, si staglia su un terreno estremamente aspro, caratterizzato da temperature estreme. Per costruire  Ice Q, sono state realizzate delle fondamenta mobili, che permettono al fabbricato di adattarsi nel modo migliore ai cambi di temperatura. 

In questo gioiello di alta tecnologia, si possono assaporare i piatti gourmet e assaggiare il vino Pino 3000, una speciale cuvée di pinot nero creata dall’unione di tre vitigni provenienti da Italia, Austria e Germania (Cantina St. Pauls di Appiano, Paul Achs di Gols nel Burgenland e Dr. Heger di Kaiserstuhl). Il vino Pino è  un vino creato appositamente per il rifugio, dove viene invecchiato a oltre 3.000 metri di quota, in una speciale cantina all’avanguardia. Dalla terrazza dell’ultimo piano infine, la vista spazia a 360 gradi sulle montagne circostanti: qui ci si sente sul tetto del mondo.

Al rifugio di  Ice Q si accede direttamente dalla cabinovia del Gaislachkogl da Sölden.