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A Dresda nel cuore della Sassonia

La primavera è la stagione ideale per organizzare un viaggio nel cuore della Sassonia, a Dresda. Dresda è tra i 52 luoghi da visitare nel 2024 per il New York Times per celebrare i 250 anni dalla nascita del pittore Caspar David Friedrich, tra i principali esponenti del Romanticismo, navigare sull’Elba, esplorare il territorio a bordo di una bici elettrica e scoprire l’ultimazione delle ristrutturazioni del Residenzschloss, della storica piazza Neumarkt, ultimata con il complesso barocco del Palais Hoy.

A Dresda si ammirano le opere di Caspar David Friedrich nelle Collezioni d’arte statali di Dresda e nella mostra “Caspar David Friedrich. Dove tutto è iniziato” (all’Albertinum dal 24 agosto al 5 gennaio 2025 e al Kupferstich-Kabinett dal 24 agosto al 17 novembre) e i paesaggi da cui il pittore ha tratto ispirazione esplorando la i territori della cosiddetta Svizzera Sassone, della Valle dell’Elba e dell’Alta Lusazia. Proprio nel Parco Nazionale Svizzera Sassone si trova il Malerweg, il Sentiero dei Pittori Romantici, che per 116 km attraversa le montagne di arenaria dell’Elba, tra gole, cime sinuose e iconiche formazioni rocciose.

Da Dresda si può decidere di navigare in direzione di Meissen o Pirna, per continuare da qui alla volta della Svizzera Sassone. Durante la navigazione si scorgono numerosi castelli e residenze reali come il Castello di Pillnitz, il Lingnerschloss e lo Schloss Eckberg a ridosso del fiume tra bellissimi vigneti. Spettacolare è la tradizionale parata della flotta dei battelli a vapore che si tiene il 1° maggio, quando tutti e nove i piroscafi della storica flotta a vapore Sächsische Dampfschiffahrt sfilano sul fiume Elba per la “Dampferparade”. Migliaia di spettatori si radunano su entrambe le sponde del fiume per salutare le imbarcazioni, sentire i suoni delle sirene e vedere le pale del piroscafo accelerare nella manovra di svolta e, poco dopo, perderle di vista nel verdeggiante scenario fluviale della Valle dell’Elba

Da giugno a settembre infine il Castello di Pillnitz, nei dintorni i di Dresda,  torna come in origine ad essere un castello dedicato al gioco e all’intrattenimento con i “The King’s Games”, una mostra e uno spettacolo multimediale nell’Orangerie..  All’inizio del XVIII secolo, le aree gioco erano regolarmente allestite perché Augusto il Forte amava festeggiare e riuniva la corte a Pillnitz per tornei, gare e giochi. C’erano 60 giochi da tavolo, enormi altalene, un campo da badminton, piste da bowling, una ruota panoramica e molto altro.

 




In Finlandia a caccia di aurore boreali in treno

Esplorare la Finlandia a caccia di aurore boreali (e non solo) senza spendere un capitale e muovendosi in modo sostenibile, in treno, è possibile.

Se non si resiste al fascino selvaggio del Nord, l’estrema frontiera d’Europa, una volta giunti nella capitale della Finlandia, a Helsinki, la direzione non può che essere verso Rovaniemi, in Lapponia (treni a partire da 61 euro) dove immergersi nella straordinaria bellezza della regione e a vivere  esperienze indimenticabili. Nel Nord della Finlandia si scia sulle piste di Levi, Ylläs o Salla (letteralmente “in mezzo al nulla”), si passa dalle coste di Kemi alle  foreste di Ruka-Kuusamo fino ai laghi delle Lapland North Destinations  e si ammira l’aurora boreale (dormire a Saariselkä potrebbe essere una buona idea).  Nella Lapponia orientale  il Parco Nazionale di Riisitunturi è poi tra i luoghi più caratteristici e amati della Finlandia. La rete di sentieri che costella l’intera oasi naturale porta a numerosi punti panoramici c che permettono di godersi dall’alto le fitte foreste coperte di neve, il “tykkylumi”.

In Finlandia  l'”Everyman’s Right” garantisce a tutti di esplorare liberamente foreste e territori incontaminati e utilizzare le aree naturali a scopo ricreativo, ovviamente sempre nel massimo rispetto dell’ambiente e senza lasciare tracce che alterino l’ecosistema.

Da Helsinki, è poi facile organizzarsi via treno ( (in meno di due ora a partire da 13 euro) per andare alla scoperta di Turku, la città più antica della Finlandia affacciata sul Mar Baltico o a Tampere (un’ora e mezzo di treno a partire da 12 euro) nella Regione dei Laghi e, con oltre 50 saune pubbliche in città e nei dintorni, considerata la  capitale mondiale della sauna. Tra le numerose saune pubbliche presenti a Tampere vi è anche Rajaportin!, la sauna più antica della Finlandia ancora in uso e tappa immancabile per i visitatori che alla ricerca di esperienze all’insegna del relax.

Non mancano piattaforme come Omio per gestire le prenotazioni dei trasporti via terra




Milano – Ireland Week 2024

Dal 10 al 17 marzo ritorna a Milano la Ireland Week, un’esperienza unica che celebra la cultura, l’arte e la tradizione irlandese nel cuore della metropoli lombarda. In occasione della settimana di San Patrizio, la città si trasforma in un crocevia di eccellenze irlandesi offrendo un viaggio coinvolgente attraverso l’affascinante storia e la ricca eredità del popolo irlandese.

Sarà una settimana ricca di eventi, che spaziano dalle esibizioni di musica tradizionali alle performance di danza tipica irlandese. Sarà possibile scoprire l’autentica gastronomia irlandese grazie a A Taste of Ireland, e lasciarsi trasportare dai sapori unici di questa straordinaria cultura culinaria.
Gli appassionati di cinema avranno l’opportunità di godere di proiezioni di film irlandesi acclamati grazie alla proiezione di 5 film durante l’Ireland Week Film Festival.

Una mostra fotografica che porterà il titolo “Irlanda on the road” sarà allestita en plein air in via Dante e tra le novità più belle dell’edizione 2024 si mette in evidenza la giornata a porte aperte “Experience Ireland”, in calendario proprio il 10 marzo, giorno in cui la Ireland Week prende il via: una giornata esperienziale ad accesso gratuito presso Open, spazio multimediale di Porta Romana, che dalla mattina alle 11:30 alle 19:00, farà da teatro a degustazioni, laboratori, travel talks, danza, musica, arte con un  focus sull’Irlanda del Nord.
Sarà presente il noto artista nordirlandese Adrian Margey, con una “live performance” che darà vita ad un’opera su Belfast e alla sua personale interpretazione del festival culturale Belfast 2024.
Tra gli ospiti in arrivo direttamente dall’isola di smeraldo ci saranno i rappresentanti dell’industria turistica irlandese: Aran Island Ferries, Bakehouse, EPIC The Irish Emigration Museum, Kylemore Abbey Powerscourt Distillery, The Chocolate Manor e The Spirit Circle e dall’Italia Gen d’Ys (accademia di danze irlandesi). 

La parola d’ordine sarà “interazione” interpretata nel corso dei laboratori dedicati, tra le altre cose, all’arte del pane in stile irlandese, ai passi di danza tradizionali, alle degustazioni sensoriali di distillati e di cioccolato. E chi sarà particolarmente curioso potrà addirittura ripassare l’inglese attraverso la musica, imparare un po’ di gaelico irlandese con insegnanti d’eccezione delle isole Aran, e scoprire come intrecciare la Croce di Santa Brigida, santa patrona importantissima per la storia d’Irlanda e figura femminile straordinaria, di cui nel 2024 ricorrono 1500 anni dalla morte.
Non mancheranno anche i Travel Talks: presentazioni per idee di viaggio, in collaborazione con Lonely Planet, giornalisti, influencers ed esperti di Irlanda.
Anche i bambini avranno un posto speciale, con laboratori creati proprio per loro con un kids corner dedicato.
Tutte le attività sono gratuite previa prenotazione su www.irelandweek.it/experienceireland

L’ampia offerta comprende inoltre attività di plogging; una mostra fotografica en plein air in via Dante; musica e danze tradizionali con i celebri buskers; concerti in diversi locali della città; tornei di rugby, calcio gaelico e golf; e offerte speciali per chi prenota soggiorni e viaggi nell’isola di smeraldo proprio durante questa settimana.

“Il 2024 è l’anno in cui l’Ireland Week esce dai confini milanesi non solo in Italia: oltre a quella di Roma, ci saranno, infatti, edizioni anche a Madrid, Parigi, Vienna e Zurigo. Siamo felici di come la nostra città accoglie la manifestazione, come conferma il patrocinio del Comune di Milano, che ci ha supportati sin dall’inizio, consentendoci di far conoscere ai milanesi la cultura e le tradizioni dell’Isola di Irlanda” commenta Marcella Ercolini, direttrice di Turismo Irlandese in Italia.

Programma e calendario completo degli eventi su  www.irelandweek.it




Fughe di primavera in Europa tra cultura e folklore

Sono almeno sei gli appuntamenti che uniscono folklore e cultura previsti in Europa, ideali per progettare fughe di primavera. Appuntamenti che permettono di scoprire destinazioni, talvolta insolite, con un sguardo insolito. Calendario alla mano così da poter approfittare al meglio dei ponti di primavera, con un occhio alle piattaforme per il confronto delle diverse alternative di trasporto (tra gli altri Omio) e la prenotazione delle strutture, è tempo di organizzarsi per le fughe di primavera. La primavera è ormai alle porte e il tempo stringe.

Settimana Santa  24-31 marzo, Spagna La Semana Santa trasforma la Spagna in un teatro di feste popolari, carri allegorici, danze, processioni e musica differenti tra regione e regione. Tra le celebrazioni più note ci sono quelle Andaluse (Siviglia ma non solo). Un’occasione per percorrere il territorio della penisola iberica alla scoperta delle diverse tradizioni e senza dimenticare il lato goloso visto che le festività pasquali prevendono la preparazione di piatti tipici come torrijas (la versione spagnola del French toast), mona de Pascua (una sorta di grande brioche con uova sode al suo interno) e dolci fritti come pestiños, azúcar o rellenos de crema. A livello logistico, Malaga rimane un ottimo punto strategico per partecipare alle celebrazioni del Sud della Spagna.

Festival dei tulipani 1-30 aprile, Amsterdam, L’Olanda è legata ai tulipani da secoli, fin dallo scoppio della prima bolla finanziaria. E per tutto aprile, Amsterdam tocca il suo massimo con festival ei tulipani che rallegra la città con composizioni di ogni genere di tulipano che animano strade, piazze, fontane, ponti e luoghi di interesse. Uno spettacolo per gli occhi che lascia senza fiato.

Frühlingsfest 19 aprile-5 maggio, Monaco Noto come l’Oktoberfest primaverile, questo festival folkloristico si tiene solitamente a Monaco e Stoccarda. Il primo è davvero particolare ed è una versione in miniatura del grande evento di ottobre.

Malta International Firewoks Festival 20-30 aprile, La Valletta  Malta è la destinazione ideale per una fuga di primavera all’insegna del mare e del sole, soprattutto in occasione del Festival Internazionale dei fuochi d’artificio, una competizione tra i fuochi d’artificio che creano a tempo di musica le coreografie e immagini più suggestive.

Budapest Spring Festival 29 aprile-15 maggio, Budapest  Si tratta di una grande festa popolare che dà il via alla bella stagione con concerti e spettacoli, nei teatri, nei musei e perfino in strada

 Walpurgis e May Day 30 aprile – 1 maggio, Svezia Per commemorare la canonizzazione di Santa Valpurga, la Notte di Valpurga è caratterizzata da una celebrazione all’aperto con danze e falò. Una delle celebrazioni più grandi è la Valborgsmassoafton che si svolge a Stoccolma presso Skansen, il museo open-air più antico al mondo. 

 




Sci ed enogastronomia a Plan de Corones

A Plan de Corones lo sci sposa, a oltre duemila metri di altitudine, cultura ed enogastronomia di eccellenza. Sul maestoso panettone che dà il nome al comprensorio e domina Brunico si scia su quasi 120 chilometri di piste (DolomitiSuperSki) fino al 14 aprile e si fa tappa all’AlpiNN. In questo rifugio glamour all’interno del  Lumen, il museo della fotografia di montagna, lo chef tristellato Norbert Niederkolfer propone la sua visione di cucina fondata sulla attenzione al territorio, sulla sostenibilità e sull’etica no waste secondo cui tutto può diventare un ingrediente di ricette creative (menù degustazione da quattro portate a partire da 78 euro). Ogni piatto, secondo questa idea di cucina, rappresenta le montagne, la fatica dei contadini, la qualità dei prodotti e le tradizioni tramandate da generazioni.

PLAN DE CORONES PARADISO DELLO SCI Kronplatz 2000- Plan de Corones si raggiunge facilmente perfino in treno (gratis con la guest card che viene consegnata all’arrivo degli ospiti nelle strutture convenzionate). Agli impianti di risalita del comprensorio di Plan de Corones infatti si può accedere anche dalla fermata del treno (Ski Pusteral Express che ogni mezz’ora minuti collega il comprensorio 3 Cime con quello di Plan de Corones, scarponi ai piedi). In pochi minuti si sale quindi da Brunico a 2275 metri pronti per esplorare, sci ai piedi, una destinazione che può ben definirsi mecca dello sci. Da qui lo sguardo si perde sulle cime più famose delle Dolomiti e non solo: dalla catena delle Odle fino alla Marmolada, passando dal Sassolungo, Sassopiatto, Croda Rossa d’Ampezzo e Tofane, fino alla distesa delle Alpi Aurine.  Impossibile annoiarsi. Dalla Campana della Concordia che, suona tutti i giorni a mezzogiorno per portare il suo messaggio di pace nel mondo, si scende a valle lungo ampie piste, come la Furcia, da godersi  perdifiato come prima discesa della giornata. Non mancano le black five le cinque piste nere del comprensorio, compresa la Piculin che scende quasi i verticale a Piccolino in Val Badia da cui in pochi minuti di bus (il 460) si arriva a La Villa, porta di accesso al circuito del SellaRonda.

RELAX ALLLA PARTENZA PER PLAN DE CORONES  A Riscone (frazione di Brunico), a meno di duecento metri dagli impianti di risalita di Plan De Corones, il  Falkensteiner Hotel Kronplatz offre una base di partenza ideale per godersi tutto lo sci della Val Pusteria e il relax della sua Acquapura Mountain spa dedicata agli elementi della natura. Qui sulla piscina a sfioro all’ultimo piano della struttura, si attende che la calda luce del tramonto inondi le Dolomiti per poi concedersi come aperitivo la merenda proposta dalla struttura.

 




Cinque mete Usa per celebrare i compleanni di 5 film cult

Cinque mete per le vacanze suggerite da cinque film cult che quest’anno celebrano compleanni importanti. Gli itinerari proposti da VisitTheUsa promettono quindi di far scoprire gli Usa da una prospettiva davvero particolare: ripercorrendo le orme di cinque film che hanno fatto sognare intere  generazioni e per cui più trascorre il tempo più sembrano attuali. Da Forrest GumpFootloose, cinque mete a stelle e strisce in cui sono stati ambientati i film culto.

  1. Per Sideways a spasso tra Santa Ynez Valley, California un itinerario di vino, amicizia e paesaggi 

 Sideways- In viaggio con Jack, che quest’anno compie vent’anni, si sviluppa lungo la Santa Ynez Valley in California. Organizzare un viaggio in questa terra, ripercorrendo  i luoghi del  film di Constantine Alexander Payne, porta alla scoperta di una delle zone vinicole più famose degli Stati Uniti, riconosciuta anche per la bellezza dei paesaggi che si alternano all’eterogeneità dei vitigni coltivati.

2. Per Forrest Gump la destinazione è Savannah, Georgia, un itinerario tra storia e natura

Per celebrare il 30° anniversario di Forrest Gump il suggerimento è quello di immergersi nelle atmosfere e nella cultura degli Stati Uniti del Sud.  Nonostante il film di Robert Lee Zemeckis racconti di un uomo semplice dell’Alabama che passa attraverso alcuni degli eventi più rilevanti del secolo scorso uscendone vincitore, alcune delle ambientazioni più note del fim a Savannah, in Georgia, dove il tour comincia dalle Live Oaks, riconoscibili per i loro lunghi  rami che si estendono orizzontalmente quasi abbracciandosi, per poi proseguire verso Chippewa Square in cui nel film di Zemekis Forrest racconta la sua storia parlando con diverse persone sedute su una panchina (oggi al Savannah History Museum).

3. Con Karate Kid tra Phoenix e Sedona, Arizona

Per ripercorrere le orme dell’orami quarant’enne Karate Kid la meta è la San Fernando Valley, un mix di cultura urbana e natura in California, oltre alle  cittadine di Phoenix e Sedona in Arizona, rispettivamente note per l’arte e l’offerta culinaria la prima e per le formazioni di roccia rossa e i sentieri escursionistici la seconda. Tra le icone dello stato in cui è ambientato il fil m cult di John Guilbert Avildsen sono da non perdere il Chirinchua National Monument al confine con il New Messico: un parco caratterizzato da una vegetazione rigogliosa, dettaglio insolito per un’area per lo più arida.

4. Per Footloose un  itinerario a passo di danza tra le meraviglie naturali dello Utah

Footloose celebra il suo 40° anniversario. Lo sfondo del film di Herbert Ross è lo stato dello Utah, con la Monument Valley, il Grand Canyon e molti parchi nazionali. Come la Valley of the Gods,  una strada sterrata lunga 17 km con panorami mozzafiato dove si può rimanere incantati da giganteschi monoliti rossi, mesas e pinnacoli.

5. Per Piccole Donne lo sfondo è ill Massachusetts

Sono passati poco più di 90 anni da quando Katharine Hepburn ha rivestito i panni di Jo March in Piccole Donne guidata dalla regia di George Cukor. Il momento è quello giusto per celebrare il film andando alla scoperta del Massachusetts, lo stato in cui è ambientata la pellicola. Non solo facendo tappa nella capitale, Boston, ma anche o visitando luoghi unici come le isole di Nantucket e Martha’s Vineyard, oppure Salem, Gloucester, Essex e le piccole cittadine a nord di Boston o Cape Cod, un’incantevole penisola bagnata dall’Oceano Atlantico, il primo luogo in cui si stabilirono i Padri Pellegrini negli Stati Uniti.




Terme Merano: quando le donne entrano gratis

Non è mai troppo presto per organizzare un week end, soprattutto quando sono annunciate promozioni da non perdere. Come l’iniziativa che le Terme  Merano hanno previsto per festeggiare la festa delle donne.

Per festeggiare l’8 marzo 2024 infatti le Terme Merano hanno deciso di regalare a tutte le donne di qualsiasi età l’ingresso giornaliero alle piscine. Un’opportunità da prendere al volo per una giornata di totale relax. Il week end in rosa può trasformarsi facilmente in una  occasione perfetta per fare tappa nel centro benessere MySpa dove abbandonarsi ai trattamenti personalizzati.  E se dopo una giornata trascorsa nel parco e nella MySpa, ci si accomoderà al Bistro Terme Merano nella bella piazza Terme, meta delle serate meranesi, si scoprirà che anche la cucina strizza l’occhio alle materie prime altoatesine

Il borgo alto atesino è facilmente raggiungibile anche via treno e il il centro raccolto permette di spostarsi tranquillamente a piedi anche sotto i portici, che risalgono al 13° secolo dove si trovano  botteghe storiche e brand internazionali.

Non mancano numerose proposte culturali tra i  palazzi di Art Nouveau, come il Kurhaus, il teatro Puccini e il Pavillon des Fleurs, chiese, castelli e fortezze da visitare. Da non perdere in un week end in rosa una visita al Museo delle Donne, uno dei musei femminili più antichi d’Europa, che mostra com’è cambiato il ruolo della donna negli anni, attraverso abiti, accessori e oggetti della vita quotidiana. Il museo è stato fondato fondato nel 1988 da Evelyn Ortner, un’appassionata collezionista che ha capito fin da subito come l’abbigliamento femminile rispecchi i diversi ruoli ricoperti dalle donne nelle diverse epoche storiche. Dopo l’apertura del primo negozio di seconda mano altoatesino a Merano negli anni Ottanta, Evelyn Ortner decise di esporre la sua collezione privata nell’allora “Piccolo museo dell’abito e della chincagliera”. Nel 1993 fondò, assieme ad una rete di donne, l’associazione vera e propria: “Museo della donna – La donna attraverso i secoli”, diventandone la prima direttrice.

Per un tuffo poi nella natura si può scegliere tra le numerose passeggiate da quella che segue il percorso del fiume Passirio fino alla famosa passeggiata Tappeiner che si snoda fino al paese di Tirolo, sopra Merano.




I Piatti del Buon Ricordo: le new entry 2024

L’Unione Ristoranti del Buon Ricordo si prepara a festeggia i suoi primi sessant’anni con otto ingressi che portano il numero degli aderenti a 112 (di cui undici locali all’estero) e quattro cambi di specialità. Un’occasione per organizzare un viaggio alla scoperta di territori e locali di eccellenza, oltre che per arricchire la collezione di piatti del Buon Ricordo (dipinti dagli artigiani della Ceramica Artistica Solimene di Vietri sul Mare), da sempre icona del sodalizio: il piatto viene infatti donato agli avventori che che degustano il menù del Buon Ricordo a ricordo dell’esperienza gastronomica vissuta.

ICONA TRICOLORE Prima che milioni di guide inondassero gli scaffali delle librerie e le edicole, i Ristoranti del Buon Ricordo fin dalle origini, dal 1964, hanno rappresentato un marchio di garanzia di ospitalità del territorio che, allo stesso tempo, ha concorso a salvaguardare e valorizzare le tradizioni e culture gastronomiche italiane.  Per conoscere da vicino i Ristoranti del Buon Ricordo e le loro specialità, si può consultare il sito omonimo o  la Guida 2024 appena pubblicata, in distribuzione gratuita nei ristoranti associati e scaricabile dal sito, dove si trovano anche gli Hotel, che hanno al loro interno un ristorante del Buon Ricordo.

NEW ENTRY Più in dettaglio new entry 2024 nell’Unione dei Piatti del Buon Ricordo sono: Ristorante Bon Parej di Torino con il Bonet; il Ristorante La Baia di Cremia con Persicotto; il Ristorante Enoteca del Duca di Volterra con Ravioli del Duca con piccione, crema di pere e finocchietto selvatico; il Ristorante Armare di Roma con Calamaro ripieno; l’Osteria Famiglia Principe 1968 di Nocera Superiore con ‘O Scarpariello del Principe 1968; La Bettola del Gusto di Pompei  con Spaghettoni di Gragnano Igp con alici fresche, colatura tradizione di Cetara, tartufo nero e burro di bufala; il Ristorante Ciccio in Pentola di Palermo con Paccheri al gambero rosso e pomodoro ciliegino;  il Terre – Pasta & Natural Wine di New York con Pappardelle con ragù di cinghiale selvatico.
A cambiare invece le specialità sono: il Ristorante Salice Blu di Bellagio con il Risotto ai fiori di zucchina e tartufo di Bellagio; l’Osteria di Fornio di Fidenza con le Mezze maniche di Fornio dal 1928 che da sole valgono il viaggio; il ristorante dell’Hotel Barbieri a Altomonte con le Polpette contadine il Ristorante Filippino a Lipari con le Caserecce al pesto di limoni con tartare di gambero del Ristorante Filippino.

UN EVENTO RECORD Per i suoi primi sessant’anni l’Unione dei Piatti del Buon Ricordo ha in programma inoltre un evento da record a Vietri sul Mare: “100 Chef per una sera”. A cucinare per 1000 commensali, accomodati a un’unica e lunghissima tavolata saranno 100 Chef del Buon Ricordo.

 




A passeggio per la Pigna di Sanremo

di Emanuele Domenico Vicini

I giorni ferragostani – si sa – sono dedicati al riposo, allo svago in spiaggia, ai bagni di sole e di mare e alle feste con gli amici.

Ma se vi trovate in Liguria, nellestremo ponente, terra di vacanza per eccellenza per lombardi, piemontesi e molti stranieri, tra un bagno a mare e un aperitivo in spiaggia, potete dedicare un tardo pomeriggio a visitare la Pigna di Sanremo, la parte antica della città, nata molto prima del mitoBelle Époque della Sanremo tardo Ottocento e primo Novecento.

La Pigna è un insieme architettonico straordinario, sorto in forma di rocca sulla collina retrostante la costa. Composto di edifici alti, carruggi stretti, archi di collegamento, vie coperte da ardite volte a crociera, improvvisi slarghi dominati da chiese di sapida eleganza.

La si raggiunge partendo dalla porta di Santo Stefano (trecentesca) o dalla piazza di San Siro (la cattedrale della città, fronteggiata da un delizioso oratorio barocco) e la si percorre muovendosi per vie piccole, poco illuminate dal sole e per lo più concentriche.

Salendo, si raggiungono i giardini Regina Elena dai quali si gode di una vista di mare strepitosa e, proseguendo verso linterno, si arriva rapidamente alla Madonna della Costa, santuario di fondazione quattrocentesca, ora in foggia seicentesca, luogo di preghiera e devozione della cittadinanza sanremese.

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Questo labirinto racconta una storia ben lontana dalleleganza luccicante della Riviera. Qui Sanremo non sembra città di mare, dove la linea di costa ci fa sempre capire la direzione dei nostri passi. Al contrario, i giri stretti, i muri alti, gli archi, le volte contribuiscono allo smarrimento del viandante e del turista. I repentini passaggi dalla luce al buio, dai giardini fioriti ai palazzi ben fortificati, il silenzio delle strade pedonali ci raccontano di una città che non esibisce la propria ricchezza, anzi, la cela, per offrirla solo a selezionati visitatori, quelli che hanno lardire di lascare i comodi e ampi viali del centro per inerpicarsi qui.

Non serve ricordare che Palazzo Manara, in Via Palma, ha ospitato Paolo III Farnese nel 1538 o che la Madonna della Costa è impreziosita da opere di Bartolomeo Guidobono (1654 – 1709) o di Giulio Cesare Procaccini (1574 – 1625).

Larte qui nascosta e custodita è il segno di quellantica nobiltà culturale e artistica, spesso dimenticata, che fa di Sanremo una vera perla della Riviera.




Il Santuario della Madonna della Costa a Sanremo

di Emanuele Domenico Vicini

Inerpicarsi per la Pigna di Sanremo in una mattina di agosto può sembrare impresa ardua: il caldo sulla costa tende a stroncare qualsiasi intenzione diversa da un rinfrescante bagno di mare.

Se però vincete il caldo e da Via Palazzo prendete verso le Rivolte di San Sebastiano, superata Piazza Cassini, vi trovate di fronte al dedalo di salite che, curva dopo curva, vi porta ai prima ai Giardini della Regina Elena e, subito dopo, al Santuario della Madonna della Costa.

Raggiunta la cima, alla vostra sinistra vedete l’Opera Don Orione e alla vostra destra la vallata dietro Porto Sole. Davanti a voi si apre la piazza che porta all’ingresso del Santuario.

Dopo i ripidi e buoi passaggi della Pigna, il sole vi invade gli occhi e la perfetta geometria della chiesa, meravigliosa quinta scenografica al termine della piazza in saluta, vi dona un senso di luminosa serenità e di quiete, al termine del cammino.

La basilica è citata per la prima volta nel 1474, ricordata come luogo nel quale i sanremesi festeggiavano la liberazione della tirannia dei Doria (risalente la secolo precedente).

L’attuale edificio venne eretto nel 1630, ma la cupola e la facciata furono completate più di cento anni dopo, ad opera dell’architetto Domenico Belmonte di Gazzelli.

Il santuario si sviluppa in pianta longitudinale, a croce latina, composto di una navata e un ampio transetto con altari devozionali.

La foggia esterna (dopo gli interventi del Belmonte) e l’organizzazione dello spazio e delle decorazioni all’interno denunciano l’acquisizione ormai compiuta del linguaggio barocco centro italiano.

La facciata si sviluppa in altezza, con andamento rettilineo completata, nel registro superiore, da un fastigio ampiamente decorato che ricorda il rango di Santuario e, nell’arco di chiusura, da un altro fastigio, di minor enfasi, che cita la dedicazione all’Assunzione di Maria.

Con una soluzione sintetica molto efficace, il tema tipicamente romano dei campanili di inquadramento viene riproposto “riassorbendo” però le forme dei due corpi verticali nel piano stesso della facciata. Due coppie di paraste lisce muovono le parti estreme della muratura, concludendo il loro percorso nei torricini campanari, che, insieme con il fastigio di coronamento e la sagoma della cupola retrostante, dinamizzano la struttura e bilanciano la solennità dell’insieme.


Nella luce chiarissima della prima collina, il Santuario si erge, solenne ed elegante, nei colori pastello dell’ocra dell’azzurro che si stagliano contro il cielo e il verde della vegetazione.

L’interno offre una riposante penombra di raccoglimento. Esso si configura come spazio di preghiera, con stalli in foggia di coro che percorrono tutta la navata, segno, probabilmente, della presenza di confraternite che qui svolgevano le proprie funzioni.

Le immagini si alternano in forma di scultura e di tele dipinte.

Meritano citazione la Decollazione del Battista di Giulio Cesare Procaccini, e la Visita a Santa Elisabetta del ligure Bartolomeo Guidobono.


Pur essendo molto difficile ricostruire le vicende di committenza (nel caso del Procaccini, in particolare si potrebbe ipotizzare che la tela si stata realizzata per l’edificio prima della riforma barocca), l’insieme ha una sua omogeneità molto evidente: le opere accentuano il carattere devozionale di tutto il santuario e, pur differenti nelle soluzioni stilistiche, sono accomuniate dallo stesso senso di sobrietà e rigore tipici di una precisa linea di pensiero sull’arte della controriforma nel Nord della penisola.
Completa la decorazione il catino absidale, con l’Assunzione di Maria, ad opera di Giacomo Antonio Boni, bolognese, ma attivo a Genova fino alla metà del Settecento.

Memore in parte dei trionfi prospettico illusionistici della grande tradizione Correggesca, la decorazione di Boni, composta di affresco e stucchi, ben ordinata nella sua sintassi compositiva, racconta l’evoluzione e – in parte – la semplificazione delle tendenze stilistiche e del gusto a metà Settecento.
Ancora legato al gusto romano è l’uso di colonne tortili nell’abside, per scandire gli spazi decorati dell’altare maggiore e delle due nicchie ai suoi lati.
Con le colonne in rilievo rispetto alla muratura di fondo, si genera così un sistema plastico architettonico vibrante e dinamico, memore delle esperienze barocche lombarde.