di Cristina T. Chiochia Ci sono occasioni per perdersi negli archivi e trovare un concetto di prossimità artistica del tutto nuovo anche in capolavori come la poesia del Cinque Maggio. Una sorta di generatività al contrario e di connessione con una comunità ritrovata quella del dono di Emilio Isgrò della minuta cancellata del Cinque Maggio. Prossima come Milano e Manzoni.
E di linguaggio, con una nuova pubblicazione, presentata presso la Biblioteca Braidense di Milano, che riporta poi la magia di un incontro, quello di Isgrò ed i suoi lavori, con quel Cinque Maggio, poesia unica e stra conosciuta in Italia che si fa anche inno. Anche grazie al catalogo ragionato per Skira Editore, Isgrò presenta il suo lavoro in modo inedito ed attraverso una donazione che ha il sapore del fare una sorta di transizione sulla parola che non va mai rinviata. Ma asciugata. Cancellata. Come se il cambiamento della forma scritta e della cancellatura diventasse in questo modo quodiano e costante per tutti gli autori e gli scrittori, quando diventa qualcosa di importante. Qualcosa che non può non deve essere demandata. Cancellatura necessaria e reale. Una virtualizzazione del processo creativo che virtualizza la conoscenza della poesia stessa e la rende importante, sincera, più di quanto potesse esserlo, leggerla nella versione definitiva. O pubblicata.
Scrittura a mano. Inchiostro secco. Cosa sarebbe senza la presenza di quelle cancellature? Attraverso la donazione di questa minuta insomma, Isgro entra nel processo creativo di Manzoni con competenza e lascia delle risposte ad una fase storica che, purtroppo, è molto attuale. quella degli eroi e della guerra. La poesia per Napoleone, eroe invitto diventa memoria di presente, che come recita il comunicato stampa” ancora una volta unisce la grande arte con la grande letteratura, la memoria con il presente, è la protagonista della donazione di Emilio Isgrò alla Biblioteca Nazionale Braidense: “Cinque Maggio. Minuta cancellata”. L’artista ha infatti apportato le sue cancellature sul manoscritto autografo della celebre poesia manzoniana dedicata a Napoleone, manoscritto conservato in biblioteca, uno dei più celebri della Braidense, istituto che accoglie il più importante fondo manzoniano nazionale, volendo così rendere un nuovo omaggio alla lingua poetica del grande scrittore”. Una presentazione interessante. Che coglie tutta la drammaticità del presente, con gli occhi artistici di un artista che guarda il suo lavoro in prospettiva e dall’alto, mentre Manzoni raccontava “il suo” futuro attraverso il condottiero più famoso, Napoleone.