In uscita il nuovo album di Madonna. Living for love: “troppo debole” come leading single?

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di Matteo Rolando – A sentirla, questa canzonetta orecchiabile pop music, può anche piacere. “I’m gonna carry on, living for love…”, fa il ritornello. “Living for love è un po’debole come leading single”, commenta un fan storico della Signora Ciccone, che durante i suoi tour migra abitualmente in diverse città europee per seguire le performance on stage della regina del pop. Concerti a rotazione, e una cultura molto ampia sulla cantante di Detroit: una fonte attendibile, quando si parla di Madonna.

Canzoni indimenticabili, le sue, entrate a pieno titolo nella storia della musica mondiale, come Vogue (1990), Frozen (1998), Hung up (2005); generi musicali diversi, come il country dell’album Music (2000), o l’impegnato American life (2003); memorabili anche le colonne sonore come Evita (1996) e quella del un film di James Bond “Die another die”(2002). Come tutti sanno, all’attivo numerosi successi e milioni di dischi venduti: “Living for love” è davvero quello che ci si aspettava da Madonna, oggi?

Imminente l’uscita dell’album “Rebel heart” in Italia, il 6 marzo 2015. Dopo la recente performance della star ai Grammy awards di Los Angeles l’8 febbraio scorso, la tesi che Living for Love sia troppo debole come leading single trova conferma nel fatto che il pezzo non sia stato premiato. Rihanna (Feat. Eminem) con la canzone “Monster si è aggiudicata l’award Registrazione dell’anno, mentre Sia con “Chandelier”, Hozier con “Take me to Church” e perfino la giovanissima Taylor Swift con “Shake it off” sono piaciute di più della mitica Madonna, con l’award Miglior interpretazione pop solista. Anche Lady Gaga e Beyoncé premiate, per i migliori album dell’anno (ovviamente in questo caso non concorrevano con quello di Madonna di imminente pubblicazione).

Fan alla finestra, dunque, aspettando l’uscita della compilation. Stratagemmi commerciali per il lancio dell’album innanzitutto l’immagine di copertina: il viso di Madonna cinto da lacci di cuoio pubblicato sul suo profilo Instagram da lei stessa, lo scorso dicembre, accanto ai volti di altri cuori ribelli, coronati da lacci altrettanto neri. Nelson Mandela, Martin Luther king e Gesù del Corcovado di Rio. “Non volevo paragonarmi a loro – ha tuonato sibillina la rockstar – ma solo riconoscere la loro natura di ribelli”. Ultima provocazione per promuovere il suo album, un concorso su Grindr, social network gay, dove la diva promette di chattare on line con i vincitori e di regalarne copie autografate. Negli Stati Uniti scadeva il giorno di San Valentino a mezzanotte, il termine per pubblicare sul network la propria foto del viso cinto dai lacci, proprio come Madonna, aggiungendo l’hashtag #LivingForLove alla propria headline. Grande fermento, dunque per l’uscita di Rebel Heart, soprattutto tra i fan. Può darsi che qualcuno si aspettasse una musica più matura, più impegnata politicamente, meno autobiografica e autoreferenziale: in parole povere, musica un po’ meno commerciale e commerciabile, e non per forza fatta ad hoc per riempire le piste da ballo delle discoteche. Forse quest’album non farà la storia della musica? Potrebbe essere, ma l’autrice resta pur sempre Madonna.

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