La Liguria alternativa dei Borghi di Ponente
La Liguria alternativa dei Borghi di Ponente, Vie di pietra che che tratteggiano i terrazzamenti dei poggi e le mulattiere e abbracciano il mare, si prepara a una estate di natura e cultura. Cervo, Diano Arentino e Villa Faraldi propongono trekking sulle mulattiere, un tempo strade essenziali per il commercio e oggi pronte per essere riscoperte dai camminatori e iniziative culturali per salutare l’inizio della bella stagione.
Un’altra Liguria, un altro Ponente. Un Ponente fatto di lentezza, da assaporare poco a poco. In questi tre Borghi di Ponente il tempo infatti è scandito dalla ruota del mulino di un frantoio, o gumbu, come dicono da queste parti.
A Diano Arentino, ai piedi del Pizzo d’Evigno, la rassegna Trek & Jazz, che combina a brevi e facili trekking sulle strade dei Borghi di Ponente performance musicali di alta qualità.
A Villa Faraldi, il mare lo si vede soltanto sullo sfondo alle colline dove scorre, a fiumi, l’oro verde dell’olio taggiasco della Valle Steria. Come altri in questa zona, Villa Faraldi è un comune diffuso, che riunisce i borghi di Deglio, Riva, Tovo, Tovetto e, insieme a loro, il fitto reticolo di strade di campagna e mulattiere, ponti che li collegano in mezzo a un mare verde oliva.
Tante sono le opportunità per esplorare, a passo lento, questo vasto territorio dei Borghi di Ponente come il trekking Tra Santi e Oratori che, partendo dal Gumbo di Nuccio, monumento alla cultura olearia della frazione Tovo, raggiunge Tovetto, dove ci si imbatte nella chiesa di san Sebastiano del XVI secolo. Arrivati a Villa Faraldi, imperdibili una visita alla magnifica chiesa di San Lorenzo, prima che all’Oratorio di Santa Caterina, che nel secolo scorso è diventata l’atelier artistico dello scultore norvegese Fritz Røed, capostipite di una numerosa comunità scandinava nel comune, che continua a distanza di decenni ad attirare nuovi nomi.
Cervo infine è un avamposto verde a tutela del mare. Casa di festival e premi di fama internazionale, Cervo nasconde, lontano dai riflettori, un lato più intimo e riservato, proiettato verso il verde del parco del Ciapà, poggio a strapiombo sul mare dove cominciano con la primavera a fare la loro comparsa delle splendide orchidee selvatiche che si fanno spazio in una vegetazione tipicamente mediterranea di carrubo, lentisco, ginestra, mirto, ruta e timo.